Hera e il divieto di alcol,
prime proteste nei bar
MODENA. La lettera che vieta la somministrazione di alcolici ai dipendenti Hera non è ancora arrivata in tutti i locali convenzionati con i buoni pasto aziendali, ma fa già discutere. E gestori e dipendenti dell’azienda sono molto perplessi. Un barista dice: «Hera avrebbe dovuto rivolgersi al buon senso, non imporre».
Teoricamente, nel momento in cui l’esercizio riceve la comunicazione, il divieto di vendere birra o vino diventa operativo. I gestori sono però perplessi: «C’è poca chiarezza - dicono al Bar Caribe, in via Santi, uno dei locali con tavola calda maggiormente frequentati dai dipendenti Hera - spesso gli addetti Hera si presentano in tenuta da lavoro e sono quindi facilmente riconoscibili, ma se così non fosse, come ci dobbiamo comportare? Dobbiamo chiedergli a che ditta appartengono? Abbiamo ricevuto la lettera lunedì e applicheremo la direttiva, ma Hera ha sbagliato gli interlocutori. Non doveva rivolgersi a noi, ma al buon senso dei suoi dipendenti».
Il divieto ha già creato qualche problema: «In questi giorni sono già capitati i primi episodi spiacevoli. Alcuni clienti ci hanno addirittura insultato quando gli abbiamo detto che avrebbero dovuto rinunciare al bicchiere di vino insieme al primo piatto, a causa di una direttiva avviata dalla loro azienda. Questa situazione ci è dispiaciuta, anche perché così rischiamo di perdere dei clienti. Insomma, non è mai piacevole per un esercizio pubblico dire che non puoi vendere qualcosa, considerando che la tua finalità è proprio quella. BuonChef si è fatta portavoce di questa direttiva di Hera, e noi non possiamo rischiare di perdere questa convenzione, perché rappresenta gran parte dei nostri incassi quotidiani. Addirittura per far cadere la responsabilità su un cliente che vuole a tutti i costi il suo bicchiere di vino o la sua birra, dovrei fargli firmare una moratoria nella quale dichiara che ha bevuto un bicchiere di vino e che la responsabilità è sua. È assurdo. Altra cosa: sei il dipendente Hera ha finito il suo turno di lavoro e vuole una birra? Gli devo chiedere il tabulato dei turni di lavoro?».
La questione è un po’ meno complicata alla mensa Ghiridoro, in via del Tirassegno, a pochi metri dagli uffici Hera. Qui la lettera non è ancora arrivata, ma già ieri molti dipendenti erano a conoscenza di questa novità. «Siamo d’accordo con questa direttiva - spiega la responsabile della mensa - è giusto avere il pugno duro su questa questione. Lo stesso ordine ci è già arrivato da Cmb (Cooperativa muratori e braccianti) e farlo rispettare non ci costa nulla. Per noi non sarà difficile riconoscerli, perché i dipendenti Hera sono sempre in divisa e poi abbiamo una cassa riservata solo a loro».
Non sono della stessa opinione i veri protagonisti di questa vicenda: «Siamo tornati al fascismo - commenta sorridendo un dipendente - figuriamoci se un quarto di vino a pranzo fa male alla salute!». Per un altro operaio Hera «non sono questi i modi per salvaguardare la salute e l’incolumità dei lavoratori». «E se mi ubriaco la sera prima, arrivando a lavoro non perfettamente lucido, come fanno a controllare?» si chiede un suo collega.
«Credo che sia giusto, ma è ridicolo applicarla così perché se voglio bere qualcosa di alcolico vado nel bar vicino alla mensa e pago con i miei soldi». In effetti, dal momento in cui non vengono utilizzati i buoni pasto, uno è libero di acquistare quello che vuole.
Una piccola parte dei dipendenti Hera che abbiamo incontrato ieri mattina, è però d’accordo: «E’ giusto così, durante le ore di lavoro si può benissimo rinunciare alla bevanda alcolica. Se proprio non ne puoi fare a meno, il bicchiere di vino te lo bevi a cena a casa tua». «Spesso dobbiamo intervenire in situazioni delicate come reti elettriche, condotte di gas o comunque guidando mezzi pericolosi. È necessario essere lucidi al 100% e sappiamo che anche un bicchiere di vino potrebbe influire negativamente sulla resa finale del lavoro».
«A mali estremi, estremi rimedi», commenta un’operatrice, «oramai le campagne informative contro alcol e droga non servono più a niente, bisogna usare provvedimenti più forti. Io non bevo mai alcolici, quindi forse la cosa non mi tocca più di tanto, ma, in tutti i modi, credo che sia giusto, anche se non dovrebbe essere i baristi a controllarci, ma noi stessi».