PRENDI POSiZIONE.LA NEUTRALITA'FAVORISCE SEMPRE L'OPPRESSORE..... (3 lettori)

massam

Forumer attivo
:lol::lol::lol: (anche se va contro i miei interessi!! :D)

Perché alcuni uomini hanno un cane e non una moglie?


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1.
Più sei in ritardo, più un cane è contento di vederti.

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2.
I cani non notano se li chiami con il nome di un altro cane.

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3.
I cani apprezzano se lasci molte cose sul pavimento.

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4.
I genitori di un cane non vengono mai in visita.

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5.
Ai cani piace se alzi la voce per avere ragione.

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6.
Non dovrai mai aspettare un cane. Sono pronti per uscire 24 ore al giorno.

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7.
I cani trovano curioso quando sei ubriaco.

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8.
Ai cani piace andare a caccia e a pesca.

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9.
Un cane non ti sveglierà mai la notte per chiederti... "Ma se muoio, prenderai un altro cane?"

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10.
Se un cane ha dei cuccioli, puoi mettere un annuncio sul giornale e darli via.

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11.
Se un cane sente su di te il profumo di un altro cane, non si ingelosisce.


E ultimo, ma non in ordine d'importanza:


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12. Se un cane ti lascia, non ti prende metà delle tue proprietà.






Per sottoporre a verifica questa teoria:


Chiudi per un'ora tua moglie ed il tuo cane nel garage.
Poi apri e vedi chi sarà contento di vederti...











articoletto favoloso . sono il trader ignobile massam megaperdente e scalognato per
maledizioni subconsce . non puoi non guardare www.ilmisterodellamela.it a fumetti .
aggiungo:
oscar wilde : le donne o le ami o le conosci.
funari : le donne si innamorano veramente dei millionari.
sgarbi : loro vogliono diventare mamme .
il sommo giobbe covatta : quando il bimbo ha due anni la donna chiede il divorzio .
saluti e complimenti .
massam , trader ignobile .
 

gasto

Banned
bru domani ci sei?
vai a cercare il telefono che suona a vuoto


cosa pretendi da uno cosi?


domani riporto i piani di coperta anche se saranno modificabili in corso d'opera....


Sabato si parte!!!!! :D

sai che loss sarà questo????? :wall::d:


e ora Rugby
 

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unlui

Cymbius !
"PUZZLE ITALIA: Politica Energetica e Guerra Fredda Reloaded (Libia Special Edition)

Nota della redazione: Riproponiamo uno “storico” e importante articolo di Rodolfo Ponti uscito su Rischio Calcolato (ancora su Blogger) il 27 Novembre 2010, la precisa analisi che segue mette i fatti di Libia in una luce diversa e sinistra e spiega molto di quello che sta capitando al governo Berlusconi negli ultimi mesi. Nel post Libia, Puzza di Complotto sono state messe in luce molte incongruenze fra il bombardamento dell’informazione mainstream e la mancanza di prove a supporto di certe affermazioni su quello che sta accadendo a Tripoli e a Bengasi. In questo articolo sono spiegate con chiarezza le ragioni geopolitiche che a nostro parere stanno guidando la mano “ufficiale” dell’occidente nel gestire l’attuale crisi.

Articolo di Rodolfo Ponti:“Per fare un puzzle bisogna sempre partire dagli angoli”
Questa massima può tornarci utile per capire cosa sta succedendo negli ultimi tempi: se paragonassimo la situazione politica italiana ad un puzzle dove interessi economici e politici si intersecano creando una complicata scacchiera, da dove potremmo partire per ricostruire il mosaico ed avere una chiara visione dell’attuale periodo storico analizzando la nostra politica energetica?
L’intento ardito dovrebbe partire da una data : 15 Maggio 2009
Quel giorno l’Italia è rientrata con prepotenza sullo scacchiere internazionale firmando l’accordo per il passaggio sul suolo nazionale del gasdotto Southstream e per la creazione di SeverEnergia, joint-venture tra Gazprom, Eni ed Enel. In quella data l’Italia per la prima volta dal dopo guerra l’Italia si è legata politicamente alla Russia. Gli appassionati di storia contemporanea sanno cosa successe negli anni ’70 in piena guerra fredda dove l’Italia divenne luogo di scontro tra le due superpotenze, e sappiamo che la penisola italica è sempre stata terra di scontri per il suo ruolo strategico al centro del mediterraneo, non sono il primo a sostenerlo e a dirlo …



Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiero in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
(Dante)

Torniamo al 2009 ed in particolare modo alla joint-venture SeverEnergia che scopriamo possedere il 100% di tre società (Arcticgaz, Urengoil e Neftegaztechnologia) strategiche per la definizione di un politica energetica nazionale forte ed indipendente perché titolari delle licenze per l’esplorazioni dei giacimenti di idrocarburi (specialmente le riserve di gas).
In uno mondo dove la sovranità nazionale è correlata positivamente alla capacità di una nazione di essere energeticamente “autosufficiente”, questa scelta strategica è un tentativo di rompere le catene dalla dipendenza energetica estera, secondo tentativo perchè il primo si infranse al suolo il 27 Ottobre 1962 a Bescapè con l’aereo di Enrico Mattei. Nella nostra analisi tralasceremo gli aspetti legati alle crisi energetica ormai prossima dovuti picco del petrolio che sono una mia convinzione personale (supportata da dati) e non un dato di fatto oggettivo consolidato.
Il gasdotto Southstream, abbiamo visto., è stato preferito al progetto del gasdotto rivale sponsorizzato dagli USA e dalla UE: il Nabucco.
Southstream porterà il gas in Europa sfruttando due direttrici: un primo braccio diretto verso l’Austria e la Germania ed un secondo transitante sul suolo ellenico che terminerebbe in Puglia fornendo gas all’Italia: il percorso è in diretta competizione con quello del rivale come si vede dalla cartina.

Sempre dalla cartina possiamo vedere due paesi strategici uno per South Stream e uno per il rivale Nabucco : la Turchia e l’Iran . Queste nazioni possiamo dire che hanno strategie di politica estera che le fanno propendere per finire sotto l’ala di influenza Russa avendo siglato accordi che favoriscono il gasdotto South Stream (Turchia) o avendo accordi commerciali sul gas con la stessa Russia (Iran).
Il fatto che oggi Turchia e Russia si siedano allo stesso tavolo per siglare un accordo proprio sulle pipeline rappresenta pertanto una svolta a 360° rispetto agli ultimi 500 anni di relazioni tra Mosca e Ankara… In primo luogo, Ankara si sta allontanando sempre più da Washington. O quanto meno, dà segni di una certa insoddisfazione.

********************
alcune agenzie di stampa aiutano a comprendere:

(correre.it) ANKARA — Baci e abbracci con Vladimir Putin, come sempre. Complimenti e ringraziamenti da Recep Tayyp Erdogan. Il Cavaliere in Turchia è come se fosse a casa sua: due ore di trilaterale senza staff con due leader a lui tra i più cari, poi la presenza in prima fila a una conferenza stampa russo-turca in cui si ritaglia (riconosciuto da tutti) il ruolo di padrino della mediazione tra Ankara e Mosca…..




(Eurasia)L’Iran, inoltre, è decisamente interessato a coinvolgere la parte russa nella costruzione di un sistema per la produzione di gas naturale liquefatto (GNL), una raffineria nella provincia di Golestan nel Nord ed un gasdotto nel mar Caspio dal porto di Neka fino al porto di Jask nel Golfo di Oman. Le autorità iraniane sono pronte ad esaminare le proposte delle compagnie russe per la realizzazione diretta di nuovi giacimenti di gas e petrolio in Iran, senza alcuna offerta d’appalto……
(Businness on line)E’ in questo contesto che nasce la “Troika del gas” che sarà formata dal Qatar, dall’Iran e dalla Russia che ha 1.680 triliardi di metri cubi di gas. Il mondo, da oggi, si troverà quindi a fare i conti con questo “cartello energetico” in grado di dettare le sue leggi.
(MadArabNews)Sebbene Teheran abbia criticato le posizioni della Russia, Mosca resta il principale difensore dell’Iran in materia di sanzioni economiche, anche se la Cina, che ha un interesse economico molto maggiore in Iran, è interessata ad alleviare la pressione nei confronti di Teheran più di qualsiasi altro Stato.



