Riapertura bordelli

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Riapertura Bordelli

  • Si

    Votes: 58 79,5%
  • No

    Votes: 15 20,5%

  • Total voters
    73
Ho sentito dire che certe viziose aristocratiche plutocratiche, anziché andàre a Cuba, ne importano 12 (dodici) alla volta. :mumble:
Servizio a domicilio. :mumble: :mumble: :mumble:

:-o

Cosa è peggio una donna che si prostituisce o un uomo che paga?

:-?

Una volta, da queste parti, la Donna era considerata - implicitamente - un "problema": aveva causato la cacciata dal paradiso terrestre...
Le sue attività biologiche vengono considerate "impure"...
Altrove, la donna fedfraga viene lapidata anche al giorno d'oggi...

Ma io sono laico.
Per me, il 99,5% del "peggio" è attribuibile all'uomo che paga. :mumble:

Concordo:bow::bow:

mi immagino il tipo, ricca e stronzetta :-o

:-o
Sì, penso anch'io:-o
 
Cosa è peggio una donna che si prostituisce o un uomo che paga?

:-?

direi un uomo che paga ...
personalmente non vado a pay ma preferisco il free
non per chissà quale virtù e nemmeno per il rispetto della dignità
delle donne.E che non mi ci vedo proprio, il rapporto con una donna
deve essere vero : con una prostituta nulla è vero
poi boh nella vita non escludo niente ...
magari ci sono delle pro
che non fingono ma ci credo poco ...
 
Ultima modifica:
direi un uomo che paga ...
personalmente non vado a pay ma preferisco il free
non per chissà quale virtù e nemmeno per il rispetto della dignità
delle donne.E che non mi ci vedo proprio, il rapporto con una donna
deve essere vero : con una prostituta nulla è vero
poi boh nella vita non escludo niente ...
magari ci sono delle pro
che non fingono ma ci credo poco ...

Si anche secondo me è peggio un uomo che paga...se vogliamo una donna può umiliarsi e prostituirsi senza necessariamente accettare dei soldi...ci sono delle donne che accettano il regalino...quelle sono le vere zoccole...
E pure ipocrite :bannato:
 
Si anche secondo me è peggio un uomo che paga...se vogliamo una donna può umiliarsi e prostituirsi senza necessariamente accettare dei soldi...ci sono delle donne che accettano il regalino...quelle sono le vere zoccole...
E pure ipocrite :bannato:
La buonanima di Vittorio Sgarbi contestava il fatto che, che se una tizia va a letto con un tizio per soldi si parla di prostituzione, mentre se un tizio offre una cena, un weekend e arriva allo stesso risultato no.

Peccato che Sgarbi sia morto così tragicamente (durante il collaudo di un sex toy anale che ebbe un sovraccarico, se mal non mi ricordo): son sempre i migliori che se ne vanno. :sad: :sad: :sad:
 
La buonanima di Vittorio Sgarbi contestava il fatto che, che se una tizia va a letto con un tizio per soldi si parla di prostituzione, mentre se un tizio offre una cena, un weekend e arriva allo stesso risultato no.

Peccato che Sgarbi sia morto così tragicamente (durante il collaudo di un sex toy anale che ebbe un sovraccarico, se mal non mi ricordo): son sempre i migliori che se ne vanno. :sad: :sad: :sad:

:clap::clap::clap::clap:

T'adoro, sallo.
:-o
 
:clap::clap::clap::clap:

T'adoro, sallo.
:-o

Buongustaia. :-o


A ben penzarci, oggi ho menzionato il sesso anale già in tre thread. :mumble:
Ma credo che sia una fase transitoria.
La seconda, per la precisione.
Poi evolverò, come un Pòkèmòn. :up:
 

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Il gip Alessandra Tudino, scrive: «Appare all'evidenza come siano proprio le offerte di denaro, iniziali e progressivamente proposte a rialzo, a vincere la resistenza delle parti offese, con ciò configurandosi una specifica modalità induttiva, idonea a condizionare la capacità di autodeterminazione delle vittime».
 
La prostituzione divenne presto «tollerata» e regolamentata ovunque, persino nello Stato Pontificio. Cavour introdusse nel Regno di Sardegna il «meretricio di Stato» lungo il percorso delle truppe di napoleoniche nella seconda Guerra di Indipendenza, sul modello di quanto già esisteva in Francia. Legge poi estesa dopo l'Unità in tutta Italia. In essa lo Stato fissava prezzi e modalità a seconda della categoria e in base al mutato costo della vita. Per questo divennero subito molto popolari due ministri degli Interni: Urbano Rattazzi, fissando in 20 minuti il tempo di una prestazione «base», e Giovanni Nicotera, dimezzando il prezzo di una «semplice» nelle case di terza classe, con ulteriori sconti per soldati e sottufficiali. Il fascismo non fece altro che proseguire su questa linea emanando nel 1931 un Testo Unico con cui introduceva alcune restrizioni e obbligava le prostitute a farsi schedare in questura e a sottoporsi a periodici controlli sanitari.
Nel dopo guerra lo scenario cambiò completamente. La Francia fu la prima a «chiudere» nel 1946, ben presto seguita da altre Nazioni. Negli anni Cinquanta in Italia Lina Merlin iniziò la sua crociata che la sottopose a continui lazzi e sberleffi da parte dei suoi oppositori politici, ma anche molti compagni di partito. «Ma quando xe che la more?» fu sentito esclamare Franco Bellinazzo, funzionario della federazione di Rovigo. Tra i più strenui oppositori ci fu anche Indro Montanelli che nel 1956 pubblico «Addio, Wanda!», nel quale scriveva: «In Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia». Ma la caparbia senatrice l'ebbe vinta e proprio alla fine della sua seconda legislatura, venne approvata la legge 75 di cui era prima firmataria. Con essa si dava tempo sei mesi per chiudere le case rimaste in attività, dal 1948 del resto il ministero degli Interni aveva smesso di concedere nuove licenze, e veniva introdotto il reato di sfruttamento.
La cosa gettò nel più cupo sconforto una parte dell'opinione pubblica e la questione si riflesse in molte pellicole d'epoca come appunto «Arrangiatevi», in cui Totò segue il genero Peppino di Filippo che, non avendo altre risorse, è costretto a portare la famiglia a vivere in una ex casa di tolleranza per questo affittata a un prezzo irrisorio. Con conseguente catena degli equivoci fino a quando appunto Totò spalanca le finestre e inizia a urlare a una speranzosa folla di soldatini, tradizionali e affezionati clienti dei bordelli: «E lo volete un consiglio, militari e civili, piantiamola con queste nostalgie! Oltre che incivile, è inutile! Oramai li hanno chiusi! A voi italiani è rimasto questo chiodo fisso, qui. Toglietevelo! Oramai li hanno chiusi! Arrangiatevi!».
Ma la nostalgia non passò tanto presto visto e nel 1965 Giancarlo Fusco pubblicò «Quando l'Italia tollerava» con racconti e testimonianze pieni di rimpianto di Alberto Bevilacqua, Giovanni Comisso, Dino Buzzati, Luigi Silori, Mario Soldati, Ercole Patti, Cesare Zavattini e Vincenzo Talarico. Un dibattito mai completamente chiuso, visto che in Italia si torna a parlare con insistenza di «riaprire» le case come hanno già fatto altri Paesi europei. Anche perché secondo l'ultima indagine della commissione Affari sociali della Camera, in Italia si prostituirebbero dalle 50 alle 70mila donne con 9 milioni di clienti. Almeno 25mila sarebbero immigrate, 2mile minorenni e altrettante ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. Il 65 per cento lavora in strada, il 30 in albergo, il resto in case private. Per questo in Europa occidentale sono rimasti paesi abolizionisti, divieto di aprire bordelli ma non prostituirsi, oltre all'Italia Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Portogallo e Regno Unito menre hanno «riaperto» i casini, quando non li hanno mai chiusi, Olanda e Germania, famose per le prostitute in vetrine nei quartieri a luci rosse, Austria, Svizzera, Grecia e Spagna. Dove, evidentemente, non hanno nessuna voglia di «arrangiarsi».
 
Se qualcuno ha lo stomaco forte, legga:

Le stanze letter@rie.: Isoke, prostituta Nigeriana, si racconta a Laura Maragnani

Questa Isoke è la ex prostituta nigeriana che ho citato spesso qui e che afferma (ma non è la sola), che nel contesto culturale in cui si vive, "legalizzare i bordelli" risulta nocivo per le schiave della tratta, perché le convince definitivamente che possa essere DAVVERO un lavoro come un altro e psicologicamente le schiaccia: impedisce loro di provare moti di ribellione.

Chiedo: fossero anche solo un centinaio in Italia, le donne come quelle di cui lei racconta nella pagina che ho linkato, vale la pena, per togliersi i pensieri e sfogare i propri istinti, di legalizzare la prostituzione, sapendo il male che si aggiungerebbe al male che già patiscono queste sventurate?

Non ci credo che non ve ne importi niente :(
 

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