Macroeconomia la situazione (2 lettori)

gipa69

collegio dei patafisici
La chiusura di oggi ci da un forte segnale direzionale.

Mentre negli ultimi due giorni mi sono sbilanciato anche troppo sull'andamento di breve del mercato oggi preferisco non sbilanciarmi in quanto la chiusura odierna pur essendo negativa non ha dato un forte segnale direzionale.
Nelle ultime due ore la battaglia sulla soglia dei 1144/1145 di SPX è stata aspra ma non ha portato ad un esito definitivo in quanto i TS si sono equivalsi. Il posizionamento del mercato alla chiusura è neutrale in quanto le considerazioni rialziste e ribassiste si equivalgono; in sintesi sebbene il rallentamento del rialzo e dei volumi sia chiaro la seguenza di massimi e minimi crescenti è ancora in atto.

Domani sempre occhio ai Japi e al Macd...


Importanti elementi extramercato

In questi ultimi giorni comunque alcuni elementi extramercato cominciano a fare notizia e potrebbero presto influenzare maggiormente l'andamento del mercato:

1) L'andamento della disoccupazione e dei tassi: Esiste una correlazione tra l'andamento dell'occupazione e il rialzo dei tassi in quanto da quando alla FED c'è Greenspan i tassi non sono stati rialzati fino a quando l'economia non ha manifestato il recupero anche nel numero degli occupati.
E' quindi possibile che una lettura forte degli occupati potrebbe far schizzare al rialzo i tassi, prima quelli a lungo bloccando la ripresa del refinanziamento mutui che i tassi al 4% hanno fatto riprendere e poi anche quelli a breve creando un possibile competitor alle azioni e frenando l'emoraggia dei money fund. Al contrario la situazione dei tassi continuerebbe a restare favorevole all'andamento dell'azionario.

2) L'influenza aviaria pur essendo un fenomeno al momento circoscritto non va sottovalutata soprattutto dopo l'andamento dei mercati asiatici e mondiali post-sars. Un'eventuale peggioramento dell'epidemia porterebbe un atteggiamento più cauto dei mercati.

3) Le elezioni US mano a mano che si avvicina la scadenza elettorale è probabile che diventino un elemento sempre più presente sui mercati ed in particolare la % di favorevoli alla rielezione di Bush deve essere monitorata con attenzione perchè un suo eventuale calo potrebbe pesare maggiormente sull'andamento sul mercato in quanto una debolezza del presidente uscente raramente è stata premiata dal mercato così come la sua sconfitta.
Per monitorare il suo andamento questo sito potrebbe fare al caso nostro...

www.tradesports.com/jsp/intrade/contractSearch/
 

gu'

Nuovo forumer
I dati su beni durevoli e nuove case indicano fragilità

Oggi sono usciti i dati su Beni durevoli (stabili) e Nuove case (in diminuzione) indicano che la ripresa economica rimane ancora fragile.


Beni durevoli


I nuovi ordini di beni durevoli per il mese di dicembre sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto a quelli del mese precedente. L'attesa era per una crescita del 2,0%, tale da recuperare, almeno in parte, il calo fatto registrare in novembre. Il calo di novembre è stato rivisto ad un più modesto –2,3% dal –2,5% della stima precedente.
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I nuovi ordini di beni capitali, attesi anch'essi ad un ampio recupero, sono cresciuti solo leggermente. Quelli legati al settore della difesa hanno subito un incremento dello 0,1%; quelli nondefense sono saliti dello 0,2%. Tra questi, i nuovi ordini esclusi difesa e aeromobili – considerati una buona stima della spesa delle aziende – sono calati dello 0,4%, dopo la contrazione del 5,6% fatta registrare in novembre.

La spesa in beni capitali produttivi risulta quindi in calo per il secondo mese consecutivo.

Questi dati - divulgati oggi dall'U.S. Census Bureau nell'Advance Report on Durable Goods Manufacturers' Shipments, Inventories, and Orders – risultano particolarmente sorprendenti: altri indicatori dell'attività del settore manifatturiero, come ad esempio l'ISM manifatturiero che in dicembre aveva raggiunto il livello massimo degli ultimi 20 anni, descrivevano uno scenario di crescita molto più robusta di quanto i dati reali abbiano poi mostrato.

