Perchè la detrazione fiscale delle polizze vita è uno specchietto per le allodole? (1 Viewer)

HereIam

IamForce - HIearme
Dipende dall'importo del montante finale. Di solito, per durate di "soli" dieci anni non si ha a che fare con grosse cifre, quindi la rendita è, come dici tu stesso, poco più che irrisoria.

Probabilmente la soluzione migliore è riscattare tutto e decidere un nuovo investimento, magari a premio unico questa volta. Questi sono i servizi migliori dal punto di vista del rendimento e della flessibilità nel poterli un giorno riscattare. Infatti già dopo pochissimi anni possono essere effettuati riscatti parziali o addirittura totali ... ovviamente tutto dipende dalla compagnia e dal servizio scelto, ma grossomodo funzionano così.

Verifica bene che proseguendo il piano, tu possa continuare a beneficiare dei vantaggi fiscali delle vecchie polizze. Se fosse così, ti potrebbe anche convenire restare qualche anno in più nel piano.

Grazie.
 

dome

Nuovo forumer
Prego, figurati. Faccio il consulente assicurativo per la Direzione Commerciale dell'Ina Assitalia, a Roma. Se ti servono altre delucidazioni, chiedi pure.
 

ARANCIA

Forumer storico

Ciao

Salve a tutti sono nuovo da tempo vi seguo e spero di dare il mio piccolo contributo al forum:ciao:
Complimenti a NEGUS:V
il tuo articolo mi fà chiedere se anche i nuovi FP faranno tra qualche fanno la fine delle polizze vita basata poco :down:
1) modificare il regime fiscale agevolato (qaunto pagherai di tasse lo saprai solo alla fine)
2) modificare i coeff di converione in rendita e il gioco è fatto.

Scusate e se ho divagato

Rispetto alla polizza
Dipende :
la polizza diedi anni fà che tipo di contratto era rendita differita – capitale differito –mista (spero di no)...
Ad esempio se capitale differito ti può convenire il differimento asmatico a scadenza (controlla se è previsto nel contratto) ovvero non paghi più mantieni il cap investito ad un tasso tecnico del 4-3% e inoltre la tassazione sugli interessi decresce del 2% per i successivi 10 anni.
(naturalmente valuta i costi retrocessione ... rendimento minimo trattenuto dalla compagnia ecc forse un bel btpi è più preformante)

Rendita differita:
la scelta è più complessa in breve devi confrontare coeff di conversione – tassazione.
Magari continuare non è da scartare
(cmq farò delle domande sul tema vecchie polizza agli esperti del forum + tardi )

Mista prendi i soldi e scappa....

In sintesi senza dati no asnwer ... :) per Dome sono certo che il tuo contributo “da infiltrato “ sarà prezioso per noi tutti.
Rispetto i pochi agenti bancari onesti perché non hanno vita facile BUDGET DOCET! :rolleyes: anche se mi dicono che assomiglio al mio avatar...:)
 
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ARANCIA

Forumer storico
:lol::lol::lol: differimento asmatico ma che chacc ho scritto
vabè la prossima volata rispondo da casa

intendevo differimento automatico a scadenza detto DAS da alcuni ovvero no paghi + e mantieni in piedi il cotratto
ma occhio non ci sono regole generali
 

SATURNO.MARCO

Nuovo forumer
Spesso la gente mantiene in essere vecchie polizze vita, soprattutto quelle sottoscritte prima del 31/12/2000, perchè ritiene vantaggioso il fatto di poter "scaricare" dalle tasse il 19% del premio versato, fino al vecchio tetto di £ 2.500.000 (oggi 1291,14 €).

In realtà pochi sanno che tale beneficio diminuisce mano a mano che passa il tempo, per effetto dell'incidenza delle commissioni di gestione che si applicano alla somma dei premi complessivamente versati, che nel tempo tendono ad annullare e addirittura a superare l'importo del beneficio stesso.

In questo vecchio post spiegavo perchè, allegando anche un piccolo file excel che è possibile personalizzare in base alle proprie condizioni contrattuali. ;)


Perchè il beneficio fiscale si diluisce nel tempo?

Facciamo un esempio terra terra.

Supponiamo che il premio annuo sia 100, la detrazione fiscale 19, l'imposta sulle assicurazioni il 2,5% ed il caricamento il 10,5%. La durata 5 anni, che è il minimo per avere diritto alla detrazione.

