PENSO CHE Ci SIA UNA DIFFERENZA ENORME TRA L'ESSERE VUOTI....... (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
......a colpi di grappa o genepy
:d: A me non piace la grappa, ma il genepy ...
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Non è questione di jella....non ci credo nemmeno,ma te la sentiresti tu di considerarlo davvero un bottom questo,con tutto quello che succede ed è successo??:specchio:
Se il loro intento (qua è meglio usare sinonimi di "scopo":-o:D) era quello di spaventarci .... ci sono riusciti alla grande :wall::wall:

Buongiorno cari :)
 

diomede

Buongiorno
Al massimo si autosospendono, ma la doppia poltrona non la mollano. Nel governo dei professori, avere due o più incarichi in contemporanea (con relativi stipendi) è una abitudine ben radicata. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini, per esempio, rifiuta di dimettersi dalla camera arbitrale dell'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, di cui è membro. Zoppini, che si è solo autosospeso, ha seguito l'esempio di qualcuno più in alto di lui: lo stesso hanno fatto il premier Mario Monti (dalla presidenza della Bocconi) e il ministro Francesco Profumo (dalla presidenza del Cnr), mentre il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi ha chiesto l'aspettativa dall'Università Cattolica del Sacro cuore di Milano, di cui è rettore.
 

diomede

Buongiorno
Certo che siamo un Paese incredibile, e nel letterale senso della parola.
Cioè, prendiamo la vicenda di Filippo Penati, il già sindaco progressista di Sesto San Giovanni nonché ex presidente della Provincia di Milano e capo della segreteria di Bersani, ora sotto inchiesta per questioni di malaffare e malapolitica con annesse (presunte) tangenti.
Ovvio che, nonostante la Procura di Monza si mostri convinta d’aver raccolto elementi sufficienti a sostenere le ipotesi di reato - l’avviso di conclusione indagini e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio non dovrebbero farsi molto aspettare - nonostante questo, dicevamo, allo stato attuale Penati è colpevole di nulla, dovendo le accuse passare ancora al vaglio processuale.
E questa non è considerazione di maniera, ma sostanziale.
Scritto questo, esistono poi le cosiddette questioni d’opportunità, espressione invero spesso foderata d’ipocrisia che però a volte risponde effettivamente a ragionevoli esigenze di correttezza e coerenza di comportamento.
Nel senso: com’è noto, Penati in seguito all’inchiesta si è autosospeso dal suo ruolo di presidente del Consiglio regionale lombardo e anche dal Partito Democratico, non però rinunciando alla carica di consigliere.
E dunque adesso, come da regolamento, fa parte del cosiddetto Gruppo Misto, la terra politicamente di nessuno in cui finiscono dissidenti e reietti e indagati d’ogni schieramento.
Succede ora che proprio in Regione Lombardia debba insediarsi la Commissione d’inchiesta incaricata di approfondire l’altro grande scandalo che sta infangando i colletti bianchi lombardi (per la verità ormai parecchio ingrigiti), quello legato al crac dell’ospedale San Raffaele - e anche in questo caso, oltre ai buchi di bilancio, i magistrati ipotizzano malversazioni d’ogni tipo e anche mazzette più o meno manifeste.
La prima convocazione di questa commissione è prevista per lunedì 23 gennaio. Organismi di questo genere devono comprendere i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio.
E dunque ne farà parte anche lo stesso Penati, proprio in quanto componente del Gruppo Misto. Indagato e indagatore. Quando si dice il paradosso.
 

diomede

Buongiorno
Titolo: FOREX: sentiment di mercato
Ora: 18/01/2012 10:40
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Il sentiment sui mercati e' tranquillo, con gli
investitori in attesa della bilaterale Cameron-Monti e della ripresa dei
negoziati tra Atene e i privati sulla ristrutturazione del debito
ellenico. Sul fronte valutario, il cross euro/usd si attesta a 1.2783,
dopo aver superato quota 1,28 nella fase iniziale delle contrattazioni.
Per quanto riguarda gli altri cambi, l'euro/gbp quota a 0,8329 e
l'euro/jpy a 98,048. Sul mercato obbligazionario sono attese le aste
portoghesi di Bill a breve scadenza. Il differenziale italiano decennale
e' a 474 pb, 3 pb in rialzo dal valore di apertura.
npe
(fine)
MF-DJ NEWS
1810:40 gen 2012
 