Rex Nutting di CBS.MarketWatch.com ha dichiarato che "la debolezza dei nuovi ordini di beni durevoli è un altro elemento che mostra come la ripresa economica rimanga fragile."



Nuove case

Le nuove case vendute in dicembre sono state 1,06 milioni (dato annualizzato), meno di quanto atteso dagli analisti. Il dato di novembre è stato inoltre rivisto al rialzo, a quota 1,12 mln dagli 1,08 della prima stima.

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Su base mensile, quindi, il dato di dicembre presenta un calo del 5,1%.

Considerando l'intero 2003, le vendite totali di case nuove sono state 1,085 milioni, l'11,5% in più rispetto al 2002.

La vendita delle nuove case sembra, in ogni modo, rallentare. Il livello annualizzato medio del quarto trimestre è inferiore del 15% rispetto a quello del terzo.


La prossima pubblicazione è prevista per il 26 febbraio.

gu' :)


Commento di gipa69
Sulla situazione del mercato immobiliare US e il sottosettore degli indici immobiliari US c'è da dire che il settore nell'ultimo mese ha mostrato una certa debolezza che forse segnala la stanchezza del mercato.
Il ratio tra prezzo degli immobili e affitti pagati (una specie di P/E del settore) è molto elevato e deve correggere!

Il mercato ha impostato la fase correttiva in maniera più decisa e sembra confermare le perplessità manifestate nel recente passato.
I possibili target li ho indicati nei post precedenti e oggi causa moglie non mi dilungherò.
Gli indicatori di brevissimo (10 min ed in parte 30 minuti) segnalano la possibilità di un recupero almeno inizialmente.
I target correttivi dovrebbero essere però più profondi.
 

gipa69

collegio dei patafisici
ottimo Gù :)
Sulla situazione del mercato immobiliare US e il sottosettore degli indici immobiliari US c'è da dire che il settore nell'ultimo mese ha mostrato una certa debolezza che forse segnala la stanchezza del mercato.
Il ratio tra prezzo degli immobili e affitti pagati una specie di P/E del settore è molto elevato e deve correggere.
Il mercato ha impostato la fase correttiva in maniera più decisa e sembra confermare le perplessità manifestate nel recente passato.
I possibili target li ho indicati nei post precedenti e oggi causa moglie non mi dilungherò :D
Gli indicatori di brevissimo (10 min ed in parte 30 minuti) segnalano la possibilità di un recupero almeno inizialmente.
I target correttivi dovrebbero essere però più profondi.
 

gu'

Nuovo forumer
dati odierni

sussidi di disoccupazione


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le richieste di sussidio di quest'ultima settimana si collocano vicino ai minimi degli ultimi tre anni.

il 6 febbraio prossimo verranno diffusi i dati relativi al numero di posti di lavoro creati dal sistema economico ed al tasso di disoccupazione del mese di gennaio.

gu' :) [/b]
 

gu'

Nuovo forumer
Male il PIL USA, bene invece la fiducia dei consumatori.

Oggi negli USA sono stati rilasciati i dati sul prodotto interno lordo, ovvero PIL, quelli sulla iducia dei consumatori e sulla produzione manifatturiera.
Vediamo come è andata.

Dati odierni 30/01/04

PIL

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La prima stima del prodotto interno lordo degli Stati Uniti vede una crescita del 4,0% (su base annua). Le attese degli analisti erano per un +4,8% a fronte di un terzo trimestre (Q3) che si era attestato su un eccellente 8,2%.
La spesa per i consumi, quella per gli investimenti (sia fissi che residenziali) e la spesa del governo sono cresciute ad un passo inferiore rispetto a quello fatto registrare nel terzo trimestre. Più sostenuto, invece, il passo di crescita delle esportazioni e delle scorte, sull'onda del ribasso del $ contro l'€, ribasso che permette all'economia USA di presentare i propri prodotti ad un prezzo in Euro minore che nel passato.
Ma tutto questo sappiamo trattasi di una strategia volta a permettere una difficile ripresa econimica degli USA, in recessione sul mercato interno, saturato dalle spese folli del 1999-2000.

La spesa in consumi è cresciuta del 2,6%, contro il 6,9% del trimestre precedente. La riduzione è dovuta principalmente all'affievolirsi degli effetti dei rimborsi e della riduzione delle aliquote fiscali, e del rifinanziamento dei mutui ipotecari.

