Telecom Italia (TIT) riparte da Recchioni.

Cdp :
via lo "statalista" Bassanini , arriverà alla presidenza Claudio Costamagna , ex uomo Goldman S. ; come AD dovrebbe arrivare Fabio Gallia , ex Bnl - Bnp Paribas

ma xchè ho scritto di Cdp ?
per il motivo che si vocifera da tempo di un suo ingresso diretto nel capitale di TI , nn fosse altro per l'importanza che riveste la rete fissa , avendo dentro anche Sparkle ....

certo sarebbe stato meglio a suo tempo (regnante Bernabè) acconsentire ad una separazione funzionale della rete fissa , con vendita poi di quote della newco della rete ai vari soggetti interessati , Cdp compresa , ma dopo tanto parlare , alla fine non se ne fece nulla ! ?

ora, dopo tante vicissitudini (tra cui cessione di telecom argentina) , la mia valutazione del titolo Tit è sui 2,40 eu.

vedremo se e quando ce la faranno arrivare ....ma, visti i precedenti , ogni previsione è un azzardo
 
In particolare l’articolo 3 dello statuto stabilisce che la Cdp possa operare mediante l’acquisizione di partecipazioni in “società di rilevante interesse nazionale che risultino in una stabile situazione di equilibro finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività”. In altre parole la cassa non può intervenire in imprese in difficoltà o in crisi.
 
FONSAI: CHIESTO PROCESSO FIGLIO EX MINISTRO CANCELLIERI (di Andrea Gianni) (ANSA) - Rischia di finire a processo Piergiorgio Peluso, figlio dell'ex ministro Annamaria Cancellieri, accusato di concorso in bancarotta in relazione al fallimento di Imco, una delle holding della famiglia Ligresti, ai tempi soci di Fonsai. Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto infatti il rinvio a giudizio del manager, attuale direttore finanziario di Telecom, indagato in qualità di ex amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking. La data dell'udienza preliminare davanti al gup verrà fissata nei prossimi giorni.

Piergiorgio Peluso di Unicredit

Oltre a Peluso, sono 12 le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Milano, condotta dalla Guardia di finanza, con al centro il crac di Imco, dichiarata fallita dal Tribunale di Milano il 13 giugno 2012 assieme alla controllante Sinergia. Era finita sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti anche un'operazione sulla cosiddetta area Cerba, oltre 600 mila metri quadrati all'interno del Parco sud in via Ripamonti a Milano, sulla quale era in programma la costruzione del Centro Europeo di Ricerca Medica Avanzata.

Peluso, secondo le accuse, quando era dirigente di Unicredit Corporate Banking sarebbe stato tra gli artefici di un'operazione di ristrutturazione del debito di Sinergia, la holding del gruppo immobiliare della galassia Ligresti, che si è rivelata "letale" per la controllata Imco e che avrebbe privilegiato Unicredit. Come si legge nell'avviso di chiusura indagini, gli ex consiglieri e sindaci indagati, in concorso con il figlio dell'ex ministro Cancellieri, avrebbero dissipato "il patrimonio di Imco spa con un'operazione, preparata nei mesi antecedenti e perfezionata il 5 agosto 2010, in virtù della quale" la società, tra le altre cose, "si accollava la quota di un finanziamento già concesso dalla banca Ge Capital alla controllante Sinergia per 20 milioni di euro".

La vicenda ha origine dal salvataggio di Sinergia, indebitata inizialmente con Bipop Carire, alla quale sono successivamente subentrati Unicredit con 88,5 milioni e Ge Capitale per 20 milioni, per un totale di 108,5 milioni. La ristrutturazione del debito della capofila, però, secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori della Gdf, sarebbe avvenuta tramite un trasferimento dei 108,5 milioni di euro di debito bancario sulle "spalle, non robuste, della controllata Imco", nell'interesse degli istituti di credito, in primo luogo Unicredit, e poi Ge Capital.

Al termine dell'operazione Imco, secondo il pm, avrebbe assunto "il rilevante debito già in capo alla controllante Sinergia" e si "indebitava verso i medesimi creditori", concedeva "garanzia sui propri beni e specialmente l'area cosiddetta Cerba", giustificando "il versamento alla controllante con l'acquisto di un cespite (Tenuta Cesarina) privo di valore commerciale".


il tracollo di shanghai e fiat (-7%) si porta dietro piazza affari (-3%) - Business
 
FONSAI: CHIESTO PROCESSO FIGLIO EX MINISTRO CANCELLIERI (di Andrea Gianni) (ANSA) - Rischia di finire a processo Piergiorgio Peluso, figlio dell'ex ministro Annamaria Cancellieri, accusato di concorso in bancarotta in relazione al fallimento di Imco, una delle holding della famiglia Ligresti, ai tempi soci di Fonsai. Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto infatti il rinvio a giudizio del manager, attuale direttore finanziario di Telecom, indagato in qualità di ex amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking. La data dell'udienza preliminare davanti al gup verrà fissata nei prossimi giorni.

