L'INFERNO NON E' MAI TANTO SCATENATO QUANTO UNA DONNA OFFESA (W. Shakespeare)

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Titolo: Liberalizzazioni: Bersani,guai esitare su sfida cambiamento
Ora: 03/01/2012 17:13
Testo:
ROMA (MF-DJ)--"Ci sono difficolta'', ma ci vuole un po'' di coraggio. Il
problema e'' che tutti un pochino siano disturbati, perche'' tutto un po''
sia migliorato". Lo afferma a Sky Tg24 il segretario del Pd, Pier Luigi
Bersani, parlando delle misure di liberalizzazione allo studio del Governo.
Servono "misure coraggiose" accompagnate da un "richiamo a tutto il
Paese di rendersi disponibile al cambiamento. Non dobbiamo aver paura del
cambiamento, guai se ci fermiamo davanti alla sfida del cambiamento".
Secondo Bersani "un insieme di liberalizzazioni ben fatte" potrebbe dare
"spazio all'' occupazione dei giovani" e dare "sollievo ai consumatori che
hanno oggi pochi soldi in tasca".
ren
[email protected]
(fine)
MF-DJ NEWS
0317:13 gen 2012

Questo ha visto la Madonna.......ma un esempio concreto invece di tante parole ......
in pratica cosa vorresti liberalizzare per dare opportunità di lavoro ......diccelo e faccelo

be qua sbatti male , e io che pensavo coll'inizio del nuovo anno:rolleyes:, il decreto bersani è stato proprio il primo passo in queso senso ...nessuno ha la bacchetta magica diome'...non vedi quanta burocrazia esiste e praticamente blocca qualsiasi iniziativa :wall::wall: cmq penso parlasse delle professioni.....
 
Vorrei persone che parlassero chiaramente.....bianco, bianco, rosso, rosso,
Monti continua a parlare, parlare, parlare, ma sinora solo lacrime e sangue per i soliti noti.
Il Bersa mi sa che va a casa.......ahahahahahah
 
Titolo: Fisco: Bersani, rivedere modalita'' riscossione di Equitalia
Testo:
ROMA (MF-DJ)--"Oggi diciamo no alle pallottole. Poi discutiamo. Perche''
ne abbiamo gia'' viste in questo Paese di queste cose e quindi ci vuole un
messaggio inequivocabile".
Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato da Sky
Tg24, replicando cosi'' a chi come Beppe Grillo aveva invitato, oltre alla
condanna, anche a capire le ragioni delle violenze nelle proteste nei
confronti di Equitalia.
Bersani ha detto che "non e'' da oggi che si discute di Equitalia,
abbiamo formulato proposte per rivedere le modalita'' di riscossione che
sono vessatorie, il sistema deve essere rivalutato sui modi di operare".
Il Pd auspica che il Governo prenda in considerazione queste proposte "per
evitare i casi estremi e per evitare che finisca per essere tarato come
evasore uno che nonriesce e non ce la fa piu'' a pagare le tasse".
ren
[email protected]
(fine)

Vi racconto solo una fesseria. Passo carraio di euro 13, pagato dopo 2 mesi circa dalla scadenza, perchè non me ne ricordavo.
Mi chiedono 42 euro - con lettera di pignoramento -.
Li sto aspettando ........
 
Titolo: Fisco: Bersani, rivedere modalita'' riscossione di Equitalia
Testo:
ROMA (MF-DJ)--"Oggi diciamo no alle pallottole. Poi discutiamo. Perche''
ne abbiamo gia'' viste in questo Paese di queste cose e quindi ci vuole un
messaggio inequivocabile".
Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato da Sky
Tg24, replicando cosi'' a chi come Beppe Grillo aveva invitato, oltre alla
condanna, anche a capire le ragioni delle violenze nelle proteste nei
confronti di Equitalia.
Bersani ha detto che "non e'' da oggi che si discute di Equitalia,
abbiamo formulato proposte per rivedere le modalita'' di riscossione che
sono vessatorie, il sistema deve essere rivalutato sui modi di operare".
Il Pd auspica che il Governo prenda in considerazione queste proposte "per
evitare i casi estremi e per evitare che finisca per essere tarato come
evasore uno che nonriesce e non ce la fa piu'' a pagare le tasse".
ren
[email protected]
(fine)

Vi racconto solo una fesseria. Passo carraio di euro 13, pagato dopo 2 mesi circa dalla scadenza, perchè non me ne ricordavo.
Mi chiedono 42 euro - con lettera di pignoramento -.
Li sto aspettando ........


figghi di bottanaaaaaaaaaaaa




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ho già capito che la raccoglierò nel cesso..sto titolo....