Gli investimenti fissi residenziali sono cresciuti del 10,5% (21,9% nel Q3): un contributo alla crescita ancora molto significativo, anche se in evidente calo.

Gli investimenti aziendali sono saliti del 6,9% (12,8% nel Q3), un passo di crescita importante anche se leggermente inferiori alle attese.

Le esportazioni sono salite del 19,1% (9,9% nel Q3); le importazioni dell'11,3% (0,8% nel 2003.III); e le esportazioni nette sono passate da –505,2 miliardi di dollari del 2003.III a –500,7.

Il deprezzamento del dollaro ha probabilmente contribuito al miglioramento della bilancia commerciale.

La spesa del governo federale in beni e servizi è cresciuta dello 0,8% (1,8% nel Q3).

Un contributo importante è venuto anche dagli investimenti in scorte, cresciute di 6,1 miliardi di dollari, contro il calo di 9,1 miliardi di dollari fatto registrare nel terzo trimestre. Il dato è particolarmente positivo perché rivela una maggiore fiducia delle imprese nella tenuta della domanda complessiva anche per i prossimi mesi.

Considerando il 2003 nel suo complesso, il prodotto interno lordo è cresciuto del 3,1% rispetto a quello dell'anno precedente, il passo di crescita più veloce dal 3,7% fatto registrare nel 2000.
La spesa in consumi ha contribuito per i due terzi della crescita; la spesa del governo per un quinto.

L'inflazione rimane ancora molto bassa: l'Implicit Price Deflator è cresciuto dell'1,0% (t/t ann.).

Il 4% è un passo di crescita significativo, ma probabilmente non ancora abbastanza alto da garantire una rapida crescita del grado di utilizzo della capacità produttiva e della domanda di lavoro. A questo ritmo sarà necessario un periodo di tempo significativamente lungo perché l'economia possa stabilirsi su un livello di crescita in grado di autosostenersi.

La pubblicazione della seconda stima è prevista per il 27 febbraio.



Fiducia dei consumatori
L'indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall'università del Michigan (dato definitivo) ha raggiunto in gennaio quota 103.8, circa 11 punti in più rispetto al livello di dicembre (92.6). E' il valore più alto dal novembre del 2000.

Nel dicembre del 2003, e durante la prima metà di gennaio, i mercati finanziari americani hanno registrato ottime performance. E' questo, probabilmente, uno dei motivi principali della forte crescita di gennaio.

La fiducia dei consumatori, infatti, dipende principalmente da tre fattori: il mercato del lavoro, i mercati finanziari, e l'economia in generale. L'indice dell'università del Michigan, in particolare, risente dell'andamento dei mercati finanziari in maniera relativamente maggiore rispetto a quanto ne risenta, ad esempio, quello elaborato dal Conference Board.

La pubblicazione dei dati definitivi è prevista per il 13 febbraio.



Produzione manifatturiera

:)
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L'indice PMI di Chicago, che rileva l'andamento del settore manifatturiero dell'area, è salito in gennaio a quota 65.9, quasi 5 punti in più rispetto al livello raggiunto in dicembre (61.2). Le attese degli analisti erano per un livello intorno ai 62 punti.
A trainare l'indice sono stati soprattutto i sotto indici della produzione, dei nuovi ordini, degli ordini in arretrato, e dei prezzi pagati.

Si riducono le scorte e cala l'occupazione.

L'indice della produzione è salito a quota 76.5 (68.9 in dicembre), il livello più alto mai raggiunto dal luglio del 1988.

Gli indici dei nuovi ordini e degli ordini in arretrato sono cresciuti: i nuovi ordini sono saliti da 66.1 a 69.7; gli ordini in arretrato da 52.2 a 57.3. Entrambi promettono un alto livello di attività produttiva anche per i prossimi mesi.

L'indice dei prezzi pagati è ancora salito (67.8 vs. 57.3) ed è sopra la soglia critica dei 50 punti da sei mesi consecutivi, e segnala la presenza di spinte inflative al livello dei prezzi degli input di produzione.

La soglia critica separa infatti gli scenari di crescita (sopra i 50 punti) da quelli di riduzione (sotto i 50 punti) della dimensione misurata dall'indice.

L'incremento dell'attiva produttiva non genera effetti positivi sulla componente occupazionale: l'indice relativo è rimasto sotto la soglia dei 50 punti anche in gennaio, e segnala un'ulteriore riduzione delle buste paga.

