Ciao Gipa sempre più spesso in rete sento parlare di rischio di crak sistemico della finanzia mondiale, sembra che una delle cause sia l'esplosione di derivati nell'ultimo decennio. Ti posto un articolo di Blondet ma è l'ultimo di una lunga serie. Secondo te esiste davvero questo rischio.
Ciao Mauro.
STATI UNITI - Euforia ufficiale: l'economia USA non ha subito conseguenze dall'uragano Katrina, anzi va a gonfie vele.
Davvero? Vediamo.
Da qualche giorno, la famiglia media americana ha 700 dollari in meno da spendere per i suoi consumi.
Questo perché la benzina per l'auto (le auto) costerà ad essa 175 dollari in più, il riscaldamento 150 dollari in più, e fin qui la causa è il rincaro del greggio.
Ma il resto delle spese aggiuntive e incomprimibili (ben 375 dollari al mese) riguarda il rincaro degli interessi passivi che l'americano medio paga sulla sua carta di credito, insomma sui suoi (enormi) debiti.
Perché è importante sapere quanto ha in tasca il consumatore americano?
Perché l'intera economia mondiale si fonda sui suoi consumi, ed è calibrata su di lui: quante carabattole cinesi, auto giapponesi o BMW, computer di Taiwan potrà ancora comprare.
Compra a credito naturalmente (indebitandosi sulle sue numerose carte di credito), e il mondo intero gli fa credito perché continui a comprare.
L'americano compra e compra anche per un motivo: la casa in cui abita, di sua proprietà, s'è rivalutata, e lui si sente ricco.
Spesso accende un mutuo sulla sua casa rivalutata per acquistare sempre di più. Quanto durerà?
L'origine di questa situazione risale alla recessione giapponese degli anni '90: allora, dopo l'esplosione della bolla speculative di azioni e immobili, il Giappone rispose alla recessione inaugurando una politica di bassi tassi interesse.
Tassi zero: ossia il denaro offerto in prestito a costo zero, nella speranza di stimolare investimenti e consumi.
Ma il Giappone lo ha fatto non per qualche mese, bensì per un decennio.
Così, ha innescato una generale politica mondiale di bassi, bassissimi tassi d'interesse, come ciascuno può constatare quando vede quanto gli paga, per i suoi depositi, la sua banca, o quanto rendono di interessi i BOT.
Quasi nulla.
O addirittura nulla in termini reali: i tassi del 3% contro un'inflazione del 4%.
Questa politica di interessi zero ha reso conveniente accendere mutui (prendere denaro a prestito per comprare la casa).
Così, in USA (e anche nel resto del mondo) c'è stato un rialzo dei prezzi delle case, come ognuno può constatare.
Solo che in USA il rincaro è stato gigantesco; continua, ma dà segni di rallentamento. Il che significa che l'americano sta cominciando a comprare meno case.
E presto dovrà comprare meno di tutto, perché l'accumulo dei suoi debiti tende a superare di troppo i suoi guadagni.
Ma se il consumatore americano rallenta i consumi, è il disastro.
Egli è il massimo cliente della Cina e delle sue carabattole: se rallenta, la Cina entra in recessione.
Ora, è la Cina (e i grandi esportatori asiatici) a prestare all'America i soldi per continuare a consumare oltre ogni limite umano.
Come?
La Cina guadagna dollari con le sue esportazioni, e invece di liberarsene, se li tiene. Più precisamente, coi dollari compra Buoni del Tesoro USA in dollari: il che equivale a fare un prestito all'America.
E a sostenere il valore del dollaro.
Ma se il consumatore americano compra meno merci cinesi, la Cina ha meno incentivo a sostenere il dollaro.
La Cina può comprendere che il consumatore USA è fuori causa per almeno un decennio, e allora può rivolgersi a consumatori asiatici (che sono pieni di dollari) o ai suoi consumatori interni (e dovrebbe averlo già fatto, mettendo in tasca loro più potere d'acquisto, aumentando i loro salari).
E allora avremmo una vera crisi valutaria del dollaro, la moneta di riserva USA.
Tutto questo può avvenire, diciamo, nel 2006, quando la bolla speculativa immobiliare Usa probabilmente si sgonfierà.
Ma siccome la Cina non triplicherà le paghe dei suoi lavoratori (come dovrebbe), magari continuerà a sostenere il dollaro comprando BOT americani.
Per cui questo è solo uno degli scenari possibili.
Ma la crisi può venire da altre parti.
Dall'oscuro e folle mercato dei «derivati», vera e propria scatola nera del sistema finanziario globale.
Una scatola nera, in cui non si vede che cosa accade: salvo che chi ci opera si assume rischi cento o mille volte superiori alla sua capacità di farvi fronte col proprio capitale.
Un «incidente» nei derivati indurrebbe la Federal Reserve a iniettare nel sistema (per tenerlo a galla), trilioni di dollari, migliaia di miliardi, provocando la crisi valutaria.
E lo strano e rapido rialzo dell'oro, non spiegabile con qualche notizia economica, testimonia che da qualche parte, nel sistema, c'è una crisi nascosta…forse proprio nei derivati.
Una crisi nascosta, che ingrossa fuori della nostra vista, significa che quando si manifesterà sarà troppo tardi.
Perciò al risparmiatore si consiglia: proteggiti.
Non cercare grossi frutti, guadagni del capitale.
Non è per te.
Mantieni in casa denaro liquido, e magari oro in piccoli pezzi.
Ricordarsi dell'Argentina: banche chiuse, e il permesso di prelevare dai propri conti correnti, dai propri risparmi, 300 euro al mese.
Si salvò solo chi teneva 15 mila dollari in cassetta di sicurezza, o in casa.
Avere un po' di euro, yen e collanine d'oro sotto il materasso sarà un modo per sbarcare il lunario.