Cris70
... a prescindere
Veramente Bansky l'ho scritto io.Chiedo venia.
Ti avevo concesso l'attenuante di averlo scritto dopo
Veramente Bansky l'ho scritto io.Chiedo venia.
Ti avevo concesso l'attenuante di averlo scritto dopo
Beh, a questo proposito, lasciami precisare qualcosa. L'antroposofo (eh sì ) ritiene che se si pensa correttamente, se si attiva una vera ricerca, non si giunge ad opinioni, ma si scoprono delle realtà, un po' come quando si fanno calcoli matematici. Non è che adesso voglio spiegare la cosa sino in fondo, sarebbe impossibile in un post, ma illustrare la situazione sì. Quindi, personalmente non cerco di "avere opinioni", ma di "ascoltare" i dati, i fatti ecc, con calma e senza preconcetti. Attivando una conoscenza di tipo immaginativo, artistica, sensibile, dillo come vuoi, ma non soggettiva, ed è questo il punto. Da fuori può apparire presunzione, ma è solo il tentativo di aprirsi ad una vera conoscenza. Si usano le proprie sensazioni non come verità, né come momento di soggettività, bensì come strumento, che va tenuto, attenzione, "pulito". in modo che resti il più possibile oggettivo La sicurezza con cui si afferma qualcosa evitando volontariamente di dire "io penso che" "è mia opinione che" non è alterigia, è solo il risultato di tutto questo lungo lavoro. Non è nemmeno la sicurezza di avere la verità assoluta, è solo la coscienza di aver fatto tutto il possibile in quel senso, ben sapendo di poter sempre migliorare.Condivido ogni singola parola che hai scritto.
Patisco quando leggo verita assolute.
Il dubbio è quello che ci tiene vivi
A proposito di Fontana: nella mia piccola collezione ho due disegni suoi, regolarmente pubblicati sull'ultimo suo catalogo, che vorrei vendere al giusto prezzo. Stanno qui progressivamente, per me, emergendo non solo le personalità, ma una sorta di gerarchia che purtroppo non rientra nella condizioni per me tollerabili perché causa una resistenza che allunga spesso inutilmente i tempi necessari ad un limpido confronto costruttivo. Il sapere del contadibìno, anche se deriva da una persona semianalfabeta, ha lo stesso peso di una qualsiasi altra cultura. Paradossalmente, nel Liceo che mi ha reso interessante la vita per quasi 40 anni, contro il mio acceso oppormi si tendeva a dividere le materie culturali dalle materie artistiche come se l'arte non fosse cultura. Raffaele De Grada mi raccontava, a bassa voce, che in una blasonata univrsità in cui si era trovato ad insegnare arte, un bel giorno i suoi colleghi di "materie culturali" ai quali aveva chiesto perché venisse poco considerato, gli risposero che era tutta colpa della sua materia. Gli dissero che l'estetica di cui lui era maestro, lo collocava inesorabilmente, secondo loro, poco distante dall'importanza di un'estetista o di una parrucchiera. Sono qui in "Investireoggi" a parlare di arte perché ritengo di conoscere l'arte nella sua evoluzione ed involuzione storica, conosco i meccanismi commerciali usati negli ultimi 50 anni da chi ci specula con invidiabile abilità, ma non conosco nulla degli altri tipi di investimento, forse fatta eccezione di quello immobiliare per insegnamento paterno. Per una questione di inguaribile, purtroppo, allergia verso le banche, i miei rapporti con i vari esperti che di volta in volta ho potuto conoscere non sono mai stati molto amichevoli e con difficoltà accedo alla pagina che mostra il grafico dei miei piccoli investimenti, resto a quardare le varie lineee serpeggianti ingabbiate in reticolati numerati e sprofondo in una tristezza da cui con difficoltà riemergo. Sono certissimo, tornando all'arte vista con gli occhi, il cuore, la pancia e la testa della mia esperienza di persona anziana, che presto o tardi prevarrà la volontà umana di gestire in modo razionale la necessità di creare risposte alla grande domanda che non può avere risposte. Ed allora i tentativi artistici privi di peso storico o/e che nulla hanno saputo aggiungere al nostro sapere avranno tutta un'altra valutazione. Esistono oggi bravi artisti che conoscono grammatica, sintassi, storia, anatomia e chimica dell'arte e che sono a mio parere da scoprire e valorizzare. Occorre fatica, coraggio e fiuto per trovarli, soprattutto occorre una grande esperienza e cultura artistica. Farsi trascinare dai grandi e capaci speculatori è troppo rischioso perché cavalcano l'immensa ignoranza e volgarità che caratterizza i nuovi ricchi. Ignoranza e volgarità dalle quali, grazie alla loro viva intraprendenza e accesa curiosità, ben presto sapranno uscirne con occhi nuovi ed allora, con lo smettere di acquistare capi d'abbigliamento che attualmente sembrano disegnati per Mago Zurlì, sapranno, lo spero facendo gesti propiziatori, fare nuove scelte anche nel campo artistico.