SOTTO LA LENTE: B.Mps, i primi passi di Lovaglio e il banco di prova Ue
Oggi 15:10 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Per Luigi Lovaglio (66 anni, nato a Potenza) ex Unicredit, ex timoniere del Creval e da quasi un mese nuovo a.d. di B.Mps si apre un capitolo di grandi negoziati europei. Dopo che ieri il cda del Monte ha accertato la sussistenza dei requisiti e dei criteri di idoneita'' del nuovo a.d., qualificato quale consigliere non indipendente, inizia ufficialmente l''avventura del top manager, incoronato gia'' il 7 febbraio nel nuovo ruolo. Il banchiere per oltre 10 anni ha guidato, prima come d.g. e poi come ceo, Bank Pekao (gruppo Unicredit) portandola a essere la prima blue chip della borsa polacca con oltre 10 miliardi di capitalizzazione. Da febbraio 2019 a giugno 2021 e'' stato l''artefice, come a.d., del rilancio del Credito Valtellinese, conclusosi con l''opa lanciata dal Credit Agricole Italia per un valore di circa 1 miliardo. Il Cda di Rocca Salimbeni, gia'' a febbraio, su proposta congiunta del Comitato Nomine e del Comitato Remunerazione, e'' giunto all''unanimita'' alla conclusione che Lovaglio, "in virtu'' della sua rilevante esperienza anche a livello internazionale, unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano, sia il profilo piu'' idoneo a ricoprire il ruolo di a.d. e d.g. della banca". Ma il compito piu'' delicato e complicato per il banchiere inizia ora. Lovaglio, infatti, prende in mano una banca con conti in miglioramento (al 31 dicembre - considerando gli effetti netti della Ppa - ha realizzato un utile netto pari a 310 milioni di euro rispetto alla perdita di 1,687 miliardi del 2020), ma con grandi incognite. Tanto per cominciare per il Piano strategico 2022-2026 serve l''approvazione dell''Ue. Al banchiere servono i tempi tecnici per esaminare la situazione. L''aumento di capitale, che sara'' superiore a 2,5 mld ma non si conosce ancora la cifra precisa, va inserito in questo quadro. Va poi ricordato che lo shortfall potra'' essere superato con un aumento su base stand alone ma lo sviluppo del piano industriale potrebbe essere soggetto a successivi aggiornamenti alla luce dell''evoluzione del mutato scenario economico e, comunque, subire modifiche, "anche rilevanti, qualora maturassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale soluzione strutturale mediante l''implementazione di un progetto aggregativo", come ha ricordato la banca nei giorni scorsi. Molte incognite pesano ancora. Senza contare il fatto che l''operazione dovra'' essere di mercato. Il primo passo da fare ora e'' trovare la quadra con la Commissione Ue. "Il dialogo con le autorita'' Ue prosegue in un clima di collaborazione", aveva annunciato il Cfo di B.Mps, Giuseppe Sica, aprendo la conference call con gli analisti del 7 febbraio. Non sono ancora chiari, tuttavia, ne'' gli eventuali passi avanti sulla revisione degli obiettivi ne'' le modalita'' e i tempi circa l''uscita del Mef - principale azionista del Monte - dal capitale (si ipotizza 18-24 mesi). "Come sempre, spetta agli Stati membri rispettare gli impegni e proporre modi affinche'' gli impegni siano rispettati", ha detto di recente un portavoce della Commissione Ue. "Spetta all''Italia - ha ribadito - proporre modi su come uscire dall''azionariato di Mps". La posizione ufficiale della Commissione e'' chiara, ma la trattativa e'' complessa e coperta da riservatezza. "Non siamo a conoscenza di scadenze precise" per il negoziato con le autorita'' Ue "ma la banca vuole procedere il piu'' rapidamente possibile", ha dichiarato il Cfo di B.Mps nei giorni scorsi. Fare presto, insomma. Questa e'' la parola chiave per il Monte. Ed e'' l''auspicio di tutti: in particolare dei risparmiatori. cce
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