PIP - Piani Individuali di Previdenza

mac ha scritto:
Quindi, se ho ben capito, niente da fare se occorre disinvestire prima di aver compiuto 65 anni!?!

Ma è possibile, comunque, farlo?

Ovvero: fissato un piano (es. i classici 5164,57 per sfruttare al max i benefici fiscali) cosa succede se si vuole interromperlo?

E se si vuole sospenderlo definitivamente?

Tieni conto, inoltre, che non hai vincoli come con le polizze tradizionali.
Nel senso che se il primo anno intendi investire il massimo deducibile, e l'anno successivo il tuo reddito diminuisce non sei obbligato a versare 5164.57 euro, ma puoi decidere di investire di meno.
Ovvero puoi fare versamenti aggiuntivi a tuo piacimento, non pagare... praticamente sei libero di fare ciò che vuoi.
Almeno con RB Vita.
Ma dovrebbe valere per tutti, se non erro.
 
X Percefal

Grazie per la risposta dettagliata che ha chiarito alcuni lati che io avevo poco chiari...

Ovviamente una simulazione seria dovrebbe tenere conto di vari aspetti non ultimo quello del reinvestimento del risparmio fiscale, perchè bisognerebbe destinare a queste operazioni una parte del proprio reddito non necessaria al normale svolgimento della propria vita.

La flessibilità dei PIP da questo punto di vista è sicuramente un vantaggio, rimango però dell'idea che sia decisamente più vantaggiosa per redditi medio alti piuttosto che per redditi bassi, il che, scusatemi, è un controsenso (a meno che il tutto non sia inquadrato in un'ottica di livellamento verso il basso delle pensioni INPS, il che penalizzerebbe però le persone con redditi medio alti che non aderissero a programmi tipo FIP).

Facendo comunque un esempio terra terra, un operaio che guadagna 1000 euro al mese difficilmente potrà permettersi di destinare più di un 10% del proprio reddito ad un PIP, con un risparmio fiscale attorno ai 200 euro annui. Ora anche nella migliore delle ipotesi, il capitale versato in trent'anni sarebbe di 1200 euro x 30 = 36.000 al netto del risparmio fiscale 30.000 euro. A scadenza calcolando un interesse del 5% al netto dell'inflazione, dopo trent'anni, maturerà un capitale di 83700 euro circa di cui potrà goderne metà e la rendita del rimanente capitale non potrà certamente essere astronomica. Ipotizzando che avesse reinvestito anche il risparmio fiscale con una rendita sempre del 5% al netto dell'inflazione si troverebbe altri 13.950 euro.

Un dirigente con reddito imponibile di 50.000 euro che destini ad un PIP il 12% del proprio reddito (6.000 euro) ed ipotizzando un risparmio fiscale medio del 35% (rimango basso apposta per non esagerare) dopo trent'anni si troverebbe una situazione di questo tipo:

- capitale maturato a scadenza 418.000 euro, capitale investito al netto del risparmio fiscale 117.000, potrebbe chiedere il rimborso di metà del capitale maturato pari a 209.000 trovandosi praticamente il capitale realmente versato raddoppiato. Reinvestendo il risparmio fiscale si troverebbe inoltre altri 146.500 euro.


Qualcuno mi dovrebbe spiegare adesso il senso di tutto questo da un punto di vista sociale e di equità fiscale.
E' completamente sballato, ripeto, a meno che tutto questo non abbia come obiettivo quello di arrivare ad una pensione INPS uguale per tutti, ma questo non è dichiarato e quindi non lo considero valido.
Un livellamento estremo delle pensioni INPS comunque comporterebbe dei grossi svantaggi per chi ha redditi medio alti e non abbia aderito a programmi del genere, il che sarebbe pure una disequità fiscale.

Paradossalmente penso che il discorso del risparmio fiscale dovrebbe essere invertito, garantendo cioè un risparmio maggiore ai redditi bassi e inferiore ai redditi medio alti.

Rifacciamo l'esempio di cui sopra invertendo il risparmio fiscale

L'operaio si troverebbe ad aver investito realmente 23400 euro e potrebbe riaverne circa 42.000 ed avendo reinvestito il risparmio fiscale si troverebbe ad avere altri 29.000 euro. Non gli cambierebbero certo la vita, ma lo aiuterebbero ad affrontare più serenamente la vecchiaia.