Immaginiamo che la rivalutazione sia pari a zero, per concentrarci unicamente sull'effetto finanziario della detrazione fiscale. Facciamo anche l'ipotesi che il risparmio fiscale sia contestuale al versamento: ritardarlo di qualche mese abbasserebbe leggermente il risultato, ma non cambierebbe sostanzialmente il risultato finale.

Ogni versamento origina un guadagno del 6,26%, come risultante della somma di costi, tasse e detrazioni:

100 - 2,5% (imposta) = 97,5 - 10,5% (caricamento) = 87,26 + 19 (beneficio fiscale) = 106,26

A fronte di un esborso effettivo di 81 (per ogni premio di 100 che pago ho uno sgravio fiscale di 19) la compagnia ne investe 87,26 (i 100 di premio che riceve, al netto del 2,5 di imposta e del 10,5 di caricamenti che si applicano sul premio al netto dell'imposta).

Alla fine dei cinque anni mi verrà restituito un capitale (premi versati al netto di imposte e caricamenti) di 436,31, a fronte di 405 versati (premi versati al netto del beneficio fiscale), pari ad un rendimento medio annuo del 2,49% (vedi tabella xls, foglio "senza commissioni di gestione") DOVUTO UNICAMENTE AL BENEFICIO FISCALE (ho ipotizzato il rendimento della polizza = 0).

Se la polizza dura dieci anni, otterrò un capitale di 872,63, a fronte di versamenti per 810, pari ad un rendimento medio annuo dell'1,35%.

Su una durata di venti anni, come si può vedere dalla tabella, il rendimento medio annuo derivante dal vantaggio fiscale si è ridotto allo 0,70%.

Una prima conclusione è che mano a mano che la durata aumenta diminuisce il vantaggio fiscale (si diluisce, come scrivevo nel post). Non a caso chi in passato voleva davvero massimizzare il beneficio fiscale stipulava polizze di durata quinquennale (durata minima consentita per usufruire delle detrazioni), sempre che l'assicuratore (i cui guadagni erano proporzionali alla durata) glielo consentisse.

Il motivo è evidente: il vantaggio fiscale è una tantum, mentre i premi versati restano nella polizza fino alla scadenza.

Se sull'ultimo premio il risparmio medio annuo (al netto di imposte e caricamenti) è pari al 6,26% (6,26% / 1, che è l'anno che manca alla scadenza), nella polizza quinquennale il risparmio medio annuo sul primo premio è pari all'1,25% (6,26% / 5). La media dei diversi risparmi sui vari premi (tenuto conto della capitalizzazione composta) alla fine dei cinque anni diventa quel 2,49% che dicevo sopra.

Ma non è finita qui. La polizza prevede un costo di gestione (quella parte del rendimento che non viene "retrocessa") pari ad almeno lo 0,75% (spesso è dell'1% e anche oltre). Questa percentuale viene applicata costantemente ogni anno al cumulo dei premi (al netto di imposte e caricamenti) via via versati.

Il primo anno sarà pari al premio netto versato 87,26 x 0,75% = 0,65
il secondo sarà pari ai due premi netti versati 174,53 x 0,75% = 1,31
il terzo sarà pari ai tre premi netti versati 261,79 x 0,75% = 1,96
e così via.

In pratica occorre sottrarre al rendimento medio annuo uno 0,65%, dato che la commissione si applica ogni anno all'intero cumulo dei premi netti versati, e quindi va a ridurre il rendimento medio finale di un uguale importo.

Il rendimento medio finale (derivante unicamente dal vantaggio fiscale) della polizza viene così a ridursi, fino ad azzerarsi completamente nel caso della polizza ventennale ed anzi ad essere superato dai costi complessivi della polizza (vedi tabella xls, foglio "con commissioni di gestione").

Basti pensare che il ventesimo anno, a fronte di un versamento di 100 che mi origina un beneficio di 6,26 (19 di detrazione -2,5 di imposte e 10,5 di caricamenti) avrò un'ulteriore commissione di gestione pari allo 0,75% applicato alla somma dei premi netti effettuati (87,26 x 20 = 1745,25), cioè un esborso di 13,09. In pratica sull'ultimo premio, se tengo conto di tutti i costi (caricamenti, commissione di gestione e imposta) al netto del beneficio fiscale, avrò una rimessa (e non un vantaggio) del -7,09%.

