Titoli di Stato area Euro Paesi Baltici ed Est Europa: news, info, analisi

Un :up:plauso alle ottime segnalazioni di Giontra su di un'area poco conosciuta/divulgata ma che potrebbe :titanic:trascinare/ci mezzo mondo
( tali aggiornamenti/notizie ;)indispensabili nei prossimi mesi )


Unicredit nel frattempo comunica che :


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Unicredit: continuera' a sostenere settore finanziario Romania


BRUXELLES (MF-DJ)--Nove banche estere, tra cui Unicredit, l'austriaca Raiffesen e la francese Societe Generale, hanno promesso che continueranno a sostenere il settore finanziario della Romania.

Lo hanno annunciato in un comunicato congiunto la Commissione Europea e il Fondo Monetario Internazionale.

Le nove banche controllano circa il 70% del mercato finanziario rumeno e gia' a marzo,
sulla scia delle preoccupazioni della commissione su un eventuale abbandono dei paesi dell'Est Europa a causa della crisi finanziaria,
si erano impegnate a mantenere la loro presenza in Romania effettuando anche degli aumenti di capitale per le loro filiali nazionali volti a mantenere elevati i ratio patrimoniali.
(END) Dow Jones Newswires
August 10, 2009 05:11 ET (09:11 GMT)
 
La situazione dei paesi baltici viene dipinta da mesi come catastrofica eppure i lorobond sembrano tenere, anzi qualcuno risalire. Le azioni delle banche europee coinvolte ( in primis Unicredito) veleggiano verso nuovi massimi.
I mercati sono pazzi ? Gli economisti troppo pessimisti?
 
La situazione dei paesi baltici viene dipinta da mesi come catastrofica eppure i lorobond sembrano tenere, anzi qualcuno risalire. Le azioni delle banche europee coinvolte ( in primis Unicredito) veleggiano verso nuovi massimi.
I mercati sono pazzi ? Gli economisti troppo pessimisti?

I bond dei baltici, in Italia, scambiano poco. Quindi il controllo sulle quotazioni risulta più agevole. E', infatti, incredibile la risalita che hanno avuto alcuni paesi del baltico e dei balcani. Fuori da ogni logica che non sia quella altamente speculativa. Proprio mentre tutti i dati macroeconomici sono drammaticamente rivolti al negativo.
Nei giorni scorsi mi son fatto un giretto in Istria, leggendo e parlando quà e là sono rimasto impressionato da alcuni dati relativi alla Croazia: su una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, i pensionati (o coloro che ricevono sussidi equipollenti dallo stato) sono circa 1 milione, con una media di circa 300 euro al mese.
Provate ad indovinare quanti sono quelli che lavorano.
 
[FONT=Arial, Helvetica, sans-serif]Situazione molto critica... appare evidente che i baltici devono svalutare, ma appare altrettanto evidente che la svalutazione porterebbe con sé una serie di default a catena nel settore privato, spesso indebitato in valute forti, con un effetto domino probabile su analoghe situazioni in altri paesi dell'Europa dell'Est. D'altronde, anche restando così le cose, i default si verificheranno ugualmente, dato che il debito del settore privato appare difficilmente rifinanziabile.

Per ora si cerca di guadagnare tempo, anche perché le perdite ultime andranno/andrebbero in carico alle banche locali, tutte filiali di primarie banche europee, che si troverebbero dinanzi all'alternativa se farsi carico delle perdite oppure "lasciare andare" al proprio destino le loro controllate in questi paesi.

E finché fossero solo i baltici, mal di poco. Il problema è se ai baltici facessero seguito altri paesi ....


Republic of Lithuania 'BBB' Long-Term Rating Placed On CreditWatch With Negative Implications
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  • The Republic of Lithuania is facing rising economic and political risks,
    which are associated with a sharp economic rebalancing that is depressing the country's tax base.
  • As a result, we are placing our 'BBB' long-term sovereign credit rating
    on Lithuania on CreditWatch with negative implications.
  • We are affirming our 'A-3' short-term sovereign credit rating on the
    country.

