Claire
ἰοίην
Oggi al parco c'era un tizio aitante, a torso nudo e calzoni corti. Al sole si sta bene ma l'arietta è ancora infida e, magari ti stronca pure ma d'altronde è risaputo che un corpo sano e giovane recrimina il suo spazio e soprattutto il giusto apprezzamento. Dunque prima mette in mostra i muscoli lustri e scolpiti e poi inizia a fare flessioni sulle braccia: 5 - 10 - 20 - 30, che figo! Dopo alcuni minuti si alza da terra e si guarda attorno, ovviamente lo fa perché vuole accertarsi che qualcuno lo guardi, magari qualche ragazza, ma anche perché i maschi provino invidia. Intanto lo osservo dalla comoda panchina e poco distante da me ci sono due ragazze che prendono il sole, in tuta. Lui prende la corda e inizia a saltellare con grande leggerezza, poi si rimette a fare le flessioni. Giunto alla terza decina il patatrac: sullo slancio della gamba all'indietro, che ora abbina alla flessione, il calzoncino si squarcia sul sedere ma, ahi ahi ahi, forse per lo sforzo, da quel bianco deretano parte pure una sonorità inequivocabile e che echeggia a diversi metri di distanza. Mentre io rido di gusto, perché non riesco mai in queste occasioni a trattenermi, le due ragazze si guardano sbalordite e nascondono il volto tra le mani, ma si capisce che si stanno sbellicando pure loro. Il fascino latino del soggetto palestrato, in meno di un secondo, è schiantato sotto terra. Un dramma. O forse no, perché in fondo è solo una figura di cacca. Peccato però perché i calzoncini erano proprio belli e alla moda. 