Il dirigente si troverebbe ad aver investito realmente 145.000 euro ne potrebbe riscattare 209.000 e reinvestendo il risparmio fiscale avrebbe altri 82.000 euro. Per lui sarebbe stato comunque un buon investimento.

Scusate la lunghezza del reply ma era necessario essere precisi per non sparar cazzate :) come tendono a fare i piazzisti della finanza (mi vien da ridere ogni volta che ripenso a quel tomo di una banca di cui taccio il nome per umana pietà, che girava tutto fiero con il suo simulatore che garantisce nel lungo termine un rendimento minimo del 15% annuo)
 
fibo76 ha scritto:
Scusate la lunghezza del reply ma era necessario essere precisi per non sparar cazzate :) come tendono a fare i piazzisti della finanza (mi vien da ridere ogni volta che ripenso a quel tomo di una banca di cui taccio il nome per umana pietà, che girava tutto fiero con il suo simulatore che garantisce nel lungo termine un rendimento minimo del 15% annuo)

Spero non mi consideri ancora tale... :smile:

Promotori seri in giro ce ne sono. Sono pochi, ma ci sono.
E generalizzare a volte mi da fastidio. :evil: :evil: :smile:
 
fibo76 ha scritto:
Ovviamente una simulazione seria dovrebbe tenere conto di vari aspetti non ultimo quello del reinvestimento del risparmio fiscale, perchè bisognerebbe destinare a queste operazioni una parte del proprio reddito non necessaria al normale svolgimento della propria vita.
L'abbiamo fatto.
Abbiamo considerato sia il caso in cui l'investitore voglia letteralmente spendere il risparmio fiscale, sia il caso in cui, con soluzione di continuità, anno per anno l'investitore investisse il risparmio fiscale in uno strumento finanziario simile (quindi un fondo) che renda il 5% all'anno.

Ovviamente parlare di rendimetno medio del 5% all'anno lascia il tempo che trova: non vi è alcuna certezza. Guardando il passato, e credendo nell'investimento azionario, io credo che il 5% sia una stima molto prudenziale, ma è un'idea molto personale.



fibo76 ha scritto:
La flessibilità dei PIP da questo punto di vista è sicuramente un vantaggio, rimango però dell'idea che sia decisamente più vantaggiosa per redditi medio alti piuttosto che per redditi bassi, il che, scusatemi, è un controsenso (a meno che il tutto non sia inquadrato in un'ottica di livellamento verso il basso delle pensioni INPS, il che penalizzerebbe però le persone con redditi medio alti che non aderissero a programmi tipo FIP).
Purtroppo i soldi portano soldi, e su questo non si discute.
La discussine, secondo me, è se effettivamente il FIP rappresenti un buon strumento per costruirsi parzialmente una pensione integrativa, o meno.
E personalmente sono convinto che se si è giovani, rappreesnta un'ottima opportunità, per i discorsi di ieri.

fibo76 ha scritto:
Facendo comunque un esempio terra terra, un operaio che guadagna 1000 euro al mese difficilmente potrà permettersi di destinare più di un 10% del proprio reddito ad un PIP, con un risparmio fiscale attorno ai 200 euro annui. Ora anche nella migliore delle ipotesi, il capitale versato in trent'anni sarebbe di 1200 euro x 30 = 36.000 al netto del risparmio fiscale 30.000 euro. A scadenza calcolando un interesse del 5% al netto dell'inflazione, dopo trent'anni, maturerà un capitale di 83700 euro circa di cui potrà goderne metà e la rendita del rimanente capitale non potrà certamente essere astronomica. Ipotizzando che avesse reinvestito anche il risparmio fiscale con una rendita sempre del 5% al netto dell'inflazione si troverebbe altri 13.950 euro.
Su questo punto torno oggi o nei prossimi giorni.
Tieni conto, comunque, che il FIP va fatto non come investimento, ma come costituzione di una rendita: per cui, secondo me, non ha senso ritirare il 33 o il 50% del capitale alla scadenza.
Se la finalità è questa, è meglio valutare bene l'impatto del risparmio fiscale, ed eventualmente scegliere investimenti alternativi, più efficienti, con meno costi, e soprattutto non nati per costituire rendite.
Puntare a costuirsi una rendita è una cosa, puntare a costruirsi un capitale è un'altra.
Il FIP o le polizze tradizionali vanno bene per il primo punto.
Il FIP o le polizze tradizionali o le unit/index linked non vanno per nulla bene per il secondo punto.
Ad esigenze diverse corrispondono strumenti d'investimento diversi: molti se lo dimenticano, o lo vogliono dimenticare.

