Che ne pensate, anche in chiave di trading speculativo, del covered bond Unicredit a 5 anni (penso) t.v. rendimento lordo 98 punti base sopra il mid swap corrispondente periodo, che dovrebbe essere quotato per il retail a partire dal 9/10 settembre sul tlx (almeno a detta di Bnl) ? 
GRAZIE ANTICIPATAMENTE
		
		
	 
	
		
	
	
		
		
			Il livello di sicurezza è elevato... se il rendimento soddisfa... 
 
In chiave speculativa, dipenderà dalle aspettative sui tassi nei prsossimi mesi: potrebbe rivelarsi una buona scelta ove queste peggiorassero (e dipenderà dai dati macro).
		
 
Visto che se ne sta parlando di Unicredit, posto una notizia appena letta sul Sole:
La Consob in campo per sondare il peso dei libici in UniCredit 
La Libia sotto i riflettori, e non solo per la visita di stato del  colonnello Gheddafi. La Consob vuole vederci chiaro sull'ultimo blitz  estivo che ha portato i libici a salire al 7% del capitale di UniCredit,  sebbene la partecipazione sia spaccata tra due entità formalmente  distinte, la Banca centrale libica che detiene il 4,99% e la Libyan  investment authority, il fondo governativo che a inizio agosto ha  comunicato di aver superato la soglia rilevante con una partecipazione  del 2,075%.
 	 
		 
	  
 
  Alla Lega piace poco l'idea che Tripoli sia diventato di fatto il  primo azionista e sul tema, prendendola alla larga, è tornato ieri il  sindaco di Verona, Flavio Tosi (il Comune esprime diversi consiglieri  nella Fondazione Cariverona, col 4,98% primo azionista italiano del  gruppo guidato da Alessandro Profumo). «Dobbiamo vedere il piano di  riorganizzazione di UniCredit e la gestione degli esuberi previsti, cioè  come in concreto verranno fatti, ma soprattutto a noi interessa dove  verranno fatti», ha messo le mani avanti Tosi, intervendo a Radio 24.
  «I piani strategici li decide il consiglio di amministrazione, ma  se lì c'è una presenza rilevante di soci poco legati al territorio,  questi potrebbero avere delle strategie più ciniche e meno disponibili a  mediare le istanze con il territorio», ha aggiunto il sindaco veneto.  Con evidente riferimento ai soci libici visto che l'altro esponente  della finanza araba, Aabar investments, il fondo sovrano di Abu Dhabi,  titolare del 4,99% del capitale, non ha rappresentanti nel board e  neppure, a quanto risulta, li avrebbe chiesti.
  A far da contraltare le dichiarazioni del ministro degli Esteri,  Franco Frattini, che ha assicurato che l'Italia garantirà la «massima  trasparenza di tutte le partecipazioni» della Libia nelle società della  Penisola. «Abbiamo istituito proprio al ministero degli Affari esteri un  comitato strategico per la presenza dei fondi sovrani» ha ricordato il  titolare della Farnesina. «Vogliamo garantire che le procedure siano  trasparenti e conformi alle regole internazionali. Lo abbiamo sempre  fatto, ad esempio con il Qatar e il Kuwait e lo faremo anche con la  Libia». 
Nello specifico il nodo da sciogliere però è se i due soci libici  debbano considerarsi collegati, dal momento che l'articolo 5 dello  statuto di UniCredit, come eredità della privatizzazione degli anni '90,  ancora pone un tetto del 5% ai diritti di voto, stabilendo che si debba  tener conto della «partecipazione azionaria complessiva facente capo al  controllante, persona fisica o giuridica o società, a tutte le  controllate dirette o indirette e alle collegate», ma non delle azioni  detenute da «fondi comuni di investimento gestiti da società controllate  o collegate».
  Si applica o no il tetto alle quote libiche? UniCredit ha lasciato  che a parlare fossero le comunicazioni ufficiali degli azionisti, ma di  fatto non ha avuto nulla da eccepire al rafforzamento del presidio di  Tripoli nel capitale. Che peraltro, secondo l'ultima mappatura  pubblicata sul sito del gruppo, vede a fine 2009 il sorpasso degli  investitori esteri su quelli italiani: 59% contro 41 per cento.
  La Consob però non è stata a guardare. Spacchettando  l'investimento è stato aggirato il divieto a superare il 5% dei diritti  di voto? Alcuni elementi farebbero presumere un collegamento di fatto  tra le due entità, e non solo perchè il governatore della banca  centrale, Farhat Bengdara, vice-presidente di UniCredit, siede anche nel  board della Lia. Ma per evitare il processo indiziario, la Commissione  avrebbe chiesto direttamente ai due soci libici di dichiarare la natura  dei loro rapporti. La risposta dovrebbe arrivare a giorni.