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I fondi occulti di Putin (in dollari) alle Cayman e nei paradisi fiscali
di Federico Fubini23 mar 2022
I fondi occulti di Putin (in dollari) alle Cayman e nei paradisi fiscali Vladimir Putin (Epa)
La Russia si era preparata a resistere alle sanzioni occidentali attraverso la creazione di fondi occulti off-shore, con l’aiuto della banca centrale di Pechino? Il sospetto viene avanzato e circostanziato da due ricercatori del Council on Foreign Relations di New York, Steil e Benjamin Della Rocca.
In un articolo, i due analisti ripercorrono lo strano movimento di circa 80 miliardi di dollari in titoli del Tesoro americani accumulati da misteriose entità alle Isole Cayman e sulla piattaforma Euroclear in Belgio. L’operazione si sarebbe svolta in due tappe distinte - almeno quelle che sono individuate da Steil e Della Rocca - verso metà del 2018 e poi nel dicembre 2021, mentre Vladimir Putin ammassava le truppe al confine con l’Ucraina. L’effetto netto potrebbe essere stato l’accumulo di una disponibilità fino a circa 80 miliardi di dollari - in valuta statunitense - che Mosca sarebbe in grado di utilizzare anche se le sanzioni, in teoria, mirano a impedirglielo.
I fondi neri di Putin
Se l’obiettivo delle misure occidentali contro Mosca è lo strangolamento finanziario del regime russo, queste operazioni miravano chiaramente a prevenirlo. Come si sarebbero formati gli enormi fondi occulti? Nel 2018 a un certo punto è risultato che in apparenza la Russia aveva venduto 81 dei suoi 96 miliardi di riserve in dollari sotto forma di titoli del Tesoro Usa (Treasury). Ma dall’inizio questa operazione appariva poco plausibile, perché nessun Paese ha interesse a privarsi di disponibilità nella principale valuta del commercio internazionale. Avere dollari è essenziale per poter comprare materie prime essenziali sui mercati globali. Comunque nell’operazione russa di liquidazione dei Treasury Usa risulta subito qualcosa di strano: nei conti della banca centrale di Mosca risulta una vendita inferiore, solo per 43 miliardi di dollari e non per 81 miliardi, mentre restano da localizzare Tresury apparentemente scomparsi per altri 38 miliardi. Ma per l’appunto poco dopo emergono altre due stranezze: un improvviso aumento anomalo di depositi in Treasury nel paradiso fiscale delle Cayman per 20 miliardi e un altro per 25 miliardi in Belgio, dove ha sede la banca depositaria internazionale Euroclear. In nessuno dei due casi è possibile risalire all’identità dei titolari degli enormi depositi in Treasury americani, perché le entità depositarie li proteggono.
Il ruolo della Cina e le manovre sospette di Pechino
I due ricercatori ricordano come la Cina - si è sempre ritenuto - abbia spesso utilizzato propri conti non tracciabili su Euroclear per influenzare il valore dello yuan con interventi sul mercato dei cambi. Nel dicembre del 2021, alla vigilia della guerra, l’operazione su Euroclear è ancora più bizzarra: improvvisamente risultano depositati 47 miliardi di dollari in più, sempre sotto forma di Treasury Usa. A chi appartengono? Chi li ha versati nella banca depositaria belga? I ricercatori del Council on Foreign Relation rintracciano una pista per rispondere, in questo giallo finanziario internazionale: la banca centrale di Mosca proprio in quel mese registra un aumento più o meno equivalente di propri depositi «detenuti presso altre banche centrali nazionali». Sembra molto probabile che quelle somme siano state depositate in yuan cinesi presso la banca centrale di Pechino, la quale a sua volta ha acquistato Treasury aprendo un conto non tracciabile presso Euroclear. Di qui l’aumento improvviso, sulla piattaforma belga, di nuovi depositi in dollari. I quali sarebbero nella disponibilità dei russi al riparo delle sanzioni.
La Russia si era preparata a resistere alle sanzioni occidentali attraverso la creazione di fondi occulti off-shore, con l’aiuto della banca centrale cinese
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