********************


Le notizie che si possono trovare per avvalorare quanto dico sono numerose basta fare una ricerca su un qualunque motore di ricerca; Quello che voglio evidenziare è come egli ultimi mesi questi due paesi abbiano subito delle interferenze quantomeno sospetto nella loro politica nazionale.
In Turchia a Gennaio è stato sventato un colpo di stato militare ordito da una frangia dell’esercito contro il governo di Erodogan, lo stesso primo ministro che si siglò accordi con i Putin; Invece in Iran credo non ci sia bisogno che mi soffermi a raccontare come si sia mossa la macchina della propaganda per attaccarlo su ogni fronte. La Russia si è subito proposta come mediatore per preservare i suoi interessi economici e commerciali, una guerra sul suolo iraniano assicurerebbe un approvvigionamento alla gasdotto Nabucco (come già successo in Iraq) e metterebbe a rischio gli accordi commerciali russo-iraniani.
Russia e USA competono su più fronti: politico, militare, economico ed altri, si stanno creando alleati, stanno muovendo le loro pedine e l’Italia è come la storia ci ha sempre insegnato un paese strategico. Cari lettori siamo in piena guerra fredda!
Potrei dilungarmi su questa guerra fredda reloaded, prometto che lo farò prossimamente , però reputo più interesssante tornare al suolo italico e capire cosa sta succedendo. I paesi filorussi o importanti per la strategia degli USA hanno subito dei tentativi di destabilizzazione: mi sento di affermare che l’Italia essendo uno di questi paesi, è nel mezzo dello scontro tra le due fazioni.
Prima e dopo il momento in cui l’accordo per Southstream venne siglato 15 maggio 2009 aprile i poteri forti della finanza internazionale decidono la politica USA (il segreto di pulcinella della FED) iniziarono ad attaccare mediaticamente il governo di Silvio Berlusconi tramite la Repubblica e il Financial Times; non voglio entrare in merito alla veridicità delle accuse o dare un giudizio sulla persona voglio solamente analizzare gli avvenimenti italici degli ultimi dodici mesi usando una chiave interpretativa diversa da quella scandalistica data in pasto al popolino.



Il premier è stato ripetutamente attaccato da Repubblica quotidiano appartenente al Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A. Questa holding editoriale è in mano alla famiglia Benedetti tramite Cirgroup che ha come azionista di maggioranza la finanziaria di famiglia Cofide ; questo gioco di scatole cinesi ci aiuta a capire chi sta attaccando frontalmente Silvio Berlusconi.
Carlo de Bendetti fu alla fine degli anni ’70 il golden boy di casa Fiat, questa sodalizio con la casa automobilistica è un’informazione che può essere utile più avanti per capire quali pedine vengano mosse sullo scacchiere, l’ingegner De Bendetti è l’uomo di fiducia della potente famiglia di banchieri Rothschild ( non avendo il spazio fisico per spiegarvi il perché di questa amicizia eccellente vi consiglio la lettura di questo articolo qualora fosse scettici alla mia ultima affermazione) famiglia influente nell’economia USA. L’altro giornale , il Financial Times credo che non abbia bisogno di presentazioni.
Nello scacchiere italico si sono susseguite mosse e contro mosse, avendo deciso di parlare di politica energetica non possiamo perderci in tutti i dettagli.
La seconda scelta di politica energetica fatta dal governo Berlusconi che ha sancito ormai la definitiva rottura con la sponda atlantica sono stati gli accordi commerciali con la Libia.


La collaborazione energetica Italia-Libia è ufficialmente nata sotto il governo Berlusconi 2004 con la costruzione di Greenstream un gasdotto che ha permesso alla partnership Eni-Noc di esportare e commercializzare il gas libico in Europa. Nel 2008 in cambio di risarcimenti per 5 miliardi per il passato coloniale la Libia ha garantito all’Italia un accesso privilegiato di ENI alle sue risorse naturali che costituiscono il 25 per cento del petrolio e il 33 per cento del gas consumato in Italia, inoltre l’Eni ha siglato nuovi accordi per il gas e il petrolio ottenendo una posizione “privilegiata” fino al 2047 per lo sfruttamento di tali risorse in tutto il territorio libico.
La Libia è un alleato strategico per la politica energetica avendo la nona riserva mondiale di petrolio e la Russia da tempo ha deciso metterla sotto il suo protettorato come testimoniano numerosi accordi commerciali e militari.

Il paese africano è un ulteriore anello di congiunzione tra Italia e Russia, infatti tramite l’italo-libica Elephant Oil FIeld costituita da Paolo Scaroni la Libia viene coinvolta nella costruizione del gasdotto Southstream, nel 2010 Eni dopo essersi assicurati lo sfruttamento del 66% del giacimento Elephant (in virtù degli accordi sopra descritti) ha ceduto la metà del suo diritto di sfruttamento a Gazprom (33%).
L’ultima partnership commerciale che prevede una triangolazione tra Italia-Russia-Libia è quella che avviene sulle risorse libiche tra Gazprom e la Proms di Bruno Ermolli fido del cavaliere.
Curiosamente come nel 2009 dopo la stipula del contratto con Southstream seguì un attacco mediatico da parte delle stampa filoamericana così dopo la stipula di questi accordi avvenuti nel 2010 è partita una seconda ondata pressioni per fare cadere il governo.

Concludendo vorrei ricordare che questo è solo un piccolo pezzo del puzzle, dove interessi speculativi sui CDS, interessi massoneria,accordi economici e poteri politici convergono sull’Italia: oggi ho voluto snocciolare soltanto un aspetto della complicata situazione che ci troviamo a dover analizzare invito i lettori più arguti a riascoltare il nostro inno, molte delle risposte sul perché questa Italia sia così travagliata le troverete lì, un saluto e alla prossima da un convinto non-fratello d’italia… stay tuned!
Rodolfo Ponti"




a piu' di uno la teoria del complotto fa' pensare. :D

USA e all'opera con le grandi manovre. sempre piu' convinto :cool:

gli stiamo sul quazzo e' un dato di fatto :cool:

qui sopra vengono menzionati gli accordi legati all'energia. non dimentichiamo accordi siglati a livello finanziario e militare .:cool:

forse contiamo piu' di quello che sembriano e crediamo, chissa' :cool:

troppo antico e con storia sto' paese per fotterlo :D

che zio silvio mi sta' sulle palle e' cosa nota , ma due cose ha detto in passato che concordo pienamente.

1) non puoi pensare di vendere armi in giro per il mondo e non avere fondi neri:cool:(scandaluccio finmeccanica di qualche mese fa')

2) resto scandalizzato da questa sinistra che nel passato invocava il modello sovietico e ora che siamo amici, questo governo e' criticato.:cool:

riassumendo e' un dato di fatto come sopra viene spiegato e che l'italia con una posizione strategica e con una consolidata presenza nato dia fastidio se stringe accordi con russia e libia :cool: gatta ci cova .:D

altro tassello da non dimenticare, per cercare di farsi una panoramica della situazione e che dopo la tragedia della bp al largo delle coste americane, obama abbia definitivamente chiuso le perforazioni off shore:D

indi per cui il crudo manca , non importa quanto costa o quanto costera' l'importante e' impossessarnene :cool:
 
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unlui

Cymbius !
esistono poi anche altre ipotesi. ma sempre piu' persone restano con i dubbi delle notizie che ci fanno apparire:rolleyes:

un po' lungo ma per capire servono parole :D

LIBIA: UNA GUERRA DEL PETROLIO TRA ENI E BP ?

