Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (21 lettori)

tommy271

Forumer storico
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Intanto, i cda di Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono pronti alle dimissioni, ha detto stamattina il presidente della vicentina, Gianni Mion. Un dettaglio tecnico, ma anche la conferma che l'epilogo per il salvataggio delle due banche è vicino, anche se la trattativa è tutto tranne che in discesa. A sancire il raggiungimento di un’intesa sarà il varo, appunto, del decreto del Consiglio dei ministri che avvierà la liquidazione. Dalle banche si prevede che il testo possa arrivare tra stasera (difficile) e domenica sera, o al più tardi lunedì mattina all'alba, prima dell'apertura dei mercati.
(...)
La bozza è pronta, ma per il varo c'è da mettere a punto alcuni dettagli relativi all'offerta depositata mercoledì da Intesa Sanpaolo: la banca guidata da Carlo Messina offre un euro ma soprattutto pone una serie di condizioni che prima di essere accettate dal Tesoro devono essere verificate (o limate) quanto a sostenibilità economica, fattibilità tecnica e compatibilità con le norme europee, soprattutto in materia di aiuti di Stato. Il dossier dagli istituti di credito veneti, si osserva a Bruxelles, «è più complesso» rispetto a quello di Mps, ma negli ultimi giorni si sarebbe andati avanti anche grazie a una «convergenza d'intenti» nella ricerca di una soluzione.
(...)

Venete, doppio vertice: Gentiloni-Padoan e Mef-Bankitalia-Intesa
 

Rottweiler

Forumer storico
Il tuo ragionamento presupponeva di ridurre al minimo l'impatto sugli aiuti di stato come da logica che ha portato alla BRRD.

Adc prec è una deroga agli strumenti introdotti dalla BRRD.

ADC PREC e state Aid in caso di liquidazione sono entrambe deroghe alla BRRD.

Se volevi veramente ridurre al minimo l'esborso statale dovevi fare altro.

Cari saluti

È certamente colpa mia, ma dopo questo tuo post sono ancora più confuso...:-R

1)il tuo post precedente commentava, con molti ??!!??, il mio, che evidenziava i costi statali lievitati nella versione a beneficio di Intesa. Mi aspettavo contestassi questa mia affermazione con dei dati, ma non è stato così;

2)adc precauzionale non è una deroga (=eccezione) alla BRRD, ma una strada prevista dalla BRRD (art. 32 etc.). Semmai è una deroga alla risoluzione;

3)liquidazione non è una deroga alla BRRD, ma una strada alternativa ad adc e risoluzione, da imboccare a determinate condizioni;

4)mi rimane la curiosità di sapere in cosa poteva consistere questo "altro" che si doveva fare, volendo ridurre "al minimo l'esborso statale".
 
Banche venete: Gentiloni, confermo totale garanzia risparmiatori

ROMA (MF-DJ)--"Mi sento di confermare totalmente la garanzia per i
risparmiatori e i correntisti" delle banche venete.

Lo ha detto il premier, Paolo Gentiloni, nel corso della conferenza

stampa al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. "Se ci saranno decisioni
da prendere le prenderemo", ha aggiunto Gentiloni sottolineando che "stiamo
seguendo il contatto continuo tra il Ministero dell'Economia e le autorita'
finanziarie europee".

alu

(END) Dow Jones Newswires

June 23, 2017 08:41 ET (12:41 GMT)

Copyright (c) 2017 MF-Dow Jones News Srl.


aggiornamento


  • ROMA (MF-DJ)--Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha incontrato a palazzo Chigi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Al centro dell'incontro, a quanto si apprende, la questione della crisi delle banche venete.
    Parlando dopo il Consiglio europeo a Bruxelles, oggi Gentiloni ha confermato "totalmente la garanzia per i risparmiatori e i correntisti" dei due istituti, sottolineando che "se ci saranno decisioni da prendere le prenderemo".
    alu/rov

    (END) Dow Jones Newswires
    June 23, 2017 13:08 ET (17:08 GMT)
    Copyright (c) 2017 MF-Dow Jones News Srl.
 

tommy271

Forumer storico
Banche venete, decreto pronto: no 'nuove' risorse pubbliche


Pubblicato il: 23/06/2017 19:03





Il decreto per le banche venete è sostanzialmente pronto. "C'è già il via libera di Bruxelles e si stanno definendo gli ultimi dettagli tecnici di una bozza che è ormai condivisa", spiegano all'Adnkronos fonti vicine al dossier. L'obiettivo dichiarato è quello di assicurare "la corretta cornice normativa" all'operazione che dovrebbe portare Intesa SanPaolo a rilevare, per una cifra simbolica, gli asset 'buoni' di Bpvi e Veneto Banca. E il Governo punta ad approvare il provvedimento prima dell'apertura dei mercati di lunedì. Tanto che il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ne stanno condividendo i contenuti in un incontro a Palazzo Chigi e i ministri sono sta già stati allertati per la riunione del Cdm che sarà chiamata ad esaminarlo.

Il decreto arriverebbe dopo la dichiarazione formale di insolvenza da parte dei due cda delle banche e dovrebbe essere, come già avvenuto in occasione del salvabanche e nella partita Mps, "un provvedimento di carattere generale", che consentirà al Tesoro di intervenire, in concorso con azionisti e titolari dei bond subordinati (quindi rispettando il burden sharing), nella ricapitalizzazione delle due banche liquidate e commissariate, che avranno in pancia anche i crediti deteriorati, pari a circa 10 mld.

Sarà sostanzialmente una bad bank, anche se avrà una veste formale diversa. "L'orientamento prevalente sarebbe quello di utilizzare parte dei 20 mld già stanziati per le ricapitalizzazioni precauzionali", spiegano le fonti interpellate, senza quindi prevedere l'impiego di 'nuove' risorse pubbliche.

"Stiamo seguendo, in continuo contatto con il Mef, la situazione", ha sintetizzato il premier Paolo Gentiloni, aggiungendo, in risposta a chi chiedeva dell'ipotesi di un decreto nel fine settimana: "Naturalmente, se ci saranno decisioni da prendere le valuteremo". Il premier, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, ha indicato anche la priorità politica dell'intervento: "Siamo in contatto continuo con le autorità europee competenti. E la garanzia per quanto riguarda i risparmiatori e i correntisti, nelle discussioni che stiamo facendo, è una garanzia che mi sento di confermare totalmente".

Per il resto, il provvedimento del Governo dovrà rispondere alla condizioni stringenti poste da Intesa SanPaolo e messe nero su bianco al termine del cda della banca che ha formalizzato la disponibilità "all’acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca". Condizioni che sono riassunte nella richiesta di "termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell’operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo". Ovvero, nessuna ricapitalizzazione a carico della banca che compra e nessun impatto negativo sui conti.

Banche venete, decreto pronto: no 'nuove' risorse pubbliche
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Europe's Banking Union Is Dying in Italy
Italy's plan to rescue two small banks makes a mockery of Europe's new regulations.
by
Ferdinando Giugliano
23 giugno 2017, 16:30 CEST
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What price, the rescue?

Photographer: Alessia Pierdomenico/Bloomberg
The Italian government looks set to put Veneto Banca and Banca Popolare di Vicenza, two troubled regional lenders, into liquidation, selling off the good assets to a rival bank for a symbolic price. The toxic assets would be transferred to a bad bank, mostly funded by the government. Shareholders and junior bond-holders would contribute to the rescue, while senior creditors would be spared.

The rival bank, Intesa Sanpaolo, would be getting a great deal for little risk. But for the Italian taxpayer, and the credibility of euro zone financial regulation, the plan is a loser and should be stopped.

The Italian scheme is radically different from the one put in place two weeks ago, when the Spanish lender Banco Santander bought Banco Popular for one euro. In that case Santander also acquired Popular's non-performing loans as well as all the future legal risks. It also immediately went to the markets to raise capital to pay for it. Here, Intesa will only pick the assets it wants and insists that the operation not impact its capital ratio.

This plan is a slap in the face of Italian taxpayers, who according to some estimates could end up paying around 10 billion euros ($11.1) for it. The government could have taken a less expensive route, involving the "bail in" of senior bondholders. It chose not to: Many of these instruments are in the hands of retail investors, who bought them without being fully aware of the risks involved. The government wants to avoid a political backlash and the risk of contagion spreading across the system. However, 10 billion euros is a whale of a premium to pay as an insurance against a contagion. And Rome may still face a backlash -- from taxpayers who will feel defrauded.

Most importantly, this plan is a dagger in the heart of the euro zone banking union. This was one of Europe's main responses to the sovereign debt crisis, designed to limit the contribution of taxpayers to bank rescues and to ensure all euro zone lenders faced a coherent set of rules.

Italy is relying for its plan on its domestic liquidation regime. Rome will effectively by-pass the EU's "single resolution board" which is supposed to handle bank failures in an orderly way and the "Banking Recovery and Resolution Directive," which should act as the euro zone's single rulebook. The advantage will be to spare senior bondholders but the cost will be huge: denting, perhaps irreversibly, the credibility of Europe's newly formed institutions.

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This matters for the present as much as for the future. The euro zone's banking union is incomplete: It requires a common deposit guarantee scheme to ensure deposits -- up to 100.000 euros -- are equally protected in all the member states. Ironically, among the most vocal proponents of this measures are two Italians -- Ignazio Visco, governor of the Bank of Italy, and Pier Carlo Padoan, Italy's finance minister. Germany is more skeptical, fearing it would amount to excessive risk-sharing. After this rescue, it will be much harder to convince Berlin to complete the banking union. After all, Germany would fear the joint deposit guarantee could be used improperly, to rescue senior bondholders, for example.

Italy seems determined to go ahead with the plan regardless. This means the European Commission must take a hard look at it and decide whether it really fits within existing laws. Intesa Sanpaolo is cherry-picking the assets it wants and leaving the bill to the government: It's hard to see how this doesn't involve state aid, which the EU forbids.

The euro zone's new resolution regime passed its first test when it successfully handled the rescue of Popular. Credibility, however, is hard to build and very easy to destroy.
 

Andre_Sant

Forumer storico
Andrea:

conoscendo l'entusiasmo che ti guida quando ti impegni in cause come questa, proverò ad aggiungere un solo commento, e poi lascerò stare:

1)mi dovresti spiegare a quali vette di assurdità si dovrebbe arrivare per avere lo Stato che distribuisce alcunchè ai subholders, categoria che dovrebbe essere penalizzata sempre e comunque prima che lo Stato butti via dei soldi. Qui invece lo Stato, dopo aver regalato un pacco di soldi (persi, volati via!) a Intesa, ne dovrebbe regalare altri ai subholders? Scusami, ma non credo alle favole...

2)non capisco la storia dei soldi che consideri persi con il precauzionale. Non capisco perché fosse impossibile immaginare banche venete effettivamente risanate e rimesse sul mercato, dopo avervi iniettato 10 mld, tra Atlante e Stato. A meno che tu ipotizzassi il ritorno di Zonin alla guida delle banche...
Per la stessa ragione immagino ti appresti a considerare MPS all'inizio di una nuova stagione di perdite, visto che lì il precauzionale va avanti....

3)non ho mai detto che il bail-in fosse la soluzione da perseguire. Ho solo detto che sarebbe stata giuridicamente più corretta. In questo senso ho trovato azzeccato il rimprovero dello Zanetti (che pure non mi piace): se fosse stata posta solo l'alternativa precauzionale o risoluzione, siamo proprio sicuri che il sistema bancario avrebbe accettato la risoluzione? Invece si è deciso, sembra, di aprire la porta di Intesa. Che così forse arriverà addirittura a recuperare i soldi dati a suo tempo ad Atlante...

E qui chiudo.

ciao Rott, premesso che la discussione è prettamente per fare uno scambio di vedute (nel senso che come è evidente non sono io a decidere alcunché e quindi la mia view è sostanzialmente indifferente), ti dico la mia idea sui vari punti:

1) la comunicazione 2013 dice che le sub devono essere coinvolte, non dice COME devono essere coinvolte. Quindi c'è chi dice che potrebbero anche convertirle in azioni della bad bank.
In questo caso dipende come sono convertite: se ad es. fossero convertite insieme allo stato (seppur con un fattore di sconto del 25% come era per il burden sharing) ecco che la recovery che avrebbe la sub sarebbe molto allineata o quasi a quella che avrebbe lo stato.
Il discorso cambia invece MOLTO se lo stato è privilegiato (come è probabile) rispetto alle sub.
Ovviamente la logica porta a concludere che lo stato sarà privilegiato (ossia che tutto il recovery va prima tutto allo stato e solo DOPO quello che resta alle sub).Questo nel caso in cui ovviamente non decidano di azzerare le sub.
Tuttavia se leggi la comunicazione 2013 in merito agli aiuti alla liquidazione dicono solo che si deve coinvolgere le sub, non in quale modo.
Il tutto quindi dipenderà dai dettagli finali.