Unicredit: Blackrock vende oltre metà della sua quota

Fondo americano scende a Natale dal 4,02% all'1,71%

Oggi, ore 17:17 - 0 Commenti
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Brutte notizie per Unicredit, che a partire dal prossimo 9 gennaio dovrà dare inizio all’operazione di aumento del capitale per 7,5 miliardi. Uno dei suoi principali azionisti, il fondo americano Blackrock, ha annunciato di avere ridotto la sua partecipazione dal precedente 4,02% all’1,71%. L’informativa risale allo scorso 27 dicembre e questo spiegherebbe il motivo per cui il titolo Unicredit abbia perso valore, durante la settimana di Natale, cosa che era stata spiegata dagli analisti quale un cedimento, in vista della ricapitalizzazione imminente. Il corso delle azioni era, infatti, passato da 7,10 a 6,50 euro.
E che si sia trattato di una vendita nei giorni di Natale lo dimostrerebbe anche il fatto che il socio si era presentato all’assemblea straordinaria per la ricapitalizzazione dello scorso 15 dicembre, con la quota integra al 4,02%. La vendita, a questo punto, sarebbe scattata tra il 16 e il 27 dicembre.
La partecipazione di Blackrock risale al 2009, quando avendo inglobato Barclays, già azionista Unicredit per il 2%, aveva mantenuto tale quota, per incrementarla al 3,8% entro lo stesso anno e per portarla ai massimi nel maggio 2010.
In seguito, anche dopo le dimissioni di Alessandro Profumo e i dati disastrosi dell’ultima trimestrale pubblicata, quella relativa al terzo trimestre 2011, nonostante le perdite per 10,5 miliardi nel solo periodo luglio-settembre, il fondo aveva dimostrato fiducia verso la banca e l’intero sistema Italia, giudicando non credibile il differenziale di rendimento tra i nostri BTp e i Bund tedeschi.
A questo punto, ci si interroga sul significato di tale atto, che non viene commentato a Piazza Cordusio, ma che certamente rischia di avere un effetto deprimente sull’ottimismo, che pure veniva ostentato fino a pochi giorni fa, riguardo all’esito della ricapitalizzazione.
C’è, addirittura, chi avanza il sospetto che altro non sia che un’operazione di arbitraggio, nel senso che Blackrock abbia venduto più della metà della sua quota, per poi acquistare i nuovi titoli, che saranno emessi con l’aumento del capitale, a prezzi scontati. Infatti, le azioni di nuova emissione sconterebbero un prezzo inferiore al 30-35% del Terp, ossia del valore di riferimento all’ultima quotazione, prima dell’inizio della ricapitalizzazione.
Ricordiamo che il fondo americano è anche azionista del 2,8% di Intesa, del 2% di Mediobanca, del 2,8% di Generali, del 2,7% di Enel, del 2,68% di Eni, del 3,1% di Fiat, del 2% di Mediaset e del 2,8% di Saipem.
In sostanza, se dovesse essere un segno di sfiducia verso il sistema Italia, tale atto rischierebbe di portarsi dietro anche molte altre società italiane, anche per via di un potenziale effetto domino che avrebbe sugli altri investitori esteri.
Dunque, siamo dinnanzi a un semplice fatto tecnico o a un segnale di sfiducia verso Piazza Cordusio? Non è semplice interpretare quanto comunicato, ma sappiamo per certo che la ricapitalizzazione richiederà all’ad Federico Ghizzoni un maggiore sforzo, rispetto al previsto. La Fondazione Cariverona, ad esempio, eserciterà il diritto di opzione solo per il 3,51%, anziché del 4,2% e Carimonte parteciperà al 3% del 3,4% potenziale. La stessa Allianz, oggi socia al 2,08%, potrebbe anche non esercitare per intero il suo diritto, costringendo così Unicredit a rivolgersi maggiormente ai nuovi soci. Questo è l’effetto di una mancanza di volontà delle fondazioni di esporsi ulteriormente nelle banche, per la cui ricapitalizzazione dovrebbero passare per l’accrescimento del loro indebitamento.
A questo punto, lo sblocco della quota in mano ai libici di Lia è diventata una vera benedizione, dato che il fondo sovrano e la banca centrale di Tripoli posseggono complessivamente il 7,5% e oggi sarebbero tra gli azionisti più forti in Unicredit.
Torna, tuttavia, a farsi strada l’ingresso di due fondi nuovi, uno del Qatar e un altro della Cina, che era un’ipotesi di cui si era discusso, nel caso in cui i libici non avessero avuto la possibilità di partecipare alla ricapitalizzazione. Con i suoi 50 miliardi di dollari a disposizioni, il fondo cinese resta tra i più papabili potenziali nuovi soci, dato che il titolo Unicredit, svalutatosi del 60% nel 2011, farebbe gola a chiunque, posto che si abbia fiducia nello stato dei suoi conti.
 
Ultima modifica:
Natural Gas : Aggiornamento dell’infame!


