Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (1 Viewer)

russiabond

Il mito, la leggenda.
ancora 1 lotto Vicenzona BUY OTC a 92,50

adesso di LT 2 di Vicenza 9,50% ho 2 Lotti da 100K prezzo medio di carico ora 96,90 circa

2 lotti da 50K della 2017 @81,35 circa

e 1 Lotto di Veneto @97,75
 

Rottweiler

Forumer storico
Ho trovato il tempo di dare un’occhiata al bilancio di BPVi e mezza occhiata al bilancio di VB (semestrali 2015).
Trascrivo qui alcune mie note raccolte a proposito del primo.

Non ho la pretesa di esporre un’analisi compiuta, ma solo di innescare un confronto su uno dei principali temi che determineranno il futuro della banca: il suo bilancio più recente.

Ricordo che la semestrale è stata predisposta dal nuovo management e che tiene conto dell’esito dell’ispezione BCE.
Le informazioni disponibili non assicurano la totale visibilità dei conti aziendali, ma rappresentano di certo una base affidabile. La differenza rispetto ad altre (recenti) situazioni, nelle quali si era costretti ad ogni sorta di acrobazia per tentare di intuire la realtà dei conti, appare evidente e rende più sensato un tentativo di “intelligence”.

1)Conto economico

+nell’attuale contesto di tassi molto bassi i proventi operativi reggono abbastanza bene (leggera flessione). Molto meno brillanti gli oneri operativi, in crescita. E’ evidente che il vecchio management non ha mai imparato a lavorare sui costi. Il cost/income al 60.8% è lì a dimostrarlo.

+da un primo confronto con le equivalenti voci della banca retail italiana per eccellenza (Intesa) il margine di interesse non si paragona troppo sfavorevolmente. Meno bene le commissioni, a dimostrazione che la banca non ha la cultura del servizio.

+le rettifiche hanno determinato il risultato pesantemente negativo (si veda più sotto).

2)Voci importanti dello stato patrimoniale (soprattutto per cercare di capire dove possano nascondersi le insidie)

+anche se in calo, raccolta diretta e indiretta non evidenziano motivi di preoccupazione

+il complesso delle Attività finanziarie misurate a fair value ha visto l’aumento, rispetto al bilancio 2014, del Livello 3. Non è escluso che qui possa emergere qualche “scoria”. Non si tratta, in ogni caso, di somme elevatissime.

+è aumentato considerevolmente fondo rischi e oneri per tener conto dei
costi innescati dalle richiesta danno prevedibili nella triste vicenda soci-finanziati.

+è abbattuto l’80% delle attività immateriali.

+le attività fiscali sono, ovviamente, aumentate. Si spera che i prossimi bilanci non portino ad impairments parziali di questa voce.

+visto che le società con problemi ricorrono, giustamente, ad alleggerirsi cedendo rami o partecipazioni, è normale cercare cosa possa essere oggetto di cessione. La semestrale evidenzia una sola vera partita, ancorchè significativa: la quota in ICBPI sarà venduta (accordo già definito e in attesa solo delle autorizzazioni) a brevissimo, con una plusvalenza di circa 160 mln. Non porterebbe alcun beneficio (anzi) la vendita della partecipata Società Cattolica di Assicurazione.

+l’esperienza insegna che i crediti deteriorati nascondono i bubboni maggiori. Va innanzitutto annotato che la BCE è intervenuta pesantemente in questo ambito, imponendo rettifiche per circa 700 mln. Va aggiunto che nemmeno dopo queste azioni la banca può dire di vantare una situazione totalmente rassicurante. Se si confrontano gli indici di prammatica (% copertura, crediti netti/crediti totali) appare evidente che la banca non è stata perfettamente “purificata”. Su questo aspetto si veda il paragrafo successivo.

3)Patrimonio netto e ratios di capitale

+per il CET1 vanno distinti i valori a bilancio (2954 mln) da quelli “ripuliti” dal filtro imposto dalla BCE (1783 mln). La differenza è elevatissima e tiene conto del capitale aggiuntosi in maniera illegale, e “cassato” dalla BCE. Si spiega così perché il CET1 ratio sia crollato al 6.81%.

+la banca ricorda che con la cessione della quota di ICBPI il CET1 ratio risalirebbe sopra l’8%. Questo è verosimile, visto che la cessione farebbe aumentare il numeratore e diminuire il denominatore.

+appare evidente come il turn-around della banca sia stato pianificato in due tempi. In un primo tempo, pulizia e aumento di capitale riporterebbero la nave sopra la linea di galleggiamento; in un secondo tempo sarebbero previsti altri due interventi, simili, anche se di minore entità, ai precedenti: un’ulteriore spazzolata e un secondo aumento di capitale.
Appare velleitario immaginare che il primo aumento di capitale sia del tutto risolutivo. Occorre invece chiedersi, con realismo, se il processo in due tempi riceverà il dovuto supporto.

4)BCE, piano 2015-2020, nuovo management

+è fondamentale che l’intervento della BCE, già parzialmente metabolizzato nei conti, sia avvenuto prima della presentazione della semestrale. Se questo non fosse già avvenuto oppure se ci si trovasse alle prese con il black-out post-commissariamento di BdI, sarebbe infinitamente più aleatorio qualsiasi tentativo di decifrare i conti.
Sulla base di tali conti, appare ragionevole attendersi che per un’analisi degli eventuali ostacoli sul turn-around si debba guardare meno ai contenuti del business (e quindi all’Europa), ma più ad altri fattori (AUC).
I requisiti del SREP appaiono “benevoli”.

+il piano industriale non fornisce molti elementi. Importante l’annuncio di voler semplificare (=alleggerire) la struttura, certamente suscettibile di permettere significative riduzioni di costo. Velleitaria l’intenzione di rispettare il dividend payout dell’80% a partire dal 2017.
L’aumento di 13 punti del CET1 ratio (al 6.94%) alla fine del terzo trimestre 2015, segnalato in un documento ufficiale della banca, è già un piccolo segnale positivo.

+sarebbe interessante trovare nel CV di Francesco Iorio esperienze di risanatore. Al momento non è dato sapere, anche se la provenienza da UBI Banca dovrebbe essere confortante. Lo stesso dicasi per il resto del top management, rinnovato per circa la metà (al momento…).

5)Conclusioni

+a favore di un investimento (non nel titolo azionario, quando sarà disponibile!):
1)l’importante opera di pulizia effettuata. La banca appare sana di fondo, a dispetto della presenza di alcuni bocconi ancora indigeribili;
2)il benestare implicito della BCE al piano di “recovery”;
3)la presenza, anche se in forma “preliminare”, di Unicredit (per l’AUC) e del consorzio di garanzia per il “contestuale” ingresso in borsa;
4)l’importanza della banca, l’ottava in Italia.

+a sfavore:
1)non si può escludere la totale irrazionalità dei soci chiamati a votare trasformazione e AUC;
2)l’insorgere di iniziative legali con ricadute di molto superiori al prevedibile
3)la presenza, sepolta in una cassaforte in stile MPS, di qualche scheletro sfuggito al nuovo management e alla BCE.

La decisione se e quanto investire nelle obbligazioni della banca dipende pertanto dall’importanza che ognuno di noi annette a queste considerazioni. Le quali sono, ovviamente, opinabili o possono derivare da dati letti male. Ringrazio in anticipo chi mi aiuterà a correggere le une e gli altri.
 

darkog

In Hoc Signo Vince..
Ho trovato il tempo di dare un’occhiata al bilancio di BPVi e mezza occhiata al bilancio di VB (semestrali 2015).
Trascrivo qui alcune mie note raccolte a proposito del primo.

Non ho la pretesa di esporre un’analisi compiuta, ma solo di innescare un confronto su uno dei principali temi che determineranno il futuro della banca: il suo bilancio più recente.

Ricordo che la semestrale è stata predisposta dal nuovo management e che tiene conto dell’esito dell’ispezione BCE.
Le informazioni disponibili non assicurano la totale visibilità dei conti aziendali, ma rappresentano di certo una base affidabile. La differenza rispetto ad altre (recenti) situazioni, nelle quali si era costretti ad ogni sorta di acrobazia per tentare di intuire la realtà dei conti, appare evidente e rende più sensato un tentativo di “intelligence”.

1)Conto economico

+nell’attuale contesto di tassi molto bassi i proventi operativi reggono abbastanza bene (leggera flessione). Molto meno brillanti gli oneri operativi, in crescita. E’ evidente che il vecchio management non ha mai imparato a lavorare sui costi. Il cost/income al 60.8% è lì a dimostrarlo.

+da un primo confronto con le equivalenti voci della banca retail italiana per eccellenza (Intesa) il margine di interesse non si paragona troppo sfavorevolmente. Meno bene le commissioni, a dimostrazione che la banca non ha la cultura del servizio.

+le rettifiche hanno determinato il risultato pesantemente negativo (si veda più sotto).

2)Voci importanti dello stato patrimoniale (soprattutto per cercare di capire dove possano nascondersi le insidie)

+anche se in calo, raccolta diretta e indiretta non evidenziano motivi di preoccupazione

+il complesso delle Attività finanziarie misurate a fair value ha visto l’aumento, rispetto al bilancio 2014, del Livello 3. Non è escluso che qui possa emergere qualche “scoria”. Non si tratta, in ogni caso, di somme elevatissime.

+è aumentato considerevolmente fondo rischi e oneri per tener conto dei
costi innescati dalle richiesta danno prevedibili nella triste vicenda soci-finanziati.

+è abbattuto l’80% delle attività immateriali.

+le attività fiscali sono, ovviamente, aumentate. Si spera che i prossimi bilanci non portino ad impairments parziali di questa voce.

+visto che le società con problemi ricorrono, giustamente, ad alleggerirsi cedendo rami o partecipazioni, è normale cercare cosa possa essere oggetto di cessione. La semestrale evidenzia una sola vera partita, ancorchè significativa: la quota in ICBPI sarà venduta (accordo già definito e in attesa solo delle autorizzazioni) a brevissimo, con una plusvalenza di circa 160 mln. Non porterebbe alcun beneficio (anzi) la vendita della partecipata Società Cattolica di Assicurazione.

+l’esperienza insegna che i crediti deteriorati nascondono i bubboni maggiori. Va innanzitutto annotato che la BCE è intervenuta pesantemente in questo ambito, imponendo rettifiche per circa 700 mln. Va aggiunto che nemmeno dopo queste azioni la banca può dire di vantare una situazione totalmente rassicurante. Se si confrontano gli indici di prammatica (% copertura, crediti netti/crediti totali) appare evidente che la banca non è stata perfettamente “purificata”. Su questo aspetto si veda il paragrafo successivo.

3)Patrimonio netto e ratios di capitale

+per il CET1 vanno distinti i valori a bilancio (2954 mln) da quelli “ripuliti” dal filtro imposto dalla BCE (1783 mln). La differenza è elevatissima e tiene conto del capitale aggiuntosi in maniera illegale, e “cassato” dalla BCE. Si spiega così perché il CET1 ratio sia crollato al 6.81%.

+la banca ricorda che con la cessione della quota di ICBPI il CET1 ratio risalirebbe sopra l’8%. Questo è verosimile, visto che la cessione farebbe aumentare il numeratore e diminuire il denominatore.

+appare evidente come il turn-around della banca sia stato pianificato in due tempi. In un primo tempo, pulizia e aumento di capitale riporterebbero la nave sopra la linea di galleggiamento; in un secondo tempo sarebbero previsti altri due interventi, simili, anche se di minore entità, ai precedenti: un’ulteriore spazzolata e un secondo aumento di capitale.
Appare velleitario immaginare che il primo aumento di capitale sia del tutto risolutivo. Occorre invece chiedersi, con realismo, se il processo in due tempi riceverà il dovuto supporto.

4)BCE, piano 2015-2020, nuovo management

+è fondamentale che l’intervento della BCE, già parzialmente metabolizzato nei conti, sia avvenuto prima della presentazione della semestrale. Se questo non fosse già avvenuto oppure se ci si trovasse alle prese con il black-out post-commissariamento di BdI, sarebbe infinitamente più aleatorio qualsiasi tentativo di decifrare i conti.
Sulla base di tali conti, appare ragionevole attendersi che per un’analisi degli eventuali ostacoli sul turn-around si debba guardare meno ai contenuti del business (e quindi all’Europa), ma più ad altri fattori (AUC).
I requisiti del SREP appaiono “benevoli”.

+il piano industriale non fornisce molti elementi. Importante l’annuncio di voler semplificare (=alleggerire) la struttura, certamente suscettibile di permettere significative riduzioni di costo. Velleitaria l’intenzione di rispettare il dividend payout dell’80% a partire dal 2017.
L’aumento di 13 punti del CET1 ratio (al 6.94%) alla fine del terzo trimestre 2015, segnalato in un documento ufficiale della banca, è già un piccolo segnale positivo.

+sarebbe interessante trovare nel CV di Francesco Iorio esperienze di risanatore. Al momento non è dato sapere, anche se la provenienza da UBI Banca dovrebbe essere confortante. Lo stesso dicasi per il resto del top management, rinnovato per circa la metà (al momento…).

5)Conclusioni

+a favore di un investimento (non nel titolo azionario, quando sarà disponibile!):
1)l’importante opera di pulizia effettuata. La banca appare sana di fondo, a dispetto della presenza di alcuni bocconi ancora indigeribili;
2)il benestare implicito della BCE al piano di “recovery”;
3)la presenza, anche se in forma “preliminare”, di Unicredit (per l’AUC) e del consorzio di garanzia per il “contestuale” ingresso in borsa;
4)l’importanza della banca, l’ottava in Italia.

+a sfavore:
1)non si può escludere la totale irrazionalità dei soci chiamati a votare trasformazione e AUC;
2)l’insorgere di iniziative legali con ricadute di molto superiori al prevedibile
3)la presenza, sepolta in una cassaforte in stile MPS, di qualche scheletro sfuggito al nuovo management e alla BCE.

La decisione se e quanto investire nelle obbligazioni della banca dipende pertanto dall’importanza che ognuno di noi annette a queste considerazioni. Le quali sono, ovviamente, opinabili o possono derivare da dati letti male. Ringrazio in anticipo chi mi aiuterà a correggere le une e gli altri.

Grazie Rott della tua preziosa disamina in merito alla PopVi.
Mi permetto di allegare un mio sunto, inviato via MP a un utente:

Ho iniziato ad analizzare la situazione della popolare di Vicenza.
Mi sto concentrando maggiormente sulla POPVI in quanto al momento ho una buona posizione sui senior e oggi ho iniziato i miei ingressi sulla sub 2017. Sono entrato frettolosamente perchè sotto 80 mi sembrava davvero un bel prezzo e disallineata rispetto alle altre emissioni.

Le nuove normative Europee e i parametri imposti dalla BCE alle banche, da una parte penalizzano enormemente la concessione del credito bancario, ma dall'altra permettono invece una maggiore "tranquillità" degli investitori conseguente a una maggiore patrimonializzazione degli istituti.
Penso che di passi in avanti ne siano stati fatti molti e che per noi investitori, questi giorni possano essere importanti per fare importanti risultati.
Mi spiego meglio; la vicenda delle 4 banche "salvate" ha portato inevitabilmente un sell off violento su tutti i sub degli istituti più "chiacchierati".
Per farti capire la situazione, sono stato addirittura chiamato da un promotore che mi chiedeva consiglio se far vendere ai suoi clienti Senior VB.
La manifestazione di Roma, ha trovato buon risalto sui media nazionali e molte persone, fino a ieri ignare della situazione, hanno iniziato a spaventarsi e da li a vendere tutto ciò che "puzzava".

A parte questa ovvia premessa, andiamo a vedere POPVi come sta.

Partiamo da una prima considerazione importante:
http://www.ilgazzettino.it/ECONOMIA/.../1709215.shtml
Popvi non ha passato i test della BCE. Il CT1 della banca era di poco inferiore al 7%, con un margine richiesto del 10,25%.
Richiesto ADC di 1,5Mld che porterebbe il CT1 al 12%. Unicredit ha garantito l'ADC.

Prima riflessione: se anche l'adc non dovesse andare in porto correttamente, l'attuale CT1 della banca non porterebbe al bail-in. Attuabile in caso di CT1 inferiore al 5,5%. Certo è che i margini sono molto bassi e basterebbe un'altra perdita importante per essere nei "premi".

Andiamo a vedere ora il bilancio pubblicato in data 30.06.2015.
La prima osservazione importante è che sia al 31.12.2014 che al 30.06.2015 vi sono stati importanti svalutazione crediti che hanno generato una forte perdita e una sostanziale diminuzione di Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è sceso a 2.954. Anche gli attivi sono scesi a 41.139 e da qui il CT1 sta appena sotto il 7%.
Notiamo inoltre che hanno svalutato complessivamente tra il 31.12.2014 e il 30.06.2015 circa 3mld, poco meno del 10% degli attivi.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta molto è che il risultato operativo, trascurando le svalutazioni, si è dimezzato.
Dipendenti e filiali rimasti uguali. Mi sembrava di aver letto che in questi ultimi mesi hanno chiuso alcune filiali.

La parte importante è ora capire se hanno svalutato poco, tanto, se sono stati prudenti o se hanno ancora scheltri negli armadi.
Capire se, ipotizzando ADC concluso, sia sufficiente o meno e capire se malauguratamente l'adc non si concludesse quali sono i reali rischi.

Osservando i commenti vediamo che:
Media sofferenze:7,48%
Sofferenze Vicenza: 6,64%
Meglio della media sembra.

Altre info importanti: cambio management e dimissioni Zonin

Vedo anche: A tali interventi si aggiungerà la già pattuita cessione della partecipazione detenuta ell’ICBPI Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (pari al 9,993% del capitale sociale) per la quale è stato sottoscritto un contratto preliminare di cessione e la cui esecuzione è attesa entro la fine dell’esercizio, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti. --> Non trovo riscontri.

Vedo anche che hanno gia esercitato il covertibile da 253 mln.

Nota positiva: la BCE è stata all'interno della POPVI quasi 6 mesi per valutare la gestione di risk management.

Se altri volessero partecipare, sarebbe cosa gradita.
Magari qlc è sfuggito.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
GrAzie a Rott per il "LAVORO " SVOLTO ...;)

ho provveduto a rendere partecipi anche gli utenti dell'altra comunità on line FINANZAONLINE

gli utenti dopo la "distribuzione a pioggia" su 6 o più thread vedo che stanno arrivando a documentarsi :D :D
 

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