fibo76 ha scritto:
Un dirigente con reddito imponibile di 50.000 euro che destini ad un PIP il 12% del proprio reddito (6.000 euro) ed ipotizzando un risparmio fiscale medio del 35% (rimango basso apposta per non esagerare) dopo trent'anni si troverebbe una situazione di questo tipo:

- capitale maturato a scadenza 418.000 euro, capitale investito al netto del risparmio fiscale 117.000, potrebbe chiedere il rimborso di metà del capitale maturato pari a 209.000 trovandosi praticamente il capitale realmente versato raddoppiato. Reinvestendo il risparmio fiscale si troverebbe inoltre altri 146.500 euro.
Come sopra, ci torno oggi o nei prossimi giorni su questo punto.

fibo76 ha scritto:
Qualcuno mi dovrebbe spiegare adesso il senso di tutto questo da un punto di vista sociale e di equità fiscale.
E' completamente sballato, ripeto, a meno che tutto questo non abbia come obiettivo quello di arrivare ad una pensione INPS uguale per tutti, ma questo non è dichiarato e quindi non lo considero valido.
Un livellamento estremo delle pensioni INPS comunque comporterebbe dei grossi svantaggi per chi ha redditi medio alti e non abbia aderito a programmi del genere, il che sarebbe pure una disequità fiscale.

Paradossalmente penso che il discorso del risparmio fiscale dovrebbe essere invertito, garantendo cioè un risparmio maggiore ai redditi bassi e inferiore ai redditi medio alti.
In parte ti ho risposto.
In parte la risposta è anche questa: a differenti scaglioni di reddito corrispondono aliquote marginali diverse.
Ovvio che a redditi più alti corrispondono risparmi fiscli maggiori, ovvio è anche che a redditi più alti corrisopndono tasse da pagare maggiori.
Distutere di quanto da te esposto, significa discutere del sistema fiscale in Italia.
Come ho già detto, a me interessa parlare di ciò che c'é ora, di ciò che ci sarà in futuro ora non mi preoccupo.
Anche perché non soon certo io che posso modificare la politica fiscale... :P
 
percefal ha scritto:
fibo76 ha scritto:
Scusate la lunghezza del reply ma era necessario essere precisi per non sparar cazzate :) come tendono a fare i piazzisti della finanza (mi vien da ridere ogni volta che ripenso a quel tomo di una banca di cui taccio il nome per umana pietà, che girava tutto fiero con il suo simulatore che garantisce nel lungo termine un rendimento minimo del 15% annuo)

Spero non mi consideri ancora tale... :smile:

Promotori seri in giro ce ne sono. Sono pochi, ma ci sono.
E generalizzare a volte mi da fastidio. :evil: :evil: :smile:

Non avevo capito che eri un promotore, però sono daccordo con te qualcuno di serio in giro c'è, è statisticamente impossibile che in qualsiasi gruppo di persone non ce ne sia almeno qualcuna di seria :-D
Comunque fai bene a porre all'attenzione di tutti certi aspetti di questi piani previdenziali e il mio discorso sull'equità fiscale vuole più che altro rimarcare il fatto della "stupidità" dei legislatori, non certo addossare colpe che non hanno a chi vuole venderli... :)
 
fibo76 ha scritto:
Non avevo capito che eri un promotore, però sono daccordo con te qualcuno di serio in giro c'è, è statisticamente impossibile che in qualsiasi gruppo di persone non ce ne sia almeno qualcuna di seria :-D
Comunque fai bene a porre all'attenzione di tutti certi aspetti di questi piani previdenziali e il mio discorso sull'equità fiscale vuole più che altro rimarcare il fatto della "stupidità" dei legislatori, non certo addossare colpe che non hanno a chi vuole venderli... :)

Beh, nel mio profilo è scritto chiaramente... :)