Il natural gas continua la sua discesa senza fine e senza rimbalzi degni di nota a causa del livello scorte più alto degli ultimi 10 anni e sicuramente il tempo ha giocato nel 2011 in sfavore del rialzo dei prezzi, come è vero che questi prezzi stanno accelerando il passaggio da carbone a natural gas non solo in uso domestico ( a discapito dell’heating oil) ma anche in uso industriale dove il carbone viene sostituito da un molto più conveniente natural gas anche in virtu dell’obbligo dell’epa per le centrali elettriche di chiudere con il carbone per passare al meno inquinante natural gas.
Ormai è più di un mese che non vedo segnali di inversione dal punto di vista tecnico e il mese di giugno 2011 è stato il punto di svolta perchè prima stavamo cominciando a creare i presupposti per un bull market ed anche il livello delle scorte stavano favorendo questa inversione ma poi qualcosa è cambiato nel quadro tecnico dando un’affondo che non credevo possibile come ampiezza al ribasso (mi sono reso conto del dramma alla prima di novembre).
Le coperture aperte nel 2008/2009 hanno favorito utili nonostante prezzi sotto i 4,20$ ritenuti i punti di pareggio per alcune società estrattive (per altre il prezzo rimane sopra i 5$, dando uno sguardo ad alcune società ho visto che nel 2012 finiscono tutte le coperture e se il prezzo non ritorna sopra i 5$ questi sono costretti a chiudere pozzi in numero molto maggiore facendo crollare il numero delle trivelle dedicate all’estrazione del natural gas.
Bene, dopo avervi riassunto la situazione perversa nella quale ci troviamo vorrei passare ai grafici.

Il quadro tecnico chiamerebbe per il mese di gennaio il retest dei 2,50$ circa per poi partire al rialzo fino ai 4$ nel giro di poche settimane, devo dire che non ho mai trovato un grafico così brutto ed il continuo scendere senza fiato per il rialzo lascia senza parole anche in virtù del fatto che erano anni che le rette verdi e rosse aiutavano a capire i punti di svolta per il natural gas ed ora salta tutto. Quando si scende così c’è poco da fare e fino a che non ritorna sopra 3,88$ non credo all’inversione del trend.

Nel settimanale ho messo in luce il ciclo a 10 anni e la retta rossa evidenza il minimo se di ciclo a 10 anni parliamo, per il resto oltre alle divergenze rialziste nel giornaliero e settimanale non c’è molto altro da dire se non che i volumi sono scesi di molto come spesso accade e come scrivono dal canada il sell-off delle ultime settimane del 2011 è dovuto anche (in minima parte) dalla chiusura delle posizioni di alcuni hedge fund.

Riallego il grafico di gann con ventagli per mostrarvoi come da giugno 2011 siamo cambiati tutti i presupposti per il rialzo e di come abbiamo rotto tutti i livelli importanti ed adesso siamo sulla scadenza ciclica che preannuncia un rialzo per alcuni mesi (scadenza ciclica molto forte), sarà vero? Solo il mese di gennaio ci dirà che cosa può succedere ed allora vediamo che accade nella settimana entrante e se ritorniamo sopra l’ultima retta viola.

Sul mensile dobbiamo chiudere positi in gennaio 2012 altrimenti la discesa ulteriore si preannuncia devastante perchè potremmo tranquillamente rivedere i 2$ e li vi voglio ………non sarà possibile andare in guadagno per nessuna compagnia anche in caso di coperture.

Il rapporto petrolio natural gas rimane sopra i 33 ed ormai è sempre più conveniente spostare trivelle dal natural gas al petrolio, devo dire che mi aspettavo un rialzo maggiore a favore delle trivelle per il petrolio ma forse gli operatori non credono ad un prezzo così basso per il natural gas ed allora attendono ……oppure devono comunque produrre per via delle concessioni che hanno firmato e che li obbligava a trivellare ed estrarre fino al 2011……….ma adesso sono scaduti la maggior parte dei vincoli e i dati del mese di gennaio ci chiariranno meglio quale impatto ha il problema delle concessioni.

Le trivelle sono leggermente salite ma era prevedibile un piccolo rimbalzo, ora il mese entrante mi aiuterà a capire molte cose come prezzo di pareggio per l’estrazione e reale entità del problema concessioni a trivellare. Attendiamo.

Come vedete le scorte sono altissime a livelli molto alti che non possono che deprime il prezzo del natural gas, a novembre abbiamo avuto il picco produttivo ed è cominciato a scendere progressivamente ma la domanda non è cresciuta per la mancanza del freddo e questo ha fatto schiantare i prezzi.

Questo dato è preso in esame per capire la possibilità di copertura per le società estrattive che senza coperture sarebbero in forti perdite, devo dire che un livello così basso mostra che il contago ormai è esaurito e questo potrebbe aiutare una facile ripresa delle quotazioni a livelli (5$???) tali dai quali possono ricominciare a coprirsi.
Bene, finisce anche questo articolo e vi posso assicurare che ci mettomolte ore a farlo anche in virtù del fatto che devo leggere molto per capire meglio la situazione………devo anche dirvi che non si riesce a capire il mercato e di come possa sostenere livelli di prezzo per mesi sotto i 4$….possiamo solo sperare che sia un ciclo a 10 anni.
saluti



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