Speciale Mercato Immobiliare
Speciale Mercato Immobiliare
Il blog di casaXP > Speciale “Mercato Immobiliare”: compravendite in timida ripresa e affitti in crescita. Roma e Milano, motori in rodaggio. L’Italia diseguale e la sicurezza del mattone
dicembre 22nd, 2010
Il mercato immobiliare è in rodaggio e le città di Milano e Roma si trovano in posizione di ‘pole’ con la prima marcia inserita, ma ancora in attesa del ‘via’. La ripresa economica rimane infatti singhiozzante e si rispecchia nelle difficoltà in cui versano le famiglie italiane. Famiglie che primeggiano nella capacità di risparmio, ma che sono messe a dura prova dagli effetti della ‘grande crisi’: ripresa lenta, disoccupazione che aumenta e indebitamento in continua crescita.
MERCATO IMMOBILIARE: nelle compravendite timidi segnali di ripresa. Milano e Roma si rimettono in moto
Secondo l’indagine di Nomisma, il mercato immobiliare accenna a ripartire. Le compravendite registrano infatti timidi segnali di ripresa e le città di Milano e Roma considerate anticipatrici dell’andamento generale, danno speranze al settore.
Compravendite in timida ripresa
Le ultime rilevazioni dell’Agenzia del Territorio sulle compravendite, evidenziano un andamento a due velocità: una vivace ripresa nelle grandi città in contrasto con i risultati della provincia.
I dati del 3° trimestre 2010 sottolineano una lieve diminuzione delle transazioni sul territorio nazionale pari al 2,7% compensati però da risultati nettamente positivi riscontrati nelle aree metropolitane. Svettano in particolar modo le città di Milano e Roma con performance che segnano rispettivamente +19,7% e +13,9%.
Nelle due metropoli risulta in crescita anche l’hinterland con un ottimo +8% di Milano e un +1% della capitale.
Tra le otto maggiori città italiane, la performance peggiore è invece quella di Palermo con -10,6%.
Dati e valori immobiliari
I dati sui valori giungono dall’ultimo rapporto di Nomisma, che conferma quanto già anticipato da altri istituti di ricerca.
- Milano
Nell’ultimo semestre 2010, i prezzi delle case nuove o ristrutturate a Milano risultano in calo dello 0,2%. Nelle aree di pregio e centrali si evidenziano invece rispetivamente una crescita rispettivamente dello 0,6% e dello0,4%.
Se rilevata nell’arco dell’anno, la variazione risulta in diminuzione dello 0,4%. Più precisamente la periferia perde l’1,5%, mentre le zone di pregio si sono apprezzate di 0,4%.
- Roma
Nella capitale si registra per il secondo trimestre del 2010 un calo dei prezzi pari allo 0,2% causato quasi esclusivamente dal leggero arretramento dei prezzi nelle aree del centro.
Su base annua la diminuzione si registra allo 0,2% per attestarsi nelle zone di pregio all’1,3%.
- Le altre aree metropolitane
Osservando l’insieme delle 13 aree metropolitane, il calo maggiore è stato registrato a Firenze con un -2,8% su base semestrale e 2,2% su base annuale.
Per le altre città si è invece rilevato nel secondo semestre un miglioramento, ma è Cagliari a vincere con una variazione positiva di 0,8% su base semestrale e di 0,2 su base annuale.
Prospettive del settore
Secondo il direttore dell’Osservatorio di Nomisma, Gualtiero Tamburini, le prospettive sono per il prossimo semestre di una ripresa dei prezzi di circa lo 0,5%. Tamburini però avverte “il quadro macroeconomico italiano per l’anno 2011 vede un generale ribasso delle previsioni rispetto alle stime di qualche mese fa: sono meno brillanti le prospettive del Pil, della spesa per consumi delle famiglie e degli investimenti in costruzioni. L’Italia ha iniziato una moderata ripresa che dovrebbe avvenire ad un ritmo più lento di quanto si ritenesse ad inizio anno, ed il cammino per tornare ai livelli pre-crisi resta ancora lungo”.
E il mercato immobiliare andrà in scia.
MERCATO AFFITTI: cresce la domanda. Roma e Milano le più care
Secondo lo studio condotto da Nomisma e SoloAffitti “Il mercato delle locazioni in Italia e le prospettive alla luce delle più recenti novità fiscali”, delle 2.000 famiglie intervistate, il 95,2% si è espresso a favore della proprietà e soltanto il 4,8% dell’affitto. A vincere è sempre la proprietà e l’affitto rimane più una necessità che una scelta, ma se confrontiamo i dati attuali con quelli del rapporto 2007 la differenza viene subito in risalto. Due anni fa la propensione verso la proprietà risultava infatti più evidente, ovvero 96,6%, a scapito dell’affitto ingessato al 3,4%.