Vendere: una parola che odio.
Però purtroppo molti pf vendono... fregandosene... e rovinando tutta la categoria... :sad:
 
percefal ha scritto:
fibo76 ha scritto:
Non avevo capito che eri un promotore, però sono daccordo con te qualcuno di serio in giro c'è, è statisticamente impossibile che in qualsiasi gruppo di persone non ce ne sia almeno qualcuna di seria :-D
Comunque fai bene a porre all'attenzione di tutti certi aspetti di questi piani previdenziali e il mio discorso sull'equità fiscale vuole più che altro rimarcare il fatto della "stupidità" dei legislatori, non certo addossare colpe che non hanno a chi vuole venderli... :)

Beh, nel mio profilo è scritto chiaramente... :)

Vendere: una parola che odio.
Però purtroppo molti pf vendono... fregandosene... e rovinando tutta la categoria... :sad:

Non riposto la tua esaudiente risposta precedente per evitare di allungare il post e comunque sono sostanzialmente d'accordo con la tua visione della materia, che ti fa onore, non perchè tu sia particolarmente bravo, ma perchè affronti le cose con il giusto rispetto. Scusa la facile battuta ma fai parte di una categoria in cui è facile distinguersi se si è seri :-D comunque ti prego continua così...

in merito al discorso della rendita e degli obiettivi ti pregherei di essere più chiaro perchè io sono abituato a fare, in maniera magari tecnologica, i conti della serva....

e allora rifacendomi all'esempio di prima, quello dell'operaio, se la rendita non è vitalizia e non è reversibile almeno almeno sul coniuge, trovo la cosa poco interessante... cioè come dici tu se io faccio un accumulo nell'ottica di ottenere una rendita "certa" e vitalizia pago qualcosa in più proprio per assicurarmi questo privilegio, ma se questo privilegio è limitato nel tempo allora devo farmi bene i conti....

Ipotizziamo che gli 83.700 euro di capitale maturato mi diano una rendita (sparo a caso) di 400 euro al mese per 10 anni, questo vorrebbe dire che mi danno ogni anno il 6% circa di interesse su quel capitale. Ovviamente dopo 10 anni una parte del capitale rimarrà, bisogna appunto sapere quanto e con che grado di reversebilità per gli eredi. Rispetto ad un investimento normale avrei solo il vantaggio di avere una tantum quei 13.900 euro in più derivanti dal reinvestimento del risparmio fiscale. Tu però sei il primo che mi dice che se voglio fare un'accumulo per ottenere un capitale a scadenza ci sono strumenti meno costosi e più redditizzi, quindi ribadisco, così com'è impostata la cosa, è conveniente solo per redditi medio alti, anzi più alto è il reddito più conveniente è la cosa...

ed ecco che senza volerlo faccio uno spot a favore dei FIP e dei ceti medio alti :-D :-D :-D
 
fibo76 ha scritto:
in merito al discorso della rendita e degli obiettivi ti pregherei di essere più chiaro perchè io sono abituato a fare, in maniera magari tecnologica, i conti della serva....

e allora rifacendomi all'esempio di prima, quello dell'operaio, se la rendita non è vitalizia e non è reversibile almeno almeno sul coniuge, trovo la cosa poco interessante... cioè come dici tu se io faccio un accumulo nell'ottica di ottenere una rendita "certa" e vitalizia pago qualcosa in più proprio per assicurarmi questo privilegio, ma se questo privilegio è limitato nel tempo allora devo farmi bene i conti....
Errato.
La rendita è vitalizia e rivalutabile.
Può essere erogata in maniera certa per 5 o 10 anni (con la rendita certa a 10 anni, euro più, euro meno, si torna in possesso dei soldi che si sono effettivamente investiti), e può essere reversibile su una seconda testa: queste sono opzioni alla scadenza, dichiarate nel prospetto informativo, e che il promotore deve dire al cliente.


fibo76 ha scritto:
Ipotizziamo che gli 83.700 euro di capitale maturato mi diano una rendita (sparo a caso) di 400 euro al mese per 10 anni, questo vorrebbe dire che mi danno ogni anno il 6% circa di interesse su quel capitale. Ovviamente dopo 10 anni una parte del capitale rimarrà, bisogna appunto sapere quanto e con che grado di reversebilità per gli eredi. Rispetto ad un investimento normale avrei solo il vantaggio di avere una tantum quei 13.900 euro in più derivanti dal reinvestimento del risparmio fiscale. Tu però sei il primo che mi dice che se voglio fare un'accumulo per ottenere un capitale a scadenza ci sono strumenti meno costosi e più redditizzi, quindi ribadisco, così com'è impostata la cosa, è conveniente solo per redditi medio alti, anzi più alto è il reddito più conveniente è la cosa...
Ora sono con il portatile, e ti posso dire che oggi, con 83700 euro oggi un sessantacinquenne percepirebbe una rendita vitalizia rivalutabile iniziale di 5.602,49 euro annui.
Per quanto riguarda il grado di reversibilità, ovviamente la rendita viene ricalcolata con i coefficienti di conversione relativi alla seconda testa.
Suppongo, non ho approfondito, sinceramente, che il capitale di partenza rimanga uguale, in quanto scegliendo qeusta opzione automaticamente anche il cliente vede diminuire la sua rendita, pagando implicitamente un premio per questa opzione.
 
fibo76 ha scritto:
Facendo comunque un esempio terra terra, un operaio che guadagna 1000 euro al mese difficilmente potrà permettersi di destinare più di un 10% del proprio reddito ad un PIP, con un risparmio fiscale attorno ai 200 euro annui. Ora anche nella migliore delle ipotesi, il capitale versato in trent'anni sarebbe di 1200 euro x 30 = 36.000 al netto del risparmio fiscale 30.000 euro. A scadenza calcolando un interesse del 5% al netto dell'inflazione, dopo trent'anni, maturerà un capitale di 83700 euro circa di cui potrà goderne metà e la rendita del rimanente capitale non potrà certamente essere astronomica. Ipotizzando che avesse reinvestito anche il risparmio fiscale con una rendita sempre del 5% al netto dell'inflazione si troverebbe altri 13.950 euro.
Supponiamo un operaio trentenne, che investa mille euro all'anno.
Reddito imponibile 12000 euro.

L'importo massimo deducibile è di 1440 euro (12% del suo reddito), con un risparmio fiscale effettivo di 345,60 euro (l'importo deducibile per la sua aliquota marinale, in questo caso il 24%).

Lui tuttavia decide di investire solo 1000 euro l'anno (non m'interessa se in futuro decide di incrementare, mi interessa l'ipotesi iniziale):
Investendo mille euro, risparmia fiscalmente 240 euro.
Ti sembrano pochi rapportati al suo reddito?

Teoricamnte dovrebbe versare per 35 anni (65-30), per cui investirebbe complessivamente 35000 euro.
Risparmia complessivamente 8400 euro di tasse.

Ipotizzando una rivalutazione media del 5% annuo, al netto delle commissioni che il cliente paga, otterrebbe alla scadenza un montante pari a 84544,61 euro (complimenti per il calcolo della serva!! :-D), che gli garantisce una rendita vitalizia rivalutabile di 5659,03 euro ricavato con i coefficienti di conversione esistenti oggi

Gli conviene?

Io credo di si.
 
fibo76 ha scritto:
Un dirigente con reddito imponibile di 50.000 euro che destini ad un PIP il 12% del proprio reddito (6.000 euro) ed ipotizzando un risparmio fiscale medio del 35% (rimango basso apposta per non esagerare) dopo trent'anni si troverebbe una situazione di questo tipo:

- capitale maturato a scadenza 418.000 euro, capitale investito al netto del risparmio fiscale 117.000, potrebbe chiedere il rimborso di metà del capitale maturato pari a 209.000 trovandosi praticamente il capitale realmente versato raddoppiato. Reinvestendo il risparmio fiscale si troverebbe inoltre altri 146.500 euro.

Ipotesi del dirigente.
Reddito imponibile 50.000 euro.
Anche lui trentenne.

Può dedurre l'importo massimo di 5.164,57 euro, risparmiando fiscalmente 2.014,18 euro.

Complessivamente investe 180.759,91 euro, risparmiando fiscalmente 70.496,37 euro.

Alla scadenza il montante è pari a 467.648,45 euro, che gli garantisce una rendita vitalizia rivalutabile di 31.303,74 euro.




Ovvio che la rendita è più alta: investe di più.

Il piano è INDIVIDUALE, per cui tutto è rapportato a quanto effettivamente si investe, non vi è discrezionalità da parte della società.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto