In poche righe Michele Serra fotografa con grande saggezza una triste realtà...
Le enormità dette e scritte a getto continuo da Donald Trump sulla pandemia non sono, purtroppo, semplice folklore politico, anche se alimentano una eccellente produzione satirica (non perdetevi la parodia The liar tweets tonight di Roy Zimmerman e Ed Morris, che spopola su Youtube). Sono la prova provata che qualcosa si è irrimediabilmente guastato, nella formazione delle classi dirigenti -Trump è il capo della nazione più potente del mondo - specie nelle zone del Pianeta dove ha avuto la meglio il cosiddetto populismo.
È come se all’autorità non fosse più richiesta autorevolezza. E anzi: proprio la perdita di autorevolezza dell’autorità, in quanto "parla come mangi", in quanto aprire bocca senza farsi troppi problemi di competenza o di verosimiglianza o di forma, fosse la prova provata della riconquistata vicinanza del leader al "popolo", o piuttosto al simulacro propagandistico che ne ha preso il posto (perché popolo, quello vero, siamo tutti: ripetiamocelo ogni giorno, se vogliamo salvarci).
L’autorità non autorevole non è un ossimoro inedito: ogni epoca ha avuto i suoi capi non all’altezza. Ma l’autorità che proprio sulla mancanza di autorevolezza costruisce il proprio carisma, il proprio charme, la propria votabilità, beh questo sì che è un inedito. Più la dicono grossa, più la dicono rozza, più la dicono goffa, sbagliata, maldestra, offensiva, più il loro elettorato applaude entusiasta. Come uscirne? L’unica via è convincere anche quelli messi peggio che meritano di meglio. Ci vorrà qualche secolo, ma ce la faremo.