Un'ultima curiosità: cumulando i caricamenti una tantum sul premio con la commissione di gestione annuale applicata al cumulo dei premi già versati, alla scadenza della polizza avrò "trasferito" alla compagnia:

il 12,20% del capitale su una polizza di 5 anni;

il 13,84% del capitale su una polizza di 10 anni e

il 17,11% del capitale su una polizza di 20 anni
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Concludendo: il beneficio fiscale non è altro che uno specchietto per le allodole, soprattutto per le polizze di lunga durata. Molto spesso i caricamenti, le commissioni di gestione e l'imposta sulle assicurazioni sono così alte da superare i benefici fiscali, in particolare dopo 10-15 anni.

Per questo sostengo spesso che, piuttosto che trasferire quote crescenti del proprio capitale ad un'assicurazione, vale la pena di gestire direttamente i propri risparmi e piuttosto adottare un bambino a distanza, o fare un viaggio, o comprarsi libri, dischi, etc.

P.S. Nella tabella excel è possibile personalizzare a proprio piacimento le caselle azzurre.

Ottimissima analisi anche se la leggo con un bel po di ritardo
aggiungerei il fatto che in caso di problemi di default paese mi sa che del denaro investito se ne vedrà ben poco, investendo la maggior pate delle polizze gran parte di denaro in titoli di stato.
 
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tuareg

Forumer attivo
Spesso la gente mantiene in essere vecchie polizze vita, soprattutto quelle sottoscritte prima del 31/12/2000, perchè ritiene vantaggioso il fatto di poter "scaricare" dalle tasse il 19% del premio versato, fino al vecchio tetto di £ 2.500.000 (oggi 1291,14 €).

In realtà pochi sanno che tale beneficio diminuisce mano a mano che passa il tempo, per effetto dell'incidenza delle commissioni di gestione che si applicano alla somma dei premi complessivamente versati, che nel tempo tendono ad annullare e addirittura a superare l'importo del beneficio stesso.

In questo vecchio post spiegavo perchè, allegando anche un piccolo file excel che è possibile personalizzare in base alle proprie condizioni contrattuali. ;)


Perchè il beneficio fiscale si diluisce nel tempo?

Facciamo un esempio terra terra.

Supponiamo che il premio annuo sia 100, la detrazione fiscale 19, l'imposta sulle assicurazioni il 2,5% ed il caricamento il 10,5%. La durata 5 anni, che è il minimo per avere diritto alla detrazione.

Immaginiamo che la rivalutazione sia pari a zero, per concentrarci unicamente sull'effetto finanziario della detrazione fiscale. Facciamo anche l'ipotesi che il risparmio fiscale sia contestuale al versamento: ritardarlo di qualche mese abbasserebbe leggermente il risultato, ma non cambierebbe sostanzialmente il risultato finale.

Ogni versamento origina un guadagno del 6,26%, come risultante della somma di costi, tasse e detrazioni:

100 - 2,5% (imposta) = 97,5 - 10,5% (caricamento) = 87,26 + 19 (beneficio fiscale) = 106,26

A fronte di un esborso effettivo di 81 (per ogni premio di 100 che pago ho uno sgravio fiscale di 19) la compagnia ne investe 87,26 (i 100 di premio che riceve, al netto del 2,5 di imposta e del 10,5 di caricamenti che si applicano sul premio al netto dell'imposta).

Alla fine dei cinque anni mi verrà restituito un capitale (premi versati al netto di imposte e caricamenti) di 436,31, a fronte di 405 versati (premi versati al netto del beneficio fiscale), pari ad un rendimento medio annuo del 2,49% (vedi tabella xls, foglio "senza commissioni di gestione") DOVUTO UNICAMENTE AL BENEFICIO FISCALE (ho ipotizzato il rendimento della polizza = 0).

Se la polizza dura dieci anni, otterrò un capitale di 872,63, a fronte di versamenti per 810, pari ad un rendimento medio annuo dell'1,35%.

Su una durata di venti anni, come si può vedere dalla tabella, il rendimento medio annuo derivante dal vantaggio fiscale si è ridotto allo 0,70%.

Una prima conclusione è che mano a mano che la durata aumenta diminuisce il vantaggio fiscale (si diluisce, come scrivevo nel post). Non a caso chi in passato voleva davvero massimizzare il beneficio fiscale stipulava polizze di durata quinquennale (durata minima consentita per usufruire delle detrazioni), sempre che l'assicuratore (i cui guadagni erano proporzionali alla durata) glielo consentisse.

