( omissis) Per cercare di risolvere il caso e quindi facilitare l’eventuale acquisto di Mps (visto che il Tesoro, al momento possessore della banca senese al 57% è obbligato dall’Ue ad abbandonare l’istituto entro fine anno) da mesi il Mef ha avviato contatti con Unicredit, che al momento appare come l’acquirente più probabile. I contatti con il nuovo ceo, Andrea Orcel, sono partiti da tempo. Indiscrezioni però vorrebbero il numero uno di piazza Gae Aulenti non così interessato al dossier.
Intanto, è apparsa la seconda ipotesi, ovvero “lo spezzatino”. Ma i tecnici la reputano una soluzione difficilmente percorribile senza una banca protagonista che porti avanti l’operazione e venda di conseguenza rami dell’azienda. Un’ipotesi nell’ipotesi è la scissione societaria che lascerebbe una bad bank allo stato e una good bank all’acquirente. Qui, però, come riporta Il Sole 24 Ore, il problema si chiama Tempo. Entro la fine dell’anno l’operazione non potrebbe essere portata a termine.
Se sia il piano A che il piano B non dovessero compiersi, è possibile che lo Stato sia costretto a metterne in atto un terzo, portando avanti una capitalizzazione di 2 miliardi con Fondi Pubblici, tentando non senza fatica a rinegoziare sulla deadline con l’Ue.
Fonte: Bluerating