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Raffica di notizie negative un po da tutto il mondo ![Roll Eyes :rolleyes: :rolleyes:](https://cdn.jsdelivr.net/joypixels/assets/8.0/png/unicode/64/1f644.png)
1) Crisi: per RBC Capital Markets più di 1000 banche Usa potrebbero fallire tra 3-5 anni
La storia si ripete? Secondo gli analisti della casa d'investimento RBC Capital Markets probabilmente la risposta è affermativa. Più di 1000 banche potrebbero fallire tra i prossimi tre e cinque anni a causa di perdite che dovrebbero aumentare e di problemi sempre più grandi. E' questa l'analisi effettuata da questi esperti. Il tasso di fallimenti potrebbe richiamare il collasso nel mondo finanziario, avvenuto tra il 1988 e il 1990 quando 1.386 casse di risparmio Usa fallirono secondo i dati dell'agenzia federale Usa che garantisce i depositi, la Federal Deposit Insurance Corp (Fdic). RBC aveva precedentemente previsto che 200 su 300 casse di risparmio sarebbero fallite nei prossimi anni. Tra gli anni ottanta e novanta in caso di fallimento di una banca il governo Usa si impegnò ad accollarsi la maggioranza delle perdite future dell'istituto.
2) No a ristrutturazione debito, banche russe restano sorvegliate speciali
Settore bancario russo sotto i riflettori. Il Governo russo ha infatti negato di stare considerando un piano di ristrutturazione del debito relativo al settore privato e di stare trattando questo tema con le banche estere. Indiscrezione che questa mattina ha messo sotto pressione l'euro.
"Il Governo della Federazione russa non prevede di considerare il tema della ristrutturazione del debito corporate delle banche e delle aziende russe", ha assicurato oggi il ministro delle Finanze, Alexei Kudrin. "Non ci sono piani del Governo di questo tipo. Le notizie su trattative con le banche estere su un piano di ristrutturazione (del debito) non riflettono la realtà", aveva detto poco prima il portavoce Dmitry Peskov.
Anche l'Association of Regional Banks ha smentito di aver chiesto al Governo russo di rinegoziare il debito da 400 miliardi di dollari con le banche internazionali. Peraltro la situazione del sistema finanziario russo rimane molto incerta. Le banche hanno già ottenuto 50 miliardi di dollari di aiuti dal overno attraverso la Veb (la banca per lo sviluppo russa) per rifinanziare il debito in scadenza nel 2008.
Tuttavia, in ambienti ufficiali erano circolate voci di una possibile sostituzione della facility da 50 miliardi con garanzie governative, possibilità subito negata dal ministro delle Finanze, Alexei Kudrin. Smentite a parte, resta sul tavolo un problema non da poco, come il rollover sul debito pari a zero. Nel 2009 il debito in scadenza è infatti pari a circa 141 miliardi di dollari.
Nel quarto trimestre 2008, secondo i dati di Fitch, il settore privato russo ha contratto debiti per 36 miliardi, contro pagamenti prefissati per rimborsi pari a 48 miliardi. A differenza degli altri mercati emergenti, dove il rollover è intorno all'80% o più, in Russia è pari a zero.
Parte del problema è anche il moral hazard con cui le banche estere e i creditori russi vorrebbero forzare il Governo a rifinanziare, mentre le banche occidentali disinvestono. Per il momento lo Stato rifiuta qualsiasi ipotesi di garanzia del debito, ma la situazione resta sotto osservazione, anche perchè se dovesse rendersi necessario un altro intervento a favore del settore privato sarebbe un guaio per il rublo, per la Russia in generale e per l'euro a causa dell'esposizione delle banche europee verso la Russia.
E nel frattempo si spera nei piani..
Sempre più concreta l'ipotesi di una bad bank europea, solo che nessuno vuole metterci i soldi però tutti vogliono mollare i titoli spazzature dei loro campioni nazionali.
Cosa ne uscirà?
Banche, Ecofin adotta linee guida su gestione asset tossici
10/02/2009 13.40
L'Ecofin ha approvato le linee guida per la gestione degli asset tossici e deteriorati delle banche. Queste linee guida, presentate dalla Commissione Ue, sono state giudicate "benvenute" dall'Ecofin, ha indicato il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.
La Commissione europea suggerisce in pratica che sugli istituti finanziari del Vecchio Continente si faccia pressione, in tempi rapidi, perché dichiarino quanti asset tossici hanno iscritti a bilancio e se intendono avere accesso agli aiuti pubblici al settore.