Ci sono vari elementi che consiglierebbero di valutare con molta cautela le attuali "notizie" riguardanti la Libia. A differenza dell'Egitto, la Libia non ha masse di disperati urbani, in parte perché il regime ha adottato un sistema paternalistico/assistenziale che evita gravi forme di miseria, ed in parte perché mancano proprio le masse, dato che si sta parlando di un Paese spopolato, in cui anche la cifra ufficiale di quattro milioni di abitanti risulta da stime demografiche piuttosto gonfiate per ciò che concerne le zone desertiche. C'è anche da considerare che i milioni di manifestanti visti al Cairo si avvalevano della benevola neutralità dell'esercito, mentre le poche migliaia (?) di pacifici manifestanti libici, secondo i media si sarebbero trovati addirittura sotto bombardamenti aerei e di razzi: un particolare che risulta alquanto irrealistico, e non perché il regime non sarebbe capace di tanto, ma perché solo una rivolta armata - molto bene armata - potrebbe reggere a lungo ad un tale tipo di trattamento.
Quindi, più che di una rivolta si tratterebbe di un golpe, e con tanto di agganci in settori del regime libico. "Dittatore" è una di quelle parole in grado di mandare completamente in vacanza il senso critico dell'opinione pubblica "occidentale", ed ecco perché la narrazione mediatica di una rivolta popolare spontanea, che però si dimostra capace di occupare un'intera città come Bengasi, non ha suscitato sinora dubbi e perplessità.

Durante il natale del 1989 i media ci narrarono una "rivolta" rumena contro il dittatore Ceausescu con ventimila morti, ma poi si rivelò tutto falso, ovviamente a distanza di mesi, quando la notizia aveva perso centralità.
Un altro "dettaglio" di cui tenere conto riguarda il business del petrolio libico, un business di tale entità da aver comportato mezzo secolo di guerra senza esclusione di colpi tra l'ENI da un parte e le multinazionali anglo-americane dall'altra, in particolare la BP. Persino il colpo di Stato di Gheddafi contro il re Idris, considerato un fantoccio dell'Italia, fu sicuramente favorito dalle multinazionali anglo-americane, anche se in pochi anni l'ENI recuperò in Libia il terreno perduto. Che l'attuale "rivolta" libica possa costituire un ennesimo capitolo di questa guerra del petrolio non è un'ipotesi da scartare, poiché la notizia concreta di queste ore è proprio che l'ENI sta rischiando di perdere la sua principale fonte di petrolio: la Libia, appunto.

Come è stato già ricordato da alcuni in questi giorni, la Libia stessa è un'invenzione del colonialismo italiano. Nel 1911 l'allora Presidente del Consiglio, il liberale Giolitti, dichiarò guerra all'Impero Ottomano per strappargli due province nordafricane, la Tripolitania e la Cirenaica, che furono riunite a forza sotto il nome di "Libia", un termine dalle suggestive reminiscenze imperiali romane. Il fomentare la tensione etnico-tribale tra le diverse popolazioni costituì anche uno degli strumenti di dominio del colonialismo italiano, la cui spietata brutalità è stata ampiamente documentata.

Non si può quindi escludere che la rivalità etnica sia ancora la leva con cui altre potenze coloniali oggi stiano cercando di destabilizzare il regime di Gheddafi, magari prospettando ai vari capi tribali la possibilità di cogestire il business del petrolio con le multinazionali anglo-americane. In tal caso l'afganizzazione della Libia costituirebbe un esito molto probabile, e del resto ogni aggressione coloniale, ed ogni resistenza ad essa, implicano inevitabilmente anche fenomeni di guerra civile. La cosiddetta "superpotenza" statunitense ha sempre mostrato limiti molto evidenti, ma il suo vero e duraturo punto di forza è dato dal costituire un punto di riferimento ed un alleato per i gruppi reazionari ed affaristici di tutto il mondo. In questo periodo i media tendono anche a sopravvalutare l'effetto della destabilizzazione libica sui flussi migratori verso l'Italia.