1.a) E' tutto da vedere che alla fine lo stato regali effettivamente un pacco di soldi a isp o altri.
Infatti è altresì da notare che lo stato compra degli NPL, non li compra a 20, ma non li compra nemmeno a 100. E' difficile dire quanto potrà recuperare da quegli NPL ma non è impossibile che se ben lavorati possa guadagnarci nei vari anni, in particolare se l'economia italiana tornasse a tirare e quindi gli assets sottostanti aumentassero di valore.
Difficile dire cosa può succedere in svariati anni.

2) Queste banche hanno un cost income semplicemente ingestibile. Il personale non lo tagli in 24 ore, e anche se fai la fusione metti cash ecc, è improbabile pensare che il giorno dopo la gente torni a aprire conti in bpv ecc se non a condizioni molto penalizzanti.
Il problema delle venete, se la guardiamo da un punto di vista esterno, è soprattutto un problema di immagine, reputazione.
Sulla carta il piano industriale è bello e funziona, ma all'atto pratico penso che quasi chiunque capisca che delle banche di quella dimensione NON tornerebbero in utile in un tempo ragionevole, e che la cosa più probabile è che userebbero quei soldi per continuare a fare quello che hanno sempre fatto.
Tra 2 -3 anni quindi ci saremmo di nuovo ritrovati con il bisogno di ricapitalizzarle.
Magari sarebbero andate meglio di prima (nn ci voleva poi molto..) ma quanto meglio?
Secondo me era questa la reale preoccupazione della vestager e della nouy, e proprio per queste ragioni hanno spinto verso quest'altra soluzione di isp

Su MPS il discorso è molto diverso, se tu guardi i bilanci pregressi la gestione ordinaria è buona, le masse che ha recuperato mps sono considerevoli negli ultimi mesi. La gente non odia questa banca.
Mps non ha truffato nessuno, le venete sì. Questo fa una forte differenza prospettica.
Questo discorso sicuramente ha pesato molto nei ragionamenti delle 2 signore IMHO

3) Giuridicamente forse sì, ma una nazione non deve guardare solo il giuridicamente, deve invece guardare anche una serie di elementi collegati (rimborsabilità degli aiuti, efficenza della soluzione, rischio di ripresentabilità del problema , stabilità e tutela del sistema bancario ed economico ecc ecc)

Rispondendo alla tua domanda, il tesoro ha sempre detto nelle sue ultime dichiarazioni che l'adc precauzionale cmq rimaneva il piano B, poiché ritengono credo io, che la risoluzione sarebbe un autentico boomerang per la nazione italia e il sistema nel suo complesso per i motivi che ben conosci

Tuttavia NON sfugga che come ben sappiamo NON è il tesoro a decidere se l'adc precuaz. si possa o non si possa fare, e che nel caso in cui si proceda in barba alle regole la bce può cmq revocare la licenza bancaria rendendo impossibile quello che zanetti dice.
Zanetti che poteva agire ben prima, anni prima, e non lo ha MAI fatto. Non lo identifico quindi nel salvatore della patria.

3.bis) Tutti dicono che isp ha fatto l'affare ecc ecc. Io credo che isp non fa un cattivo deal, ma da lì a definirlo come l'affare dell'anno ce ne corre.Quanti dei crediti in bonis delle venete saranno davvero in bonis anche in futuro? tra 1 anno? 2 anni?
Perché la bnp paribas di turno non si presenta e dice: prendo tutto io?


ciao
Andrea
 

Andre_Sant

Forumer storico
Banche venete, decreto pronto: no 'nuove' risorse pubbliche


Pubblicato il: 23/06/2017 19:03



Il decreto per le banche venete è sostanzialmente pronto. "C'è già il via libera di Bruxelles e si stanno definendo gli ultimi dettagli tecnici di una bozza che è ormai condivisa", spiegano all'Adnkronos fonti vicine al dossier....
 

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