Non si è però arrivati già oggi a un'intesa in termini concreti, anche perché le indicazioni della Commissione Ue lasciano a ciascun Paese ampio margine di manovra, limitandosi a indicare una serie di strumenti e non una singola soluzione. "Il lavoro tecnico continua perchè si tratta di una questione tecnicamente molto complessa, sarà questione di giorni" per concluderlo, ha confermato Grilli.
La questione centrale, ha specificato, è che sia assicurato un terreno di "gioco comune" in modo da non creare distorsioni nel mercato. Si continuerà quindi a discutere questo fine settimana, in occasione dell'incontro del G7 a Roma. Bruxelles in particolare, riporta l'agenzia Radiocor, ha definito tre modelli per gestire la partita degli asset tossici e deteriorati delle banche: bad bank, schemi di assicurazione contro le perdite o una combinazione dei primi due.
La prima soluzione implica la separazione degli asset deteriorati dagli asset buoni all'interno di una banca o nel settore bancario di un Paese nel suo complesso. Può essere creata una società di gestione per ogni banca nella quale vengono trasferiti gli asset con la gestione della banca madre e possibili perdite ripartite tra questa e lo Stato.
Oppure lo Stato può stablire una istituzioni ad hoc (aggregator bank) per acquistare gli asset permettendo alle banche di tornare al normale comportamento finanziario liberate dal deprezzamento dei titoli. Lo schema di assicurazione comporta che la banca continua a detenere gli asset deteriorati nel bilancio ma questi sono indennizzati contro le perdita dallo Stato in tutto o in parte.
Comunque i programmi di sostegno per gli asset danneggiati ("impaired" l'aggettivo scelto dalla Commissione Ue) dovrebbero prevedere una finestra di accesso limitata a sei mesi, in modo da non incentivare le banche a posticipare la comunicazione nella speranza di ottenere più tardi maggiori aiuti.
Le misure di compensazione potrebbero prevedere il ridimensionamento o il disinvestimento di unità o controllate in utile, mentre la remunerazione dei manager e la politica di dividendi dovranno essere allineate in modo da garantire il rispetto degli obiettivi politici pubblici sugli interventi di Stato. La distribuzione dei dividendi dovrà essere limitata.
E se a livello di principio generale, la valutazione degli asset tossici dovrebbe essere portata avanti e certificata da un esperto indipendente e convalidata da rilevanti autorità di supervisione o un organismo ufficiale alternativo designato dallo Stato prima di iniziare il programma, il programma dovrebbe alla fine prevedere che il sistema bancario torni a finanziare l'economia reale.
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1) Crisi: per RBC Capital Markets più di 1000 banche Usa potrebbero fallire tra 3-5 anni
La storia si ripete? Secondo gli analisti della casa d'investimento RBC Capital Markets probabilmente la risposta è affermativa. Più di 1000 banche potrebbero fallire tra i prossimi tre e cinque anni a causa di perdite che dovrebbero aumentare e di problemi sempre più grandi. E' questa l'analisi effettuata da questi esperti. Il tasso di fallimenti potrebbe richiamare il collasso nel mondo finanziario, avvenuto tra il 1988 e il 1990 quando 1.386 casse di risparmio Usa fallirono secondo i dati dell'agenzia federale Usa che garantisce i depositi, la Federal Deposit Insurance Corp (Fdic). RBC aveva precedentemente previsto che 200 su 300 casse di risparmio sarebbero fallite nei prossimi anni. Tra gli anni ottanta e novanta in caso di fallimento di una banca il governo Usa si impegnò ad accollarsi la maggioranza delle perdite future dell'istituto.
2) No a ristrutturazione debito, banche russe restano sorvegliate speciali
Settore bancario russo sotto i riflettori. Il Governo russo ha infatti negato di stare considerando un piano di ristrutturazione del debito relativo al settore privato e di stare trattando questo tema con le banche estere. Indiscrezione che questa mattina ha messo sotto pressione l'euro.
"Il Governo della Federazione russa non prevede di considerare il tema della ristrutturazione del debito corporate delle banche e delle aziende russe", ha assicurato oggi il ministro delle Finanze, Alexei Kudrin. "Non ci sono piani del Governo di questo tipo. Le notizie su trattative con le banche estere su un piano di ristrutturazione (del debito) non riflettono la realtà", aveva detto poco prima il portavoce Dmitry Peskov.
Anche l'Association of Regional Banks ha smentito di aver chiesto al Governo russo di rinegoziare il debito da 400 miliardi di dollari con le banche internazionali. Peraltro la situazione del sistema finanziario russo rimane molto incerta. Le banche hanno già ottenuto 50 miliardi di dollari di aiuti dal overno attraverso la Veb (la banca per lo sviluppo russa) per rifinanziare il debito in scadenza nel 2008.
Tuttavia, in ambienti ufficiali erano circolate voci di una possibile sostituzione della facility da 50 miliardi con garanzie governative, possibilità subito negata dal ministro delle Finanze, Alexei Kudrin. Smentite a parte, resta sul tavolo un problema non da poco, come il rollover sul debito pari a zero. Nel 2009 il debito in scadenza è infatti pari a circa 141 miliardi di dollari.
Nel quarto trimestre 2008, secondo i dati di Fitch, il settore privato russo ha contratto debiti per 36 miliardi, contro pagamenti prefissati per rimborsi pari a 48 miliardi. A differenza degli altri mercati emergenti, dove il rollover è intorno all'80% o più, in Russia è pari a zero.
Parte del problema è anche il moral hazard con cui le banche estere e i creditori russi vorrebbero forzare il Governo a rifinanziare, mentre le banche occidentali disinvestono. Per il momento lo Stato rifiuta qualsiasi ipotesi di garanzia del debito, ma la situazione resta sotto osservazione, anche perchè se dovesse rendersi necessario un altro intervento a favore del settore privato sarebbe un guaio per il rublo, per la Russia in generale e per l'euro a causa dell'esposizione delle banche europee verso la Russia.
E nel frattempo si spera nei piani..
Sempre più concreta l'ipotesi di una bad bank europea, solo che nessuno vuole metterci i soldi però tutti vogliono mollare i titoli spazzature dei loro campioni nazionali.
Cosa ne uscirà?
Banche, Ecofin adotta linee guida su gestione asset tossici
10/02/2009 13.40
![1-ecofin.jpg](/proxy.php?image=http%3A%2F%2Fwww.milanofinanza.it%2Fupload%2Fimg%2FTMFI%2F200902101343108543%2F1-ecofin.jpg&hash=654bab8a745d01ea7b7ad395cf79c51c)
La Commissione europea suggerisce in pratica che sugli istituti finanziari del Vecchio Continente si faccia pressione, in tempi rapidi, perché dichiarino quanti asset tossici hanno iscritti a bilancio e se intendono avere accesso agli aiuti pubblici al settore.
Non si è però arrivati già oggi a un'intesa in termini concreti, anche perché le indicazioni della Commissione Ue lasciano a ciascun Paese ampio margine di manovra, limitandosi a indicare una serie di strumenti e non una singola soluzione. "Il lavoro tecnico continua perchè si tratta di una questione tecnicamente molto complessa, sarà questione di giorni" per concluderlo, ha confermato Grilli.
La questione centrale, ha specificato, è che sia assicurato un terreno di "gioco comune" in modo da non creare distorsioni nel mercato. Si continuerà quindi a discutere questo fine settimana, in occasione dell'incontro del G7 a Roma. Bruxelles in particolare, riporta l'agenzia Radiocor, ha definito tre modelli per gestire la partita degli asset tossici e deteriorati delle banche: bad bank, schemi di assicurazione contro le perdite o una combinazione dei primi due.
La prima soluzione implica la separazione degli asset deteriorati dagli asset buoni all'interno di una banca o nel settore bancario di un Paese nel suo complesso. Può essere creata una società di gestione per ogni banca nella quale vengono trasferiti gli asset con la gestione della banca madre e possibili perdite ripartite tra questa e lo Stato.
Oppure lo Stato può stablire una istituzioni ad hoc (aggregator bank) per acquistare gli asset permettendo alle banche di tornare al normale comportamento finanziario liberate dal deprezzamento dei titoli. Lo schema di assicurazione comporta che la banca continua a detenere gli asset deteriorati nel bilancio ma questi sono indennizzati contro le perdita dallo Stato in tutto o in parte.
Comunque i programmi di sostegno per gli asset danneggiati ("impaired" l'aggettivo scelto dalla Commissione Ue) dovrebbero prevedere una finestra di accesso limitata a sei mesi, in modo da non incentivare le banche a posticipare la comunicazione nella speranza di ottenere più tardi maggiori aiuti.
Le misure di compensazione potrebbero prevedere il ridimensionamento o il disinvestimento di unità o controllate in utile, mentre la remunerazione dei manager e la politica di dividendi dovranno essere allineate in modo da garantire il rispetto degli obiettivi politici pubblici sugli interventi di Stato. La distribuzione dei dividendi dovrà essere limitata.
E se a livello di principio generale, la valutazione degli asset tossici dovrebbe essere portata avanti e certificata da un esperto indipendente e convalidata da rilevanti autorità di supervisione o un organismo ufficiale alternativo designato dallo Stato prima di iniziare il programma, il programma dovrebbe alla fine prevedere che il sistema bancario torni a finanziare l'economia reale.