La prossima pubblicazione è prevista per il 27 febbraio.




gu' :)
 

gipa69

collegio dei patafisici
Grazie a Gù per i sempre ottimi interventi :)
Riprendendo il discorso delle similitudini grafiche tra indici in fasi di precedenti bear market cominciata sul thread di Zen-lento vorrei riprendere il discorso sulle similitudine tra il 1966-1982 ed oggi che seppur non condivido pienamente in quanto ritengo maggiormente possibile un comportamento simil Nikkei post 1989 (che poi dal 1992 fu un susseguirsi di bull e bear market e quindi non troppo distante dal periodo 1966/1982) potrebbero darci alcune indicazioni sul comportamento degli indici nel futuro.
Incominciamo con il ripostare i grafici della scorsa settimana

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Dal 1966 al 1982 il mercato US il mercato US si mosse lateralmente in una serie di salite e discese cicliche che occasionalmente portarono a nuovi minimi o nuovi massimi ma senza un trend ben definito.
Durante quella fase ci furono 4 bull market ciclici che partirono da un minimo che si distanziava dal precedente per circa 4 anni (3 anni e 10 mesi medio) e i rally finirono tutti entro 2 mesi dalla scadenza elettorale di novembre (Novembre 1968 Gennaio 1973 Settembre 1976 e Novembre 1980) I rialzi si svolsero in una classica sequenza abc (UP-Down-UP) e finirono tra i 25 e i 32 mesi.
In particolare sullo SPX su base mensile:
Ottobre 1966 Novembre 1968 + 48% in 25 mesi
Luglio 1970 Gennaio 1973 + 69% in 30 mesi
Ottobre 1974 Settembre 1976 +73% in 25 mesi
Marzo 1978 Novembre 1980 +62% in 32 mesi
Sul DJ le durate dei rally differirono da 1 a 6 mesi ed il ritorno medio fu leggermente inferiore.
Dai minimi di ottobre 2002 lo SPX è salito di circa il 50% in 15 mesi mentre nel periodo 1966/1982 la prima fase del rialzo produsse un guadagno tra il 33,3%e il 53,5% e finì tra i nove e i 23 mesi.
Si potrebbe vedere quindi ancora un potenziale upside ma solo dopo una fase correttiva che dovrebbe rintracciare parte del rialzo daqi minimi di ottobre.
La fase correttiva (fase b) nel periodo 1966/1982 è variata da un minimo del 10,1% a un massimo del 17,1% rintracciando dal 40% al 64% del rally precedente. Basata su questa analisi gli indici US dopo questa fase correttiva (che dovrebbe svilupparsi maggiormente dalla metà di febbraio ma di questo ne riparleremo..) con target variabili tra 980 e 1050 dovrebbe effettuare un'altra gamba di rialzo fino intorno alla scadenza elettorale +- due mesi.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Similitudini grafiche tra indici in fase di bear market.

Riprendendo il discorso delle similitudini grafiche tra indici in fasi di precedenti bear market cominciata sul thread di Zen-lento vorrei riprendere il discorso sulle similitudine tra il 1966-1982 ed oggi che seppur non condivido pienamente in quanto ritengo maggiormente possibile un comportamento simil Nikkei post 1989 (che poi dal 1992 fu un susseguirsi di bull e bear market e quindi non troppo distante dal periodo 1966/1982) potrebbero darci alcune indicazioni sul comportamento degli indici nel futuro.
Incominciamo con il ripostare i grafici della scorsa settimana

