QUANDO QUALCUNO GIUDICA IL TUO CAMMINO, TU PRESTAGLI LE TUE SCARPE!

Can can mediatico....istituzioni in fibrillazione .....dagli all'untore.....razzista........e poi ???????

Adesso cosa succede. Non c'è un TG che parla della questione. Tutti zitti.


La notizia è questa: la vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi, Chiniary, avrebbe fatto marcia indietro.
Quello che ha raccontato nei giorni successivi alla morte di suo marito, quindi, sarebbe sostanzialmente falso.

O almeno nella parte più importante: quella che descrive chi ha fatto scattare la rissa a Fermo.

I verbali dei 6 testimoni che confermano la versione di Amedeo Mancini, l'ultrà arrestato per omicidio preterintenzionale, hanno messo all'angolo Chiniary.
E così davanti ai magistrati avrebbe dovuto correggere le sue dichiarazioni. I pm, infatti, hanno voluto ascoltarla di nuovo martedì.

Il motivo? Le testimonianze a favore di Mancini sono ritenute "attendibili" e concordano nel dire che ad aggredire per primo è stato proprio Emmanuel.

La vedova si sarebbe quindi giustificata così: "Ho problemi con la lingua italiana e quando ho dato le due precedenti versioni ero sotto choc".
 
I due dati certi sono la morte di Emmanuel e l'offesa che Mancini ha rivolto alla moglie del nigeriano: "Scimmia africana".

Nella prima versione la vedova sosteneva che a far scattare la rissa fosse stato lo stesso ultrà, che dopo averla insulta avrebbe attaccato il marito picchiandolo, afferrando lei per il collo e scagliando un cartello stradale contro il marito. "Emmanuel - ha sempre spiegato Chiniary - si liberava dalla stretta, si allontanava e nel frattempo l'uomo bianco afferrava un segnale stradale...e con tale arnese colpiva mio marito all'altezza della testa lato posteriore al contempo gli dava calci alle gambe. Quindi Emmanuel è caduto all'indietro".
 
Ma a contraddirla ci sono ben 6 testimoni, che non si conoscono tra loro, che hanno assistito alla scena e che avvalano la versione di Mancini.
Il quale ha sempre sostenuto di essere stato aggredito: "Ho visto gli immigrati armeggiare intorno alla macchina - ha detto l'ultrà - e ho usato quell'espressione offensiva".

Due testimoni hanno visto la rissa dall'inizio e hanno messo a verbale che, dopo l'insulto, hanno visto

"Emmanuel afferrare il cartello stradale con base circolare di ferro e lo scaraventarlo contro Mancini colpendolo e facendolo cadere a terra".

Altre due testimoni, due operatrici umanitarie, hanno fatto sapere che mentre Mancini era a terra
"l'uomo di colore cercava di colpirlo con i piedi mentre la donna tentava di attingerlo (colpirlo, Ndr) brandendo una scarpa in mano".

A quel punto, raccontano i teste, l'amico di Mancini ha cercato di riportare tutto alla calma, ma è stato aggredito dalla moglie di Emmanuel con una scarpa.
Una delle testimoni chiama la polizia, mentre altri tre immigrati circondano Mancini.

"Ho visto l'uomo di colore che indirizzava all'altro calci e manate in faccia e la donna lo aiutava con la scarpa - dicono i testimoni nelle loro deposizioni incrociate -
Poi ho visto l'uomo dalla carnagione bianca colpire con un pugno l'uomo di colore che cadeva a terra".

Il nigeriano batte la testa e, come ha attestato l'autopsia, è proprio il colpo sul marciapiede che lo porta alla drammatica morte.

All'arrivo dei vigili, però, Emmanuel è ancora in piedi, urla nella sua lingua, mentre Mancini spiega alle forze dell'ordine di essere stato aggredito e Chiniary di essere stata apostrofata come "scimmia".
 
2 dati. La Signora non è moglie e quindi vedova.
Si tratta di convivente di disoccupato mantenuto dagli Italiani.
 
Può sembrare una «non notizia» e in qualche modo è così.
Benché da anni si denunci il modo in cui le amministrazioni di sinistra ostacolano la nascita di centri commerciali (eccezion fatta per le Coop loro amiche, naturalmente),
in questi giorni a Genova si è alzato un vero e proprio fuoco di sbarramento contro il progetto del gruppo Esselunga di aprire un supermercato in via Piave, ad Albaro, quartiere genovese collocato a Est del centro.
 
Cantone: incidente Puglia frutto di un problema antico del nostro paese

ma va a cagare. Un povero capostazione che ha confuso 2 treni sulla stessa direzione di corsa.
 
A loro ha provato a spiegare che quella era stata una giornata complicata, i treni che portavano ritardo, c'era stata l'aggiunta di un treno supplementare
e dunque in quel lasso di orario era previsto l'arrivo di tre treni e non dei soliti due

Infine un investigatore afferma:

"Il problema non è il binario unico perché in Italia la maggior parte dei treni viaggiano sul binario unico. Il problema è il sistema di controllo che ovunque è automatizzato tranne che qui".
 
ahahahahahahah ma le comiche anni 30/40/50 sono il nulla a confronto ...

Denis Verdini e i suoi dentro Scelta civica, cioè ufficialmente nella maggioranza di governo.
Era questo il piano di Enrico Zanetti, segretario del partito fondato da Mario Monti e viceministro dell’Economia.
Una linea che è stata sconfessata dai deputati, che hanno messo Zanetti in minoranza.
E ora è allarme rosso alla Camera, per i destini di Scelta civica ma, soprattutto, per quello che potrebbe accadere nel governo Renzi.

Dopo la proposta di far entrare Ala dentro il partito, Zanetti è stato costretto, lui capo del partito, a dare le dimissioni dalla componente parlamentare di Scelta civica alla Camera e a riparare nel gruppo misto
 
comiche due ......

La deputata M5s Roberta Lombardi si è dimessa dal mini-direttorio romano che assiste la neosindaca Virginia Raggi.
La rottura, rivelata dall’agenzia Adnkronos, è arrivata dopo giorni di tensioni con la prima cittadina e nonostante l’intervento di Beppe Grillo.
Il leader 5 stelle nei giorni scorsi si è presentato a Roma anche per cercare di riportare la calma dopo le tensioni interne al Movimento della Capitale, ma l’intervento non è servito a fermare la rottura.

Dello staff, incaricato di assistere da regolamento la Raggi nelle decisioni complesse, fanno parte anche l’europarlamentare Massimo Castaldo, il consigliere regionale Gianluca Perilli e la senatrice Paola Taverna.
 
Mps, il bond per comprare Antonveneta finito a 40mila risparmiatori. Rimborsarli costerebbe allo Stato quasi 1 miliardo
 

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