Val
Torniamo alla LIRA
"I contagi che stanno scatenando l’allarmismo degli “espertoni” schierati con il governo giallofucsia,
a sua volta intento ad alimentare la paura per il virus in modo tale da giustificare misure restrittive
ed abusare dei poteri speciali previsti dallo stato di emergenza, non devono spaventare
perché non riguardano alcuna seconda ondata dell’epidemia. "
A spiegarlo è il virologo Giorgio Palù, microbiologo presso l’Università di Padova,
che ha analizzato per l’Agi la curva dei contagi in Italia e la possibilità di un secondo lockdown.
Ebbene, anche secondo Palù – come per gli altri esperti non allineati con il Cts e il governo –
l’epidemia è in fase di discesa e il virus è meno pericoloso.
Pertanto una seconda serrata generale sarebbe impensabile.
“Quelli che osserviamo – spiega il virologo a proposito dei contagi puntualmente riferiti dal bollettino della Protezione civile – sono casi sporadici,
che interessano dai 300 ai 600 casi, e dipendono dal numero di tamponi disponibili o dall’accessibilità dei laboratori nei fine settimana.
Non si tratta necessariamente dell’esordio di una nuova ondata, anzi, sono recrudescenze di casi in una curva discendente“.
L’esperto chiarisce che i contagi registrati in questi giorni sono diversi dal punto di vista epidemiologico,
virologico, clinico e anche sociologico rispetto a quelli dell’emergenza coronavirus da febbraio a maggio.
“Anzitutto, dal punto di vista epidemiologico dobbiamo segnalare che i casi sono circoscritti e localizzati.
Nei primi mesi si trattava di contagi di importazione clandestina e turistica, ora dipendono dal ritorno dalle vacanze,
dagli assembramenti e dalle movide, tant’è vero che l’età media è scesa dai 65 ai 35 anni, in Veneto siamo addirittura intorno ai 30 anni”.
Più nel dettaglio, l’esperto precisa che il virus, non essendo in grado di sopravvivere senza un ospite,
ha bisogno di cellule vive per poter essere trasmesso e per diffondersi.
Ma con il solleone estivo questo è praticamente impossibile.
“L’ambiente ci aiuta. In estate l’incidenza di raggi ultravioletti nel nostro emisfero è quasi perpendicolare e raggiunge circa quattro elettronvolt.
Se consideriamo che per neutralizzare il legame idrogeno dell’Rna di un virus bastano 0,4 elettronvolt,
questo significa che pochi secondi di esposizione alla luce solare inattivano il virus“.
Secondo il virologo sarebbe necessario verificare l’effettiva incidenza dei contagi,
e soprattutto quale percentuale dei numeri registrati incida realmente sulla gravità della situazione.
“Questo è il primo virus pandemico che appartiene alla famiglia dei coronavirus, ma tutti i virus dell’influenza si sono comportati in modo simile,
da un momento iniziale di rapida diffusione fino alla convivenza con l’essere umano.
Come regola generale vale il fatto che un virus letale tende a sparire, perché uccide il proprio ospite,
mentre gli agenti patogeni non mortali tendono a convivere con noi”.
L’esperto fa presente che nel nostro organismo convivono già numerosi microbi, batteri e agenti patogeni che non provocano necessariamente malattie.
Per quanto riguarda il virus, dopo le mutazioni che ha subito e che interessano la sua diffusione globale,
quello che possiamo dire è che “infetta in modo diverso. Per il semplice fatto che l’ambiente si frappone“.
L’esperto specifica che i fattori che determinano la virulenza di un agente patogeno sono tre:
la genetica del virus,
la suscettibilità dell’ospite, che può sperimentare conseguenze più gravi e contrarre la malattia più facilmente in caso di immunodepressione,
e l’ambiente.
“Con il freddo la trasmissione è più facile, i germi e gli aerosol derivanti dagli starnuti si diffondono più velocemente.
Ecco perché la situazione sta cambiando in questo periodo e il virus sta circolando meno.
Ricordiamoci sempre che è la dose a determinare il veleno, come sosteneva Paracelso”.
In conclusione, “questi valori in rialzo, pertanto non devono spaventarci, ma spingerci a mantenere il controllo della situazione,
proprio per evitare che sia necessario proclamare nuovamente la quarantena.
Abbiamo bisogno di far ripartire l’economia e le scuole, che rappresentano un valore primario della società
a cui non possiamo rinunciare se ci sono le condizioni di sicurezza adeguate”.
a sua volta intento ad alimentare la paura per il virus in modo tale da giustificare misure restrittive
ed abusare dei poteri speciali previsti dallo stato di emergenza, non devono spaventare
perché non riguardano alcuna seconda ondata dell’epidemia. "
A spiegarlo è il virologo Giorgio Palù, microbiologo presso l’Università di Padova,
che ha analizzato per l’Agi la curva dei contagi in Italia e la possibilità di un secondo lockdown.
Ebbene, anche secondo Palù – come per gli altri esperti non allineati con il Cts e il governo –
l’epidemia è in fase di discesa e il virus è meno pericoloso.
Pertanto una seconda serrata generale sarebbe impensabile.
“Quelli che osserviamo – spiega il virologo a proposito dei contagi puntualmente riferiti dal bollettino della Protezione civile – sono casi sporadici,
che interessano dai 300 ai 600 casi, e dipendono dal numero di tamponi disponibili o dall’accessibilità dei laboratori nei fine settimana.
Non si tratta necessariamente dell’esordio di una nuova ondata, anzi, sono recrudescenze di casi in una curva discendente“.
L’esperto chiarisce che i contagi registrati in questi giorni sono diversi dal punto di vista epidemiologico,
virologico, clinico e anche sociologico rispetto a quelli dell’emergenza coronavirus da febbraio a maggio.
“Anzitutto, dal punto di vista epidemiologico dobbiamo segnalare che i casi sono circoscritti e localizzati.
Nei primi mesi si trattava di contagi di importazione clandestina e turistica, ora dipendono dal ritorno dalle vacanze,
dagli assembramenti e dalle movide, tant’è vero che l’età media è scesa dai 65 ai 35 anni, in Veneto siamo addirittura intorno ai 30 anni”.
Più nel dettaglio, l’esperto precisa che il virus, non essendo in grado di sopravvivere senza un ospite,
ha bisogno di cellule vive per poter essere trasmesso e per diffondersi.
Ma con il solleone estivo questo è praticamente impossibile.
“L’ambiente ci aiuta. In estate l’incidenza di raggi ultravioletti nel nostro emisfero è quasi perpendicolare e raggiunge circa quattro elettronvolt.
Se consideriamo che per neutralizzare il legame idrogeno dell’Rna di un virus bastano 0,4 elettronvolt,
questo significa che pochi secondi di esposizione alla luce solare inattivano il virus“.
Secondo il virologo sarebbe necessario verificare l’effettiva incidenza dei contagi,
e soprattutto quale percentuale dei numeri registrati incida realmente sulla gravità della situazione.
“Questo è il primo virus pandemico che appartiene alla famiglia dei coronavirus, ma tutti i virus dell’influenza si sono comportati in modo simile,
da un momento iniziale di rapida diffusione fino alla convivenza con l’essere umano.
Come regola generale vale il fatto che un virus letale tende a sparire, perché uccide il proprio ospite,
mentre gli agenti patogeni non mortali tendono a convivere con noi”.
L’esperto fa presente che nel nostro organismo convivono già numerosi microbi, batteri e agenti patogeni che non provocano necessariamente malattie.
Per quanto riguarda il virus, dopo le mutazioni che ha subito e che interessano la sua diffusione globale,
quello che possiamo dire è che “infetta in modo diverso. Per il semplice fatto che l’ambiente si frappone“.
L’esperto specifica che i fattori che determinano la virulenza di un agente patogeno sono tre:
la genetica del virus,
la suscettibilità dell’ospite, che può sperimentare conseguenze più gravi e contrarre la malattia più facilmente in caso di immunodepressione,
e l’ambiente.
“Con il freddo la trasmissione è più facile, i germi e gli aerosol derivanti dagli starnuti si diffondono più velocemente.
Ecco perché la situazione sta cambiando in questo periodo e il virus sta circolando meno.
Ricordiamoci sempre che è la dose a determinare il veleno, come sosteneva Paracelso”.
In conclusione, “questi valori in rialzo, pertanto non devono spaventarci, ma spingerci a mantenere il controllo della situazione,
proprio per evitare che sia necessario proclamare nuovamente la quarantena.
Abbiamo bisogno di far ripartire l’economia e le scuole, che rappresentano un valore primario della società
a cui non possiamo rinunciare se ci sono le condizioni di sicurezza adeguate”.