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Dal 1966 al 1982 il mercato US il mercato US si mosse lateralmente in una serie di salite e discese cicliche che occasionalmente portarono a nuovi minimi o nuovi massimi ma senza un trend ben definito.
Durante quella fase ci furono 4 bull market ciclici che partirono da un minimo che si distanziava dal precedente per circa 4 anni (3 anni e 10 mesi medio) e i rally finirono tutti entro 2 mesi dalla scadenza elettorale di novembre (Novembre 1968 Gennaio 1973 Settembre 1976 e Novembre 1980) I rialzi si svolsero in una classica sequenza abc (UP-Down-UP) e finirono tra i 25 e i 32 mesi.
In particolare sullo SPX su base mensile:
Ottobre 1966 Novembre 1968 + 48% in 25 mesi
Luglio 1970 Gennaio 1973 + 69% in 30 mesi
Ottobre 1974 Settembre 1976 +73% in 25 mesi
Marzo 1978 Novembre 1980 +62% in 32 mesi
Sul DJ le durate dei rally differirono da 1 a 6 mesi ed il ritorno medio fu leggermente inferiore.
Dai minimi di ottobre 2002 lo SPX è salito di circa il 50% in 15 mesi mentre nel periodo 1966/1982 la prima fase del rialzo produsse un guadagno tra il 33,3%e il 53,5% e finì tra i nove e i 23 mesi.
Si potrebbe vedere quindi ancora un potenziale upside ma solo dopo una fase correttiva che dovrebbe rintracciare parte del rialzo daqi minimi di ottobre.
La fase correttiva (fase b) nel periodo 1966/1982 è variata da un minimo del 10,1% a un massimo del 17,1% rintracciando dal 40% al 64% del rally precedente. Basata su questa analisi gli indici US dopo questa fase correttiva (che dovrebbe svilupparsi maggiormente dalla metà di febbraio ma di questo ne riparleremo..) con target variabili tra 980 e 1050 dovrebbe effettuare un'altra gamba di rialzo fino intorno alla scadenza elettorale +- due mesi.

Se invece l'andamento ciclico fosse più simile all'andamento del Nikkei seppure in termini percentuali i guadagni non si discostano eccessivamente la durata dei bull ciclici risulta molto più breve (dai 14/15 mesi medi) per cui il target dei massimi dovrebbero essere raggiunti tra Febbraio e Marzo 2004 per poi sviluppare la nuova fase ribassista quindi in tempi brevissimi.
Osservando invece un'altra fase in cui i mercati US hanno sviluppato un'alternanza di bull e bear market ciclici e cioè il periodo 1906/1921 si può osservare che anche durantequella fase si svilupparono ben 4 bull ciclici con una durata media di 24 mesi o 20 mesi se si considera il secondo minimo del 1911 (inferiore alla durata media del periodo 1966/1982 ma superiore a quella dei Nikkei) e un guadagno medio del 76,5% (superiore alle altri fasi).
In questo caso il target temporale dei massimi sarebbe tra Giugno 2004 (se si considera il secondo minimo del 1911 o Ottobre 2004 se si considera il primo del 1910).
Infine non si può dimenticare l'andamento del mercato post bolla del 1929 ed in particolare della fase 1932/1934 molto simile su entrambi gli indici (SPX e INDU) alla fase attuale e che dopo una fase correttiva che durò diversi mesi a partire da ora portò ad un nuovo e potente rialzo che durò diversi anni. (cosa che è attualmente è da escludere salvo un cedimento significativo del dollaro così come avvenne in quel periodo con la svalutazione del dollaro nei confronti dell'oro)

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Per il breve
Per l'andamento di breve non ho molto tempo comunque è possibile che il mercato non scenda immediatamente ai possibili target correttivi sostenuto dai flussi in acquisto degli investitori privati e dai day trader che comprano le correzioni. Resta il fatto che nelle ultime settimane gli spike dei volumi avvengono durante le fasi di minimo e questo è un segnale distributivo.
Molti indici sono scesi sotto la mm20 giorni segnalando la debolezza del momento (solo lo spx e DJUA non lo hanno fatto) ma gli indicatori veloci e i target di prezzo raggiunti da alcuni indici potrebbero impostare una fase rialzista che se si svilupperà con divergenze sugli indicatori segnalerà la possibile ulteriore correzione.
Domani vi dirò se l'effetto Gennaio si è realizzato oppure no.....
 

gipa69

collegio dei patafisici
Per l'andamento di breve non ho molto tempo comunque è possibile che il mercato non scenda immediatamente ai possibili target correttivi sostenuto dai flussi in acquisto degli investitori privati e dai day trader che comprano le correzioni. Resta il fatto che nelle ultime settimane gli spike dei volumi avvengono durante le fasi di minimo e questo è un segnale distributivo.
Molti indici sono scesi sotto la mm20 giorni segnalando la debolezza del momento (solo lo spx e DJUA non lo hanno fatto) ma gli indicatori veloci e i target di prezzo raggiunti da alcuni indici potrebbero impostare una fase rialzista che se si svilupperà con divergenze sugli indicatori segnalerà la possibile ulteriore correzione.
Domani vi dirò se l'effetto Gennaio si è realizzato oppure no.....
 

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