Come Scegliere una Banca Sicura in Italia (Difendersi dal Bail-In, Terzo Trim. 2016)
Di
FunnyKing , il 15 novembre 2016
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Aggiorniamo i dati
al terzo trimestre 2016, per giudicare la nostra banca “sicura” in Italia.
Commento preliminare: questa storica guida ha dimostrato nel tempo di funzionare, e di farlo piuttosto bene.
Alla fine tenersi alla larga da Banche con un Cet 1 basso e calante sia come correntisti che come investitori/obbligzionisti è stata già di per se una ottima idea. Andare poi a guardare quotazioni e notizie sui giornali completa il quadro e di certo evita sorprese.
Il percorso del Bail-In (fortunatamenete) è tracciato e come noto è probabile che Banca Monte dei Paschi, dopo l’orrendo esperimento fatto con le 4 banchette piddine del centro italia, possa essere il primo esempio di applicazione della direttiva BRRD in Italia.
Tuttavia il Cet 1 non dide tutto (dice molto) e dunque vorrei che poneste l’attenzione su 6 situazioni a mio avviso critiche, per porre l’attenzione intendo che non lo prescrive il medico di lasciarci i soldi dentro… per capirci:
- Banca Monte dei Paschi: allo stato attuale cerca 5 miliardi di euro e ammesso che li trovi, non è detto che bastino. L’esito probabile è una conversione obbligatoria e non volontaria delle obbligazioni subordinate, o almeno parte di esse. Tuttavia le ipotesi di “continuità aziendale” poggiano su una valutazione dei crediti in sofferenza un “filo” ottimistiche.
- Carige: senza troppo clamore sulla stampa nostrana Carige si è permessa di contravvenire esplicitamente ad una raccomandazione della BCE sualla copertura ( o alienazione ) dei suoi crediti non performing. La vicenda è tutt’altro che chiusa e il titolo viaggia costantemente ai minimi storici. Ci sarà un motivo e lo scopriremo presto.
- Le 4 banchette piddine del centro italia: anche qui emergono nuovi crediti deteriorati non abbastanza abbattuti attraverso l’annullamento delle subordinate e l’utilizzo del fondo atlante, allo stato attuale la cessione di queste banche non pare avere pretendenti. Almeno non ai prezzi sperati e comunque sarà necessaria una nuova due diligence.
- Pop. Vicenze e Veneto Banca: i conti reali di queste due banche sono avvolti dal mistero, dopo il salvataggio atlante e tosatura degli azionisti in realtà pare che ci sia ancora una massa di crediti deterioriati tali per cui servono altri soldi, e molti.
- Popolare di Bari: forse avrete notata qualche spot pubblicitario (zitti zitti …sono DIETRO di voi) della Popolare di Bari, operazione di immagine per nascondere l’ira degli azionisti che hanno qualche fondato timore di finire come quelli Veneti. Si trova ampia cronaca sui giornali.
- Unicredit: circolano voci di ogni tipo su Unicredit, da aumenti di capitale fino a 13 miliardi di euro, a cessione di asset importanti fino alla fusione con BNP Paribas. Il punto è che il livello di capitale di Unicredit è troppo basso. Non credo che la banca sia veramente a rischio tuttavia darei un occhio di attenzione.
Buona lettura:
Come Scegliere una Banca Sicura in Italia
Non è più una economia per vecchi.
Fin dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così. Dopo il caso Cipro, in cui i correntisti sono stati chiamati a ripianare i debiti di due grandi banche, dobbiamo prendere atto che il sistema di utilizzare
anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre è diventato
un sistema consolidato, legale e codificato dalle norme europee per i salvataggi bancari.
Ne consegue che diventa fondamentale attuare delle strategie per selezionare la propria banca, meglio se queste strategie sono semplici, comprensibili e in passato hanno dimostrato di funzionare.
In questo vi mostrerò 3 semplici modi per sapere se la vostra banca italiana è sicura e come fare a cercare una alternativa valida. E lo farò con dati reali e aggiornatissimi in modo da darvi già una traccia per prendere una decisione.
Passo 1: Il Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario
inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il
CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca (
definizione precisa ).
Recentemente il Core Tier 1 Ratio, è stato sostituito da un nuovo coefficiente redatto secondo i criteri di Basilea 3, Ovvero il
CET1 Ratio Ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio (
definizione precisa).
Le norme di Europee prevedono come
“minimo” (sindacale) un CET1 Ratio del 10% , il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.
Dunque un primo criterio per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Cet1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:
Passo 2: Il Confronto delle Performance Relative in Borsa
Il prezzo di una azione in borsa è il risultato delle decisioni di acquisto e di vendita degli investitori. Gli investitori si comportano più o meno razionalmente sulla base delle informazioni in loro possesso.
C’è una speciale categoria di investitori che influenza in maniera determinante le quotazioni, ovvero gli investitori istituzionali. Ovvero quei soggetti che dispongono di grandi quantità di denaro da impiegare e che si muovono secondo logiche professionali.
Tra gli investitori istituzionali ci possono essere soggetti che hanno informazioni privilegiate e dunque si muovono di conseguenza.
Per questa ragione il Prezzo di una azione, se osservato in un arco temporale e con un semplice accorgimento non troppo breve contiene di per se una informazione importante: Come sta andando la società, la banca in questo caso, rispetto alla media del suo settore.
Diciamo che il prezzo dell’azione non può rappresentare in assoluto lo stato di salute di una banca, esso è troppo influenzato dal sentimento generale su un certo settore (quello bancario appunto), ma se confrontiamo il prezzo di una banca con il valore di una media dei prezzi dell’intero settore bancario di una nazione scopriamo cosa pensi il mercato, ed in particolare gli investitori istituzionali che spesso hanno informazioni privilegiate, su quella singola banca.
Ed in pratica nel 100% dei casi un fallimento bancario è stato sempre preceduto da un crollo dei valori azionari rispetto all’indice di riferimento, mesi se non anni prima dell’evento infausto.
In Italia esiste un indice chiamato
FTSE Banche, facilmente confrontabile in termini percentuali con l’andamento dei prezzi dei singoli titoli delle banche quotate.
Vi faccio due esempi di banche agli opposti,
Banca Carige:
Fin dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così. Dopo il caso Cipro, in cui i correntisti sono stati chiamati a ripianare i debiti di due grandi banche, dobbiamo prendere atto che il sistema di utilizzare
anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre è diventato
un sistema consolidato, legale e codificato dalle norme europee per i salvataggi bancari.
Ne consegue che diventa fondamentale attuare delle strategie per selezionare la propria banca, meglio se queste strategie sono semplici, comprensibili e in passato hanno dimostrato di funzionare.
In questo vi mostrerò 3 semplici modi per sapere se la vostra banca italiana è sicura e come fare a cercare una alternativa valida. E lo farò con dati reali e aggiornatissimi in modo da darvi già una traccia per prendere una decisione.
Passo 1: Il Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il
CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca (
definizione precisa ).
Recentemente il Core Tier 1 Ratio, è stato sostituito da un nuovo coefficiente redatto secondo i criteri di Basilea 3, Ovvero il CET1 Ratio Ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio (
definizione precisa).
Le norme di Europee prevedono come
“minimo” (sindacale) un CET1 Ratio del 10% , il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.
Dunque un primo criterio per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Cet1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:
Fin dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così. Dopo il caso Cipro, in cui i correntisti sono stati chiamati a ripianare i debiti di due grandi banche, dobbiamo prendere atto che il sistema di utilizzare
anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre è diventato
un sistema consolidato, legale e codificato dalle norme europee per i salvataggi bancari.
Ne consegue che diventa fondamentale attuare delle strategie per selezionare la propria banca, meglio se queste strategie sono semplici, comprensibili e in passato hanno dimostrato di funzionare.
In questo vi mostrerò 3 semplici modi per sapere se la vostra banca italiana è sicura e come fare a cercare una alternativa valida. E lo farò con dati reali e aggiornatissimi in modo da darvi già una traccia per prendere una decisione.
Passo 1: Il Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il
CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca (
definizione precisa ).
Recentemente il Core Tier 1 Ratio, è stato sostituito da un nuovo coefficiente redatto secondo i criteri di Basilea 3, Ovvero il CET1 Ratio Ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio (
definizione precisa).
Le norme di Europee prevedono come
“minimo” (sindacale) un CET1 Ratio del 10% , il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.
Dunque un primo criterio per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Cet1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:
Passo 2: Il Confronto delle Performance Relative in Borsa
Il prezzo di una azione in borsa è il risultato delle decisioni di acquisto e di vendita degli investitori. Gli investitori si comportano più o meno razionalmente sulla base delle informazioni in loro possesso.
C’è una speciale categoria di investitori che influenza in maniera determinante le quotazioni, ovvero gli investitori istituzionali. Ovvero quei soggetti che dispongono di grandi quantità di denaro da impiegare e che si muovono secondo logiche professionali.
Tra gli investitori istituzionali ci possono essere soggetti che hanno informazioni privilegiate e dunque si muovono di conseguenza.
Per questa ragione il Prezzo di una azione, se osservato in un arco temporale e con un semplice accorgimento non troppo breve contiene di per se una informazione importante: Come sta andando la società, la banca in questo caso, rispetto alla media del suo settore.
Diciamo che il prezzo dell’azione non può rappresentare in assoluto lo stato di salute di una banca, esso è troppo influenzato dal sentimento generale su un certo settore (quello bancario appunto), ma se confrontiamo il prezzo di una banca con il valore di una media dei prezzi dell’intero settore bancario di una nazione scopriamo cosa pensi il mercato, ed in particolare gli investitori istituzionali che spesso hanno informazioni privilegiate, su quella singola banca.
Ed in pratica nel 100% dei casi un fallimento bancario è stato sempre preceduto da un crollo dei valori azionari rispetto all’indice di riferimento, mesi se non anni prima dell’evento infausto.
In Italia esiste un indice chiamato
FTSE Banche, facilmente confrontabile in termini percentuali con l’andamento dei prezzi dei singoli titoli delle banche quotate.
Vi faccio due esempi di banche agli opposti,
Banca Carige:
Banca Intesa San Paolo:
Le differenza sono evidenti, la sottoperformance di Banca Carige indica una sfiducia del mercato e dunque anche di eventuali insider sulla gestione e la patrimonializzazione dell’istituto di credito, al contrario il mercato sta premiando il Gruppo Intesa.
Forse avrete sentito parlare non troppo bene di Banca Carige negli ultimi tempi……
Ad ogni modo, purtroppo questo metodo non è utilizzabile se non con banche che hanno azioni quotate sul mercato ufficiale, ma se la vostra banca lo fosse, vi consiglio di confrontarne il prezzo con l’indice
FTSE Banche.
E… tanto per fare un esempio celebre, guardate un pochino cosa accadde in borsa a Lehamn MESI anzi 2 ANNI prima del crac:
Passo 3: la lettura della cronaca giudiziaria (anche attraverso internet)
Paradossalmente questo terzo metodo, per quanto richieda un minimo di attenzione da parte del correntista è allo stesso tempo il più sicuro ed il più semplice. Il fatto è che non è mai esistito un singolo fallimento bancario che non sia stato preceduto da MESI se non da ANNI di articoli polemici e allarmanti in cronaca economica e giudiziaria.
Ne Lehaman, ne Man Financial, ne le nostre Banca Itallease, Banca Marche, Banca Spoleto, Banca Etruria sono veramente state fulmini a ciel sereno. Prima dell’evento c’è sempre e dico SEMPRE nel 100% dei casi un gigantesca storia di cronaca sui giornali mainstream.
Faccio qui un esempio:
Quello che vedete è solo un flusso di notizie apparse su varie testate su Bnaca Etruria in vari momenti del 2014, si parla di ispezioni della Banca d’Italia, sofferenze, necessità di ricapitalizzazione, appelli alla solidarietà.
Possiamo dire che lo scandalo di Banca Popolare Etruria e Lazio sia venuto fuori dal nulla?: no, non possiamo.
Le banche italiane per la maggior parte hanno una connotazione territoriale e vengono “raccontate” nei dettagli dagli organi di stampa locali, ad esempio le vicissitudini di Carige sono attualmente materia quotidiana di articoli, interviste e analisi del locale Secolo XIX, tutti a Genova sanno che Carige ha gravi problemi di bilancio e di crediti dati senza garanzie. Ove dovesse esserci un problema NESSUNO potrebbe dirsi innocenten per non avreci pensato prima.
In Sintesi: e’ dovere di ciascuno fare un minimo di controllo sulla propria banca, si tratta in fondo del luogo a cui affidiamo la gran parte dei nostri soldi.
ABBIAMO FINITO!
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