Le barche cariche di immigrati non costituiscono però il canale principale del traffico della migrazione clandestina, in quanto rappresentano soltanto un atroce diversivo per distogliere l'attenzione dalle vere porte d'ingresso di questo traffico, che sono le banchine dei porti sotto il controllo militare statunitense. Nel porto di Napoli, ad esempio, la U.S. Navy controlla ormai più della metà delle banchine, gestite nel più assoluto segreto militare; tutto ciò per gentile concessione del governo D'Alema nel 1999. Gheddafi ha accettato di enfatizzare il suo ruolo di poliziotto anti-immigrazione perché costituiva un modo per vantare pubblicamente benemerenze nei confronti dell'Italia e della Unione Europea, ma bisogna separare le esagerazioni della propaganda dalle effettive dimensioni di quel ruolo. Le basi militari americane, da sempre, non svolgono soltanto una funzione militare, ma soprattutto di controllo dei traffici illegali, a cominciare dal traffico di eroina dall'Afghanistan.

Un elemento fisso di disturbo della comunicazione di questi giorni è costituito dal luogo comune della "amicizia", del rapporto personale condito di baciamano, fra Berlusconi e Gheddafi; perciò è divenuto uno scontato oggetto di polemica il lungo silenzio tenuto dal governo italiano circa la repressione che starebbe avvenendo in Libia. In realtà, per tutto ciò che riguarda l'energia, è l'ENI, e soltanto l'ENI, il detentore esclusivo e storico di ogni iniziativa della politica estera italiana. Anche i colossi UniCredit, Impregilo e Finmeccanica, per i loro affari in Libia, si sono agganciati alla cordata dell'ENI.

L'effettiva capacità di Berlusconi di sostenere il suo presunto asse preferenziale con Gheddafi si è potuta verificare a Bruxelles, quando il non-ministro degli Esteri Frattini si è accodato supinamente ad una posizione di condanna verso il regime libico, ispirata per di più da un Paese in palese situazione di conflitto di interessi come la Gran Bretagna, che nella vicenda ha sposato ovviamente le tesi della sua multinazionale del petrolio, cioè la ex British Petroleum, oggi Beyond Petroleum. Frattini e lo stesso Berlusconi si sono poi fatti ripetitori delle notizie di agenzia circa le repressioni che avverrebbero in Libia, nonostante che le testimonianze degli Italiani sfollati non le confermino affatto.
Dalle "rivelazioni" di Wikileaks è uscita l'immagine di un Berlusconi debole, nel ruolo passivo di yesman nei confronti degli Stati Uniti, pur di meritarsi pacche sulle spalle nei summit internazionali. Le mezze verità rischiano però di veicolare menzogne intere, e cioè l'idea che gli Stati Uniti si limitino ad approfittare della inconsistenza umana e politica di Berlusconi, mentre invece la chiave del colonialismo è proprio quella di creare nei Paesi colonizzati delle leadership deboli ed iper-corrotte.

Il problema non riguarda solo la ricattabilità di Berlusconi, ma i ricatti paralizzanti a cui vengono sottoposti i suoi avversari, sempre timidi ed esitanti nei momenti decisivi. Persino "Il Fatto Quotidiano" oggi fa finta di dimenticarsi di aver denunciato per tre anni che la vera stampella del governo Berlusconi è stato in effetti il Presidente della Repubblica, e lo stesso quotidiano risulta ora allineato all'opera di santificazione mediatica di Napolitano, omettendo la storia dei suoi ambigui rapporti con gli USA già dall'epoca in cui militava nel Partito Comunista Italiano.
In questi decenni l'ENI ha usato la sua potenza finanziaria per imporre i propri affari ai governi di turno lasciando loro la vetrina mediatica, una vetrina di cui Berlusconi ha abusato più di tutti perché costituiva l'unico modo per mascherare la sua pochezza. Ma la politica dell'ENI da tempo sta mostrando la corda, poiché risulta evidente che un governo fantoccio di servitù coloniale agli USA non soltanto non può difendere gli affari dell'ente in questi momenti di crisi acuta, ma addirittura costituisce un nemico in più.

