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& I will remove the world
Diciamo che farsi un'idea di quanto *dovrebbe* valere un'obbligazione, di quali rischi si porta dietro e di quale *dovrebbe* essere l'evoluzione futura del suo prezzo è per definizione più facile maggiore la distanza che separa la struttura dello strumento dalla pura equity... e infatti anche la redditività delle rispettive posizioni B&H *dovrebbe* essere profondamente diversa, dal momento che per l'equity nel lungo periodo è lecito attendersi un premio al rischio che remuneri l'investitore in modo sensibilmente maggiore.
Da un punto di vista operativo e per fare due esempi agli antipodi, non si può certo escludere a priori lo stop loss per un covered bond come non si può escludere a priori la mean reversion con un'azione biotech, ma bisogna sapere che nel secondo caso qualsiasi valutazione di FV è per definizione enormemente più aleatoria (e commisurata al maggior rischio e alla maggior redditività attesa).
Vorrei sottolineare comunque che è una scala di grigi, non bisogna fare l'errore di pensare che le obbligazioni "sono prevedibili" e che l'equity non lo è: non è un caso che, più aumenta ad esempio il livello di subordinazione e la presenza di clausole che rendono complessa la valutazione, più si tenda a preferire un approccio "taglia le perdite" piuttosto che "accumula sulla debolezza", come invece avviene per i titoli più corti e sicuri.
Per quanto mi riguarda - ma è un'ottica esclusivamente personale che non reputo necessariamente ottimale - l'accumulo in perdita si giustifica solo quando il più probabile tra gli scenari peggiori mi è comunque gradito.
Prendiamo il caso di un'obbligazione SR di un emittente sistemico e IG:- un suo crollo vertiginoso è sempre possibile;Sotto questi presupposti io non mi sento di biasimare chi incrementa sulle discese, perché la mean reversion mi sembra un fenomeno giustificato principalmente da ragioni di liquidità e da relativamente poca aleatorietà nella valutazione: ovviamente non è un caso che la redditività teorica del titolo sia ridotta al lumicino.
- valutarne il FV è meno aleatorio che farlo per l'equity di quello stesso nome;
- nel miglior scenario, quello in cui la mia valutazione si rivela esatta, potrò rivendere ad un prezzo maggiore anche poco dopo che sono entrato, o comunque nel giro di poco tempo;
- più probabilmente dovrò stare dentro almeno un mesetto o più facendo carry;
- nel più probabile peggior scenario dovrò portare il titolo quasi fino a scadenza, incassando briciole ma sostendendo soprattutto un grosso costo opportunità del capitale;
- sono soggetto a rischio insolvenza, ma è un tail risk che a questo punto sostengo volentieri perché ritengo più rischioso il materasso o una cassetta di sicurezza con dentro il contante.
Invertire il tutto per una CoCo perpetual prima emissione in assoluto di una Società B-: vi sfido a fare qualsiasi considerazione sul FV e a non applicare degli stop loss chirurgici al primo starnuto... a meno che tu non sia russiabond ovviamente![]()
Condivido e vorrei dire che lo stop loss lo uso spesso e volentieri anch'io.
Anche perché oltre che value investor sono speculatore (differenza comportamentale e non morale, ovviamente).
Maggiore la componente speculativa di un trade, maggiore la necessità di stoplossare.
Sui derivati p.e. stop losso praticamente sempre.
Anche qui con delle eccezioni però.
P.e. al momento sono short di opzioni put sul cambio EURCHF.
Ipotesi alla base: ho piena fiducia nella SNB, nella sua volontà e capacità di difendere il floor a 1,20 (Don't fight the SNB

Sono in perdita su praticamente tutte le posizioni aperte, perché il cambio si è mosso in modo sfavorevole.
Qui non stoplosso, perché l'ipotesi iniziale rimane fermamente valida.
Potrei chiudere le posizioni nel caso in cui:
1. passasse il referendum sull'oro (perché metterebbe in dubbio la capacità futura della SNB di difendere il cambio)
2. cambiassero le dichiarazioni di Jordan & co.
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