La crisi fa crescere l’affitto
L’Italia rimane un paese con una percentuale di proprietari molto elevata, che vede nel mattone l’investimento più sicuro. A confermarlo i dati delle studio: le famiglie italiane che vivono in affitto sono 4,7 milioni e le locazioni complessive sono il 18,9% contro una media dei paesi Ue del 35%.
Si evidenzia inoltre che a vivere in affitto sono soprattutto famiglie con redditi medio-bassi, persone con meno di 35 anni, giovani coppie senza figli e nuclei mono genitore.
L’indagine rivela inoltre che principale fattore di scelta è economico, seguito dalla mobilità abitativa. Si aggiungono inoltre fattori di tranquillità, sicurezza e preferenza verso investimenti più liquidi
Le abitazioni maggiormente riscontrano caratteristiche precise, ovvero presenza di posto auto e arredamento. Riscuotono invece meno successo nell’ambito dell’affitto elementi quali l’efficienza energetica, la presenza di connessioni internet e la vicinanza a linee di trasporto pubblico.
Canoni in calo
In Italia il canone medio mensile di un’abitazione di 80 mq è di 526 euro nei comuni capoluoghi di provincia e di 306 euro nei restanti comuni. La differenza risulta significativa ed è data dal fatto i prezzi praticati nei comuni minori sono inferiori del 42% rispetto a quelli dei comuni centrali.
Con riferimento all’ultimo semestre, il canone medio in Italia è calato però dell’1,9%, con picchi del 3% in caso di abitazioni con garage.
Nel dettaglio risulta che la riduzione è stata più evidente a Cagliari (-10,7%), Genova (-8,3%) e Napoli (7,6%). Meno evidente la riduzione di prezzi a Milano (-1,1%), Venezia (-1,2%) e Firenze (-1,4%). In controtendenza, invece, Ancona (+5,2%), Trento (+4,1%) e Roma (+3,6%), che hanno registrato gli incrementi maggiori.
Milano e Roma le città più care
Secondo lo studio risulta che circa il 60% delle famiglie versa canoni mensili compresi fra i 250 ed i 700 euro. Il livello successivo compreso tra 700-1.000 euro interessa il 17,4% delle famiglie.
Come si può immaginare le città più cara rimane Roma con un affitto che costa in media da 30 a 80 euro in più che a Milano: 987 contro 957 euro per un appartamento arredato.
I prezzi sono inferiori di oltre il 30% a Firenze (700 euro), Venezia (686 euro) e Napoli (616 euro).
Le città capoluogo più economiche sono invece Catanzaro (435 euro), Campobasso (458 euro) e Perugia (482 euro).
FAMIGLIE E MERCATO IMMOBILIARE
Dal 2009, anno nero del mercato immobiliare, ai risultati riscontrati nelle ultime rilevazioni si evidenzia un incremento delle domande di abitazioni in Italia. Una ripresa seppur lenta e moderata ha sollecitato la ricerca di investimenti sicuri da parte delle famiglie. E il più gettonato è risultato ancora il “mattone” sostenuta anche dal calo dei prezzi delle abitazioni e dalla contrazione dei tassi sui mutui.
A conferma di una tendenza verso il mattone riportiamo alcuni dati. Secondo Bankitalia, a luglio 2010 i debiti delle famiglie sono aumentati del 20,8% soprattutto per effetto dell’aumento dei prestiti a lunga scadenza contratti per l’acquisto dell’abitazione.
Risulta in aumento anche la domanda di immobili a uso investimento. Da un’indagine del Censis emerge infatti che il 22,7% degli italiani ritiene il “mattone” la forma di risparmio preferibile (in particolare nella fascia d’età tra i 45 e i 54 anni), contro il 21,8% che preferisce la liquidità sul conto corrente e l’8,5% che si orienta su azioni e quote di fondi di investimento. Un 40% circa dichiara invece di non avere risparmi a disposizione.
FAMIGLIE “SOTTO LA LENTE”: l’Italia diseguale
Dall’ultimo rapporto pubblicato da Bankitalia “La ricchezza delle famiglie italiane 2009″, il nostro risulta un Paese dove il 45% della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie. E la metà delle famiglie italiane, considerate a basso reddito, detiene solo il 10% della ricchezza complessiva.
I dati dimostrano un gap in continua crescita, ma se rapportati al resto del mondo, l’Italia sembra posizionarsi in ottima compagnia: apparteniamo “alla parte più ricca, collocandoci nelle prime dieci posizioni tra gli oltre 200 paesi considerati dallo studio”.
Come evidenziato dallo studio, è nostro il 5,7% del benessere mondiale, una quota superiore sia a quella sul Pil (il 3%) che a quella sulla popolazione della Terra intera (di cui rappresentiamo l´1% appena).
Tra tesoro e sicurezza: la casa di proprietà
Considerata la ricchezza nel suo complesso ovvero immobili, terreni, titoli, depositi e azioni, al netto di indebitamenti e mutui, ogni famiglia italiana può contare su un “capitale” di 350 mila euro, un tesoro legato soprattutto alla grande diffusione delle casa di proprietà.
E considerazione importante, la crisi ha potuto intaccare solo lievemente questa solidità: secondo le stime, infatti, nel primo semestre del 2010 è prevista un calo della ricchezza dello 0,3% dovuto soprattutto ad una riduzione dei redimenti di Borsa rispetto allo scorso anno.
La casa rimane quindi una sicurezza per le famiglie: nei periodi di crisi si conferma un rifugio nel quale riporre i propri risparmi.
Da un’analisi Istat effettuata nel 2009 sulle abitazioni delle famiglie, emerge infatti che la maggioranza dei nuclei vive in una casa di proprietà (68,5%), il 18,9% in una casa in affitto e il 12,6% in una abitazione in usufrutto o a titolo gratuito, registrando valori superiori rispetto alla media europea.
Sono soprattutto le famiglie residenti in comuni di piccole dimensioni (fino a 10.000 abitanti), le aree del nord e del centro e le coppie con figli a evidenziare tassi di possesso più elevati rispetto ai valori nazionali, mentre il sud e i single soprattutto fino a 34 anni, danno percentuali minori.
Le famiglie proprietarie di un’abitazione gravata da un mutuo rappresentano il 13,4% del totale, con percentuali che vanno dal 15,9% nel centro nord all’8,2% al sud. Questa situazione riguarda soprattutto le famiglie giovani e senza figli (36,6%), le coppie con figli minori (23,2%) e le persone single con meno di 35 anni (19%).
Indice Ghini: la disuguaglianza
Riprendendo lo studio, Bankitalia sottolinea i risultati dell’l'indice che misura la divergenza interna, ovvero il cosidetto Indice Ghini, dove lo 0 indica la minima concentrazione di ricchezza e l’1 la massima.
Il nostro indice Ghini è fermo dal 2006 allo 0,613.
Come evidenziato dall’Istituto di via Nazionale, la nostra società risulta quindi divisa fra poche grandi famiglie con grandi capitali e una maggioranza che vive facendo molta attenzione ai bilanci di fine mese.
Inoltre Bankitalia riscontra negli ultimi dieci anni un aumeno del numero delle famiglie con ricchezza netta negativa (più debiti che beni) passato dal 2,3 al 3,2 per cento.
Il portafoglio degli italiani: preferenze per l’investimento immobiliare
Vista la crisi, Bankitalia riscontra la tendenza a rimanere “liquidi”. Cambia infatti la composizione della ricchezza: nel portafoglio delle famiglie ci sono sempre meno titoli di Stato e più conti di deposito e risparmio postale.
I dati nel dettaglio:
- la fuga da Bot e Bpt e Cct si misura con i 189 miliardi di euro investiti in titoli pubblici nel 2009, contro i 259 del 2008.
- In rialzo invece il denaro contante (da 95,6 a 102,4 miliardi) i conti correnti in deposito (passati da 432 a 491 miliardi) e le azioni (da 584,4 a 636,6 miliardi).
Per chi può permetterselo, l´investimento immobiliare resta comunque fra le scelte preferite: il 50% della ricchezza delle famiglie italiane è concentrato infatti nel “mattone” e anche se la richiesta sta rallentando, il 41% dei debiti è rappresentato da mutui per l´acquisto di case.
La proposta della CGIL
In riferimento al rapporto della Banca d’Italia, Agostino Megale, Segretario Confederale CGIL afferma: “A fronte di un generale abbattimento del reddito, la vera ricchezza rimane nella mani di pochi. Il Paese è spaccato almeno in due con un ‘ceto medio’ che progressivamente si sta impoverendo, avvicinandosi alle tante famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Dalle nostre stime nel 2009 una famiglia su quattro registra queste difficoltà”.
Il Segretario confederale Agostino Megale conclude con una proposta: “Pensiamo ad un’ imposta di solidarietà sulle grandi ricchezze con cui si realizza un prelievo aggiuntivo su quel 10% delle famiglie che detiene una ricchezza complessiva mediamente 30 volte superiore alla famiglia media italiana. Imposta che dovrebbe agire sul patrimonio mobiliare e immobiliare oltre gli 800mila euro. Una misura di questo tipo in Italia potrebbe comportare entrate aggiuntive per oltre 6 miliardi di euro che combinate con una vera ed efficace lotta all’evasione, all’armonizzazione della tassazione sulle rendite (20%), alla tassazione sulle transazioni finanziarie internazionali, possono far recuperare 19 miliardi di euro di gettito”.
Erika Mainini