Macroeconomia la situazione (2 lettori)

inth€m

zunino 6 grande!
gipa69 ha scritto:
Come già sottolineato più volte sono attualmente fuori

ho risolto..ma li tengo ciao gipa..
grazie
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gipa69

collegio dei patafisici
Ciao pabletto e grazie a te..... dal link postato riporterò qualche grafico di lungo per il thread della didattica.... :)
 

gipa69

collegio dei patafisici
La possibile rottura al rialzo della SPX è avvenuta anche se non in maniera esplosiva come la contrazione dei movimenti precedenti avrebbe potuto mostrare. Sinceramente pensavo che simili valori non li avremmo raggiunti durante questo movimento ma l'inversione del dollaro ha immediatamente infiammato tutto il complesso reflazionistico dei trade correlati ed è per questo che improvvisamente sono ritornati a salire ed in alcuni casi a realizzare nuovi massimi alcune commodity (Rame e petrolio)
le azioni, i bond ed il complesso delle azioni legati ai materiali di base ed alle commodity.
Questo movimento assomiglia parecchio alla fase di rialzo che ha caratterizzato questi trade dai minimi di gennaio a marzo per cui in termini di durata ci potrebbe essere ancora una fase di rialzo.
Essendo però un movimento già sviluppatosi e che ha già creato una fase correttiva importante bisogna stare attenti che le rotture verificatesi attualmente non siano false rotture che vengono riversate in breve tempo.
L'andamento economico segnala ancora una fase riflessiva sebbene alcuni indicatori abbiano rimbalzato in maniera decisa anche per motivi contingenti dando l'impressione di una fine del ciclo del rallentamento complessivo
I dati relativi all'import ed all'export dai paesi cosidetti "caldi" (Asia in particolare e paesi emergenti in generale) non sembrano ancora in riacceleramento.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Qualche tempo fa nel thread della didattica scrivevo:

Un top di un rialzo ciclico non è una cosa che si risolve in qualche seduta ma è una faccenda che si sviluppa in diversi mesi con una iniziale lenta erosione della partecipazione prima, una lenta erosione dei valori poi e solo in una seconda fase si sviluppa la cosidetta accelerazione del trend.

Se il movimento attuale verrà confermato nelle prossime sedute vorrà dire che saremmo nella fase due, in caso contrario me ne resterò fuori.
Come dicevo ieri in altro thread il movimento correttivo US ha sorpreso per una mancanza reale di cause e al momento c'è meno convinzione che rispetto a marzo del fatto che sia una correzione significativa ma in realtà la partecipazione volumetrica di queste due sedute è stata significativa.
In realtà rispetto a quanto detto nel primo paragrafo occorre considerare che la partecipazione del mercato è stata abbastanza rilevante anche nelle fasi successive alle correzioni del 2005 come si può notare dal value line arithmetic index.
Nel nostro caso la partecipazione che è mancata si può osservare maggiormente a livello di mercati mondiali.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Dal punto di vista tecnico gli indici US più forti ( ad esempio nasdaq) sono arrivati su un livello dove è possibile lo svilupparsi di un rimbalzo di breve ma le condizioni di medio si sono deteriorate abbastanza per poter condurre ad un ribasso sicuramente più corposo in termini di punti.
Guardando sopra il putcall ratio volume, guardando numerosi indicatori di sentiment ed anche la chiusura di molti long da parte dei commercial sulle scadenze della corsa settimana (vedi COT) sembrerebbe arrivato lo swing ribassista per deteriorare in maniera significativa il sentiment di mercato. Probabilmente l'entità della correzione sarà direttamente proporzionale alla velocità con cui i partecipanti assumeranno considerazioni negative sul mercato. La maggior parte dei volumi si sono sviluppati sui minimi del mercato segno che su quei livelli si è sviluppata una certa resistenza ma che la spinta era abbastanza forte per cui la loro perforazione in un secondo retest è alquanto probabile.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Il punto della situazione

Facciamo il punto della situazione riassumendo gli avvenimenti dall'inizio dell'anno e delineando alcuni possibili trend per il futuro.
All'inizio dell'anno la crescita delle ansie inflazionistiche unita alla spinta al rialzo dei tassi da parte di diverse banche centrali in particolare anglofone e il conseguente rallentamento della liquidità globale (tematica affrontata in più post) ha cominciato ad influenzare i mercati globali.

In particolare il primo effetto manifesto è stata la distruzioni delle correlazioni che avevano caratterizzato il bull market azionario 2003/2004 quali dollaro giù e tutto il resto su oppure prezzo dei bond su e titoli legati alle commodity su.

Il secondo effetto è stata una correzione dei mercati globali che ha avuto il suo culmine ad Aprile.

Da quel momento il mercato ha sviluppato un recupero che ha avuto due fasi distinte:
la prima è stata guidata dai settori maggiormente penalizzati nella fase precedente quali ad esempio i tech ed i farmaceutici non convincendo i mercati della bontà del recupero in quanto molto simile ad un bear market rally dove i titoli maggiormente penalizzati sovraperformano il mercato
la seconda invece è stata caratterizzata da considerazioni macro su una fase di flessione economica non troppo pesante, sulla fine del movimento al rialzo dei tassi e comunque su considerazioni sulle curve dei tassi che hanno appiattito la loro conformazione ed hanno creato (aiutati da una pesante speculazione) l'ormai famoso conudrum Greenspaniano.

Condizioni di liquidità meno negative hanno permesso il recupero di tutti i trade reflazionistici, un recupero delle commodity industriali (anche se il movimento è stato essenzialmente sostenuto dal rame e dal nichel), dalle valute legate a questi trend (dollaro australiano ma non rand) e dai titoli commodity oriented (ma anche in questo caso con diverse assenze)

Queste divergenze tra settori, unite alle divergenze manifestate da diversi mercati azionari rispetto al movimento collettivo (o quasi) precedente unite a considerazioni macro non ampiamente positive pongono comunque dei dubbi sul proseguio di queste forze.

In particolare l'economia Cinese è in rallentamento in quanto l'import export da e per quel paese è in calo, la richiesta di materie prime pure ed il costo di trasporto delle materie prime si è significativamente contratto negli ultimi due mesi mentre le aziende Cinesi sono sottoposte ad una doppia pressione sui margini dall'aumento del costo della manodopera e delle materie prime non esportabili sui consumatori finali.
Il rallentamento della Cina non può non avere un impatto sulle commodity e su tutti i trend reflazionistici portando a buone correzioni le commodity industriali e sui paesi emergenti.

D'altra parte mentre la Cina rallenta l'Europa arranca e per nuove pressioni inflazionistiche che impediscono o almeno rallentano possibili ribassi dei tassi e per lo sbandamento politico e sociale che questi ultimi mesi hanno fatto emergere senza che la svalutazione competitiva della valuta riesca a risolvere i problemi economici dei paesi membri in quanto maggiormente legati alla mancanza di consumi interni.

Al di là del Giappone in una situazione economica particolare, dove ai trend economici esterni in rallentamento si innestano trend domestici positivi ma che da soli non riuscirebbero a portare il Giappone fuori dalla deflazione restano gli US ed i suoi consumatori indebitati a sostenere l'economia globale

Ma per poterlo fare occorrerà un nuovo ciclo di tassi al ribasso ed una nuova emissione di liquidità globale che però sembra che la FED voglia far partire solo dopo aver contratto la speculazione su diversi asset ed è per questo è l'unica banca centrale col ciclo dei tassi ancora al rialzo.

Questo movimento (al rialzo sui tassi) dovrebbe avvantaggiare, insieme al rallentamento globale la valuta americana e gli asset USA.
Al contrario le commodity industriali dovrebbero stornare sotto il peso del rallentamento globale (Anche sul Rame, uno dei metalli ancora in uptrend vi sono divergenze palesi...).
Discorso più complesso sull'oro.
In teoria anche l'oro al venir meno delle convinzioni inflazionistiche dovrebbe stornare ma il venir meno della valuta alternativa al dollaro (euro), i dubbi sulla stessa valuta di riserva e la mancanza di alternative credibili potrebbero ridurre le pressioni cicliche e stagionali al ribasso e consentire all'oro durante il prossimo ciclo reflazionistico di esserne un protagonista.
 

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