QUANDO QUALCUNO GIUDICA IL TUO CAMMINO, TU PRESTAGLI LE TUE SCARPE!

Facciamo un passo indietro e torniamo al 2008 quando alla guida di Mps c’erano Giuseppe Mussari e Antonio Vigni.
I due manager decidono la sciagurata acquisizione di banca Antonveneta dalla spagnola Santander pagando in tutto 16 miliardi di euro, operazione all’origine di molti dei successivi problemi del gruppo.

Parte dei soldi necessari vengono rastrellati collocando sul mercato un’obbligazione “upper tier 2” con scadenza 2018.
Si tratta di un titolo rischioso perché contribuisce in parte alla costituzione del capitale della banca e, a determinate condizioni, può sospendere le cedole ed assorbire eventuali perdite.
Sono obbligazioni adatte a investitori istituzionali che sanno bene come maneggiarle e conoscono il tasso di interesse giusto per compensare il rischio.
Mps decide invece di puntare sui piccoli risparmiatori a cui si può offrire un rendimento più modesto.
Gli interessi, variabili, sono infatti relativamente bassi: il tasso euribor a 6 mesi maggiorato del 2,5%.

Per facilitare il collocamento al retail vengono predisposti tagli minimi da 1000 euro.
Il bond, con cui la banca puntava a raccogliere fino a 2 miliardi di euro, viene quindi venduto per un ammontare complessivo di 1,6 miliardi, somma interamente raccolta tra circa 40mila piccoli risparmiatori e con buona pace dell’articolo 47 della Costituzione (“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”) molto citato in questi giorni.

Il titolo subordinato finisce una prima volta sotto i riflettori nell’estate del 2013.
La banca senese naviga già in pessime acque e, sebbene la direttiva sul bail-in non sia ancora in vigore, a Bruxelles si fanno le prove generali.
Obbligazioni della stessa natura vengono completamente azzerate nel salvataggio della banca olandese SNS e pesanti decurtazioni le subiscono anche i titoli della spagnola Bankia e delle irlandesi Irish Bank e Anglo Irish Bank.
Tant’è vero che in una lettera inviata a Mps l’allora commissario europeo agli affari economico monetari Joaquin Almunia invita la banca a ridurre “quanto più legalmente possibile” il pagamento delle cedole di questi bond.

Oggi l’“upper tier 2 2008 – 2018” viene trattato sulla piattaforma di Mps al 65% del suo valore nominale.
Ammesso che ci si riesca, vendere prima della scadenza significa portare a casa una perdita superiore a un terzo di quanto investito.
In caso di bail-in il titolo “upper tier 2” rientrerebbe però tra quelli da “sacrificare” in via prioritaria.
Le regole europee prevedono infatti che costi e perdite del salvataggio ricadano anche su azionisti, obbligazionisti subordinati, obbligazionisti e correntisti per la parte di depositi che eccede i 100mila euro.
 
Proprio un bel governo abbiamo ....ahahahahahahah :DD::up:

Prima era reato. Dopo il Jobs act, non più.
Fino a un anno fa, gli ispettori del lavoro potevano obbligare le imprese colte in flagrante ad assumere i dipendenti sfruttati.
Ora i lavoratori perdono semplicemente il posto.
E le imprese rispettose delle regole hanno costi più alti e vanno fuori mercato.

E’ il quadro dipinto dagli addetti ai lavori a 13 mesi dalla cancellazione del reato di somministrazione fraudolenta.
Quello che si verifica quando le imprese creano società fasulle, in particolare cooperative, per affidare loro alcune attività e ridurre così
gli esborsisulla pelle dei lavoratori, con contratti capestro, stipendi ridotti, abusi negli orari.
Un fenomeno che va a braccetto con il caporalato e che, non a caso, è evidente in modo particolare nel settore agroalimentare.

“Un anno fa, l’ispettore del lavoro interveniva per il ripristino immediato delle tutele del lavoratore: retribuzione, tempi di lavoro, contratto, inquadramento – spiega Pierluigi Rausei, docente di Diritto sanzionatorio del lavoro alla scuola di dottorato Adapt presso l’Università di Bergamo – Adesso, invece, ci sono solo sanzioni economiche. Che sono più aspre di prima, ma l’obbligo di assumere il dipendente non c’è più. Oggi lo Stato guadagna più soldi, ma il lavoratore perde il posto”.

Il reato, istituito dalla legge Biagi del 2003, si contestava di fronte a una somministrazione di lavoro “posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicato al lavoratore”. In sostanza, come spiega Rausei, si verificava quando “un’impresa affidava un’attività, svolta in proprio fino al giorno prima, a una società creata ad hoc, una finta cooperativa o una finta srl, per abbattere i costi riducendo le tutele dei lavoratori”.

Nel 2015, secondo i dati del ministero del Lavoro, i rilievi ispettivi in materia di “esternalizzazioni fittizie”, tra le quali rientra anche la somministrazione fraudolenta,
hanno coinvolto 9.620 lavoratori, il 16% in più rispetto all’anno precedente.
 
Buongiorno a tutti :)

Forse non è molto appropriata su un forum dove la quasi totalità sono maschietti :mumble:... ma il 3d l'ho aperto io... sicchè :-o:melo::d:



TU Donna …

Fallo.
Indossa quel vestito
troppo stretto.
Sciogli i capelli.
Alzati e balla.
Trova ragioni per ridere.
Fai l’amore.
Crea qualcosa di bello.
Parla.
Riconosci il tuo valore.
Non scusarti più per la tua
magia e smetti di nascondere
la tua luce.
Amati.
Perdonati.
Fai spazio all’imprevisto.
Smetti di aspettare il momento giusto, fallo ora.
Ignora quello che la gente pensa di te.
Perchè alla fine sarai tu a dover rispondere
per tutte le cose che non hai detto,
le persone che non hai amato,
le cose che non hai fatto
ed i luoghi dove non sei andato.
Fallo, adesso.

– BROOKE HAMPTON –
 
Buongiorno. Qualcuno che dice la verità c'è ancora.
Il livello di ricchezza non può crescere all'infinito, o meglio, può crescere solo per certe
persone che fanno della ricchezza il loro dio.........:boxe:

“Non si è ancora scatenata la rabbia. E’ questa la fortuna dei politicanti che vediamo a Ballarò, degli economisti che suonano il violino della ripresa sul Titanic.
Ma succederà, perché la crescita delle diseguaglianze a questo porta”.

Domenico De Masi
, sociologo, professore di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma, lo ripete da anni:

il refrain della ripresa è una gigantesca invenzione su cui tutti siamo seduti, che viene propinata dalle élite che ci governano e dicono “balle” al popolo anziché la verità:

Altro che ripresa, siamo destinati a decrescere e l’unica strada per governare questo ineluttabile processo è contenere le diseguaglianze redistribuendo la ricchezza che resta,
assicurando a tutti il necessario e togliendo il superfluo dove c’è”.
 
De Masi legge i dati Istat sulla povertà assoluta, che in Italia tocca ormai 4,6 milioni di persone, il massimo dal 2005.
“Certificano che le parole dei nostri governanti ed economisti – a questo punto – non sono solo false, sono criminali.
Per quanto potranno ignorare ancora questa insoddisfazione globale per l’iniqua distribuzione della ricchezza che galoppa?”.

De Masi, se la ripresa è una balla perché andargli ancora dietro?
Ti do due dati, uno a livello mondiale e uno tutto italiano.
Dieci anni fa 85 persone al mondo secondo Forbes possedevano da sole la ricchezza di tre miliardi e mezzo di persone, la metà dell’umanità intera.
Oggi, dieci anni dopo, i poveri hanno la ricchezza non più di 85 persone ricche ma di 65.
La tendenza sembra dire che arriveremo al punto in cui una sola persona possederà praticamente tutto.

Altro dato, per l’Italia: nel 2007, cioè alla vigilia della grande crisi, dieci famiglie avevano la ricchezza di tre milioni di italiani,
dopo otto anni di crisi le stesse famiglie hanno la ricchezza di 6 milioni di italiani,
cioè hanno raddoppiato la loro ricchezza mentre raddoppiava il numero dei poveri.

Questi dati dimostrano quanto galoppa la disuguaglianza.
 
Ma il cittadino con chi si deve lamentare?
Con quegli economisti e quei politici che continuano a dire che c’è una ripresa.
Una ripresa dei Paesi ricchi è impossibile perché sono talmente ricchi che non possono aumentare ulteriormente la loro ricchezza.
Noi, Italia, su 196 Paesi siamo all’ottavo posto al mondo come Pil.
Ogni italiano ha un Pil pro capite di 36mila dollari.
I cinesi ne hanno 6000 dollari, gli indiani 1.500.

Come facciamo noi ad aumentare ancora?

E quando vengono ancora spese promesse su questo rilancio dell’economia?
Non sono solo balle, sono al più esternazioni criminali.
Sono dichiarazioni di economisti e politici che o non sanno come stanno le cose e allora hanno una colpevole ignoranza oppure sanno come vanno le cose e dicono bugie e sono dei criminali.
 
De Masi legge i dati Istat sulla povertà assoluta, che in Italia tocca ormai 4,6 milioni di persone, il massimo dal 2005.
“Certificano che le parole dei nostri governanti ed economisti – a questo punto – non sono solo false, sono criminali.
Per quanto potranno ignorare ancora questa insoddisfazione globale per l’iniqua distribuzione della ricchezza che galoppa?”.

De Masi, se la ripresa è una balla perché andargli ancora dietro?
Ti do due dati, uno a livello mondiale e uno tutto italiano.
Dieci anni fa 85 persone al mondo secondo Forbes possedevano da sole la ricchezza di tre miliardi e mezzo di persone, la metà dell’umanità intera.
Oggi, dieci anni dopo, i poveri hanno la ricchezza non più di 85 persone ricche ma di 65.
La tendenza sembra dire che arriveremo al punto in cui una sola persona possederà praticamente tutto.

Altro dato, per l’Italia: nel 2007, cioè alla vigilia della grande crisi, dieci famiglie avevano la ricchezza di tre milioni di italiani,
dopo otto anni di crisi le stesse famiglie hanno la ricchezza di 6 milioni di italiani,
cioè hanno raddoppiato la loro ricchezza mentre raddoppiava il numero dei poveri.

Questi dati dimostrano quanto galoppa la disuguaglianza.

Eppure la globalizzazione doveva assicurare benessere in ogni dove :mumble: (bisognerebbe riesumare le interviste di qualche lustro fa a tal proposito!!). :wall:
 
Ma d'altronde le stesse stragi le abbiamo fatte anche noi in Oriente... con lo scopo di esportare la democrazia!!
Ottimo risultato direi!!!
 

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