Ok. Grazie dei chiarimenti che mi fanno veramente piacere e mi fanno sentire tra persone disponibili ad un confronto costruttivo. Resto dell'idea che è la conoscenza ad offrirci il modo migliore per assimilare e metabolizzare i segnali raccolti dai nostri organi recettori. Ci sono molti modi per uscire dalla "visione retinica" e il modo che, non solo prefrisco, ma che mi sembra più giusto consigliare, non è di certo quello di duchampiana memoria, dopo gli altri filtri storici artistici che si sono susseguiti mi sembra oggi più sano includere tutto il nostro corpo e non a caso la geniale Abramovic ci sta offrendo da molto tempo il come fare che incautamente il suo ex compagno Ulay le ha suggerito. Ma, tanto per rendere più completo questo "bigino", personalmente sono un po' stanco delle trovate di "artisti" che vogliono provocare e stupire riscaldando la solita minestra. Ora il mio desiderio punta a soddisfazioni migliori. Quindi, tirando in ballo i nostri sensi e tutto il resto: desidero arte colta per il cervello, arte emozionante per il cuore, arte splendida per gli occhi, arte eterna per la mia consapevolezza di provvisorietà, arte che contenga una traccia indelebile del nostro cammino che c'è stato e che c'è , come fosse un fossile che parla del nostro passato con la potenza del presente sfidando il futuro. Credo che sia ora di scegliere l'arte che parla non più degli uomini bruciati dalle radiazioni, consumati dalla malattia, confusi dalla droga, umiliati dai vizi di ogni genere, o perennemente intenti a sezionare un linguaggio senza dire più nulla di nuovo. Le arti visive hanno una propria grammtica ed una propria sintassi, che siano usate in modo professionale per portarci in dimensioni del sapere altrimenti difficili da capire. Girando per le case di persone di varia estrazione sociale e in vari punti del mondo, spesso mi chiedo se ho con me il sacchetto di carta dove vomitare. La più offensiva volgarità oggi è ostentata come arte. I più inverosimili spettacili da baraccone sono oggi presenti in gallerie che, inevitabilmente, si rivolgono ad un mercato che è solo superficialità e denaro. Un famoso designer di mia conoscenza che prima progettava arredi razionali e sensati, oggi produce arredi che sembrano progettati per un film di favole per bambini che credono ai castelli incantati. Alle pareti di queste oscenità ho visto opere pittoriche in netto contrasto e lì solo per il loro valore d'acquisto. Il mio accompagnatore non mi descriveva l'opera, ma il costo e com'era riuscito ad averla. Occorre riordinare un po' le cose e saper aspettare che il grande vuoto culturale che ora è molto ben visibile sia colmato.
I Rolling Stones faranno l'anno prossimo una tourneè negli USA.E che piffero c'entrerebbe con quanto detto sopra ?A distanza di 50 anni Paint it black piace ancora.Non solo ai vecchi(in parte già dipartiti)ma anche ai giovani.La musica è arte. A distanza di 50 anni Picasso piace ancora, Sironi i giovani manco sanno chi sia.Ci sarà un perchè.Tutta colpa della mancanza di cultura artistica o, piuttosto, del poco interesse che può suscitare un'opera di Sironi(piuttosto che del contemporaneo Pistoletto)?L'arte non puo' solo essere un divertissement per colti ,un circolo elitario di mercanti/collezionisti o un club dove si discetta di ciò che l'artista intenderebbe esprimere. Deve , soprattutto, essere popolare ovvero sia toccare le corde emozionali di coloro che di arte né vivono né masticano. Per assurgere all'eternità o a qualcosa di molto simile.Ci sono oggi artisti di cui ci si ricorderà a distanza di almeno 50 anni? Ci saranno? Questo dipende solo dagli artisti , dalla loro capacità o meno,di far breccia nel cuore e nel cervello della gente.Certamente non da Sotheby's o da Christie's.
Vedi una cinquantina di anni fa la pensavo + o - come te.
Cosa ho fatto? Riunioni, discussioni, teorie, blog, proclami, ecc.? No.
Mi sono rimboccato le maniche e sono andato a lavorare con coloro che sono considerati gli ultimi (disabili mentali) e fra costoro ho scoperto persone di grande umanità ed anche bravi artisti. Ho utilizzato l'arte per l'integrazione sociale e, non contento di ciò,allo scopo di colmare il gap fra l'arte contemporanea e la maggior parte della gente ho inventato l'Arte Partecipata che nel mio caso voleva dire far fare alla gente l'arte contemporanea aiutandoli così a comprenderla, ad apprezzarla e ad amarla.
Vedi gli artisti sono persone come tutte le altre, aspettarsi qualcosa da loro che tu stesso non sai o non vuoi fare è un pretesto oltre che una perdita di tempo.
Chiedo scusa per lo spot ma di gente che pretende che tutti gli altri cambino o facciano senza affrontare i problemi alla radice è pieno il mondo. E la radice è cominciare a fare e a cambiare se stessi.
E' vero che non c'è un sostituto di Picasso. Anch'io trovo che c'è tanta roba insignificante in giro (quasi tutta). Prendo atto e continuo a dirlo, nonostante ci sia, negli ambienti "in", chi vorrebbe strozzarmi per questo. Ma so anche che lamentarsi è inutile, perché la sola cosa che io piccolo uomo posso fare è prenderne atto. Giustino dice che posso anche agire, però non tutti sono artisti, oppure, se lo sono, non fanno la scelta di lottare, magari anche perché ci sono i momenti in cui bisogna aspettare che passi la buriana. C'è molto altro da fare, e i tempi non stanno ad ascoltare gli uomini. Quei pochi che cambiano il corso degli eventi, beh, magari sono proprio figli del tempo, e il cerchio si chiude.Come ben saprai a molti di coloro che lavorano a contatto dei disabili non frega nulla degli stessi,a molti di coloro che fanno I medici non frega nulla dei pazienti,a molti di coloro che lavorano non frega nulla del lavoro.E a molti non frega nulla di cambiare.Sei tu che devi cambiare per adattarti .Sei tu che devi fare il tuo,senza guardare a cio' che fanno o non fanno gli altri.
Verissimo : gli artisti sono persone normali ed e' sbagliato crearsi delle false aspettative .Ma non e' questo il punto .
Facendo un paragone calcistico una volta c'era Pele' oggi c'e' CR7.Una volta c'era Picasso ,adesso chi c'e'?
Forse l'unico e' Bansky a colpire l'immaginario collettivo.Ma più per come lo fa che per quello che fa.
E' vero che non c'è un sostituto di Picasso. Anch'io trovo che c'è tanta roba insignificante in giro (quasi tutta). Prendo atto e continuo a dirlo, nonostante ci sia, negli ambienti "in", chi vorrebbe strozzarmi per questo. Ma so anche che lamentarsi è inutile, perché la sola cosa che io piccolo uomo posso fare è prenderne atto. Giustino dice che posso anche agire, però non tutti sono artisti, oppure, se lo sono, non fanno la scelta di lottare, magari anche perché ci sono i momenti in cui bisogna aspettare che passi la buriana. C'è molto altro da fare, e i tempi non stanno ad ascoltare gli uomini. Quei pochi che cambiano il corso degli eventi, beh, magari sono proprio figli del tempo, e il cerchio si chiude.
Non dico quindi di essere inerti. Vigili sì, è la prima cosa, e già costa. Tolleranti pure, ma non nel senso di accettare ogni porcata sul piano spirituale o artistico, ma, per esempio, sapendo fare un passo indietro. In terzo luogo, si tratta di capire il proprio ruolo nel mondo.
Hai detto niente.