Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (2 lettori)

russiabond

Il mito, la leggenda.
ottima news...diciamo che sta prendendo forma la previsione di Russiabond..
Ma non ho capito una cosa che non c'entra con l'articolo...quanto ammonta la percentuale per far scattare le CAC? non si riesce a sapere? 25 o 50?
Seconda convocazione non so se sia il termine giusto... 25% come dice give io avevo capito altro su un discorso indiretto... :D
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
«Soci BpVi e Vb, cosa si può fare (e non fare)»
manifestazione risparmi rubati banche popolari treviso
Riceviamo e pubblichiamo una nota del vicepresidente di Assopopolari Venete, Francesco Celotto.

La assopopolari venete sentendo contrastanti (spesso non fondati sui fatti) pareri in merito alle azioni che i soci possono portare avanti per recuperare i soldi persi ritiene doveroso precisare quanto segue:

1) L’azione penale e la relativa costituzione di parte civile non comporta automaticamente alcun risarcimento in capo al socio insinuatosi nell’eventuale procedimento penale contro le due banche. Nel caso in cui le parti vengano rinviate a giudizio per ostacolo alla vigilanza i soci non si possono costituire parte civile (in tal caso lo è la Banca d’Italia), mentre nel caso di rito abbreviato (patteggiamento) non è possibile la costituzione di parte civile. Nel processo penale gli eventuali definitivi risarcimenti per i soci verranno riconosciuti solo in terzo grado, quindi dopo anni. In primo grado il giudice liquida eventualmente, per le parti civili, solo una provvisionale che è di norma molto inferiore a quanto investito dai soci. In molto casi poi (ad esempio nel caso i giudizi cadano in prescrizione) il giudice penale rinvia per la liquidazione del danno alle parti (i soci) ad un separato procedimento in sede civile;

2) L’azione civile pur se più lunga e costosa può garantire un maggior ristoro al socio di Veneto Banca o Banca Popolare di Vicenza. Si prescrive in 10 anni per cui è valida (per vizi contrattuali) per il socio che ha acquistato le azioni dal 2006 in poi. La azione civile per essere espletata in giudizio prevede la attivazione obbligatoria (è condizione di procedibilità) della mediazione presso l’organo forense o l’arbitrato presso il gran giurì bancario o presso la Consob. Questo ultimo sarà attivato a partire dal 2017. Chi accetta l’arbitrato non può proseguire nella causa civile;

3) I tavoli di conciliazione non sono ufficialmente ancora partiti ma non crediamo porteranno a nulla di concreto per i vecchi soci in quanto le due banche hanno destinato pochi fondi per gli stessi a fronte di quasi 10.000 reclami. Chi accetterà riceverà pochi spiccioli. Ai tavoli potranno essere presenti solo le associazioni dei consumatori per cui il socio per farsi rappresentare dovrà essere iscritto.

Secondo alcuni rumors Veneto Banca si appresterebbe a offrire ai vecchi soci una obbligazione zero coupon a lunga scadenza per ristorarli delle perdite subite. Si tratta per ora solo di voci senza alcun concreto fondamento. Tale proposta riprende, di fatto, quella avanzata dalla nostra associazione per ristorare, in parte, le perdite subite dai vecchi soci. Riteniamo utile chiarire quanto sopra per presentare un quadro quanto più fedele delle azioni possibili di fronte alla ridda di idee e proposte, spesso senza fondamento o distorte, che sentiamo circolare presentate, a volte, non senza interesse, dai vari gruppi che non porteranno nulla nelle tasche dei vecchi soci delle Popolari.

Serve chiarezza e servirebbe, ahime, unione tra i gruppi e le associazioni dei soci. Invece ogni gruppo porta avanti le proprie idee disperdendo le energie spesso in azioni di dubbia utilità. Ricordo infine che il caso dei soci delle Popolari Venete è molto diverso da quello degli obbligazionisti di Banca Etruria, Carife, CariChieti e Banca Marche: in quel caso si trattava di obbligazionisti. Nel nostro caso si tratta di soci che hanno investito in titoli o quote di società. Titoli che di fatto sono simili alle azioni, rappresentando un capitale di rischio.

Francesco Celotto
 

Fabrib

Forumer storico
MF:
Pop Vicenza, BonelliErede al lavoro sulle cause Lo studio legale avrebbe elaborato una strategia per affrontare le vertenze contro la banca. Sarà discussa oggi in cda Gualtieri a pagina 3
 

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Il mito, la leggenda.
Venete, prima i piani e poi il partner–Katy Mandurino Martedí 11 Ottobre 2016

Atlante, che in Veneto Banca e Popolare di Vicenza ha iniettato aumenti di capitale per 2,5 miliardi di euro divenendone il proprietario, prende tempo e studia le mosse future, intenzionato a non ricavare da una possibile vendita - l’interesse dei fondi è noto da tempo - meno di quanto abbia speso, ma cosciente, nel contempo, che l’ingresso di un nuovo socio e nuova liquidità permetterebbe il risanamento, anche a costo di sacrifici impopolari, e accelererebbe l’uscita di scena di Atlante. Per questo c’è attesa per i piani industriali che presenteranno a fine mese i due istituti: ieri si è fatto il punto a Montebelluna, oggi è il turno della Popolare di Vicenza. Sempre ieri il consiglio di amministrazione di Veneto Banca ha messo a punto gli estremi per l’avvio dei tavoli di conciliazione e ha esaminato i regolamenti dell’organico. Oggi, invece, a Vicenza si procederà alla seconda parte di discussione sul nuovo piano industriale e anche ad approvare tempi e modi per i tavoli di conciliazione.
 

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Il mito, la leggenda.
Banca Nuova, l’altra spina nel fianco di Bpvi

L’AUDIT PER SCIOGLIERE IL CDA DELLA CONTROLLATA (AL 100%) È STATO AFFIDATO A DELOITTE, ANCHE PER LE RITROSIE E PAURE SORTE IN CITTÀ. SERVIRÀ A CAPIRE QUANTI NPL “SICILIANI” FINIRANNO NELLA BAD COMPANY DI GRUPPO, E SE SI PUÒ VENDERE IL RESTO

Andrea Greco10 Ottobre 2016

2' di lettura

<p>Milano Q uando la rinnovata Banca popolare di Vicenza si è presentata al pubblico, nella conferenza stampa del 7 luglio, uno dei punti fondamentali fu trasmettere l’idea che trasparenza e controllo dei rischi fossero il fulcro della discontinuità con la gestione di Gianni Zonin, che avrebbe portato dritto al fallimento senza l’intervento del fondo Atlante oggi socio unico. Nella conferenza stampa seguita alla nomina assembleare del nuovo cda, a fianco del presidente Gianni Mion e dell’amministratore delegato Francesco Iorio sedevano proprio i tre responsabili di controlli e rischi: Napoleone Francesco Barberio (audit interno), Eleonora Pezzino (compliance e antiriciclaggio), Alberto Piazza Spessa (gestione rischi). «Questi sono i signori fondamentali per fare bene questo mestiere », disse presentandoli lo storico braccio destro di Gilberto Benetton. Ma le cose non sono così facili come si potrebbe dire o pensare. Specie se sei una banca in Italia: come testimonia la storia che segue. Nell’affannoso lavoro per ristrutturare il gruppo Popolare di Vicenza si è subito aperto il dossier Banca Nuova, un centinaio di sportelli retaggio dell’avventura siciliana che Zonin intraprese 18 anni fa, dapprima come vignaiolo comprando il feudo dei principi Lanza di Scalea a Riesi, poco dopo con la nascita del polo bancario che negli anni ha fatto concorrenza a Banca di Sicilia (Unicredit) nella presenza sul territorio e nel cuore dei maggiorenti della politica e degli affari dell’isola. Senonché, come ha detto Iorio, «l’errore di diventare nazionali, commesso da molti, non ha portato a nulla e ha fatto perdere l’anima». L’anima e altri soldi: nel 2015 Banca Nuova è in rosso per 149 milioni, decuplicato rispetto all’anno prima a causa di «rettifiche di valore da deterioramento su crediti aumentate del 53%, nonché dell’integrale svalutazione degli avviamenti» (per 110 milioni). Il patrimonio netto, riporta sempre il bilancio, si è pertanto dimezzato a 158 milioni, con il Cet1 sceso a un pericoloso 6,74%.

Per rimediare e «ricondurre i coefficienti della controllata a un livello di equilibrio», la capogruppo vicentina nel giugno 2016 ha dovuto ricapitalizzare per 50 milioni Banca Nuova, convertendo in sue azioni certi crediti dell’ex collegata e ora controllata San Marco srl. Nelle vie di Vicenza si racconta che la prima intenzione dei nuovi padroni fosse convocare un’assemblea straordinaria e revocare il cda di Banca Nuova, doppione e fonte di costi dato che il controllo è al 100% (sembra un po’ il rapporto Parlamento- Assemblea Regionale Siciliana, di cui Banca Nuova è l’istituto di riferimento). Ma prima di far questo si è ritenuto di svolgere un audit, per avere miglior contezza di quel che c’è dentro la controllata, che a fine 2015 aveva 2,8 miliardi di impieghi e un costo del rischio di ben 320 punti base. Senonché sono passate le settimane fino all’estate e la struttura di controllo interno a Vicenza, composta di una cinquantina di persone, non avrebbe saputo formare la squadra da inviare a Palermo per fare le pulci ai conti. Dietro le quinte bancarie al ritardo si danno due spiegazioni: la scarsa fiducia in molti dei controllori interni che sono in auge fin dall’epoca Zonin, e il timore che un’ispezione troppo severa potesse avere conseguenze sulla loro incolumità personale. In Sicilia anche le storie di credito a volte diventano storie di violenza mafiosa. La capogruppo non ha voluto commentare queste voci. Sta il fatto che dell’audit siciliano è stata incaricata la società esterna di revisione Deloitte. La disamina dei crediti di Banca Nuova permetterà di capire quanti di essi finiranno nella bad company di cui presto si occuperà l’altro braccio del fondo Atlante, quello che sta acquistando sofferenze per miliardi da Mps, dalle due banche venete Vicenza e Veneto e - forse - dalle 4 good bank. Prima di fine anno il dossier Banca Nuova dovrebbe comunque confluire nel piano strategico della Vicenza, imperniato sulla cessione di 1,9 miliardi di sofferenze e sul relativo aumento di capitale. Ma nel piano per voltare pagina ci saranno altri sigilli alla grandeur di Zonin (non solo quella siciliana): come la vendita degli immobili del gruppo, valutati quasi un miliardo e in conferimento a un fondo ad hoc; o la valorizzazione del patrimonio artistico, altra passione dell’ex presidente che avrebbe accumulato opere per una sessantina di milioni (Sotheby’s ha in corso la stima). Quadri pregiati, l’intera collezione di medaglie d’oro dei dogi veneziani e altro. Gran parte dei pezzi, però, è vincolata dalla Sovrintendenza e inalienabile
 

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