gipa69
collegio dei patafisici
Sinceramente è difficile fare valutazioni di lungo periodo sugli aggregati monetari in quanto sono le banche Centrali che li governano e sono le loro scelte che determinano quindi gli scenari deflattivi/inflattivi.
Allo stato attuale sebbene in una situazione di rialzo dei tassi e quindi contrazione della disponibilità di moneta la situazione di liquidità non è tragica.
Questo grafico del Credit Suisse mostra nel primo grafico le condizioni monetarie nelle principali aree monatarie attuali date dalla variazione dei tassi di interesse a tre mesi e dal cambio complessivo, come si può notare le condizioni in USA risultano molto restrittive ma altrettanto non si può dire per le altre aree globali.
Tutto questo determina il secondo grafico che mostra la differenza tra la crescita dell'offerta di moneta reale e la produzione industriale reale dei paesi OECD che mostra una certa forza della liquidità in eccesso.
Ad esso si può sicuramente associare una riaccelerazione della massa monetaria Cinese negli ultimi mesi (paese al di fuori dell' OECD) che conferma uno scenario globale accomodativo.
Allo stato attuale il mondo come lo conosciamo sembrerebbe quindi oscillare tra fenomeni di crescita deflazionaria a momenti di calo deflazionistico cioè si trova in momenti in cui il volume delle vendite cresce più in fretta del calo dei prezzi e momenti in cui il volume delle vendite cresce meno in fretta o uguale al calo dei prezzi.
Nel primo caso l'economia ha una crescita sostenuta mentre nel secondo caso l'economia diventa estremamente selettiva e disdegna il rischio.
L'economia ha sviluppato negli anni 2000/2002 il timore per la deflazione cattiva mentre tra il 2003 ed il 2005 ha sviluppato una prevalente opinione per una deflazione buona.
In realtà però abbiamo vissuto anni in cui la massa monetaria è cresciuta molto più in fretta della produzione industriale e dei PIL dei vari paesi in quanto la quota di debito necessaria a produrre punti di pil diventa sempre più alta.
Ricordiamoci poi che l'indebitamento con leva permette in realtà di moltiplicare la liquidità disponibile in maniera significativa con un modesto controllo delle Banche centrali e questo è un altra delle cause delle difficoltà di controllo del ciclo da parte della FED.
Nel sistema Vi è invece una fiducia pressochè teocratica sulle capacità delle Banche centrali di controllare il ciclo e di impedire fenomeni deflattivi pericolosi attraverso la leva monataria.
Questo in assoluto dovrebbe favorire gli asset finiti cioè dall'offerta limitata
e potrebbe portare, nel lungo periodo, a fenomeni inflattivi di una certa rilevanza soprattutto se ci saranno sviluppi di tensioni tra aree economiche e protezionismo strisciante.
Allo stato attuale sebbene in una situazione di rialzo dei tassi e quindi contrazione della disponibilità di moneta la situazione di liquidità non è tragica.
Questo grafico del Credit Suisse mostra nel primo grafico le condizioni monetarie nelle principali aree monatarie attuali date dalla variazione dei tassi di interesse a tre mesi e dal cambio complessivo, come si può notare le condizioni in USA risultano molto restrittive ma altrettanto non si può dire per le altre aree globali.
Tutto questo determina il secondo grafico che mostra la differenza tra la crescita dell'offerta di moneta reale e la produzione industriale reale dei paesi OECD che mostra una certa forza della liquidità in eccesso.
Ad esso si può sicuramente associare una riaccelerazione della massa monetaria Cinese negli ultimi mesi (paese al di fuori dell' OECD) che conferma uno scenario globale accomodativo.
Allo stato attuale il mondo come lo conosciamo sembrerebbe quindi oscillare tra fenomeni di crescita deflazionaria a momenti di calo deflazionistico cioè si trova in momenti in cui il volume delle vendite cresce più in fretta del calo dei prezzi e momenti in cui il volume delle vendite cresce meno in fretta o uguale al calo dei prezzi.
Nel primo caso l'economia ha una crescita sostenuta mentre nel secondo caso l'economia diventa estremamente selettiva e disdegna il rischio.
L'economia ha sviluppato negli anni 2000/2002 il timore per la deflazione cattiva mentre tra il 2003 ed il 2005 ha sviluppato una prevalente opinione per una deflazione buona.
In realtà però abbiamo vissuto anni in cui la massa monetaria è cresciuta molto più in fretta della produzione industriale e dei PIL dei vari paesi in quanto la quota di debito necessaria a produrre punti di pil diventa sempre più alta.
Ricordiamoci poi che l'indebitamento con leva permette in realtà di moltiplicare la liquidità disponibile in maniera significativa con un modesto controllo delle Banche centrali e questo è un altra delle cause delle difficoltà di controllo del ciclo da parte della FED.
Nel sistema Vi è invece una fiducia pressochè teocratica sulle capacità delle Banche centrali di controllare il ciclo e di impedire fenomeni deflattivi pericolosi attraverso la leva monataria.
Questo in assoluto dovrebbe favorire gli asset finiti cioè dall'offerta limitata
e potrebbe portare, nel lungo periodo, a fenomeni inflattivi di una certa rilevanza soprattutto se ci saranno sviluppi di tensioni tra aree economiche e protezionismo strisciante.