giovedì 13 ottobre 2011
Ancora poco tempo da trascorrere. Le cose, tutte, finiscono.
Non possiamo farci niente.
Ma è giusto così.
Il tempo è prezioso. La maggior parte di noi lo spreca.
E quando se ne rende conto, è troppo tardi.
Torniamo indietro.
Ieri è emersa una certa confusione ciclica. E' sempre così.
La variabilità della teoria ciclica è alta. 1\4. Ma se guardiamo bene 25% prima del tempo ideale e 25% dopo il tempo ideale, per chiudere il ciclo.
1\2. Il 50%.
Può questa essere una teoria valida?
Può garantire del gain?
Inoltre parliamo di ritmi diversi. 3 o 4.
Parliamo di medie veloci o lente.
I cicli, questa strana cosa!
Prima del 23 settembre questa era la situazione
Fatto il minimo di agosto, l'11, abbiamo contato corto. E i conti tornavano.
Eccome.
Perfetti sul minimo del 13 set.
Perfetti per un annuale partito a maggio 2010. Inizi maggio. Il Fib. Perfetti nel suo tempo massimo.
Si.
Poteva essere. Il 13 era il minimo conclusivo.
E il Dax infatti ha il suo minimo il 12 set.
Ma Ws no. Niente minimo.
E noi siamo euromarchi quando si tratta di pagare, e filo yankie quando facciamo borsa.
E il 13 set non è più stato il minimo!
Poco male. Siamo ancora vivi. Ed è già tanto.
E così ci siamo ritrovati con questo imbarazzante minimo
Cosa dobbiamo dire?
Nulla. Siamo ancora nel tempo max. Dentro. Sul limite. Ma dell'indice questa volte. Del ftse mib. Che ha fatto il suo minimo a fine maggio.
Ma a chi interessa questo?
A pochi.
Ma è un esempio che il conteggio ciclico, nella sua variabilità, è come una bella donna: volubile. E nevrotica nella maggior parte dei casi. Bella o brutta che sia.
Ci siamo arrovellati per tutto il mese di luglio su come conteggiare il minimo di giugno (il 27) e il minimo di luglio (il 12).
E ci siamo divisi. Chi per il primo chi per il secondo.
Potremo mai conciliare queste posizioni?
No.
Però i cicli finiscono su un minimo.
Equilibrio e armonia.
A molti nemmeno questo piace.
Abbiamo patologie che lo dimostrano.
Un tipo anni fa, Deveraux, scrivento un bellissimo libro di etnopsichiatria, si chiese chi aveva ragione: i più o i meno?
E fece un esempio
un aereoporto. 100 aerei. 99 allineati verso dx, 1 verso sx. Chi era allineato giusto?
Bella domanda!
Concluse che il concetto di normalità psichica era solo una determinazione culturale dei tempi.
E' vero.
Oggi l'isteria, come è stata descritta nell'800 con sintomi financo alla paralisi motoria, non viene più diagnosticata.
In cambio ci ammaliamo di tumore.
Sempre qualcosa c'è.
Per cui la domanda sulla "normalità" è fuorviante. Quella giusta è sulla "sofferenza".
Allo stesso modo possiamo avere più posizioni in merito all'Ac, ma su alcuni punti è conveniente farsi la domanda giusta: dove si chiude un ciclo?
Sui minimi.
E sei conti non tornano?
Tornano sempre.
Se la "normalità" è culturale e temporale; la sofferenza è eterna.
Così i minimi individuano il ciclo. Il suo svolgere temporale è di seconda importanza.