LONDON (Standard & Poor's) Aug. 10, 2009--Standard & Poor's Ratings Services today said it placed its 'BBB' long-term sovereign credit rating on the Republic of Lithuania on CreditWatch with negative implications. At the same time, we affirmed our 'A-3' short-term sovereign credit rating on Lithuania.

"The rating action reflects rising economic and political risks associated with a sharp economic rebalancing that is depressing Lithuania's tax base, as well as complicating the government's rigorous efforts to control
the increase in public sector borrowing needs," said Standard & Poor's credit analyst Frank Gill.

After several rounds of budgetary cuts, this year's fiscal deficit is
still likely to exceed 8% of GDP, although the outcome could vary depending on the ultimate value of nominal GDP, which is highly sensitive to external demand, Lithuania's competitiveness, and the pace of private sector deleveraging.

External demand is hurt by Lithuania's large trade exposure to the other two Baltics (see the related research section for the rating actions
taken today on Estonia and Latvia) and the Commonwealth of Independent States, which together make up 44% of total exports.

The deleveraging is partly induced by foreign parents reducing their cross border exposure to their subsidiaries in Lithuania.

"The elasticity of tax receipts to consumption is high in Lithuania, with value-added tax making up an estimated 40% of state budget revenues," said Mr. Gill. "We expect consumption to contract 18% year over year in real terms during 2009 and to remain anemic during 2010. Accordingly, the fiscal outlook is poor, and with it prospects for EMU entry over the next five years are subsiding."


The economy is also pressured on the external side. During 2009 alone,
Standard & Poor's projects that Lithuania's current account deficit will
narrow by 12% of GDP and approach balance.

The rigid exchange rate regime, in absorbing none of the external rebalancing, is amplifying the adjustment in the real economy, in public finances, and in the debt servicing capacity of household and corporate sectors, both of which have borrowed heavily in foreign currency.

External liquidity remains highly constrained--a particular concern for a country that operates a formal currency board regime--as gross external financing needs reach almost 200% of current account receipts plus usable reserves (adjusted to exclude the monetary base) in each of the next two years.

"We expect to resolve the CreditWatch this month, after we evaluate the
government's latest plans to address its economic challenges," said Mr. Gill.
 
Condivido le perplessità di Albicocco e di Methos,
è innegabile che i bond dei paesi baltici e quelli dei paesi dell'Est Europa
negli ultimi mesi hanno corso tanto,
nonostante le notizie pessime che arrivavano da quella parte del mondo.
Credo che il motivo sia da ricercare nel fatto che, a livello mondiale,
si sia ritenuto che la crisi stesse avviandosi a toccare il suo punto più basso,
in ciò avvantaggiando i paesi che più degli altri avevano sofferto in precedenza
(vedi Grecia ed Irlanda in area Euro)
Però quando un paese vede il suo pil contrarsi a/a del 18/20%
qualche perplessità dovrebbe suscitarla.
E' evidente che le due cose, i corsi dei bond e le notizie macro, non sono allineate,
ma a me pare con altrettanta evidenza che prima o poi ciò avverrà.
Operativamente
il mio bond Lituania 2016 ha finalmente rivisto il mio prezzo di carico (78 circa a metà dicembre 2008).
Per ora non lo vendo, spero di esser bravo a capire quando il vento cambierà direzione.:)
 
Il commissario UE all'Industria Günter Verheugen ha detto in una conferenza stampa che la Lituania ha toccato il fondo della crisi e che si è vicini ad un punto di svolta.:benedizione:
Per altro il non aver svalutato comporterà tempi di uscita dalla crisi più lunghi, almeno secondo non specificati analisti

VILNIUS, Sept 3 (Reuters) - Lithuania's economy, which saw the biggest economic slump in the European Union in the second quarter, has hit bottom and the turning point is coming, a senior European Commission official said on Thursday. Lithuania's economy fell 20.2 percent year-on-year in the second quarter after a 13.3 percent contraction in the first quarter, more than neighbouring Latvia, which took a rescue package from the International Monetary Fund, last year. "We both believe that there is a reason for cautious optimism that in this country we have hit the ground already and the turning point is coming," EU Industry Commissioner Gunter Verheugen told a news conference after a meeting with Lithuania's President Dalia Grybauskaite. He added the other parts of Europe, including the country's important export markets such as Germany, have seen a turning point already, but there was no certainty for the future. "Cautious optimism means that we cannot be one hundred percent sure that there are no negative surprises ahead of us," Verheugen said. "But it seems that the economy in the European Union is strong and robust enough to withstand the pressure that came from the crisis of financial institutions, financial markets," he said. Lithuania, once among the fastest growing EU member states, was hit by global credit crunch and shrinking exports markets, while the country's currency peg to euro does not allow exchange rate adjustments. The government has rejected any devaluation of the currency to boost exports, and has opted for adjustments via wage and price cuts, which analysts say would make recovery take longer
 
Ungheria

16 Settembre 2009
LA CONGIUNTURA MAGIARA SI AVVITA IN UNA RECESSIONE TRA LE PIU’ GRAVI DEL VECCHIO CONTINENTE
Le cupe prospettive economiche dell’Ungheria
di Gabriele Cazzulini
La quiete prima di un’altra tempesta: così potrebbe descriversi il clima nell’Ungheria tra la micidiale crisi economica del 2008, un inaspettato mitigarsi e l’affiorare dei segnali di una nuova recrudescenza. L’effetto più eloquente della crisi ungherese è stata la contrazione della produzione industriale: a novembre 2008 è caduta del 9,9%, mentre solo un mese più tardi è precipitata a meno 23,3% rispetto ad un anno prima. E’ il dato peggiore dal 1991. Impressionante il capovolgimento della bilancia commerciale, passata da un attivo di 109 milioni di euro nel novembre 2007 ad un passivo di 73 milioni di euro nel dicembre 2008. L’economia si contrae: il prodotto interno lordo (Pil) ha perso il 7,5% nel secondo trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. Nell’ottobre 2008 l’ex primo ministro socialista Ferenc Gyurcsàny ha ottenuto dal Fondo monetario internazionale (Fmi) la concessione di un prestito biennale di 25 miliardi di dollari. Insieme all’Ucraina, l’Ungheria è l’economia dell’Europa centro-orientale che ha avuto più bisogno del soccorso internazionale. Il credito del Fmi è la plateale sconfessione dell’ondivaga politica del primo ministro, che al momento della sua rielezione nel 2006 aveva promesso “riforme senza austerità”. Ma ben presto si è verificato l’opposto: l’austerità, per aderire all’euro, ma senza le riforme. L’obiettivo del prestito Fmi era duplice: alleggerire il peso dello Stato nell’economia e ridurre il conseguente debito pubblico. Lo stato controlla ancora circa il 30% dell’economia magiara. Con la finanziaria 2010 il nuovo primo ministro socialista György Gordon Bajnai ha annunciato tagli alla spesa sociale per circa 370 miliardi di euro in due anni per fermare la crescita del deficit pubblico. Un’economia che non produce più ricchezza e un settore pubblico che continua a divorare la scarsa ricchezza residua. La chiave di volta resta il credito e la politica monetaria. Nell’ottobre scorso la banca centrale di Budapest decide un’unica manovra di ben tre punti di rialzo sui tassi di interesse per difendere il fiorino in svalutazione del 10%. Il colpo di grazia per gli investimenti e l’industria in agonia può giustificarsi con l’obiettivo di salvaguardare il credito che le banche dell’Europa occidentale hanno investito generosamente in Ungheria per incassare i risparmi locali e investirli nelle “tigri” dell’Europa orientale per spremere profitti. La crisi ha interrotto questo circuito tra speculazione privata e sviluppo sociale. Ma non ha intaccato l’indirizzo “filo-bancario” della politica monetaria. Infatti lo scorso 25 agosto la banca centrale ungherese ha limato i tassi di interesse interbancari di mezzo punto percentuale. Ma gli analisti attendono ulteriori tagli. A Budapest il sole ritorna a splendere per il paradosso di uno Stato che chiude i cordoni della spesa grazie al finanziamento del Fmi, salvo poi ridare liquidità alle banche straniere che praticamente controllano le imprese nazionali. L’Ungheria ha un altissimo numero di banche (circa 300), ma anche una percentuale altrettanto alta di concentrazioni bancarie straniere. La scommessa, o l’obbligo, di salvare le banche salvando il resto dell’economia sembra persa. Il credito del Fmi è una coperta troppo corta per Governo, banche, imprese e cittadini. Infatti l’effetto positivo rischia di svanire presto. Inizia a scarseggiare di nuovo il credito. Il cash-flow ritorna un’incognita sia per le aziende che per i risparmiatori. E’ la dimostrazione che aver privilegiato la tutela del settore bancario ha lasciato gli altri soggetti in serie difficoltà. Ma un’economia avvitata nella crisi compromette anche la salute delle banche. Nel secondo trimestre 2009 i consumi interni sono diminuiti del 4,7%, l’output industriale è crollato del 19,3% e l’agricoltura, che aveva retto l’economia nei momenti più cupi della crisi, è crollata del 21,7%. Ecco perché il cielo sopra Budapest promette temporali ben peggiori.
 
Ungheria

28 Sep 2009 Report mensile di Raiffeisen Capital management:

Com’era atteso, la banca centrale ha tagliato i tassi d’interesse di altri 50 punti base alla fine di agosto. Questa decisione è stata motivata dalla forza del fiorino ungherese nei mesi precedenti, dalla bassa inflazione e dalla forte contrazione della performance economica, che necessita di essere nuovamente stimolata. Anche se l’inflazione è aumentata a causa di un incremento dell’IVA, gli analisti si attendevano un’aumento ben più marcato. La decisione di tagliare i tassi non ha avuto apparentemente nessun impatto sul fiorino che si è solo leggermente deprezzato rispetto all’Euro nel confronto mensile. In contrasto, forti guadagni sono stati registrati dai titoli di stato ungheresi. Nel lungo termine, il livello degli yields sembra tuttora attraente, anche se le prospettive di medio termine fanno presagire una maggior volatilità. L’indice del mercato azionario ungherese è crescito maggiormente rispetto agli indici degli altri mercati dell’Europa dell’est ad agosto, e ciò é stato dovuto principalmente agli aumenti nei prezzi delle azioni della banca OTP. Essa è stata in grado di battere le attese degli analisti al momento della pubblicazione dei risultati del secondo trimester 09 e ha tratto profitto del generalmente migliorato sentiment sui titoli finanziari.
 
Lituania

Sarkinas: l’economia Lituania potrebbe recuperare già nel 2010 - 25/09/2009

L’economia del Paese potrebbe ricominciare a crescere a partire dal prossimo anno. A patto che la domanda di prodotti dall’estero continui ad essere sostenuta

La recessione della Lituania, la peggiore registrata nell’area dell’Unione europea, potrebbe aver già toccato il momento peggiore, e l’economia del Paese potrebbe ricominciare a crescere a partire dal prossimo anno. Ciò a patto che la domanda di prodotti dall’estero continui ad essere sufficientemente sostenuta. A dichiararlo è stato il governatore della banca centrale lituana Reinoldijus Sarkinas.
«Se il contesto esterno presenterà condizioni positive, un recupero, sebbene ad un tasso di crescita molto contenuto, potrebbe essere registrato già nel corso del 2010», ha spiegato in un’intervista rilasciata a Vilnius.
Da parte sua, invece, il governo guidato dal primo ministro Andrius Kubilius ha previsto una contrazione pari al 4,3% nel prossimo anno, nonostante le numerose misure di “austerity” predisposte dall’esecutivo al fine di proseguire nell’operazione di allineamento ai parametri necessari per un’ipotetica adesione dell’euro. I tagli alle spese e l’aumento delle contribuzioni tributarie hanno portato il calo del prodotto interno lordo dell’ultimo trimestre al 20,2%. L’esecutivo, ieri, ha proposto ulteriori contenimenti della spesa pubblica, non escludendo quella sociale.
Sarkinas ha comunque aggiunto che la Litania per ora, nonostante i problemi di bilancio, non ha bisogno di un prestito d’emergenza erogato da istituzioni internazionali. A differenza della Lettonia, la seconda nazione europea più colpita dalla crisi, il cui futuro dipende da un’iniezione di liquidità da 7,5 miliardi di euro da parte del Fondo monetario internazionale. «Ma le condizioni lettoni non sono confrontabili con quelle di altri Paesi, compreso il nostro», ha concluso il governatore lituano.
 
Lettonia: dal wsj Pressure on Latvia Builds

Serie difficoltà ad ottenere il rifinanziamento ....
Da tenere d' occhio perchè stante la ripresa + che asfittica, il mercato dell'auto che comunque è un driver dell' economia e non va', puo' essere che alla prossima correzione seria a questi paesi si intensifichino le loro problematiche e stante la esposizione di qualche banca europea creare qualche problema...

STOCKHOLM -- Pressure is mounting on crisis-stricken Latvia after Sweden's finance minister said Tuesday he wanted to "send a clear signal" that the Baltic state won't get additional rescue-loan payments unless government spending is slashed further.

Continuing his recent stern rhetoric, Swedish Finance Minister Anders Borg told reporters in Stockholm that many have worked hard to help Latvia deal with its severe economic recession but that patience is wearing thin.

The country this year has needed to renegotiate its €7.5 billion ($10.99 billion) emergency-loan package, set up late last year with the International Monetary Fund, the European Union, Nordic countries and other bilateral lenders as Latvia tipped ito economic crisis.

"It would be very, very difficult to once again convince the world to provide the loan if Latvia doesn't fulfill the requirements," Mr. Borg said.

He said Nordic countries are due to lend about 10 billion Swedish kronor ($1.43 billion) to Latvia at the beginning of 2010 as part of the bailout plan.

"We can't pay out 10 billion kronor of taxpayer money with any less than complete fulfillment of loan conditions," said Mr. Borg, adding that the planned 325 million lats ($672.2 million) in cuts by Latvia's government for its 2010 budget was "significantly lower" than the 500 million lats that Riga agreed to this summer.

Also Tuesday, Fitch Ratings said Latvian failure to implement budget cuts and remain on track with its emergency loan program could lead to a downgrade. The company reiterated its double-B-plus, or junk status, rating on Latvia and kept its rating outlook at negative.

In Latvia, the government said Tuesday that it needs to delay submitting its 2010 budget proposal to parliament by nearly a week to Oct. 28.

Also, in a sign of the economic condition in the country, Latvian Prime Minister Valdis Dombrovskis asked his legal team to look into potential legislation that would limit mortgage borrowers' liability to the value of the collateral, not to the size of the loan, the prime minister's office said Tuesday.

The steps, which are only "an idea at this point" are needed to help borrowers who are finding it difficult to service their loans, said Liga Krapane, a spokeswoman for the prime minister.

While the legislation may take months to implement, analysts at Danske Bank were quick to voice concern over the potential changes in laws, which they called "draconian."

"This will, for all practical reasons, be a nonrecourse model, where mortgage borrowers can hand in the keys to the bank, and not be liable for anything," the Danske Bank analysts wrote in a research note.

They said the regulations would put banks in Latvia, which are mostly subsidiaries of Nordic banks, "in a very bad position" and would make currency devaluation less of a problem for Latvian citizens by reducing the devaluation effects.

Sweden's huge banking exposure to Latvia makes the Swedish krona highly sensitive to news from the Baltic state.

However, near 5 p.m. Stockholm time, the krona was holding on to the day's gains, with the euro down at 10.22 kronor from around 10.25 kronor in early trading. Similarly, the dollar was lower at 6.94 kronor from around 6.97 kronor.

Latvian Finance Minister Einars Repse said Tuesday that the country was working on further reductions in spending. "The government is on the right way in cutting the state budget expenditure," Mr. Repse said on the sidelines of the annual IMF and World Bank summit in Istanbul.

"Further budget-decrease process will depend on discussion between the government, prime minister and international lenders," he said.
 

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