Val
Torniamo alla LIRA
Ventimiglia - Como, sono la punta dell'iceberg. La soluzione va trovata altrove....altrimenti si cola come il Titanic.
Sulla situazione di Ventimiglia l'ex ministro della Difesa, il senatore Mario Mauro (Popolari per l'Italia) non usa mezzi termini e attacca il governo:
«È l'ora che Alfano e Renzi pensino alla sicurezza dei cittadini e a investire maggiori risorse per le forze dell'ordine».
«Riscontrare un deficit dell'attività di governo non è mai piacevole. La situazione di Ventimiglia è frutto precipuo di un errore madornale del governo Renzi, che è la firma dell'accordo Ue-Turchia per la chiusura della cosiddetta via balcanica. Non perché sia stato un errore, ma perché chiudendola senza negoziare la chiusura della via libica, è chiaro che la reazione dei nostri vicini europei è diventata tout court quella di trasformare l'Italia da Paese di passaggio a Paese di destinazione. È quindi evidente che la struttura di Ventimiglia, in questo momento, non solo dovrebbe svolgere le sue normali attribuzioni, ma dovrebbe essere concepita come uno snodo anche di interlocuzione significativa con l'amministrazione francese che sostanzialmente ha sospeso Schengen».
«Che andrebbero verificate le condizioni della polizia e da quel punto di vista penso che il nostro governo, in questa circostanza in cui l'economia ristagna, ha certo il dovere di contenere i costi, cosa che peraltro non riesce a fare perché aumenta la spesa corrente e aumenta il debito. Quindi, atteso che stanno crescendo i costi, non si capisce perché questi costi non sono relativi alla sicurezza. Pertanto, chiedo che il ministro Alfano, ma più in generale il governo, venga in parlamento e ci spieghi come sta spendendo i soldi».
«Devo dire che il governo Renzi non rappresenta un modello da questo punto di vista. Andavano quindi fatti accordi con i vicini dei libici, per esempio con egiziani e tunisini, visto che siamo stati capaci di dare 6 miliardi alla Turchia e dare loro soldi affinché ai confini si creassero dei campi profughi dove fare identificazione e verificare se veramente si tratta di rifugiati o meno. Questo aspetto è stato proposto dalle minoranze in Parlamento in modo chiaro, ma non è stato minimamente tenuto in considerazione e mi dispiace perché un governo dovrebbe preoccuparsi prima di tutto della sicurezza dei propri cittadini e non di farla spuntare al puntiglio di un ministro».
Sulla situazione di Ventimiglia l'ex ministro della Difesa, il senatore Mario Mauro (Popolari per l'Italia) non usa mezzi termini e attacca il governo:
«È l'ora che Alfano e Renzi pensino alla sicurezza dei cittadini e a investire maggiori risorse per le forze dell'ordine».
«Riscontrare un deficit dell'attività di governo non è mai piacevole. La situazione di Ventimiglia è frutto precipuo di un errore madornale del governo Renzi, che è la firma dell'accordo Ue-Turchia per la chiusura della cosiddetta via balcanica. Non perché sia stato un errore, ma perché chiudendola senza negoziare la chiusura della via libica, è chiaro che la reazione dei nostri vicini europei è diventata tout court quella di trasformare l'Italia da Paese di passaggio a Paese di destinazione. È quindi evidente che la struttura di Ventimiglia, in questo momento, non solo dovrebbe svolgere le sue normali attribuzioni, ma dovrebbe essere concepita come uno snodo anche di interlocuzione significativa con l'amministrazione francese che sostanzialmente ha sospeso Schengen».
«Che andrebbero verificate le condizioni della polizia e da quel punto di vista penso che il nostro governo, in questa circostanza in cui l'economia ristagna, ha certo il dovere di contenere i costi, cosa che peraltro non riesce a fare perché aumenta la spesa corrente e aumenta il debito. Quindi, atteso che stanno crescendo i costi, non si capisce perché questi costi non sono relativi alla sicurezza. Pertanto, chiedo che il ministro Alfano, ma più in generale il governo, venga in parlamento e ci spieghi come sta spendendo i soldi».
«Devo dire che il governo Renzi non rappresenta un modello da questo punto di vista. Andavano quindi fatti accordi con i vicini dei libici, per esempio con egiziani e tunisini, visto che siamo stati capaci di dare 6 miliardi alla Turchia e dare loro soldi affinché ai confini si creassero dei campi profughi dove fare identificazione e verificare se veramente si tratta di rifugiati o meno. Questo aspetto è stato proposto dalle minoranze in Parlamento in modo chiaro, ma non è stato minimamente tenuto in considerazione e mi dispiace perché un governo dovrebbe preoccuparsi prima di tutto della sicurezza dei propri cittadini e non di farla spuntare al puntiglio di un ministro».