Il motivo è evidente: il vantaggio fiscale è una tantum, mentre i premi versati restano nella polizza fino alla scadenza.

Se sull'ultimo premio il risparmio medio annuo (al netto di imposte e caricamenti) è pari al 6,26% (6,26% / 1, che è l'anno che manca alla scadenza), nella polizza quinquennale il risparmio medio annuo sul primo premio è pari all'1,25% (6,26% / 5). La media dei diversi risparmi sui vari premi (tenuto conto della capitalizzazione composta) alla fine dei cinque anni diventa quel 2,49% che dicevo sopra.

Ma non è finita qui. La polizza prevede un costo di gestione (quella parte del rendimento che non viene "retrocessa") pari ad almeno lo 0,75% (spesso è dell'1% e anche oltre). Questa percentuale viene applicata costantemente ogni anno al cumulo dei premi (al netto di imposte e caricamenti) via via versati.

Il primo anno sarà pari al premio netto versato 87,26 x 0,75% = 0,65
il secondo sarà pari ai due premi netti versati 174,53 x 0,75% = 1,31
il terzo sarà pari ai tre premi netti versati 261,79 x 0,75% = 1,96
e così via.

In pratica occorre sottrarre al rendimento medio annuo uno 0,65%, dato che la commissione si applica ogni anno all'intero cumulo dei premi netti versati, e quindi va a ridurre il rendimento medio finale di un uguale importo.

Il rendimento medio finale (derivante unicamente dal vantaggio fiscale) della polizza viene così a ridursi, fino ad azzerarsi completamente nel caso della polizza ventennale ed anzi ad essere superato dai costi complessivi della polizza (vedi tabella xls, foglio "con commissioni di gestione").

Basti pensare che il ventesimo anno, a fronte di un versamento di 100 che mi origina un beneficio di 6,26 (19 di detrazione -2,5 di imposte e 10,5 di caricamenti) avrò un'ulteriore commissione di gestione pari allo 0,75% applicato alla somma dei premi netti effettuati (87,26 x 20 = 1745,25), cioè un esborso di 13,09. In pratica sull'ultimo premio, se tengo conto di tutti i costi (caricamenti, commissione di gestione e imposta) al netto del beneficio fiscale, avrò una rimessa (e non un vantaggio) del -7,09%.

Un'ultima curiosità: cumulando i caricamenti una tantum sul premio con la commissione di gestione annuale applicata al cumulo dei premi già versati, alla scadenza della polizza avrò "trasferito" alla compagnia:

il 12,20% del capitale su una polizza di 5 anni;

il 13,84% del capitale su una polizza di 10 anni e

il 17,11% del capitale su una polizza di 20 anni
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Concludendo: il beneficio fiscale non è altro che uno specchietto per le allodole, soprattutto per le polizze di lunga durata. Molto spesso i caricamenti, le commissioni di gestione e l'imposta sulle assicurazioni sono così alte da superare i benefici fiscali, in particolare dopo 10-15 anni.

Per questo sostengo spesso che, piuttosto che trasferire quote crescenti del proprio capitale ad un'assicurazione, vale la pena di gestire direttamente i propri risparmi e piuttosto adottare un bambino a distanza, o fare un viaggio, o comprarsi libri, dischi, etc.

P.S. Nella tabella excel è possibile personalizzare a proprio piacimento le caselle azzurre.
Sono incappato per caso in questo post: una marea di caxate. :D
Che il negus ci capisse poco di assicurazioni era già stato dimostrato, ma che avesse pure la mandria di seguaci mi ha stupito.

Ma possibile che nessuno si sia accorto che il negus, per far tornare i propri conti, abbia azzerato il beneficio del rendimento annuo composto (la vera assicurzione) ed abbia invece considerato il costo di gestione che non è altro che la parte trattenuta del rendimento annuo riconosciuto dalla compagnia e che s'era detto di non considerare??
Quindi immaginiamo che la rivalutazione sia uguale a zero, ma che i costi di gestione derivanti e prelevati dalla rivalutazione che abbiamo considerato uguale a 0 siano > 0... che fantasia :wall:

La realtà è un'altra: se verso 100 ottengo 106,26 (fino qui ci arriva pure il negus) + 4% minimo garantito (il tasso tecnico delle polizze ante 2000) + (rendimento annuo - retrocessione alla compagnia - tasso tecnico) + il consolidamento degli interessi annui + l'interesse composto - la ritenuta fiscale del 12,5% sulla plusvalenza al percepimento. Lascio a voi tradurre il tutto in numeri, ma dubito che il risultato sarà -7,09%. :lol:

Negus parla di ciò che vuoi ma lascia perdere gli argomenti assicurativi: non è roba per te. I luoghi comuni, come le bugie, hanno le gambe corte.
 
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negusneg

New Member
Sono incappato per caso in questo post: una marea di caxate. :D
Che il negus ci capisse poco di assicurazioni era già stato dimostrato, ma che avesse pure la mandria di seguaci mi ha stupito.

Permettimi una osservazione, da come ti presenti si capisce subito che il tuo unico intento è quello di provocare e mancare di rispetto agli altri, mi chiedo se in buona fede o no: sei uno spacciatore di polizze?

Non mi riferisco a quello che dici nei miei confronti, sono abituato agli insulti gratuiti, a quelli rispondo dopo, ma alla espressione che usi verso gli utenti di questo forum, definendoli una "mandria di seguaci".

Complimenti a chi ti ha educato, forse poteva impegnare il suo tempo in modo più proficuo.

Poi magari sarai così gentile da spiegarmi chi avrebbe “dimostrato”, dove e quando "che il negus ci capisce poco di assicurazioni".

Ma possibile che nessuno si sia accorto che il negus, per far tornare i propri conti, abbia azzerato il beneficio del rendimento annuo composto (la vera assicurzione) ed abbia invece considerato il costo di gestione che non è altro che la parte trattenuta del rendimento annuo riconosciuto dalla compagnia e che s'era detto di non considerare??
Quindi immaginiamo che la rivalutazione sia uguale a zero, ma che i costi di gestione derivanti e prelevati dalla rivalutazione che abbiamo considerato uguale a 0 siano > 0... che fantasia :wall:

Premetto che, a differenza delle decine di spacciatori di polizze che ho conosciuto, non ho conti da far tornare. Se non quelli, ben conosciuti da centinaia di migliaia di famiglie che ne sono state vittime, che si sono viste restituire dopo decine di anni il patrimonio che gli hanno versato (quando gli è andata bene, talvolta anche meno).

L’esperimento che ho voluto proporre è chiaro e trasparente: vuole dimostrare che il cosiddetto beneficio fiscale è in realtà uno specchietto per le allodole. Nell’esempio ho dimostrato che i cosiddetti benefici fiscali sono più che compensati dai costi di gestione e dai caricamenti che gravano sulle polizze, soprattutto nel medio-lungo termine.

La scelta di ipotizzare rendimenti uguali a zero serve proprio ad “isolare” il puro effetto del beneficio fiscale, da una parte, e dei costi delle polizze, dall’altra, per poterli correttamente confrontare, e verificare se il vantaggio di per sé è sufficiente a giustificare tutti quei costi (che a differenza del vantaggio fiscale, ampiamente pubblicizzato, non vengono mai esplicitati con trasparenza). Va da sé che se si ipotizza un rendimento della polizza, qualunque esso sia, IL RISULTATO NON CAMBIA. Qualsiasi strumento finanziario ha dei rendimenti, ma se già in partenza la struttura comporta dei costi (al netto di eventuali benefici) che lo penalizzano eccessivamente, quello strumento non è efficiente.

ANZI: considerando un eventuale rendimento il risultato PEGGIORA. Infatti il beneficio fiscale resta lo stesso (19% del premio versato) mentre i costi di gestione (da me ipotizzati allo 0,75% delle masse progressivamente affidate all’assicurazione) crescono in funzione del tasso (LORDO) di rendimento composto. E’ un effetto trascurabile (nel breve almeno) per cui l’avevo trascurato. Calcoli più recenti fatti su polizze scadute di durate ventennali mi dicono che in realtà il prelievo complessivo trasferito alla compagnia raggiunge spesso, e in certi casi supera, il 30% (e non il 17% come ipotizzavo sulla base di ipotesi ottimistiche).

C’è da stupirsi che le provvigioni pagate su questa tipologia di polizze poteva variare fra il 15% ed il 90% del primo premio, in base alla durata? E che chi le collocava era molto più interessato ad approfondire le tabelle provvigionali che venivano dettagliatamente illustrate alle numerose riunioni di de-formazione professionale piuttosto che informarsi coscienziosamente sugli effetti potenzialmente devastanti che questi simpatici prodottini avevano sui risparmi di milioni di famiglie?

Non a caso nei primi tre anni le penalità erano massime: RIMBORSO ZERO. Allo spacciatore restava il 45-60% (sulle durate più gettonate di 15-20 anni) ed alla compagnia il 100%. Negli anni successivi veniva applicato ai premi netti versati rivalutati uno sconto pari al 4% moltiplicato per la durata residua: se dopo 5 anni chiedevo il riscatto, su una polizza di durata ventennale, mi prelevavano il 60% sui premi versati (al netto di tasse e caricamenti).

In ogni caso tutti la facevano franca: lo spacciatore incassava commissioni esorbitanti, la compagnia, comunque andasse, incassava anche di più. E il risparmiatore, comunque andasse, trasferiva ricchezza ad altri.

Quando esposi queste semplici ed incontrovertibili “caxate” ad un direttore generale di una delle maggiori compagnie assicurative europee (con pochi esempi scritti a pennarello su un tabellone, davanti a decine di potenziali spacciatori) non seppe fare altro che sorridere imbarazzato ed accennare al fatto che in tutte le migliori famiglie c’è sempre qualche contestatore (testa calda, mi sembra che dicesse) ma che questo non sposta la realtà delle cose. Ma si guardò bene dal confutarmi entrando nel merito (non avrebbe potuto).

La realtà è un'altra: se verso 100 ottengo 106,26 (fino qui ci arriva pure il negus) + 4% minimo garantito (il tasso tecnico delle polizze ante 2000) + (rendimento annuo - retrocessione alla compagnia - tasso tecnico) + il consolidamento degli interessi annui + l'interesse composto - la ritenuta fiscale del 12,5% sulla plusvalenza al percepimento. Lascio a voi tradurre il tutto in numeri, ma dubito che il risultato sarà -7,09%. :lol:

Negus parla di ciò che vuoi ma lascia perdere gli argomenti assicurativi: non è roba per te. I luoghi comuni, come le bugie, hanno le gambe corte.


E’ ovvio che se avessi letto quello che ho scritto (ma non mi sembri uno che legge cercando di capire, piuttosto uno che vuole spiegare le SUE verità) ti saresti risparmiato questa brutta figura. Il – 7,09% ipotizzando rendimenti uguali a zero rimane anche in caso di rendimenti positivi. E’ una zavorra che pesa comunque, a prescindere dai risultati. Anzi, come argomentavo poco sopra, aumenta al crescere dei rendimenti.

Per finire, un consiglio: sei ospite di una comunità di persone che cerca di raccogliere e divulgare informazioni che aiutino la gente a discutere e capire, per poter gestire consapevolmente i propri risparmi e difendersi dall’esercito di spacciatori che cercano di piazzare la loro merce a caro prezzo.
Come avrai visto c’è una certa tolleranza, accettiamo di essere derisi, addirittura insultati. Non sopportiamo però che si raccontino delle balle. Se insisti a propagandare cose palesemente false, senza neppure provare minimamente a dimostrarle, saremo costretti a prendere dei provvedimenti. Come giustamente scrivi (l’unica frase che condivido) “i luoghi comuni, come le bugie, hanno le gambe corte”.

P. S. Sono tornato su questo 3D dopo molto tempo su segnalazione di alcuni amici. Vedo che c’erano state domande a cui non sono riuscito a rispondere (negli ultimi due anni ho dovuto ridurre di molto il tempo dedicato al forum). Mi riprometto di farlo appena mi sarà possibile e chiedo scusa a quelli cui non ho potuto rispondere.
 
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tuareg

Forumer attivo
Come avrai visto c’è una certa tolleranza,:DD: accettiamo di essere derisi, :DD:addirittura insultati. :DD:Non sopportiamo però che si raccontino delle balle. :lol: Se insisti a propagandare cose palesemente false, senza neppure provare minimamente a dimostrarle, saremo costretti a prendere dei provvedimenti. [/QUOTE]

:abbocca:...evidentemente hai la memoria corta :DD::-D:DD:

da un "piazzista di polizze" ad un "emerito incompetente" :D

per i moderatori: "emerito incompetente" è un "complimento" al pari di "piazzista di polizze"... poi fate come vi pare.
 

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