Sorprese Il mattone può tornare a ballare
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Sorprese Il mattone può tornare a ballare
Prezzi giù, stipendi su e tassi ancora bassi: per chi ha risparmi il potere d'acquisto immobiliare è ai massimi degli ultimi 10 anni
S orprese della crisi. Nelle principali città, ad eccezione di Roma, oggi per una famiglia con reddito sicuro, è il momento più favorevole per cambiare casa da dieci anni a questa parte. Questo non solo perché il boom dei prezzi tra il 2000 e il 2007 è stato eroso dalla diminuzione avvenuta nei mesi successivi, ma anche perché nel decennio gli stipendi sono cresciuti (+30% nel settore privato, +40% nel pubblico) e soprattutto perché i tassi dei mutui sono arrivati ai minimi.
E le famiglie ne stanno approfittando: le transazioni stanno crescendo a ritmo sostenuto (le anticipazioni sul terzo trimestre 2010 sono di un ulteriore balzo), ma stanno aumentando anche le erogazioni di mutuo, che secondo una stima dell'Abi nel 2010 sono cresciute del 9%. In aumento anche l'importo medio: secondo il broker MutuiOnline si è passati da poco meno di 122 mila euro a oltre 135 mila. Eppure i criteri di erogazione rimangono rigorosi e certo i prezzi non sono, in generale, aumentati; come si spiegano questi numeri?
Chi si muove
Con il fatto che a comprare sono soprattutto persone con buon reddito e con adeguate garanzie e che vogliono una casa più grande per cui possono chiedere più soldi alle banche. CorrierEconomia ha messo a confronto nel decennio prezzi, tassi dei mutui e stipendi: per i primi siamo ricorsi ai dati di Nomisma, per i mutui ai dati raccolti per le rilevazioni sul nostro giornale ipotizzando che per la scelta del tasso fisso si destinasse al prestito il 30% del reddito, quota che prudenzialmente scende al 25% nel caso del variabile. Per gli stipendi abbiamo ipotizzato una famiglia con un buon reddito: 60 milioni di lire (30.987 euro) da lavoro dipendente nel 2000, derivanti da retribuzioni di 36 milioni di lire (18.592 euro) nel settore privato e 24 milioni (12.395 euro) nella pubblica amministrazione.
Considerando le dinamiche retributive verificatesi nel decennio misurate dall'Aran, l'agenzia che stipula i contratti per il pubblico impiego, oggi questa famiglia partirebbe da un reddito di 41.465 euro.
L'effetto dei tassi
L'andamento degli stipendi da solo non basterebbe a compensare l'incremento dei prezzi delle case: nelle 8 grandi città considerate l'aumento medio dei valori nel decennio è stato del 64,6% (a Milano +57,5%, a Roma +119%). Se si considera il solo apporto di contanti oggi a Milano impiegando un'annualità di reddito si possono comprare 10,1 metri: 1,4 in più rispetto al 2007 ma 1,9 in meno confronto al 2000. A Roma si otterrebbero 10 metri, 0,6 in più rispetto al 2007, ma 6,4 in meno sul 2000.
Se si considera un acquisto con il mutuo ipotizzando che si stia comprando un'abitazione per sostituire quella in cui si vive, e che dal ricavato della vecchia casa si ottenga la quota per contanti necessaria a pagare parte dell'appartamento nuovo (e questa ormai è la norma del mercato), lo scenario cambia radicalmente perché i mutui rispetto a dieci anni fa sono diminuiti di due punti a tasso fisso e addirittura di quattro a tasso variabile. Nella tabella indichiamo i metri quadrati ottenibili con un mutuo a 20 anni nel 2000, quelli dell'anno peggiore per comprare, il 2007 (valori immobiliari ai massimi e tassi più alti dei mutui) e quelli attuali.
Rispetto al 2007 la possibilità di acquisto sono migliorate soprattutto a Genova, dove a tasso variabile si possono ottenere 32,5 metri quadrati in più destinando al mutuo un quarto del reddito, a Napoli, (+30,1 metri), a Torino (+31,9 metri); il record spetta a Palermo, con un aumento di ben 39 metri finanziabili con un prestito indicizzato, mentre se si considera il tasso fisso si ottengono altri 18 metri in più. A Milano gli incrementi sono di quasi 12 metri a tasso fisso e di 20 con mutuo variabile. Anche Roma è diventata più accessibile, perché si possono finanziare 8 metri in più a tasso fisso e 17 a variabile.
Bisogna considerare che nella media delle grandi città i prezzi sono scesi dal 2007 del 4,6%, mentre le retribuzioni pubbliche sono salite del 7,5% e quelle private del 5,9%. Sui dieci anni il miglioramento è inferiore: il guadagno più alto è quello di Torino, con 25 metri a tasso variabile e 18 a tasso fisso mentre il saldo di Roma è negativo. A Milano il vantaggio è, rispettivamente, di 10 e 6 metri.
Gino Pagliuca
08 novembre 2010