questo parla di 400mb ma e' quasi impossibile averne cosi' pochi..basta qualche foto o filmato ....cmq il succo e' questo
Tutto ciò che Facebook sa di me (compresi sms e telefonate)
google e' la stessa cosa!
incollo perche' il corriere non e' sempre gratis
Tutto ciò che Facebook sa di me
(compresi gli sms e le telefonate)
I miei 9 anni di vita digitale nel file inviato da Menlo Park. Che conserva anche quello che abbiamo cancellato e vorremmo dimenticare
di Leonard Berberi - [email protected]
Il data center di Facebook a Prineville, Oregon, Stati Uniti (foto Andy Tullis/The Bulletin via Ap)
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IL GRAFICO
TUTTO CIÒ CHE FACEBOOK SA DI ME
I contatti
In «Info di contatto» arriva una prima sorpresa: l’elenco di tutti i numeri di telefono. Pescati dalla rubrica dello smartphone dopo aver dato l’ok al social network. In realtà Facebook sembra memorizzare anche i dati delle telefonate e dei messaggi al di fuori della piattaforma. Almeno di chi ha i dispositivi con il sistema operativo Android e installato le app (in versione leggera) di Messenger e Facebook. Ad accorgersene tra i primi è stato il giovane neozelandese Dylan McKay. Quando ha scaricato i dati dal sito ha visto che c’era pure l’elenco delle chiamate (effettuate, ricevute, perse) e degli sms. Lorenzo Borga, 22enne di Trento, studente di Economia e fact checker per il sito lavoce.info, conferma. Tra i 19 e 20 anni ha avuto un telefonino con sistema Android. «Al momento dell’installazione dell’app ricordo di aver dato l’ok alla sincronizzazione dei contatti». Risultato: quando un paio di giorni fa ha chiesto l’archivio a Facebook «nella sezione dei contatti ho visto l’elenco di chi mi aveva chiamato, chi avevo chiamato, a che ora, giorno e anno, per quanto tempo», racconta. La sensazione? «Non gradevole, anche perché ci tengo alla privacy e faccio attenzione alle attività online». Il colosso web sostiene che la memorizzazione — su approvazione esplicita dell’utente — è pensata per aiutare «a trovare e rimanere connesso con le persone a cui uno tiene». E assicura: «Non venderemo mai questi dati».
Il diario
Il salto nel passato su quello che ho scritto, pubblicamente, è un promemoria su quanto la sensibilità sulla privacy sia cambiata. Per esempio: gli auguri di compleanno sono passati da decine a quasi zero. Nel mezzo ho rimosso la data di nascita. In pubblico. Perché Facebook l’informazione la conserva ancora. Il «diario» però non aiuta a ricordare sempre. Peccato. Alle 22.39 del 7 ottobre 2008 avevo annunciato di aver «scoperto una cosa che rivoluzionerà il mondo». Nel muro digitale non compaiono i «mi piace», valorizzati dalle società per capire i gusti individuali. «Sono però visibili nel “Registro attività” del profilo», fa sapere Facebook.
Le foto, i video, la posta
La sezione multimediale dell’archivio contiene tutto il materiale postato. Compreso quello cancellato. Che in un caso mi aiuta: ritrovo un file perduto. Nell’altro fa riemergere qualcosa che avrei preferito non rivedere. «Quando decidi di eliminare un contenuto lo rimuoviamo dal sito», precisa il social network. «Alcune di queste informazioni vengono eliminate in modo permanente dai server. Altri contenuti vengono cancellati solo quando elimini l’account in modo permanente». Un altro capitolo delicato sono i messaggi inviati. Dal profondo social ricompaiono foto e video inviati a chi, anni dopo, non è più un contatto. Anzi: in qualche caso è anche un personaggio «ostile». «Nel mio archivio ho ritrovato alcune foto inviate all’allora fidanzato», racconta una 32enne di Milano, ora sposata e mamma. «Quando abbiamo rotto è stato lui a togliere l’amicizia su Facebook, ma che succede se dovesse chiedere i dati al social network? Si ritrova qualcosa che io non vorrei avesse più?».
La sicurezza e le app
Eccoci al capitolo più delicato: in «Sicurezza» riesco a rintracciare tutti i miei spostamenti. Mossa non facile, perché bisogna geolocalizzare gli indirizzi IP memorizzati al momento dell’accesso a Facebook. Le sorprese non mancano. Come l’accesso nel Golfo di Finlandia sul traghetto Helsinki-Tallinn. I due minuti a Bilbao, dove non sono mai stato, ma mi sono «agganciato» con lo smartphone passando in macchina sui Pirenei. I pochi secondi a Vladivostok, estrema Siberia, non a livello terra, ma a circa 12 chilometri di quota, sorvolando la zona e usando il Wi-Fi a bordo. L’archivio si conclude con «Argomenti inserzioni» (e «App installate») ed ecco che la società vede me sotto il profilo commerciale. Interessato — tra le altre cose — ai «giornali» e alle «telecomunicazioni» (dato il lavoro...), all’«Albania» (viste le origini...), all’«aviazione» e ai «voli». In questo caso non c’era bisogno di andare a bussare alla porta di Facebook. Bastava cercare su Google. Ma questa è un’altra storia.