Fren ha scritto:
A me non sembra cosi' chiara la situazione
Siamo inseriti in un expanding flat (max crescenti e min decrescenti) e manca un trend di breve, fra ieri e oggi vi era una scadenza ciclica per fare un minimo, e gli oscillatori che uso si stanno scaricando, l'RSI 14 è fuori dall'ipercomprato, ma se l'indice nei prossimi giorni salisse questo non aumenterebbe andando quindi in divergenza, preferisco però operare short seguendo quello che è il trend di medio.
fren fai un correlazione tra la chiusura del dj e il dato di ieri,
e capirai che non c'e' via di scampo nel breve....poi lo scalp da 100 pt. e' un'altro dicorso.
leggi anche questo ti aiutera'..a capire come hanno le mani legate anche sui tassi..
Sui tassi Greenspan non molla, ma nella Fed è scontro
Greenspan cerca di tenere duro sul taglio dei tassi
Ma il fronte dei falchi si sta allargando
Entro fine anno si scommette sullo 0,5% in meno
I margini di manovra, però, verrebbero azzerati
Tale è l’interesse sulle mosse che il Comitato Tassi (FOMC) della Federal Reserve prenderà il prossimo 6 novembre, che escono articoli a commento degli articoli scritti dai Fedwatchers. Costoro sono giornalisti particolarmente stimati per la loro specializzazione, che è quella di scrutare (watch) ogni accenno, dichiarazione o commento, pubblico o privato, che esca dalla bocca di Alan Greenspan e dei suoi colleghi del Board, che possano costituire una traccia utile a capire in anticipo come essi voteranno nel meeting. Naturalmente, il peso dell’opinione del leader è alla fine decisivo, ma il dissenso di un numero crescente di membri dal suo indirizzo può costituire la premessa per un cambio di atteggiamento successivo. L‘ultima volta, si ricorderà, la decisione di mantenere fermi i tassi all’1,75% era stata contrastata apertamente dal voto contrario di due commissari, ed è forse proprio per questo che negli ultimi giorni sono usciti articoli firmati da tre dei più stimati Fedwatchers che enfatizzano la chance di un taglio del costo del dollaro. Steve Beckner del Market News, John Barry del Washington Post e Greg Ip del Wall Street Journal (lo riporta il sito della CBS) sono significativamente arrivati alla stessa conclusione che entro l’anno la Fed potrebbe tagliare i tassi se l’economia non si rimette in sella in modo convincente. Tra gli operatori in bond, gli articoli sono stati presi come una imbeccata da parte della Banca Centrale, anche se non vengono citate dichiarazioni o informazioni insider che supportino la tesi della riduzione imminente. E il risultato di mercato è stato che i futures sui Federal Funds, ossia gli strumenti della speculazione sui cambi monetari, incorporporano ora nei prezzi la chance (la scommessa è due contro uno, ossia il 66%) che l’intervento ci sarà, e sarà di 50 centesimi. L’interazione tra le parole dei Fedwatchers e le quotazioni ballerine dei futures potrebbe far gridare addirittura all’insider trading, se non fosse che le uniche fonti citate nei giornali sono gli stessi membri della Federal Reserve, sia quelli con diritto di voto sia quelli esclusi dalla decisione, che parlano per lo più in audizioni pubbliche, Alan Greenspan in testa. Curioso però è che, nell’ultima decina di giorni, né il Maestro della Fed né il suo vice Roger Ferguson si siano espressi a favore di un taglio imminente, e che due membri con diritto di voto, i governatori delle Banche federali di New York e di Minneapolis hanno addirittura detto ufficialmente in discorsi delle ultime settimane che credono in una forte ripresa, a dispetto dei fiacchi dati macroeconomici dell’estate. E dunque? Sbagliano singolarmente all’unisono i tre Fedwatchers, o sanno più di quanto è noto al grande pubblico? Il Maestro è nel fronte delle colombe, di chi non vorrebbe arrivare alla grave decisione di tagliare per la dodicesima volta di fila i tassi già ora, portandoli a ridosso della soglia dell’1%, un livello non più elastico, e che toglierebbe l’ultima cartuccia alla Fed. E avendo citato, nell’ultimo bollettino di accompagnamento alla decisione di non muovere i tassi, i “rischi geopolitici” quale nuvola che potrebbe far grandinare sull’economia per cause esterne a quelle fisiologiche dell’occupazione, dei consumi e delle spese per investimenti, è probabile che il suo orientamento nei prossimi mesi continuerà ad essere quello di tenere le forbici a portata di mano nel caso di atti di guerra o di terrorismo che richiedano una terapia d’urgenza. Quale quella cui Greenspan ha fatto ricorso nel settembre e nell’ottobre 2001 con riduzioni da un punto secco. La differenza è che allora c’era più fieno in cascina.