options & derivatives rates n. 1/2014

NUOVO MASSIMO

163,52

ha, dunque, sfondato quota 163,50 !!!

BUONA DOMENICA A TUTTI

Wall Street in rally ma non basta. Peggior gennaio dal 2009

Chiusura in forte rialzo per la Borsa Usa che, nonostante i guadagni delle ultime due settimane, non riesce a recuperare le perdite di inizio anno, lasciandosi così alle spalle il peggior gennaio dal 2009.
Per l’intero mese l’indice S & P 500 e il Dow Jones hanno perso il 5% circa (mai così male da gennaio 2009), mentre il Nasdaq ha lasciato sul terreno poco meno dell’8%, il peggior mese dal maggio 2010.

Il mercato beneficia della decisione della banca centrale giapponese di introdurre per la prima volta in assoluto tassi negativi sui depositi delle banche presso l’istituto centrale. Ma non solo.
Sotto i riflettori del mercato anche il dato sul Pil americano dell’ultimo trimestre del 2015, cresciuto dello 0,7% ossia meno dello 0,8% previsto dagli analisti. Il dato dimostra il rallentamento del motore Usa (nel terzo trimestre c’era stato un +2%) come riconosciuto mercoledi’ dalla Federal Reserve, quando alla fine della sua riunione disse anche che stava monitorando gli sviluppi economici e finanziari globali per valutare che impatto possono avere sulla prima economia al mondo.

Il petrolio invece si appresta a terminare la seconda settimana di fila di rialzi.
Per la quarta seduta di fila, il petrolio ha chiuso in rialzo chiudendo in positivo la seconda settimana consecutiva. Il contratto a marzo al Nymex ha aggiunto 40 centesimi, l’1,2%, a quota 33,62 dollari al barile, ma nel durante era salito fino a 34,40 dollari. Venerdi’ scorso gli scambi erano finiti a 32,19 dollari al barile, quindi l’incremento settimanale e’ del 4,44%. Nei cinque giorni di contrattazioni finiti allora, il petrolio aveva guadagnato il 9,4%.
Val la pena ricordare che nel durante i prezzi del petrolio erano virati in calo non appena l’Iran aveva fatto sapere che non partecipera’ a un possibile accordo sul taglio della produzione tra l’Opec e i Paesi produttori non membri del cartello. Eppure, le quotazioni si sono riprese: tra gli investitori resta la speranza che un’intesa possa essere raggiunta, cosa che aiuterebbe a ridurre le scorte mondiali in eccesso.
A sostenere i prezzi e’ stato anche il calo, il sesto consecutivo, del numero di trivelle attive nella settimana finita oggi. Stando a Baker Hughes, che fornisce il dato ogni venerdi’, c’e’ stata una diminuzione di 12 pozzi a 498. L’anno scorso a quest’ora il totale era pari a 1.223.

I mercati globali brindano alle novità arrivate dal Giappone, con la Bank of Japan che ha annunciato l’introduzione di tassi di interesse negativi, emulando di fatto la Bce. Focus sull’alert che arriva da Peter Boockvar responsabile analista dei mercati presso Lindsey Group, secondo cui la decisione della Banca centrale del Giappone è invece un “kamikaze economico”.
“Ma certo – dice ironicamente – tassiamo pure la moneta, sperando che la situazione migliori. Creiamo pure una inflazione per il popolo giapponese, che a mala pena vede salire i salari. Intensifichiamo la guerra valutaria, e continuiamo a sperare che tutto vada bene”. Per l’analista, tra l’altro, la Bank of Japan ora ha davvero “esaurito tutte le munizioni”.

Dal fronte aziendale Usa, focus sulla performance del titolo Amazon (-7%), dopo la pubblicazione del bilancio del quarto trimestre, che ha messo in evidenza un risultato peggiore delle attese. L’utile per azione, attestatosi a $1, è stato inferiore agli $1,55 attesi dal consensus, mentre il fatturato, pur testando un nuovo record a $35,7 miliardi, ha disatteso le stime di ricavi di $35,9 miliardi.
Bene Microsoft, +5,8% in premercato dopo che il gigante dei software ha battuto le attese.
Per quanto riguarda invece i dati macro, la fiducia dei consumatori americani misurata dall’Universita’ del Michigan e’ scesa alla fine di gennaio a 92 punti dai 93,3 del mese precedente. Il dato e’ inferiore alle stime degli analisti che si attendevano una flessione piu’ modesta a quota 93 punti.
L’indice Pmi di Chicago e’ invece balzato in gennaio a 55,6 punti dai 42,89 del mese precedente. L’indice torna dunque prepotentemente in territorio di espansione economica: ogni dato sopra 50 punti indica infatti una fase di crescita delle attivita’ economiche.
 
BUONA DOMENICA A TUTTI

Wall Street in rally ma non basta. Peggior gennaio dal 2009

gli Open Interest delle OPZIONI STOXX ci segnalano che il trend continua ad essere RIBASSISTA !!! ... l'OPTION PAIN, infatti, come potete vedere, continua a disegnare 1 SHORT FUTURE SINTETICO (SHORT CALL + LONG PUT) !!! ... certo, non sappiano ancora cosa sia accaduto venerdì 29 gennaio, in cui è stato messo a segno il rally !!! ... ma se gli equilibri non si fossero granché modificati, ciò potrebbe significare che si è trattato solo di un rimbalzo tecnico ... funzionale all'aggiustamento delle posizioni per fine mese ... e nei prossimi giorni potremmo vedere di nuovo lo STOXX ritestare quota 2.900 !!!
 

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gli Open Interest delle OPZIONI STOXX ci segnalano che il trend continua ad essere RIBASSISTA !!! ... l'OPTION PAIN, infatti, come potete vedere, continua a disegnare 1 SHORT FUTURE SINTETICO (SHORT CALL + LONG PUT) !!! ... certo, non sappiano ancora cosa sia accaduto venerdì 29 gennaio, in cui è stato messo a segno il rally !!! ... ma se gli equilibri non si fossero granché modificati, ciò potrebbe significare che si è trattato solo di un rimbalzo tecnico ... funzionale all'aggiustamento delle posizioni per fine mese ... e nei prossimi giorni potremmo vedere di nuovo lo STOXX ritestare quota 2.900 !!!

mi sono reso conto, consultando le visite ricevute da questo 3D, che nei giorni di sabato e domenica scorsi, benché i Mercati siano chiusi ed in genere io mi riposi, circa 1.000 persone vengono ugualmente a visitare questo 3D ... per vedere se io vi ho scritto qualcosa !!! ... mentirei se vi dicessi che la cosa non mi fa un enorme piacere !!! ... e per non deludervi, penso che per l'avvenire scriverò cmq qualcosa anche il sabato e la domenica !!! :)
 
163,78 NUOVO MASSIMO ... prossimo target rialzista 164 !!!

toni:

oggi escono in europa i PMI manifatturieri di tutti i singoli paesi, ad iniziare con la spagna h.9,15 e ita h. 9.45 francia h. 9,50 germ h. 9,55 eurozona h. 10,00 uk h. 10,30. nel pomeriggio h. 14,30 personal income e spending h. 16,00 ISM manifatturiero.
La settimana è dedicata ai dati ISM quindi, ossia agli indici derivati dai direttori degli acquisti. Si tratta di un dato molto seguito, costruito su una base di interviste amplissima e, quindi, si presume, in grado di fornire una view precisa sulla situazione economica.
 
toni:

oggi escono in europa i PMI manifatturieri di tutti i singoli paesi, ad iniziare con la spagna h.9,15 e ita h. 9.45 francia h. 9,50 germ h. 9,55 eurozona h. 10,00 uk h. 10,30. nel pomeriggio h. 14,30 personal income e spending h. 16,00 ISM manifatturiero.
La settimana è dedicata ai dati ISM quindi, ossia agli indici derivati dai direttori degli acquisti. Si tratta di un dato molto seguito, costruito su una base di interviste amplissima e, quindi, si presume, in grado di fornire una view precisa sulla situazione economica.

il PMI spagnolo sale molto.
Markit Spain Manufacturing PMI Jan: 55.4 (est 52.5; prev 53.0), al livello più alto dal febbr 2007

il Pmi francese è in linea con il dato flash.
invece, la germania sorprende al rialzo con un 52.3 rispetto al dato flash di stima uscito una decina di giorni fa.
 
il PMI spagnolo sale molto.
Markit Spain Manufacturing PMI Jan: 55.4 (est 52.5; prev 53.0), al livello più alto dal febbr 2007

il Pmi francese è in linea con il dato flash.
invece, la germania sorprende al rialzo con un 52.3 rispetto al dato flash di stima uscito una decina di giorni fa.

Borse deboli dopo la nuova frenata cinese. Giù il manifatturiero europeo

La Cina resta un'incognita pesante nelle sale operative, dove prevalgono gli ordini di vendita alimentati anche dall'inattesa battuta d'arresto del manifatturiero europeo. Svanisce dunque, sulle Borse Ue, l'effetto positivo derivante dall'inattesa decisione della Banca centrale giapponese di portare i tassi sui depositi in negativo, comunicata venerdì scorso e ancora ispiratrice degli acquisti sul mercato nipponico, nella mattinata.
Pechino mostra nuovi segnali di rallentamento: l'indice ufficiale Pmi sull'industria è scivolato sotto le aspettative a 49,4 punti a gennaio, sotto la soglia di 50 punti che separa l'espansione dalla contrazione economica.

I listini europei trattano così in ribasso, dopo un'apertura positiva: Milano perde l'1,1%, nonostante la buona lena dei titoli bancari. Luxottica non riesce a fare prezzo dopo il ribaltone ai vertici e quando entra in contrattazione è in netto ribasso. Deboli anche gli altri listini: Francoforte cede l'1,1% come Londra e Parigi lo 0,6%. L'agenda macroeconomica si concentra sui dati Pmi che anticipano l'andamento del settore manifatturiero nelle principali economie del Vecchio continente. In Italia, l'indice cala a gennaio a 53,2 punti, dai 55,6 precedenti, ai minimi da quattro mesi ma pur sempre in area di espansione (sopra 50 punti). Segnali di contrazione anche dalla Germania e così, nel complesso dell'Eurozona, il Pmi scende a 52,3 punti dai 53,2 precedenti.
Draghi sarà in scena al Parlamento europeo, dove è in programma una sua audizione con il rapporto annuale sull'attività della Bce. Negli Usa, occhi su redditi e spese personali e indice Ism sul manifatturiero.

In mattinata si è visto un andamento divergente tra Giappone e Cina: l'indice Nikkei ha chiuso la prima giornata della settimana con un robusto progresso dell'1,98%, mentre i rendimenti dei titoli di Stato del Sol Levante sono precipitati a nuovi minimi. Tra i protagonisti di giornata va sottolineato il balzo del 12% di Sony, cha ha rilasciato conti positivi. Viceversa, Shanghai ha esteso la china negativa che ha fatto di gennaio il peggior mese dall'ottobre del 2008. Il principale listino cinese ha lasciato sul parterre l'1,78%. Rosso superiore al punto percentuale anche per Shenzhen, mentre Hong Kong ha perso lo 0,45%.
 
Borse deboli dopo la nuova frenata cinese. Giù il manifatturiero europeo

toni:

Pesante la mattinata per gli indici europei: in un contesto di volumi bassi i ns indici sono tutti ampiamente in rosso.
Se inizialmente era il dax il peggiore, con l'andare delle ore le performance si sono appiattite: ora dax stoxx ftmib segnano più o meno tutti la stessa percentuale e anche il settore bancario che stamattina sovraperformava bene si è allineato, perdendo molta forza relativa.

Il selloff coinvolge anche l'oil, che segna ora -4% a 32.34
In rosso, dopo i rally di settimana scorsa , anche il bund e btp.


Gli indici hanno cancellato quasi tutto il rally di venerdì, che era stato causato dall'annuncio di tassi negativi (tasso di sconto) in Giappone.

in Usa il rally si era fatto venerdì più robusto quando es e dj avevano passato al rialzo le resistenze a 1.910 e 16.188. il rally era proseguito fino a 1.932 e 16.372, ma, un'ora prima dell'open, stanno tornando a testare questi supporti. Ora mentre scrivo quotano 1.916 e 16.246.
 

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