La pelle dell'orso

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Deleted member 43125
  • Data di Inizio Data di Inizio
Tutto si riduce ad una visione consumistica che si riflette ,inevitabilmente,anche nell'arte e nella cultura.Tutto cio' che viene realizzato su supporti non duraturi e' destinato a scomparire in un breve arco temporale.Proprio per questo motivo le opere contemporanee vanno restaurate(quando e' possibile farlo)frequentemente.
 
Tutto si riduce ad una visione consumistica che si riflette ,inevitabilmente,anche nell'arte e nella cultura.Tutto cio' che viene realizzato su supporti non duraturi e' destinato a scomparire in un breve arco temporale.Proprio per questo motivo le opere contemporanee vanno restaurate(quando e' possibile farlo)frequentemente.

Da un lato è vero, infatti è ricorrente il riferimento o alla produzione in serie o alla provvisorietà di ogni cosa. A volte il restauro non basta, chi possiede un'opera al neon ad esempio, deve procurarsi i tubi identici prima che escano di produzione. Nel caso di tubi fatti apposutamente occorre trovare un laboratorio che li sappia ricaricare. Chi possiede un'opera di Burri eseguita con fogli di cellophan non so cosa riuscirù a lasciare ai nipoti, forse un'opera conservata grazie a vernici trasparenti che a loro volta si sgretoleranno.
 
Tutto si riduce ad una visione consumistica che si riflette ,inevitabilmente,anche nell'arte e nella cultura.Tutto cio' che viene realizzato su supporti non duraturi e' destinato a scomparire in un breve arco temporale.Proprio per questo motivo le opere contemporanee vanno restaurate(quando e' possibile farlo)frequentemente.
Da un lato è vero, infatti è ricorrente il riferimento o alla produzione in serie o alla provvisorietà di ogni cosa. A volte il restauro non basta, chi possiede un'opera al neon ad esempio, deve procurarsi i tubi identici prima che escano di produzione. Nel caso di tubi fatti apposutamente occorre trovare un laboratorio che li sappia ricaricare. Chi possiede un'opera di Burri eseguita con fogli di cellophan non so cosa riuscirù a lasciare ai nipoti, forse un'opera conservata grazie a vernici trasparenti che a loro volta si sgretoleranno.
Nella maggior parte dei casi non è affatto detto che sia un guaio
 
Buona giornata a tutti. Passo subito al sodo dopo una sintetica spiegazione che copio da TesiOnline ed incollo tra virgolette.
"Un uomo d’affari e collezionista francese, coinvolse agli inizi del Novecento a Parigi, dodici collezionisti investitori accomunati dai medesimi gusti e uniti in un’associazione denominata La pelle dell’orso.
Secondo gli accordi previsti dall’associazione, i componenti avrebbero versato una quota fissa annuale per un intero decennio, investendo il denaro in opere d’arte contemporanee e successivamente la collezione così raccolta, sarebbe stata venduta in un’asta pubblica. La vendita all’asta della collezione, si tenne a Parigi appunto dieci anni dopo la fondazione dell’associazione, il 2 marzo 1914, presso l’Hotel Drouot. Tra le molte opere di artisti oggi sconosciuti, ci furono anche dieci tele di Matisse, dodici di Picasso e una di Van Gogh. La serata di vendita fu un successo, alcune opere, una delle quali Les Bateleurs di Picasso, furono vendute a cifre addirittura dieci volte maggiori di quelle d’acquisto."

Sono un insegnante di discipline pittoriche in pensione con piccoli risparmi che vorrei investire ed offro qui tutto il mio sapere e la mia esperienza in arte in cambio di un suggerimento.
Cercherò di essere breve. Ho investito acquistando opere pittoriche dal 1970 al 1988 circa. Pochi autori hanno toccato quotazioni inattese, la maggior parte è nota ma le opere sono vendibili a prezzi inferiori a quelli d'acquisto. Sulla base della mia esperienza ho dei consigli ferrei per chi vuole investire in arte che passo ad elencare:
1) un'opera d'arte deve innanzitutto piacere ed emozionare
2) prima di fare qualsiasi acquisto occorre visitare musei d'arte e farsi una cultura osservando le opere dal vero
3) occorre frequentare le case d'aste e gli studi degli artisti viventi, non è necessario acquistare subito, ma è indispensabile capire se abbiamo a che fare con un professionista o un hobbista, quest'ultimo è da evitare.
4) ogni opera non ha solo dei contenuti, ma è anche una sua componente tecnica concreta. Ogni investimento ha in sé la componente "tempo" quindi consiglio di acquistare solo opere capaci di sfidare il tempo che passa e che non necessitano di particolari interventi di restauro, soprattutto privilegiare opere che possono eventualmente essere restaurate con una certa facilità.
5) possibilmente scegliere opere eseguite con colori ad olio su tela o sculture lignee o in pietra. Le opere su carta con altre tecniche hanno una durata molto inferiore e temono umidità e luce. Le opere scultoree in bronzo posso essere riprodotte all'infinito.
6) Prima di acquistare verificare se altre opere dello stesso autore sono state valutate o vendunte da una casa d'aste seria e conosciuta, è noto il giochetto di gallerie ed autori che mettono all'asta proprie opere e le riacquistano attraverso altri solo per attribuire all'opera un valore.
7) Questo punto potrebbe far più discutere dei precedenti, ma a mio avviso esiste arte adatta a musei ed arte adatta anche ad essere appesa in casa. Un'opra concettuale di sole parole a mio avviso emoziona in modo diverso di un'opra impressionista, tanto per fare un esempio. Mai metterei in secondo piano un'opra informale rispetto ad un'opera figurativa in una valutazione culturale. Ma stranamente dei "tagli" di Lucio Fontana se oggi hanno un valore notevole, un'opra di Giorgio Morandi vale molto di più. In più si aggiunge un altro fatto che metterò al punto seguente.
8) le "arti visive" o "arti plastiche" coinvolgono soprattutto un organo recettore : l'occhio. L'occhio è collegato attraverso un brevissimo nervo al cervello ed il cervello è collegato attraverso il nostro sapere al cuore. Senza sapere, senza cultura, le emozioni si riducono a quanto è presente in natura. Quasi tutti sono capaci di emozionarsi davanti ad un bel tramonto, già meno persone sanno emozionarsi davanti al mare, ancora meno davanti ad una montagna, meno ancora davanti ad un albero secolare, pochi davanti ad un sasso dalle forme insolite, pochissimi in un luogo testimone di un evento storico importante. Se un opera d'arte permette di essere vista e fruita in tutte le sue componenti ecco che a mio avviso si presta meglio di un'opera ridotta ai minimi termini. Senza poi considerare altre componenti, come la facilità di trasporto. Sto parlando di investimento, quindi mi rendo conto che gli aspetti culturali sono un po' meno liberi di espandersi, restando meglio ancorati a condizioni che garantiscono maggiore sicurezza.
Pronto ad offrire suggerimenti più mirati, chiedo cortesemente come investire una piccola somma di denaro (10mila euro) in modo che mi garantisca un piccolo guadagno dopo 5 anni, piccolo ma sicuro. Amo la cultura cinese e mi sembra che anche il mercato cinese offra buoni investimenti, ne conoscete qualcuno di sicuro e valido?

Io considero l'elenco dei consiglio ferrei in terribile contrasto con l'idea di investimento in arte.
Il punto 1) già esprime la contraddizione tra il desiderio di investire (e quindi acquistare con l'idea futura di aumentare il capitale investito) e il piacere di spendere senza finalità di ritorno. Bisogna necessariamente fare una scelta di campo e quanto scritto dopo mostra, a mio parere, molta confusione su questa necessità.
Mi pare impossibile che chi ha insegnato discipline pittoriche sia convinto che la distinzione tra hobbista e artista sia realizzabile a priori, disconoscendo il fatto che chi vive della propria arte è innanzi tutto un hobbista e se riesce a mantenere famiglia con essa è semplicemente un fortunato. Per fare un esempio di altra natura ma comprensibile immediatamente Bill Gates e Steve Jobs erano degli hobbisti e tali sarebbero rimasti se il loro hobby non fosse stato valorizzato da persone capaci di distinguere il valore delle cose e delle idee in prospettiva e non nel facile pregiudizio dello status quo.
L'idea poi di comprare solo opere capaci di sfidare il tempo mi ricorda la differenza tra sacerdote ed indovino, nell'antica civiltà degli assiri vi era chi comunicava con gli dei e amministrava la fede in terra, e chi, dall'alto della ziqqurat, osservava le stelle e prediceva gli accadimenti futuri.
Pensare poi che l'elemento discriminante possa essere la facilità di restauro è, a mi occhi, un elemento discriminante che indirizza privilegia non verso l'Arte bensì verso l'artigianato. Tralascio il resto eccetto il riferimento alla connessione tra cervello e cuore che non mi paiono proprio direttamente collegati dalla cultura, al contrario la cultura è proprio la causa di divisione tra l'emozione (il cuore) e razionalità (il cervello) e più aumenta la cultura e più aumenta lo strato e la forza di questa causa.
Spero non venga presa troppo male ma l'idea di venire ad offrire ulteriori suggerimenti (più mirati) come contropartita di altri non ben precisati in mercati diversi mi pare ridicola.
 
Mi permetto di copiare ed incollare per poter più facilmente rispondere mettendo in neretto il testo a cui rispondo.

HollyFabius: "Io considero l'elenco dei consiglio ferrei in terribile contrasto con l'idea di investimento in arte"
Sinopius: Purtroppo ciò che maggiormente ci tiene incollati alle nostre posizioni è la difesa di ciò che abbiamo costruito.

HollyFabius: Il punto 1) già esprime la contraddizione tra il desiderio di investire (e quindi acquistare con l'idea futura di aumentare il capitale investito) e il piacere di spendere senza finalità di ritorno. Bisogna necessariamente fare una scelta di campo e quanto scritto dopo mostra, a mio parere, molta confusione su questa necessità.

Sinopius: Se cercare quanto ci piace tra le offerte che promettono anche un buon investimento lei lo chiama "molta confusione" evidenzia solo di appartebere a quella schiera di assolutisti di cui già ho parlato e che a mio avviso sono destinati a commettere e ricommettere all'infibìnito gli stessi errori.

HollyFabius: Mi pare impossibile che chi ha insegnato discipline pittoriche sia convinto che la distinzione tra hobbista e artista sia realizzabile a priori, disconoscendo il fatto che chi vive della propria arte è innanzi tutto un hobbista e se riesce a mantenere famiglia con essa è semplicemente un fortunato. Per fare un esempio di altra natura ma comprensibile immediatamente Bill Gates e Steve Jobs erano degli hobbisti e tali sarebbero rimasti se il loro hobby non fosse stato valorizzato da persone capaci di distinguere il valore delle cose e delle idee in prospettiva e non nel facile pregiudizio dello status quo.

Sinopius: La ricerca artistica non permette tante divagazioni ed incoerenze. Un artista deve essere coerente con ciò che dice attraverso la sua produzione. Quando ho deciso di accettare la cattedra d'insegnante, ho dovuto rinunciare ad essere coerente con la mia arte e questa ha avuto un suo sviluppo lontano dagli ambiti in cui prima vivevo stando fianco a fianco con chi con me respirava arte notte e giorno. Di fatto, anche se ho tentato di impormi contatti adatti, io sono diventato un hobbista ben consapevole di quale altra vita mi sarebbe stata necessaria per sviscerare il mio sentire derivato dall'esserci dentro e non dall'essere un privilegiato spettatore. Proprio ieri ho assistito ad un'inaugurazione di una mostra i cui quadri erano in vendita a 3.500 euro nel formato 50x50 , prezzo assurdo per opere che non erano opere d'arte pittorica ma bellissime e meticolosissime illustrazioni per libri di fiabe. Per fare ciò si può essere anche degli hobbisti che lavorano in banca.


HollyFabius: L'idea poi di comprare solo opere capaci di sfidare il tempo mi ricorda la differenza tra sacerdote ed indovino, nell'antica civiltà degli assiri vi era chi comunicava con gli dei e amministrava la fede in terra, e chi, dall'alto della ziqqurat, osservava le stelle e prediceva gli accadimenti futuri.

Sinopius: "Sfidare il tempo" come oggetti ! Mai andrei ad investire soldi in un'opere formata da grasso animale che cola da uno sgabello. O in pigmenti colorati depositati in polvere senza nessun collante per vedere l'effetto che fanno depositandosi su tutti gli arredi di casa.

HollyFabius: Pensare poi che l'elemento discriminante possa essere la facilità di restauro è, a mi occhi, un elemento discriminante che indirizza privilegia non verso l'Arte bensì verso l'artigianato.

Sinopius: Qui oroprio non ci siamo per nulla. Questa sua frase parla di pregiudizi suoi e non miei. Sa cosa significa conservare un'opere in cera di Medardo Rosso? Sa trovarmi differenza tra arte e artigiamato nelle sculture popolari medioevali ? Un'icone russa appartiene all'arte o all'artigianato? Gli attuali iconografi cosa sono? Relativamente alla facilità di restauro, occorre sapere che esistono opere impressioniste e macchiaiole eseguite su supporti che implicano tecniche, tempo e notevole abilità per essere semplicemte rintelate e il costo del'operazione a volte si avvicina al valore dell'opera! Io offro consigli a persone con umane disponibilità economiche non ai paperoni.

HollyFabius: Tralascio il resto eccetto

Sinopius: questa è una brutta frase che evidenzia il suo collocarsi in una posizione prevaricatrice con cui vorrebbe affermare che il resto nemmeno è da prendere in considerazione senza nemmeno citare di quale resto si tratti. Io sono qui a dedicarle del mio tempo, nessuno la obbliga a dedicarmi il suo di tempo, ma se decide di farlo cortesemente non cada in frasi fatte di qualunquistica memoria.

HollyFabius: il riferimento alla connessione tra cervello e cuore che non mi paiono proprio direttamente collegati dalla cultura, al contrario la cultura è proprio la causa di divisione tra l'emozione (il cuore) e razionalità (il cervello) e più aumenta la cultura e più aumenta lo strato e la forza di questa causa.
Sinopius: Se la mente non conosce ben poco può arrivare al cuore ! Molte volte dicevo ai miei alunni, solo a quelli asinelli, che avrebbero potuto risparmiare andando in gita in piazza del loro paese perché di fronte ad opere sublimi nemmeno si degnavano di tentare un approccio.
"La sindrome di Stendhal, è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati." Ma come fai a cogliere la bellezza se vedi solo o un pezzo di marmo o al massimo un "monumento" ? Poi ovviamente ci sono quelli che suppongono di essere colti perché "c'hanno il Picasso".

Spero non venga presa troppo male ma l'idea di venire ad offrire ulteriori suggerimenti (più mirati) come contropartita di altri non ben precisati in mercati diversi mi pare ridicola.
Sinopius: Qui mi scapperebbe un atteggiamento alla Littizzetto, ma credo che lei abbia ragione , se i miei interlocutori sono come la maggior parte che fino ad oggi è intervenuta in questa mia discussione è tempo perso. Rinnovo il mio consiglio di leggere "Occhio Critico" di Guido Ballo...tanto per iniziare. La cultura non si può comprare, la si deve conquistare. E l'arte è cultura.
 
E' interessante, oggi, il problema dell'arte che sfida il tempo (dal punto di vista del materiale). Agli inizi, quando dipingevo e facevo mostre, il rispetto per gli ipotetici acquirenti e per il mio lavoro) mi spingeva a studiare l'uso corretto dei pigmenti e delle preparazioni, in modo che le mie opere potessero durare "all'infinito" (vabbè :) ). Per questo motivo non ho mai approfondito il lavoro con gli acquerelli (la carta ingiallisce se esposta, fino a "bruciare", e ho sempre lavorato ad olio (tra l'altro, oggi con l'olio di girasole, proprio quello del supermercato, si può ottenere un buon risultato, il lavoro dura e non si scurisce). I quadri di allora sono a tutt'oggi in perfette condizioni, soprattutto quelli su canapa e juta (il cotone delle tele preparate in commercio è davvero fragile e poco resistente al tempo). Conoscevo anche moltissime prescrizioni sull'uso dei pigmenti, sapevo come il rosso pompeiano si mangiasse i colori sovrapposti, conoscevo discretamente la graduatoria dei tempi di essiccamento e la rispettavo, ecc ecc.

Perciò oggi, quando vedo certe precarie tecniche di realizzazione, sono d'accordo con Sinopius, non comprerò mai quella roba. E, attenzione, mi sembra chiaro che anche la fotografia entri nella categoria dei lavori assai precari. Non solo è su carta, ma anche i suoi pigmenti sono poco stabili (mi fermo qui, non ne so molto).
Poi il destino mi ha coperto di opere di carta, quasi sempre grafica, e dunque, con tali premesse, ho sempre consigliato di tenere le opere in cartella, e così ho personalmente scelto. Perché la grafica nasce come pagina di libro (ben protetta),e se un foglio è creato per esporlo (magari senza cornice, come nelle case dell'antichità si esponevano le immagini popolari, o anche opere importanti allo scopo create), vabbè, è una scelta, ma si distrugge. In certo senso viene a mancare una parte del rispetto e dell'amore che si porta all'opera stessa.

Un tempo le cose erano chiare: esistevano lavori precari, il cui solo senso era di preparare la creazione di opere durature. Schizzi a matita, soprattutto, ma anche colorati in vari modi. Queste opere erano destinate sin dall'inizio alla non conservazione, a differenza di quelle durature, per le quali l'attenzione ad una perfetta esecuzione dal punto di vista materiale era estrema. Solo il dilagare dell'attività pittorica dalla fine dell'800 ha portato a creare anche olii con preparazioni sbagliate, collages che mischiano pigmenti a olio con carta ecc, sculture la cui conservazione è un impegno sproporzionato.
Non è questione di essere "conservatori", antiquati ecc. Uno può esprimersi come vuole e con quello che vuole. Fatto salvo che, se rispetta il proprio lavoro e il borsellino dell'acquirente, deve farsi carico del fatto che l'opera sia resistente, per quanto possibile, al tempo.
 
Rispondo anch'io tra le righe colorando.

Mi permetto di copiare ed incollare per poter più facilmente rispondere mettendo in neretto il testo a cui rispondo.

HollyFabius: "Io considero l'elenco dei consiglio ferrei in terribile contrasto con l'idea di investimento in arte"
Sinopius: Purtroppo ciò che maggiormente ci tiene incollati alle nostre posizioni è la difesa di ciò che abbiamo costruito.
Per quanto riguarda me non ho nulla da difendere e sono piuttosto aperto di idee tanto da metterle sempre in discussione senza grossi problemi.


HollyFabius: Il punto 1) già esprime la contraddizione tra il desiderio di investire (e quindi acquistare con l'idea futura di aumentare il capitale investito) e il piacere di spendere senza finalità di ritorno. Bisogna necessariamente fare una scelta di campo e quanto scritto dopo mostra, a mio parere, molta confusione su questa necessità.

Sinopius: Se cercare quanto ci piace tra le offerte che promettono anche un buon investimento lei lo chiama "molta confusione" evidenzia solo di appartebere a quella schiera di assolutisti di cui già ho parlato e che a mio avviso sono destinati a commettere e ricommettere all'infibìnito gli stessi errori.
Non appartengo a nessuna schiera assolutista, sottolineo semplicemente che scegliere ciò che piace è sacrosanto, guardare al portafoglio lo è altrettanto ma l'atteggiamento ambiguo che li unisce è l'equivalente di amare una persona ma rinunciarvi perché non è di famiglia benestante.

HollyFabius: Mi pare impossibile che chi ha insegnato discipline pittoriche sia convinto che la distinzione tra hobbista e artista sia realizzabile a priori, disconoscendo il fatto che chi vive della propria arte è innanzi tutto un hobbista e se riesce a mantenere famiglia con essa è semplicemente un fortunato. Per fare un esempio di altra natura ma comprensibile immediatamente Bill Gates e Steve Jobs erano degli hobbisti e tali sarebbero rimasti se il loro hobby non fosse stato valorizzato da persone capaci di distinguere il valore delle cose e delle idee in prospettiva e non nel facile pregiudizio dello status quo.

Sinopius: La ricerca artistica non permette tante divagazioni ed incoerenze. Un artista deve essere coerente con ciò che dice attraverso la sua produzione. Quando ho deciso di accettare la cattedra d'insegnante, ho dovuto rinunciare ad essere coerente con la mia arte e questa ha avuto un suo sviluppo lontano dagli ambiti in cui prima vivevo stando fianco a fianco con chi con me respirava arte notte e giorno. Di fatto, anche se ho tentato di impormi contatti adatti, io sono diventato un hobbista ben consapevole di quale altra vita mi sarebbe stata necessaria per sviscerare il mio sentire derivato dall'esserci dentro e non dall'essere un privilegiato spettatore. Proprio ieri ho assistito ad un'inaugurazione di una mostra i cui quadri erano in vendita a 3.500 euro nel formato 50x50 , prezzo assurdo per opere che non erano opere d'arte pittorica ma bellissime e meticolosissime illustrazioni per libri di fiabe. Per fare ciò si può essere anche degli hobbisti che lavorano in banca.
Ammetto di non aver capito nulla di quanto scritto. Lo spirito con cui si dipinge non ha nulla a che vedere con supposte divagazioni ed incoerenze. Van Gogh era un hobbista o un professionista? Gli impressionisti erano hobbisti o professionisti? Il punto è che quando si comincia a valutare che chi si ha davanti sia un professionista non si guarda l'arte o cosa produce ma altro, e intanto il 'potenziale' professionista, eterno hobbista si mette a fare altro e se la sua opera era valida e significativa rimarrà non valorizzata e non degna di essere acquistata. Forse dipende anche dal prezzo dell'opera dell'hobbista, o no?


HollyFabius: L'idea poi di comprare solo opere capaci di sfidare il tempo mi ricorda la differenza tra sacerdote ed indovino, nell'antica civiltà degli assiri vi era chi comunicava con gli dei e amministrava la fede in terra, e chi, dall'alto della ziqqurat, osservava le stelle e prediceva gli accadimenti futuri.

Sinopius: "Sfidare il tempo" come oggetti ! Mai andrei ad investire soldi in un'opere formata da grasso animale che cola da uno sgabello. O in pigmenti colorati depositati in polvere senza nessun collante per vedere l'effetto che fanno depositandosi su tutti gli arredi di casa.
ok ho capito male, quando io sento dire "sfidare il tempo" parlando di Arte intendo altro

HollyFabius: Pensare poi che l'elemento discriminante possa essere la facilità di restauro è, a mi occhi, un elemento discriminante che indirizza privilegia non verso l'Arte bensì verso l'artigianato.

Sinopius: Qui oroprio non ci siamo per nulla. Questa sua frase parla di pregiudizi suoi e non miei. Sa cosa significa conservare un'opere in cera di Medardo Rosso? Sa trovarmi differenza tra arte e artigiamato nelle sculture popolari medioevali ? Un'icone russa appartiene all'arte o all'artigianato? Gli attuali iconografi cosa sono? Relativamente alla facilità di restauro, occorre sapere che esistono opere impressioniste e macchiaiole eseguite su supporti che implicano tecniche, tempo e notevole abilità per essere semplicemte rintelate e il costo del'operazione a volte si avvicina al valore dell'opera! Io offro consigli a persone con umane disponibilità economiche non ai paperoni.
Quello che intendevo è che l'Arte (con la A maiuscola) è un continuo tentativo di superamento delle posizioni note, del già realizzato perché per ampliare l'orizzonte della Storia dell'Arte è importante la componente di originalità. Quando si guarda eccessivamente all'aspetto tecnico e si ricalcano strade già battute si corre il serio rischio di tralasciare ciò che invece può essere l'elemento valorizzante. Peraltro abbiamo parlato diverse volte della differenza tra Arte e Artigianato, ed è chiaro che storicamente la distinzione non esisteva. Ma oggi cercare oggetti facilmente restaurabili che abbiano un valore artistico, in grado di "sfidare il tempo" (nella mia accezione) è così limitante da diventare facilmente criticabile.

HollyFabius: Tralascio il resto eccetto

Sinopius: questa è una brutta frase che evidenzia il suo collocarsi in una posizione prevaricatrice con cui vorrebbe affermare che il resto nemmeno è da prendere in considerazione senza nemmeno citare di quale resto si tratti. Io sono qui a dedicarle del mio tempo, nessuno la obbliga a dedicarmi il suo di tempo, ma se decide di farlo cortesemente non cada in frasi fatte di qualunquistica memoria.
Non mi sono evidentemente spiegato bene: "tralascio il resto" semplicemente perché non ho nulla da dire.

HollyFabius: il riferimento alla connessione tra cervello e cuore che non mi paiono proprio direttamente collegati dalla cultura, al contrario la cultura è proprio la causa di divisione tra l'emozione (il cuore) e razionalità (il cervello) e più aumenta la cultura e più aumenta lo strato e la forza di questa causa.
Sinopius: Se la mente non conosce ben poco può arrivare al cuore ! Molte volte dicevo ai miei alunni, solo a quelli asinelli, che avrebbero potuto risparmiare andando in gita in piazza del loro paese perché di fronte ad opere sublimi nemmeno si degnavano di tentare un approccio.
"La sindrome di Stendhal, è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati." Ma come fai a cogliere la bellezza se vedi solo o un pezzo di marmo o al massimo un "monumento" ? Poi ovviamente ci sono quelli che suppongono di essere colti perché "c'hanno il Picasso".
Anche qui non mi sono spiegato bene. La conoscenza il genere è un ostacolo all'immediatezza, se conosco l'alfabeto non riesco ad impedire al mio cervello di 'leggere' il segno che rappresenta le lettere. Quando si conosce si filtra ciò che si vede attraverso una lente (che è la lente della nostra mente) e che ci rende meno liberi di provare emozioni da ciò che osserviamo. Non sto sostenendo che la cultura sia negativa ma solo che la cultura pone necessariamente delle barriere alla interpretazione emozionale. L'aumento della cultura non aumenta le emozioni, bensì le sterilizza. Questo è un discorso che si può ampliare ma poco ha a che vedere con un bigino per il collezionista.

Spero non venga presa troppo male ma l'idea di venire ad offrire ulteriori suggerimenti (più mirati) come contropartita di altri non ben precisati in mercati diversi mi pare ridicola.
Sinopius: Qui mi scapperebbe un atteggiamento alla Littizzetto, ma credo che lei abbia ragione , se i miei interlocutori sono come la maggior parte che fino ad oggi è intervenuta in questa mia discussione è tempo perso. Rinnovo il mio consiglio di leggere "Occhio Critico" di Guido Ballo...tanto per iniziare. La cultura non si può comprare, la si deve conquistare. E l'arte è cultura.
Non amo giudicare superficialmente ma chissà, ponendosi così, forse, il tempo perso è di tutti.

 
Quanto al problema cuore/cervello, sarebbe bello proporre qui la spiegazione della scienza occulta antroposofica, ma è un problema farsi capire. Magari posso dire che i nostri organi sono in evoluzione, non vanno visti solo come risultato, altrimenti l'evoluzione stessa della speciue non avrebbe senso alcuno, tanto valeva essere insetti o brontosauri (nei forum qualche volta lo siamo :DD: ). E che lo sviluppo di certi organi va ad accompagnare lo sviluppo di certe qualità ad essi legate. Tenendo presente la distinzione tra muscolatura liscia (involontaria) e muscolatura striata (volontaria) la medicina non si spiega perché la muscolatura del cuore sia striata, visto che appare muoversi involontariamente. Ebbene, questo è segnale esteriore di quanto il cuore è destinato a diventare, più precisamente il cuore è destinato a pensare, si penserà con il cuore. Ma non senza cervello: semplicemente :reading: la corrente diciamo arida e fredda del cervello andrà a unirsi a quella "calda" del cuore, e il pensare non sarà più attività riflessa e morta (e non realmente dominata: il 99 per cento di quanto pensiamo si collega a sollecitazioni esteriori, non ha origine autonoma), ma momento autonomo e creativo, vivente.
Capito o non capito, meglio mi fermi qua :barella:


PS: va anche detto che il cuore non è affatto una pompa come si dice, visto che il movimento del sangue sorge da altra fonte. Però qui drammatico OT, mi rifermo à jamais.
 
Anche il tema hobbista/professionista presenta delle criticità.:clava:
Agli estremi è facile distinguere. Il geometra che la domenica va a pittare un paesaggino in stile Mulino Bianco e senza alcuna qualità è un hobbista. Il genio che cambia la storia dell'arte un serio professionista.
Ma ... ne siamo sicuri?
Oggi la distinzione è piuttosto richiesta dal mercato, e quindi a posteriori. Proprio perché chi ci mette dei soldi (e chi ci guadagna) esprime il desiderio di non "buttarli via", in pratica di fare un investimento :rolleyes: E se c'è un mercato allora sarà investimento. E perché ci sia un mercato oggi serve una tal produzione, tot esposizioni, tot articoli di giornale ecc. ecc. Questi, però, con la qualità artistica non hanno nulla a che fare. Sono aspetti dell'economia, come anche il fatto che il pittore viva di arte o no.
Sennò, dài, dovremmo considerare artisti tutti quelli che hanno avuto un mercato. Ma Cantatore, Guerricchio, Migneco, Brindisi ecc ecc, cioè quelli che erano in voga e si vendevano e ora non più, dovrebbero allora essere chiamati artisti, mentre sono degli artigiani, talora cattivi artigiani. Eppure vissero di arte.


Pertanto la distinzione hobbista/professionista vale solo ai fini di un mercato posteriore. Posseggo qualche robaccia di nomi noti e viceversa qualche chicca di anonimi o quasi. Puoi dirmi che i secondi non sono un investimento, ma sui primi ci si perde molto di più. :fiu:

Amico che leggi, tu di consigli di investimento non ne hai bisogno. Sai benissimo cosa fare. Sbagli, naturalmente, ma questo è un particolare irrilevante :banana:

 
Ok. Grazie dei chiarimenti che mi fanno veramente piacere e mi fanno sentire tra persone disponibili ad un confronto costruttivo. Resto dell'idea che è la conoscenza ad offrirci il modo migliore per assimilare e metabolizzare i segnali raccolti dai nostri organi recettori. Ci sono molti modi per uscire dalla "visione retinica" e il modo che, non solo prefrisco, ma che mi sembra più giusto consigliare, non è di certo quello di duchampiana memoria, dopo gli altri filtri storici artistici che si sono susseguiti mi sembra oggi più sano includere tutto il nostro corpo e non a caso la geniale Abramovic ci sta offrendo da molto tempo il come fare che incautamente il suo ex compagno Ulay le ha suggerito. Ma, tanto per rendere più completo questo "bigino", personalmente sono un po' stanco delle trovate di "artisti" che vogliono provocare e stupire riscaldando la solita minestra. Ora il mio desiderio punta a soddisfazioni migliori. Quindi, tirando in ballo i nostri sensi e tutto il resto: desidero arte colta per il cervello, arte emozionante per il cuore, arte splendida per gli occhi, arte eterna per la mia consapevolezza di provvisorietà, arte che contenga una traccia indelebile del nostro cammino che c'è stato e che c'è , come fosse un fossile che parla del nostro passato con la potenza del presente sfidando il futuro. Credo che sia ora di scegliere l'arte che parla non più degli uomini bruciati dalle radiazioni, consumati dalla malattia, confusi dalla droga, umiliati dai vizi di ogni genere, o perennemente intenti a sezionare un linguaggio senza dire più nulla di nuovo. Le arti visive hanno una propria grammtica ed una propria sintassi, che siano usate in modo professionale per portarci in dimensioni del sapere altrimenti difficili da capire. Girando per le case di persone di varia estrazione sociale e in vari punti del mondo, spesso mi chiedo se ho con me il sacchetto di carta dove vomitare. La più offensiva volgarità oggi è ostentata come arte. I più inverosimili spettacili da baraccone sono oggi presenti in gallerie che, inevitabilmente, si rivolgono ad un mercato che è solo superficialità e denaro. Un famoso designer di mia conoscenza che prima progettava arredi razionali e sensati, oggi produce arredi che sembrano progettati per un film di favole per bambini che credono ai castelli incantati. Alle pareti di queste oscenità ho visto opere pittoriche in netto contrasto e lì solo per il loro valore d'acquisto. Il mio accompagnatore non mi descriveva l'opera, ma il costo e com'era riuscito ad averla. Occorre riordinare un po' le cose e saper aspettare che il grande vuoto culturale che ora è molto ben visibile sia colmato.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto