LA MONTAGNA PIU' ALTA RIMANE SEMPRE DENTRO DI NOI

Vi presentiamo questa breve intervista su radio Radio dell’infettivologo Prof. Marco bassetti.

Giovani contagiati?

Il professore nota come, da quando fa il medico, ci sono SEMPRE stati dei giovani
che finiscono in rianimazione per delle polmoniti o malattie di carattere polmonare.


Nella discussione quindi escono fuori due temi:

  • l’utilizzo di fake news e di immagini false, o falsate nelle date,
  • per creare una tensione ingiustificata nelle persone, giochetto a cui si è prestato perfino Enrico Mentana recentemente;

  • come qualcuno stia giocando per mantenere alta la tensione e quindi giustificare misure emergenziali che non sono necessarie per il numero di morti o di ricoverati.

L’idea è che si stia creando un clima falso di allarme e paura per giustificare una successiva stretta che, allo stato attuale, non ha fondamenti scientifici.

 
QUANDO ROMITI DISMISE GHIDELLA, e l’inizio della fine dell’industria italiana
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Oggi si saluta Cesare Romiti, che nato nel 1923 è sopravvissuto forse più di tante industrie italiane.

Un uomo che, nel bene e nel male, ha segnato la vita economica della Fiat e che ha segnato il primo passo del prevalere della finanza sull’industria,

segnando l’inizio della decadenza economica, sociale, morale e politica del nostro paese.


In pochi anni l’Italia si è trasformata da un paese di “Faber” di gente che faceva, che sapeva quello che faceva e ne era orgogliosa,

in uno di parassiti che vive e distribuisce piccole prebende e spesso, come le sardine, si vanta di nulla fare e nulla sapere.



Non che questo sia tutta colpa di Cesare Romiti, ma la sua vittoria su Vittorio Ghidella,
l’anima industriale di quello che all’epoca era la più grande industria privata italiana ed un colosso anche a livello mondiale, segnò quello che sarebbe successo in futuro.



Negli anni ’80 Ghidella, ingegnere, era l’amministratore di Fiat Auto, mentre Romiti lo era del gruppo Fiat.


La posizione dell’ingegnere e tecnico sembrava secondaria,

ma Ghidella aveva salvato l’auto con la Panda, la Uno e la Tipo, con il motore FIRE, primo motore completamente robotizzato,

con i primi progetti di pianali comuni per auto diverse, cosa oggi comune , ma all’epoca innovativa.



Fiat Auto era il 70% dell’utile del gruppo.

Tra l’altro aveva voluto Cesare Fiorio alla Lancia ed aveva sostenuto fortemente l’impegno sportivo nei rally del marchio torinese.


In quel momento , a fine anni 80, si prospettavano due strade:

  • quella industriale, che avrebbe visto una successione alla guida del gruppo del duo Umberto Agnelli – Ghidella;

  • la soluzione post industriale quella che avrebbe visto alla guida Romiti.

Tutto iniziò da una scaramuccia: Ghidella si rivolse ad Agnelli per realizzare un prototipo di mini-auto, una sorta di Smart ante litteram.

Il prototipo viene realizzato, ma poi la strada si interrompe perchè i costi sono troppo alti e l’auto rischia di essere un flop, cosa che è economicamente la Smart.


Però Ghidella ha compiuto un atto che nella gerarchia monarchica della FIAT era un peccato fatale: aveva agito senza avvisare Romiti.


Questi non reagisce subito, ma comanda un’ispezione approfondita di tutte le catene di sub-fornitura della casa automobilistica, anch’egli senza avvisare Ghidella
.


L’ingegner Ghidella, come tutte le persone di carattere, aveva un brutto carattere,
il rapporto con Romiti era ormai rotto, e, nonostante i tentativi degli Agnelli, se ne andò nel novembre 1988.


La FIAT scelse la strada finanziaria, quella che poi ha portato a Marchionne, alla FCA, ed alla fine alla dismissione nascosta dell’auto italiana di questi giorni.


Ghidella è morto da quasi 10 anni, ma ha fatto in tempo comunque a vedere la distruzione della “Sua” Lancia e della “Sua” Piaggio.


Ovviamente Romiti non è colpevole dell’evoluzione dell’economia italiana,
ma se ora alla guida del paese abbiamo un nulla-sciente invece che un ingegnere, è anche un pochino merito, o colpa, sua.
 
LA FAVOLA DI MUSA JUWARA, DAL BARCONE ALLA SERIE A

Il 10 giugno 2016, Musa Juwara viveva una giornata decisamente diversa rispetto a quelle di oggi. Quattro anni fa, infatti, sbarcava in Sicilia, dopo aver attraversato il Mediterraneo su un barcone, a 15 anni e senza genitori. Lui è uno dei 25.000 minori che, in quell’anno, sono arrivati nel nostro Paese da soli.
IL VIAGGIO SUL BARCONE DI MUSA JUWARA
Nato nel 2001 e originario del Gambia, i genitori lo avevano fatto imbarcare su uno dei gommoni della disperazione, per cercare fortuna in Italia. Dopo lo sbarco a Messina, fu inviato in un centro di accoglienza a Ruoti, in provincia di Potenza: lì ha iniziato a dare i primi calci al pallone, con l’allenatore della Virtus Avigliano che lo prende talmente a cuore che se lo porta a casa, diventandone genitore affidatario insieme alla moglie.
IN SERIE A
Nel 2017 un’altra svolta, perché si accorge di lui il Chievo, che lo aggrega alla squadra Primavera. Il Toro lo prova in un torneo di Viareggio, in cui Juwara segna tre gol in tre partite, ma poi ritorna a Verona, dove esordisce in Serie A nel maggio 2019. A credere in lui la scorsa estate è invece il Bologna, con Mihajlovic che ne intravede le qualità e lo porta in prima squadra. Qualche spezzone di partita, mostrando tutte le sue doti tra tecnica e velocità anche contro la Juventus.
Fino alla grande giornata contro il Milan a San Siro: nel giro di 25 minuti segna il suo primo gol in Serie A, fa espellere Bastoni e dà il via alla rimonta del Bologna. «Il gol è merito di Mihajlovic. Lo ringrazio perché mi ha fatto giocare contro l’Inter. Sono contentissimo per questa giornata, ho solo 18 anni e ho segnato a San Siro, la ricorderò tutta la vita», le sue parole, emozionato, dopo la partita. Una domenica da ricordare per sempre, quattro anni dopo quella traversata piena di paura e di speranza.
 
L’Italia (del calcio) festeggia oggi i suoi 110 anni. Ha oltre un secolo ma sembra sempre una ragazzina… e non vediamo l’ora di vederla sgambettare di nuovo in campo! Il 15 maggio 1910 infatti debutta la Nazionale Italiana (eccola nel video della Figc).
In maglietta bianca (perché quella colorata sarebbe costata troppo…!) gli undici giocatori giocarono contro la Francia all’Arena Civica di Milano. E vinsero! Ben 6-2 davanti a 4mila spettatori.

Allenatore fu scelto Umberto Meazza, omonimo del più famoso Giuseppe che verrà molti anni dopo. I giocatori che scendono in campo sono: De Simoni (Us Milanese); Varisco (Us. Milanese), Calì (Andrea Doria); Trerè (Ausonia), Fossati (Inter), Capello (Torino); Debernardi (Torino), Rizzi (Ausonia), Cevenini I (Milan), Lana (Milan), Boiocchi (Us Milanese).

110 ANNI FA LA PRIMA ITALIA
Per la verità avrebbero dovuto giocare parecchi giocatori della Pro Vercelli, allora la più forte, ma era stata squalificata per tutto il 1910. Aveva mandato in campo contro l’Inter per protesta una squadra di ragazzini tra gli 11 e i 15 anni. Il 15 maggio non furono convocati per la prima partita dell’Italia, esclusi dalla Nazionale, squalificati per tutto il 1910 e multati di 200 vecchie lire!
 
Il numero di casi sospetti di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo in Germania è in notevolmente aumento.

Il dato emerge dal rapporto annuale della Financial Intelligence Unit (FIU) per il 2019, che il “Tagesspiegel” di Berlino ha ricevuto in anticipo.

Dopo l’istituzione dell’unità federale antiriciclaggio, il numero di segnalazioni è aumentato quasi del 50% fino a 114.914 casi sospetti in un anno, un vero e proprio record.

Secondo il rapporto, questo include un totale di 355.000 transazioni finanziarie sospette.


Nella sua relazione annuale 2018 , la FIU si era già lamentata del fatto che il mercato immobiliare era “estremamente suscettibile”
a tollerare transazioni dubbie ed aveva grandi problemi a tracciare la provenienza criminale dei fondi.

Per anni ci sono state ripetute indicazioni che il settore immobiliare fosse lo strumento favorito dai clan criminali per riciclare denaro sporco
attraverso l’acquisizione di proprietà , il cui valore è tra l’altro in crescita continua in Germania


“Un problema per la Germania è che, culturalmente, non abbiamo un approccio sufficientemente ostile al riciclaggio di denaro sporco”,
ha detto il capo della FIU Christof Schulte al “Tagesspiegel”.

Il 98% delle segnalazioni di movimento sospetti in Germania proviene dal settore finanziario,
che ha dei vincoli e delle norme molto strette in materia, come nel resto d’Europa
.

Il numero di segnalazioni del “settore non finanziario” è passato da quasi 600 a più di 1500, ma rimane limitato al 2% .

Questo include notai, agenti immobiliari e avvocati, nonché gli organizzatori di giochi d’azzardo,
mostrando come il mondo professionale tedesco sia estremamente disponibile a nascondere le “Marachelle” di carattere finanziario.

Quasi un invito al riciclo nel paese dell’Europa centrale.


Se poi pensiamo a Wirecard…
 
Intervento di Alberto Bagnai al Senato sul nuovo decreto ministeriale Speranza.


Il governo si era impegnato a portare in parlamento qualsiasi ulteriore limitazione della libertà,
invece sembra che se ne sia completamente dimenticato:

Infatti il decreto, che chiude attività economiche e limita le libertà delle persone è stato emesso da Speranza, completo di sanzioni,
ed arriva senza nessuna presentazione di dati, senza nessuna relazione del Comitato Tecnico Scientifico,
ma viene presentata così, nel suo magnifico isolamento, come un atto non motivato.


A questo punto che il governo almeno tenga fede a quello che si era impegnato a fare verso la sua stessa maggioranze e:


  • dica quanti sono i casi di malati per aver frequentato discoteche e locali da ballo;

  • quanti sono i malati sbarcati o tornati dall’estero.

L’impressione è che il governo NON voglia dire questi dati, perchè lo smentirebbero.
 
Siamo allo 0,00049%.

Vorrei capire dove sta l'emergenza.

5 casi ogni 1.000.000 di abitanti
 
Passerà.
E quando sarà,
vorrei rivedere il verde
sulla corteccia degli alberi,
la spiaggia nuda bagnata
di pioggia d’estate, i sassi
profumati di settembre.



Passerà.
E quando sarà,
vorrei che tu fossi come
ieri, non come oggi
o domani. Come ieri.
Perchè questi vogliono toglierci
i ricordi, parlano già d’un futuro
che non ci appartiene.


Passerà.
E quando sarà
voglio tornare ai baci,
voglio riabbracciarti come
facevo a novembre. Perchè
non è vero che la primavera
sia più bella dell’inverno.


Passerà.
E quando sarà,
rivoglio la mia Libertà.
Non un mondo diverso,
che poi ci fottono
con le loro “sfide” e le
loro sterili “opportunità”.


Non voglio nient’altro
che la mia Libertà.
 

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