Piergiorgio Peluso di Unicredit

Oltre a Peluso, sono 12 le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Milano, condotta dalla Guardia di finanza, con al centro il crac di Imco, dichiarata fallita dal Tribunale di Milano il 13 giugno 2012 assieme alla controllante Sinergia. Era finita sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti anche un'operazione sulla cosiddetta area Cerba, oltre 600 mila metri quadrati all'interno del Parco sud in via Ripamonti a Milano, sulla quale era in programma la costruzione del Centro Europeo di Ricerca Medica Avanzata.

Peluso, secondo le accuse, quando era dirigente di Unicredit Corporate Banking sarebbe stato tra gli artefici di un'operazione di ristrutturazione del debito di Sinergia, la holding del gruppo immobiliare della galassia Ligresti, che si è rivelata "letale" per la controllata Imco e che avrebbe privilegiato Unicredit. Come si legge nell'avviso di chiusura indagini, gli ex consiglieri e sindaci indagati, in concorso con il figlio dell'ex ministro Cancellieri, avrebbero dissipato "il patrimonio di Imco spa con un'operazione, preparata nei mesi antecedenti e perfezionata il 5 agosto 2010, in virtù della quale" la società, tra le altre cose, "si accollava la quota di un finanziamento già concesso dalla banca Ge Capital alla controllante Sinergia per 20 milioni di euro".

La vicenda ha origine dal salvataggio di Sinergia, indebitata inizialmente con Bipop Carire, alla quale sono successivamente subentrati Unicredit con 88,5 milioni e Ge Capitale per 20 milioni, per un totale di 108,5 milioni. La ristrutturazione del debito della capofila, però, secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori della Gdf, sarebbe avvenuta tramite un trasferimento dei 108,5 milioni di euro di debito bancario sulle "spalle, non robuste, della controllata Imco", nell'interesse degli istituti di credito, in primo luogo Unicredit, e poi Ge Capital.

Al termine dell'operazione Imco, secondo il pm, avrebbe assunto "il rilevante debito già in capo alla controllante Sinergia" e si "indebitava verso i medesimi creditori", concedeva "garanzia sui propri beni e specialmente l'area cosiddetta Cerba", giustificando "il versamento alla controllante con l'acquisto di un cespite (Tenuta Cesarina) privo di valore commerciale".


il tracollo di shanghai e fiat (-7%) si porta dietro piazza affari (-3%) - Business

sì ma, a parte che questa notizia riguarda direttam. il Peluso personalm. e non anche la società Telecom in sè, in ogni caso attenderei almeno un grado di giudizio , non dico tutta la trafila fino alla Cassazione , ma almeno il primo grado....e non solo per la normale presunzione d'innocenza fino a prova contraria che accompagna qualsiasi inquisito , ma anche guardando ai precedenti eclatanti tipo Sparkle e Kroll dove i manager Telecom It. alla fine ne sono usciti tutti assolti !

pertanto a mio parere bene fà Telecom It. per adesso a non prendere posizione in merito a questa vicenda !
 
con riguardo alla possibile vendita dell'asset brasiliano : non ho mai ritenuto e tuttora non ritengo conveniente tale ipotetica vendita , considerati gli utili risicati che riesce a fare ultimamente TI ;

anche xchè, quando il brasile tirava bene , ricordo che per gli analisti i potenziali compratori non avrebbero pagato più di 10 mld , perciò figuriamoci ora con un rallentamente dell'economia brasiliana !

infatti ricordo che quando tempo fa si sviluppò il dibattito , i vertici TI consideravano per il brasile un valore di almeno 20 mld , mentre il Fossati , allora ancora socio di TI, valutava addirittura 30 mld il valore reale dell'asset brasile !!!

però in questi casi ti pagano un max di 20 volte l'ultimo utile stimato in bilancio , che all'epoca per TIM brasil era pari a circa circa 500 mln : perciò 500 x 20 fa 10 mld appunto;

direi che rebus sic stantibus i due principali motivi di appeal speculativo sul titolo Tit sono a mio parere l'asset brasiliano e la contendibilità della società TI, per cui se togliessimo uno dei due,alla fine non rimarrebbe granchè
 
Dopo l'accordo con Enel di oggi, Telecom italia scalda i motori per annunciare un'altra importante intesa: quella con Mediaset per un'offerta comune che comprenda i contenuti del biscione. I due gruppi hanno messo a punto i dettagli dell'accordo commerciale, secondo quanto risulta a Radiocor, nel corso dell'ultimo week-end di lavoro e potrebbero annunciare la notizia a breve, già da domani.
Telecom italia ha già siglato un accordo commerciale 'quadruple play' (fisso, mobile, banda larga fissa e mobile) con Sky e nei giorni scorsi con l'americana Netflix. I vertici della compagnia di tlc hanno sempre ribadito di essere aperti a siglare intese con tutti i fornitori di contenuti. Di recente il cfo di Mediaset, Marco Giordani, nel corso della conference call sui risultati, ha affermato che l' accordo in dirittura d'arrivo "è un accordo molto importante per i media, per l'immagine e per l'innovazione, per i prodotti, ma non avrà un impatto rilevante sui nostri conti, è un accordo molto buono ma non vedremo cambiamenti materiali della nostra bottom line".

L'Huffington Post del 3/8/2015
 
con riguardo alla possibile vendita dell'asset brasiliano : non ho mai ritenuto e tuttora non ritengo conveniente tale ipotetica vendita , considerati gli utili risicati che riesce a fare ultimamente TI ;

anche xchè, quando il brasile tirava bene , ricordo che per gli analisti i potenziali compratori non avrebbero pagato più di 10 mld , perciò figuriamoci ora con un rallentamente dell'economia brasiliana !

infatti ricordo che quando tempo fa si sviluppò il dibattito , i vertici TI consideravano per il brasile un valore di almeno 20 mld , mentre il Fossati , allora ancora socio di TI, valutava addirittura 30 mld il valore reale dell'asset brasile !!!

però in questi casi ti pagano un max di 20 volte l'ultimo utile stimato in bilancio , che all'epoca per TIM brasil era pari a circa circa 500 mln : perciò 500 x 20 fa 10 mld appunto;

direi che rebus sic stantibus i due principali motivi di appeal speculativo sul titolo Tit sono a mio parere l'asset brasiliano e la contendibilità della società TI, per cui se togliessimo uno dei due,alla fine non rimarrebbe granchè
Tim Brasil, utile netto trim2 -20%, pesa debolezza domanda


Reuters Italia - ‎1 ora fa‎




SAN PAOLO, 5 agosto (Reuters) - Tim Brasil ha registrato un calo dei profitti, a livello adjusted, del 20% nell'ultimo trimestre, a causa del debole andamento delle vendite. La controllata brasiliana di Telecom Italia, secondo operatore di telefonia ...
 
In occasione dell'approvazione, domani, dei conti relativi al secondo trimestre, il consiglio di amministrazone di Telecom Italia dovrebbe anche procedere ad accantonamenti per rischi legati alle richieste danni degli operatori concorrenti per presunto abuso di posizione dominante, dice una fonte a conoscenza della situazione. Gli analisti, che vedono per il trimestre ricavi ed Ebitda in calo per la debolezza del Brasile e del mercato interno, stimano oneri straordinari in 309 milioni di euro, secondo il consensus, pubblicato sul sito della società.

fonte: Daily News Unicredit
 
Telecom Italia ha archiviato il primo semestre 2015 con un utile netto consolidato attribuibile ai soci della controllante pari a 29 milioni di euro rispetto ai 543 milioni di euro nello stesso periodo del 2014. Tale risultato "sconta, oltre a oneri e proventi non ricorrenti, l'impatto negativo delle operazioni di riacquisto delle obbligazioni proprie del semestre - ha precisato il gruppo in una nota - nonché di alcune partite aventi natura meramente valutativa e contabile che non generano alcuna regolazione finanziaria, connesse in particolare alla valutazione al fair value dell'opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso a fine 2013, con durata triennale". In particolare gli oneri non ricorrenti sono stati pari a 399 milioni. "Tali oneri - ha spiegato la società - derivanti da processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a passività correlate ai suddetti oneri, oneri per vertenze con ex personale dipendente e passività con clienti e/o fornitori". Telecom Italia precisa inoltre che "in assenza di tali impatti l'utile del primo semestre 2015 sarebbe risultato di oltre 650 milioni di euro".

fonte: finanzaonline.com
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto