tdazio
Nuovo forumer
Non mi torna.
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è tardi e potrei scrivere delle fesserie, ma quello a me sembra l' *f* calcolato dopo aver applicato il leverage, diverso da quello originario che ha permesso di decidere quale leverage applicare..
Non mi torna.
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...I miei presupposti sono:
1. esiste un valore degli oggetti che ci scambiamo che è diverso e indipendente dal prezzo;
2. il prezzo rispetto al valore è mean reverting.
Naturalmente puoi non essere d'accordo con questi presupposti, che ho enunciato senza alcuna dimostrazione a supporto (non sarei in grado).
Se li diamo per buoni, allora ne consegue che all'aumentare del delta tra prezzo e valore aumenta il guadagno atteso e diminuisce il rischio.
...rispetto all'approsimazione del modello: non ci serve un modello che dia una misura esatta del valore, ci basta uno stimatore, qlc che indichi la giusta direzione; starà a noi scegliere un margin of safety tale da essere fiduciosi che la mean reversion remi per noi e non contro di noi.
...rileggendo mi viene il dubbio che "il prezzo rispetto al valore è mean reverting" non abbia molto senso; quello che intendo è che il prezzo oscilla attorno al valore e che la media dei delta nel lungo periodo non diverge... aiutami tu ad esprimere meglio il concetto
...la maggior parte del mercato ha accesso a ca. le stesse info alle quali ho accesso anch'io...
...Omaha
mi sto attrezzando
cmq secondo me il successo di WB deriva solo secondariamente dalle informazioni "interne", molto più conta la grandissima capacità di leggere bilanci e situazioni aziendali, unita al funding a basso costo delle imprese assicurative che a sua volta gli ha permesso un uso giudizioso della leva.
...2. il prezzo rispetto al valore è mean reverting...
Diciamo che farsi un'idea di quanto *dovrebbe* valere un'obbligazione, di quali rischi si porta dietro e di quale *dovrebbe* essere l'evoluzione futura del suo prezzo è per definizione più facile maggiore la distanza che separa la struttura dello strumento dalla pura equity... e infatti anche la redditività delle rispettive posizioni B&H *dovrebbe* essere profondamente diversa, dal momento che per l'equity nel lungo periodo è lecito attendersi un premio al rischio che remuneri l'investitore in modo sensibilmente maggiore.Le obbligazioni tendono a dare "eccesso di confidenza", che spesso a lungo andare può essere fatale [...] Chiarisco meglio: tu puoi anche essere sicurissimo del tuo valore intrinseco e quindi decidere di mediare in perdita, ma il tuo risk management dovrà comunque avvisarti che stai rischiando di più. Il principio è sempre lo stesso: tu puoi decidere le esecuzioni, ma il rischio lo può decidere solo il mercato.
Diciamo che farsi un'idea di quanto *dovrebbe* valere un'obbligazione, di quali rischi si porta dietro e di quale *dovrebbe* essere l'evoluzione futura del suo prezzo è per definizione più facile maggiore la distanza che separa la struttura dello strumento dalla pura equity... e infatti anche la redditività delle rispettive posizioni B&H *dovrebbe* essere profondamente diversa, dal momento che per l'equity nel lungo periodo è lecito attendersi un premio al rischio che remuneri l'investitore in modo sensibilmente maggiore.
Vorrei sottolineare comunque che è una scala di grigi, non bisogna fare l'errore di pensare che le obbligazioni "sono prevedibili" e che l'equity non lo è: non è un caso che, più aumenta ad esempio il livello di subordinazione e la presenza di clausole che rendono complessa la valutazione, più si tenda a preferire un approccio "taglia le perdite" piuttosto che "accumula sulla debolezza", come invece avviene per i titoli più corti e sicuri.
Per quanto mi riguarda - ma è un'ottica esclusivamente personale che non reputo necessariamente ottimale - l'accumulo in perdita si giustifica solo quando il più probabile tra gli scenari peggiori mi è comunque gradito.
Prendiamo il caso di un'obbligazione SR di un emittente sistemico e IG:
- un suo crollo vertiginoso è sempre possibile;Sotto questi presupposti io non mi sento di biasimare chi incrementa sulle discese, perché la mean reversion mi sembra un fenomeno giustificato principalmente da ragioni di liquidità e da relativamente poca aleatorietà nella valutazione: ovviamente non è un caso che la redditività teorica del titolo sia ridotta al lumicino.
- valutarne il FV è meno aleatorio che farlo per l'equity di quello stesso nome;
- nel miglior scenario, quello in cui la mia valutazione si rivela esatta, potrò rivendere ad un prezzo maggiore anche poco dopo che sono entrato, o comunque nel giro di poco tempo;
- più probabilmente dovrò stare dentro almeno un mesetto o più facendo carry;
- nel più probabile peggior scenario dovrò portare il titolo quasi fino a scadenza, incassando briciole ma sostendendo soprattutto un grosso costo opportunità del capitale;
- sono soggetto a rischio insolvenza, ma è un tail risk che a questo punto sostengo volentieri perché ritengo più rischioso il materasso o una cassetta di sicurezza con dentro il contante.