LIBIA: UNA GUERRA DEL PETROLIO TRA ENI E BP? - C.O.M.I.D.A.D.
 

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Cymbius !
e ora vado a letto , :d:

e che ho mangiato da schifo e fatico a prendere sonno stanotte :d:


ps. non sottovalutate l'importanza di quel tubo indicato nel primo post. tubo che gia' conoscevo la sua presenza, e che dalla libia sbocca in europa tramite la sicilia .e dunque colpo di stato , complotto, o quel che sia , quel tubo per la libia e' piu' importante del petrolio stesso . quel tubo potrebbe farci andare long da paura :d:
 
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unlui

Cymbius !
ah occhio a vedere gup o altro nei grafici le prove generali le hanno gia' fatte nel caso servissero. e pure a rotazione questa volta,per testare meglio il tutto :D


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vabbe' vi tenete pure la foto del cane oltre alla notizia che volevo postare, non riesco a toglierla :d:
 

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gasto

Banned
a piu' di uno la teoria del complotto fa' pensare. hai scoperto l'acqua calda!

USA e all'opera con le grandi manovre. sempre piu' convinto vedi sopra è una potenza egemone stessa cosa fanno i cinesi in altri modi

gli stiamo sul quazzo e' un dato di fatto.... non Noi come italiani, o il nostro bel paese ma i mafiosi al governo

qui sopra vengono menzionati gli accordi legati all'energia. non dimentichiamo accordi siglati a livello finanziario e militare. lo fanno tutti gli stati

forse contiamo piu' di quello che sembriano e crediamo, chissa' , toglitelo dalla testa facciamo ridere il mondo non noi i mafiosetti del quartierino, siamo inaffidabili e non contiamo un quazzo non abbiamo risorse, ci fottono i cervelli "rubandoceli"

troppo antico e con storia sto' paese per fotterlo, qui concordo ! riusciamo benissimo a fotterci da soli basta vedere gli ultimi 50 anni e sopratutto gli ultimi 15

che zio silvio mi sta' sulle palle e' cosa nota , ma due cose ha detto in passato che concordo pienamente.

1) non puoi pensare di vendere armi in giro per il mondo e non avere fondi neri:cool:(scandaluccio finmeccanica di qualche mese fa') diceva che è giusto evadere le tasse anche, e che non ha mai pagato minorenni....

2) resto scandalizzato da questa sinistra che nel passato invocava il modello sovietico e ora che siamo amici, questo governo e' criticato.:cool:

il modello sovietico non esiste + quello di adesso è una dittatura dove esponenti contro il governo vedi Politoskaia una semplice giornalista vengono freddati con 3 colpi in testa e non sono casi isolati

riassumendo e' un dato di fatto come sopra viene spiegato e che l'italia con una posizione strategica e con una consolidata presenza nato dia fastidio se stringe accordi con russia e libia gatta ci cova .

se ci invade la Slovenia ci fa il kulo, non abbiamo manco il carburante per le pattuglie della polizia

altro tassello da non dimenticare, per cercare di farsi una panoramica della situazione e che dopo la tragedia della bp al largo delle coste americane, obama abbia definitivamente chiuso le perforazioni off shore:D

indi per cui il crudo manca , non importa quanto costa o quanto costera' l'importante e' impossessarnene

c'è + crudo che acqua potabile su questo mondo al momento e di gas ancora di + so tutte palle

Buona domenica :ciao:
 

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