diomede

Buongiorno
Già sui siti Internet si stanno formando gruppi di ultrà, radunati sotto slogan piuttosto scamiciati: «De Falco presidente del consiglio». Sulle bancarelle stanno per arrivare le magliette con la frase del riscatto italiano: «Vada a bordo, *****!». Abbiamo un tale bisogno di aggrapparci a qualche modello presentabile, che scoprirlo proprio nella stessa nottata della figuraccia cosmica scatena entusiasmi popolari. Il nuovo idolo è un oscuro uomo della Marina, arruolato nel 1993. La sera del dannatissimo disastro si è trovato a comandare la sala operativa, con un team di cinque persone. Ci tiene a definirlo «il migliore possibile», con il classico orgoglio del capo militare, anche se si rammarica subito di non essere riuscito a «portare fino in fondo il nostro dovere, quello di salvare tutti».
Ironia del destino, De Falco è di origini napoletane. Il che, è bello dirlo, bilancia nel modo più sublime una certa tentazione di imputare il naufragio ai luoghi comuni della leggerezza partenopea. Sì, popoli padani e popoli di tutto il mondo, che già avete bollato geopoliticamente l’affondamento: il comandante improvvido e facilone è di Sorrento, area partenopea, come no, ma De Falco è di Napoli e allora dobbiamo quanto meno moderare i termini. Diciamo le cose come stanno: in quei minuti di parossismo puro, in quella Capitaneria di Livorno, è entrata virilmente in scena l’altra faccia dell’Italia, quella che esiste e sopravvive in barba ai sarcasmi mondiali, che sa benissimo cosa fare e come muoversi nei momenti difficili, senza temere di usare parole forti e assumersi pesanti responsabilità. Ascoltare le parole di De Falco suscita spontanea ammirazione, perché a parlare e a impartire le indicazioni giuste siamo tutti bravi dopo, quando sappiamo già com’è andata a finire, ma lui, nel cuore di una notte qualunque, schiacciato da circostanze terribili, è riuscito a condurre il gioco in tempo reale, nel modo esemplare, dicendo le cose giuste con il tono giusto, accorato e lucido, determinato e competente: ma soprattutto indignato.
Lo sappiamo tutti: c’è una necessità assoluta, qui e adesso, in questa nazione malmessa, di gente che al proprio posto sappia ancora indignarsi se le cose non vanno. Per troppo tempo abbiamo lasciato mano libera a quelli che si voltano dall’altra parte, che si defilano, che spariscono alla prima difficoltà, facendo finta di niente, pensando solo a se stessi. In quella notte pazzesca si sono trovate di fronte queste due anime italiane, opposte e inconciliabili, in un dialogo impietoso. Purtroppo, date le circostanze, ha prevalso ancora una volta l’impiastro. Ma riascoltando quel dialogo resta almeno la speranza che un giorno, se non già adesso, l’eccezione italiana sia Schettino, non De Falco
 

diomede

Buongiorno
Problema: c’è un’azienda che funziona e deve aumentare la produzione. Soluzione: chiede di lavorare sette giorni su sette per sfruttare gli impianti al massimo, 4 giorni di lavoro e 2 di riposo, con le maggiorazioni previste dal contratto collettivo per sabato, domenica e notturni e un «gettone» di 75 euro, per chi lavora tutte le 32 ore previste, più l’impegno alla stabilizzazione dei lavoratori precari. I sindacati sono d’accordo: ma prima di firmare decidono di sottoporre la proposta al voto dei lavoratori. Risultato: 433 votanti, 158 sì e 262 no. Accordo congelato, niente aumento produttivo nè retributivo; col rischio che i committenti si rivolgano altrove.
Sembra un caso di scuola, inventato per mostrare i rischi dell’eccessiva rigidità; invece è storia vera. Succede alla Lascor di Sesto Calende, un’azienda del gruppo Swatch che produce casse e bracciali per orologi. Una realtà solida e ben radicata nel territorio, tanto che la vicenda ha suscitato molto scalpore e un acceso dibattito sui blog, i social network e sui giornali locali. Dove ognuno ha portato le sue ragioni, lasciando inevitabilmente sullo sfondo i torti.
 

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