Invertire il tutto per una CoCo perpetual prima emissione in assoluto di una Società B-: vi sfido a fare qualsiasi considerazione sul FV e a non applicare degli stop loss chirurgici al primo starnuto... a meno che tu non sia russiabond ovviamente![]()
Qualche puntino sulle i perché dire "hai ragione" senza aggiungere "ma..." mi pare scortese![]()
1. accesso alle informazioni
Se c'è una cosa di cui non ci possiamo lamentare secondo me è l'accesso alle informazioni; penso che questo sia il periodo storico nel quale chi vuole, anche senza grandi mezzi, può informarsi su quasi tutto fino all'eccesso; la differenza tra noi e i pro (o dovrei dire tra me e i pro?) non è tanto nell'acceso quanto nella velocità: leggevo tempo fa che l'indice Michigan costa qualche milione di dollari al secondo, dopo 80 secondi è free e fa parte delle news diramate in tutto il mondo.
L'accesso a informazioni interne viene indubbiamente sfruttato per intenti speculativi, ma non mi pare che questo sposti di molto il discorso: la maggior parte del mercato ha accesso a ca. le stesse info alle quali ho accesso anch'io.
2. cambia il prezzo ma noi no
generalmente in un modello value gli input cambiano lentamente, mentre sul mercato i prezzi cambiano velocemente; questo non equivale a dire che le variazioni di prezzo sul mercato sono sempre sfruttabili, ma perlomeno sono in certa misura ignorabili (se compro la stessa impresa a 10 o a 12 non fa molta differenza nel medio lungo periodo, anche se nell'immediato la cosa sembra enorme)
cmq secondo me il successo di WB deriva solo secondariamente dalle informazioni "interne", molto più conta la grandissima capacità di leggere bilanci e situazioni aziendali, unita al funding a basso costo delle imprese assicurative che a sua volta gli ha permesso un uso giudizioso della leva.
è tardi e potrei scrivere delle fesserie, ma quello a me sembra l' *f* calcolato dopo aver applicato il leverage, diverso da quello originario che ha permesso di decidere quale leverage applicare..
Chiarisco meglio: tu puoi anche essere sicurissimo del tuo valore intrinseco e quindi decidere di mediare in perdita, ma il tuo risk management dovrà comunque avvisarti che stai rischiando di più. Il principio è sempre lo stesso: tu puoi decidere le esecuzioni, ma il rischio lo può decidere solo il mercato.
Ancora semantica?![]()
...Ceteris paribus, rischio di meno se compro a 10 rispetto a comprare a 20.
E se avevo comprato a 20, ora a 10 il mio rischio è diminuito (anche la mia performance, sono riuscito a fare -50%, ma questo è un altro discorso).
Affatto.
Sono d'accordo, infatti io dicevo che a 10 rischi di meno che a 20 se non medi.
Se ci metti altro capitale rischi in base al capitale totale investito ora.
Però vorrei differenziare bene il "rischi" dal "hai rischiato".
Ormai a 10 ci sei, può essere che nell'andare da 20 a 10 tu abbia rischiato di più di quello che volevi rischiare (in tal caso bisognava stoplossare, nel momento in cui ti sei accorto che la tua stima del rischio era errata, insomma che qualcosa non andava nelle tue ipotesi iniziali)
Ma ora che sei a 10, il tuo rischio futuro è maggiore o minore di quando eri a 20?
Io rispondo "minore" (sempre che tu non ci metta altro capitale).
La mia supposizione è sempre che ciò che hai comprato abbia un valore intrinseco. Magari hai sbagliato a stimarlo (pensavi fosse 25 invece era 5), ma anche così, il tuo rischio è minore a 10 che a 20.
E' la fiducia/sicurezza nel tuo modello ad ingannarti, per questo ti dicevo che fai lo stesso errore di chi non fa money management.
E se invece il tuo modello fosse sbagliato e/o bendato e/o limitato? Non ha senso calcolare il rischio se non metti in dubbio le tue capacità e/o non consideri gli imprevisti: punti tutto e amen!!!
Praticamente il tuo rischio scende sempre e comunque, qualunque cosa faccia il prezzo!
(e dovrebbe bastare questa semplice logica per assurdo a convincerti)
All'allontanarsi del prezzo dal valore intrinseco del tuo modello il rischio diventa comunque maggiore, anche se resti alla finestra e lo stimi ipotizzando l'ingresso di volta in volta.
E finché non decidi di mediare, non è neanche questione di esposizione.
Scommettiamo che il tuo subconscio ragiona meglio? Quando provi paura o sollievo, quando il prezzo si avvicina o si allontana?![]()