Obbligazioni MPS

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Roma, 26 nov. (askanews) - Una amicizia "personale" che fotografa l'alleanza e la "stessa visione sul futuro dell'Europa" di Francia e Italia, "strettissime alleate e nazioni amiche". In conferenza stampa congiunta a via XX Settembre, i ministri dell'economia italiano e francese, Roberto Gualtieri e Bruno Le Maire, tengono ad evidenziare l'intesa che esiste in questo momento e la "convergenza" sui diversi dossier aperti, dal Mes ai temi industriali, la web tax, il rimborso del debito pubblico, l'agenda europea e globale anche in vista della presidenza italiana del G20.
"E' un vero piacere ricevere l'amico Bruno Le Maire e la delegazione francese - esordisce Gualtieri in conferenza stampa - avere la possibilità, dopo diversi mesi in teleconferenza, di ritrovarsi di persona e avere un proficuo scambio di vedute su tutti i principali dossier economici. Lavoriamo fianco a fianco su temi cruciali. Abbiamo discusso di molte questioni che riguardano il livello globale, europeo e bilaterale".
"Sono felice di essere a Roma e tengo a precisare che non è stato previsto alcun viaggio in questo periodo salvo questo per visitare gli amici italiani", gli ha fatto eco Le Maire appena presa la parola. "Tra Italia e Francia ci sono legami intensi e personalmente sono legato al ministro dell'Economia italiano da vincoli di amicizia ed è importante sottolineare la nostra convergenza su dossier nazionali, europei e globali".
I due ministri hanno colto l'occasione per lanciare la "proposta comune" di un "supporto" Ue per i settori che sono maggiormente impattati dalla seconda ondata dell'emergenza Covid, a partire dalle vacanze di Natale: stazioni sciistiche, bar, ristoranti, il settore del turismo.
"E' necessario dare una risposta unitaria Francia-Italia alla crisi", ha aggiunto Le Maire, il quale ha auspicato, "nell'ambito del piano di rilancio e resilienza", "un'accelerazione spettacolare" nei "prossimi mesi" della "cooperazione industriale" tra le due nazioni, in "cinque campi: la cooperazione sull'idrogeno, le batterie elettriche per le auto su cui auspichiamo l'Italia possa convergere sull'alleanza che abbiamo noi abbiamo creato con la Germania, lo stoccaggio dei dati attraverso l'iniziativa Gaia x dove c'è spazio per l'Italia, il campo dello spazio e la microelettronica".
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La stretta di mano di La Maire a Gualtieri arriva anche sugli argomenti più sensibili per il ministro dell'economia italiano, alle prese con gli equilibrismi tra le diverse anime della maggioranza di governo, in particolare con i Cinque Stelle. Una domanda rivolta da un giornalista francese, offre l'occasione per rispondere al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro che in una intervista a Bloomberg ha auspicato che la Bce valuti la cancellazione dei debiti contratti dagli Stati per Covid.
Le Maire e Gualtieri hanno replicato all'unisono di ritenere che i debiti si debbano rimborsare "sempre" pur se "al momento giusto e a un ritmo adeguato", ha detto il ministro francese. E Gualtieri secco: "non so a quale posizione del governo italiano si riferisce. I debiti vanno rimborsati" e "la posizione del governo italiano è sempre la stessa: i debiti vanno rimborsati e sono sempre rimborsati".
E ancora il tema del Mes, nel giorno in cui il M5S è tornato a ribadire che "finché c'è il Movimento 5 Stelle in maggioranza il Mes non sarà usato". "Auspico si possa raggiungere un accordo alla prossima riunione dell'Eurogruppo" sulla riforma del Mes che è una "assicurazione sulla vita per tutti", ha detto Le Maire. E Gualtieri, anche in vista della sua audizione in Parlamento: "è importante la distinzione tra la riforma del Mes che è in corso e che punta a rafforzare ulteriormente quello che è una sorta di assicurazione per gli Stati e consentire ad avere un altro pilastro dell'unione bancaria come il common backstop che l'Italia ha sempre visto come uno sviluppo positivo" rispetto "allo specifico uso di questo strumento che non è oggetto della discussione lunedì".
Infine la web tax. Gualtieri crede che l'Ue debba essere "protagonista, auspicabilmente per tradurre un accordo che vogliamo raggiungere nei primi mesi del 2021 concretamente in legislazione europea, ma anche se necessario per intraprendere autonome iniziative". Le Maire ricorda che la Francia imporrà già da dicembre una tassa sui giganti digitali e si dice convinto che "con l'impulso dell'Italia si arriverà anche ad un accordo in sede Ocse per dare sostegno agli stati su una giusta tassazione dei giganti digitali".
Restano sullo sfondo i dossier più delicati che non sono stati toccati in conferenza stampa ma su cui è difficile non ci sia stato uno scambio di opinioni: da Vivendi-Mediaset ai cantieri navali di Fincantieri su Chantiers de l'Atlantique, alla fusione Fca-Psa, ai recenti movimenti del risico bancario. Cos
 
(Teleborsa) – Standard Ethics ha alzato l’outlook di Banca Monte dei Paschi di Siena da “stabile” a “positivo”. Il rating “EE-” è confermato. La Banca fa parte dello SE Italian Banks Index.
 
Scetticismo tra gli analisti sulla possibile acquisizione di Mps da parte di Unicredit. Alle condizioni prospettate, potrebbe essere uno svantaggio per Unicredit, tranne che non si venga maggiormente incontro alle esigenze di piazza Gae Aulenti. Insomma, la pressione del Governo sul management del gruppo bancario, non sembra piacere più di tanto al mercato e agli investitori istituzionali, che rappresentano la base dei soci di Unicredit.
Dall’altro lato c’è da ricordare che Mps si trova a dover sostenere il quarto aumento di capitale (che il mercato stima in 2,5 miliardi) negli ultimi dieci anni dopo aver già fatto volatilizzare quasi 12 miliardi di fondi pubblici.
Ma vediamo i commenti. Secondo gli analisti di Banca Akros, l’eventuale uscita di Mustier aumenterebbe le chances di un’acquisizione di Mps da parte di Unicredit e ridurrebbe la probabilità che continui sulla strada dell’incremento dei dividendi e delle operazioni di buyback. L’attuale dibattito all’interno del consiglio – secondo Akros – aumenta dunque l’incertezza sulla strategia della banca e per questo la raccomandazione sul titolo viene abbassata a “neutral” (da “accumulate”), con un target invariato 8,3 euro.
“Il confronto sulla governance – aggiunge Equita Sim – si intreccia quindi con l`eventuale valutazione di un deal con Mps, ipotesi che secondo noi potrebbe rivelarsi neutrale sotto il profilo del rischio e del capitale per Unicredit solo in caso di pieno riconoscimento delle dta (deferred tax asset) di entrambe le banche (circa 3,6 miliardi ciascuna) oltre che con un aumento di capitale di Mps di 2,5 miliardi, scenario che ci sembra difficilmente realizzabile sotto il profilo politico”.
Secondo quanto riportatodalla stampa nel fine settimana, non ci sarebbe unanimità tra le varie forze di governo in merito alla possibilità di trasformare le DTA in crediti fiscali in caso di aggregazione, così come previsto dalla bozza alla legge di bilancio. Tra le varie proposte, sarebbe emersa anche la possibilità di introdurre un cap di 500 milioni all`ammontare massimo di DTA trasformabili. Se questa proposta venisse approvata sarebbe chiaramente negativa per il settore in quanto limiterebbe significativamente il beneficio fiscale derivante dalle fusioni, in particolar modo nei confronti di quei soggetti con maggiori DTA trasformabili (Mps 3,6 miliardi in caso di M&A con Unicredit).
Secondo Credit Suisse, l’aggregazione con Mps si tradurrebbe per Unicredit in un incremento del Rote (return on tangible equity) di 0,6 punti percentuali e in un aumento del 6% del tangible book value nel terzo anno, ma a fronte di un rischio di esecuzione dell’operazione piuttosto elevato. La banca svizzera assume che le sinergie annue di costo siano pari al 40% della base costi di Mps, che i costi di integrazione siano pari a 1,5 miliardi di euro post tasse e che nell’aggregazione ci sia una iniezione di capitale in Mps da parte del Governo italiano di 2,4-2,5 miliardi di euro. In termini di coefficienti patrimoniali, Credit Suisse stima un impatto di 80 punti base sul Cet1 di Unicredit.
Il Sole 24 ore/Festa
 
CHE COSA SUSSURRA CREDIT SUISSE
Secondo Crédit Suisse, l’aggregazione con Mps si tradurrebbe per Unicredit in un incremento del Rote (return on tangible equity) di 0,6 punti percentuali e in un aumento del 6% del tangible book value nel terzo anno, ma a fronte di un rischio di esecuzione dell’operazione piuttosto elevato. La banca svizzera assume che le sinergie annue di costo siano pari al 40% della base costi di Mps, che i costi di integrazione siano pari a 1,5 miliardi di euro post tasse e che nell’aggregazione ci sia una iniezione di capitale in Mps da parte del Governo italiano di 2,4-2,5 miliardi di euro. In termini di coefficienti patrimoniali, Crédit Suisse stima un impatto di 80 punti base sul Cet1 di Unicredit. Mustier ascolterà i sussurri di Crédit Suisse?

(STARTMAG)
 

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