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Crisi dell'euro: pilotata da una rete di finanzieri senza scrupoli?
Pubblicato su 25 Settembre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in ECONOMIA
In una grande orgia di debiti durante la partita a poker giocata per l'Euro si è preparato il terreno per la rovina economica di tutti i giocatori

Un commento sulla crisi finanziaria vissuta da tutti i paesi occidentali, sulle cause che l'hanno prodotta e sulle conseguenze che potrà causare ai paesi più deboli della zona Euro e a quelli che saranno tassati per pagare il loro debito estero. Ma sarà questa la strada giusta?
Internationalnews
Fonte: Horizons & Débats (Zürich) via Mécanopolis

Una delle cause dell'attuale crisi finanziaria è che la U. S. Federal Reserve (FED) ha sovranità in materia di denaro pur essendo un istituto privato formato dalle 12 banche distrettuali americane. Tutte queste banche costituiscono il cuore dell'alta finanza che agisce in tutto il mondo ed hanno la facoltà di stampare Dollari americani. Nel corso degli ultimi 35 anni, la massa circolante di dollari risulterebbe aumentata di 40 volte, mentre il volume delle merci prodotte è aumentato solamente di quattro volte.
La truffa monetaria mondiale dei proprietari della FED.
Con tutti questi soldi le banche hanno potuto comprare le fonti di materie prime di tutto il mondo(petrolio, metalli, ecc.) Acquisire quote maggioritarie nelle più importanti società di capitali, deimonopoli in interi settori della produzione di servizi e dei mezzi di comunicazione e, grazie ai loro soldi e al potere del governo degli Stati Uniti hanno manovrato – se necessario ricattando - la maggior parte delle banche centrali del mondo occidentale, orientando la politica dei paesi satelliti e organizzando rivolte con lo scopo di eliminare i governi recalcitranti (Sud Africa, Ucraina, Georgia e ora il Nord Africa).
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La Fed ha potuto anche speculare sui tassi di interesse e concedere credito illimitato. Nella loro avidità, le banche proprietarie della Fed hanno creato dei prodotti finanziari sempre più discutibili e criminali senza copertura economica e li hanno venduti in tutto mondo, soprattutto attraverso i fondi, per far si che l’aumento del volume monetario non causasse inflazione all’interno degli Stati Uniti. Così, la bolla finanziaria prodotta in dollari ha manifestato i suoi effetti per l 80% all'estero, provocando un boom di eccesso di liquidità in tutto il mondo.
Questi comportamenti fanno tornare alla mente le antiche leggi della Cavalleria medievale, diffuse e difese in teoria da tutti ma, in pratica, mai rispettate da nessuno. Vinceva e vince sempre chi le ha promulgate, cioè i nobili, allora e i gruppi dell’alta finanza e le banche americane, come Goldman-Sachs, oggi.

Le Banche scorrette sono protette dai loro lacchè politici.

Quando la grande bolla finanziaria americana è iniziata, si trattava di mutui immobiliari non coperti e quando la prima banca (Lehman-Brothers) è crollata, il Ministro del Tesoro americano, Paulson , che precedentemente aveva guidato per dieci anni la Goldman-Sachs, già sotto-inchiesta, evitò che i suoi colleghi “bankster” (banchieri- gangster) dovessero rimborsare i prodotti finanziari sospetti,annunciando un piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari a favore delle loro banche a cui accordava anche la garanzia dello Stato per la loro crisi finanziaria. Cioè la loro crisi interna veniva trasformata in una crisi finanziaria pubblica. Paulson ha chiesto di fare lo stesso anche a tutti gli stati legati finanziariamente agli USA, cosicché anche in Europa un "piano di salvataggio" ha permesso che tutti i debiti tossici venissero convogliati nelle "bad banks" o in alternativa che venissero effettuati pagamenti direttamente alle banche che erano diventate insolventi.
Da quel momento in tutto il mondo non si è più parlato di banche poco serie, della loro responsabilità nella crisi finanziaria o di una crisi bancaria, ma di “crisi dello Stato e del debito sovrano”. Le grandi banche internazionali hanno evitato il fallimento ricattando politici succibi e facendo ricadere il loro debito sulle spalle dei cittadini. Da allora, i debiti delle banche sono i nostri debiti.
Dopo aver firmato la legge sulle misure di salvataggio, l'ex presidente tedesco Köhler si è dimessoper la vergogna. Gli altri politici invece non conoscono la vergogna e si sottomettono docilmente agli ordini di Washington o New York. E si danno false informazioni ai cittadini, si impongono misure fiscali rigorose, mentre si sono già spesi centinaia di milioni di euro per salvare i “banksters internazionali”, e questo solo per risparmiare tempo.

La crisi del dollaro è la crisi dell'euro
La produzione di dollari della Fed era un problema americano. Gli Stati Uniti ogni anno avevano bisogno di oltre 400 miliardi di dollari per finanziare le loro guerre, il loro impero sui paesi e sulla finanza del mondo. Con il tempo si è persa fiducia per la moneta americana, perchè il dollaro non era più garantito e i paesi esportatori di materie prime (es. Russia) non accettavano più il dollaro in pagamento delle loro merci e preferivano l’euro sul dollaro causando disaffezione verso gli Stati Uniti. Per evitare questa disaffezione è stata creata la crisi dell'euro: hanno fatto annunciare dalle loro banche e dalle agenzie di rating, che esiste una crisi nei paesi dell'euro provocata dal debito dei paesi indebitati nell'area dell'euro (Grecia, Irlanda, Portogallo ecc). In questo modo hanno potutostornare l'attenzione dalla crisi del dollaro e la crisi dell'euro adesso si trova al centro dei problemi finanziari e lo scenario della crisi si è spostato dagli Stati Uniti all'Europa.
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La crisi greca

L’indebitamento della Grecia non è recente. Era già troppo indebitata quando entrò nella zona euro. Allora, la banca americanaGoldman-Sachs aveva certificato dei bilanci falsificati e confermato fraudolentemente la solidità finanziaria del paese. Da quel momento, la Grecia è diventato uno dei maggiori beneficiari dei sussidi UE senza che la sua situazione sia minimamente migliorata. Il fatto che ci siamo improvvisamente resi conto del suo indebitamento è dovuto alla manovra di Goldman-Sachs e delle sue agenzie di rating che dovevano mettere un freno alla disaffezione verso il dollaro facendo apparire l'euro tanto debole quanto il dollaro. Da allora, in Europa si sta trasgredendo qualsiasi statuto, legge, regolamento penale, trattato o Costituzione, in nome di un potere superiore e senza che nessuno sia considerato responsabile per le azioni commesse.

Nell’autunno 2010, la FED, grazie alla creazione di un fondo illegale di 600 miliardi di dollaridestinati a compensare l’assenza dell’apporto di dollari dall’estero, ha salvaguardato la solvibilità degli Stati Uniti. Questo denaro è perduto.
Nel settembre 2010, la Banca centrale europea, per "iniziativa" del governo americano e della FED ha garantito l’apporto necessario in dollari fino ad aprile 2011 con l'acquisto illegale di $ 500 miliardi, evitando così pressioni sul dollaro. In realtà, si è trattato di una malversazione a spese dell'euro, perché tutti sanno che il dollaro non vale più nulla. Quando si scambia denaro senza valore con denaro che ha valore, o si è complici di una truffa o la si commette direttamente. Axel Weber, membro del Consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea non ha potuto evitare questa operazione ed ha protestato presentato le sue dimissioni.
La Grecia aveva più di 360 miliardi di euro di debito soprattutto presso Banche francesi e americane. Le Assicurazioni americane coprivano ancora il “default” in caso di insolvenza. Obama, Sarkozy e Trichet hanno costretto con la prepotenza la Merkel a condividere la responsabilità del debito greco con un " piano di salvataggio " per evitare che le banche (francesi e americane) dovessero fare una croce sui loro crediti. Pertanto, l'aiuto dato alla Grecia era destinato alle banche.
La Grecia è rimasta oberata dai suoi debiti. Senza questo ricatto, Merkel e il governo tedesco non avrebbe mai osato commettere questa violazione della Costituzione, che non prevede la garanzia dei debiti di altri paesi, che non avrebbero mai dovuto essere imposti al proprio paese.
Le banche francesi erano i principali creditori della Grecia e sapevano che i loro crediti erano senza valore. Per questo il presidente francese ha invitato il suo ex collega “bankster” Trichet della BCE ad acquisti per 60 miliardi di euro di obbligazioni greche, quando questo era vietato dall'articolo 123 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e costituiva truffa a danno dei proprietari della BCE, perché questi questi titoli erano senza valore. La denuncia presentata contro Trichet non ha potuto essere presa in considerazione dalla pubblica accusa perché Trichet gode dell’ immunità.
Per un anno, denaro tedesco ed europeo è stato versato alla Grecia con l’intento di salvaguardare la sua solvibilità e sistemare le sue finanze. Ma in realtà, in questo periodo, la quantità di denaro che è uscito dalla Grecia è stato maggiore di quello che ha ricevuto a titolo di aiuto, la situazione del Paese non è per niente migliorata, anzi si è ancor più degradata e i greci si oppongono al rigore e alla riduzione del debito che si esige da loro. L'aiuto e la garanzia finanziaria che si chiede ai cittadini della zona euro - in particolare alla Germania - non hanno portato nessun miglioramento. Non hanno aiutato i Greci, ma le banche creditrici internazionali. Si tratta di una truffa a spese dei contribuenti.
Da quando Obama l’ha chiamata al telefono, la Merkel ritiene che il denaro versato alle banche creditrici della Grecia sia l "unica soluzione possibile". Nonostante il fallimento del primo piano di salvataggio, si faranno ingoiare altri soldi da altri piani e la Merkel aumenterà il debito della Germania per il beneficio delle banche creditrici della Grecia per una spesa tanto importante da non poter essere rimborsata in una sola generazione e che peserà sull’avvenire e sulle pensioni dei nostri figli.
Nel mese di luglio, i governi europei si sono accordati per una nuova fase del loro alto tradimento sotto forma di Meccanismo europeo di stabilità (MES). Su richiesta di quest'ultimo, si sono impegnati irrevocabilmente ed incondizionatamente a raccogliere € 700miliardi (articolo 8 del trattato che istituisce la MES) e, se necessario - questo è stato deciso dal consiglio dei governatori che non sono stati eletti e non sono soggetti a nessun controllo - ad aumentare a piacimento il capitale iniziale (articolo 10). In pratica, i governi, dopo l'unione monetaria, hanno anche firmato per l’unione del debito e delle garanzie e hanno persino consegnato la suprema sovranità monetaria ad un Consiglio di governatori con pieni poteri in materia di politica finanziaria, fuori da qualsiasi controllo.
Banknotes & papers
Fonte: Unione europea


Il MES può anche acquistare titoli di stato, manipolare il mercato dei capitali, stipulare nuovi debiti e adottare misure di controllo, tutte le cose che il nostro governo e il nostro parlamento ( tedesco n.d.t) avevano rifiutato fino ad ora, per cercare di salvaguardare questa zona di sovranità. La Merkel, senza consultare il Parlamento, noncurante dei nostri più importanti diritti sovrani, ha trasformato l'unione di debiti e di garanzie, in contrasto con i nostri diritti sovrani, in una unione finanziaria, invertendo i rapporti di forza in essere: non sono più gli Stati membri a decidere le finanze, il debito e controlli finanziari della UE è l "Ufficio Politico" della UE, cioè il consiglio dei governatori della MES, che stabilisce i requisiti finanziari, il recupero dei crediti e le richieste agli Stati membri, che controlla la politica finanziaria di questi ultimi e decide indipendentemente a chi dare e a chi prendere i soldi.
La sovranità fiscale degli Stati membri è stata abolita. Grazie a questo trattato, l'Ufficio Politico di Bruxelles ha finalmente preso la sovranità finanziaria degli Stati membri e, allo stesso tempo, i governi statali hanno commesso un crimine di alto tradimento contro la propria Costituzione e i loro diritti sovrani. Speriamo che il Bundestag metta un freno a questo alto tradimento, perché altrimenti questo governo tedesco sarebbe quello che ha più danneggiato il suo popolo, e questo Cancelliere quello che ha più attentato alla prosperità del paese.


Gli interessi nella partita a poker dell'euro
Più un fenomeno è assurdo e più gli interessi che lo sostengono sono potenti:
Grazie alla crisi dell'euro, gli Stati Uniti hanno potuto guadagnare tempo e distogliere l'attenzione dalla crisi del dollaro. Il crollo del biglietto verde farebbe implodere non solo l'impero finanziario mondiale americano, ma anche la loro potenza militare (200 basi in tutto il mondo) e il loro potere economico. Subirebbero (e questo è possibile) lo stesso crollo dell'impero sovietico, ma non ci credono ancora e per il momento pensano solo a guadagnare tempo. È per questo che provocano una nuova crisi dell’ euro ogni volta che la crisi del dollaro si aggrava.
Il settore finanziario americano ha concesso alle banche un credito con garanzia di buon fine per i crediti in sofferenza – come i crediti greci. Quindi, se i 360 miliardi di crediti greci improvvisamente non valessero più nulla, il settore finanziario americano andrebbe incontro a una grande difficoltà per onorare la garanzia, ovvero sarebbe minacciato di fallimento. È per questo che i crediti dovevano essere mantenuti, almeno in apparenza, e la Grecia non può essere dichiarata in fallimento.
La BCE ha più crediti marci che capitali propri, tanto che da essere ormai una "bad bank". Di conseguenza, se si fossero presentati i fondi greci come tossici, come lo sono veramente, la BCEsarebbe fallita e avrebbe dovuto chiedere capitali freschi a tutti gli Stati membri. Ecco perché la BCE si è categoricamente opposta a qualsiasi responsabilità solidale "privata" per i crediti greci e contro il fallimento di qualsiasi Stato perché entrambi svaluterebbero i propri crediti.
I creditori principali della Grecia sono gli Stati Uniti e le banche francesi. In caso di fallimento e di svalutazione della Grecia, questi subirebbero perdite così grandi che gli stati dovrebbero avallarli. È per questo che i loro governi stanno lottando così brutalmente contro il risanamento della Grecia con una svalutazione, l'unica soluzione adeguata che sarà alla fine sarà inevitabile.
Le banche tedesche, in particolare le banche statali, detengono circa 20 miliardi del debito greco. Qui, si dovrebbe svalutare, cioè lo Stato dovrebbe intervenire direttamente. E 'questa paura della Merkel e di Schäuble anche se questo aiuto diretto alle nostre banche sarebbe meno importante del denaro versato alla Grecia per i crediti che ha ottenuto dalle banche internazionali. Ci dovrebbe essere una indagine penale contro le precedenti amministrazioni per scoprire perché le banche pubbliche tedesche abbiano comprato debito pubblico greco in quanto non avevano l’autorizzazione a farlo.
L'Ufficio Politico di Bruxelles tenta in un modo particolarmente scandaloso di approfittare della crisi dell'euro per assumere la sovranità fiscale e finanziaria degli Stati membri. Vuole praticamente mettere le mani sui più importanti diritti democratici dei popoli, la sovranità finanziaria, esercitando un controllo sugli stati indebitati e, come ha già riconosciuto Trichet, "introdurre un superministero delle finanze europee, una fiscalità europea e delle euro-obbligazioni". Si tratta di completare la centralizzazione dell'Unione europea - che ha il suo esercito, il Ministero degli Affari Esteri, la concorrenza europea - con finanze europee.
Gli Stati membri dovrebbero essere degradati al rango di province obbedienti agli ordini del potere centrale, i parlamenti nazionali perderebbero il loro potere e l’Ufficio Politico di Bruxelles acquisirebbe poteri dittatoriali senza controllo democratico. La "speaker" della UE Juncker ha spiegato come funziona l'ufficio politico. "Prendiamo una decisione, la trasmettiamo e vediamo cosa succede. Se non suscita reazioni clamorose o tumulti perché la maggior parte della gente non capisce cosa sia, continuiamo passo dopo passo, fino a raggiungere un punto di non ritorno . 'Ecco come procede dé-democratizzazione d'Europa e la presa di potere da parte della Commissione politica di Bruxelles.

Il fatto che i capi di governo dei 27 Stati membri dell'UE gestiscano anche l'unione dei debiti e delle garanzie a spese della Germania è dovuto al fatto che 20 stati beneficiano in modo duraturo dei versamenti UE che provengono dalla Germania e che ben la metà non può semplicemente rimborsare i debiti che hanno contratto e quindi sono d'accordo, che la Germania debba pagare e garantire degli importi più elevati. Inoltre, durante l'ultima riunione dei capi di governo, la Merkel era rimasta isolata. I paesi dell'Unione europea non potevano capire che la Germania non è più disposta a pagare per ogni cosa senza discutere, come ai tempi di Kohl.
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L'unione e il trasferimento (dei debiti) è una truffa a danno di tutti gli europei.

L’articolo 125 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea afferma inequivocabilmente che nessuno Stato membro deve rispondere per il debito di un altro Stato membro. E’ quello che affermano anche che la maggior parte delle costituzioni statali. Ora i governanti assoggettati dalle banche, non hanno rispettato il testo delle leggi e si sono accordati su una condivisione della totalità dei debiti, visto che non c'erano alternative. Merkel è stata vittima di un ricatto(vedi sopra) e il Bundestag è stato costretto ad approvare il provvedimento senza essere informato per tempo e in maniera adeguata.
Come tutti gli altri, abbiamo dovuto accettare questa mutualizzazione, a tutto vantaggio dei paesi che ricevono i soldi e che sono in ogni caso crollati, ma è catastrofico per i paesi donatori. La Germania deve non solo ancora versare la parte più importante, ma anche quella parte che gli altri non possono o non vogliono pagare. E questo irrevocabilmente.
Ora, i cittadini europei devono rispondere per il debito estero che i loro governanti hanno accettato di garantire con responsabilità in solido, senza giustificazione. Ne usciranno impoveriti a prescindere da qualsiasi soluzione adottata:
- Aumento delle tasse nei paesi donatori.
- Svalutazione del debito attraverso l'inflazione (che causa un deprezzamento dei beni dei cittadini),
- Riforma monetaria che distrugge parte della ricchezza e del reddito dei cittadini dell'area dell'euro anziché assicurare la loro vecchiaia.
Lo Stato che assume il debito dei paesi stranieri dovrà comunque pagarlo e si impoverirà. Se si prende in carico i pesanti debiti, li scaricherà sulle generazioni future.
Anche i greci vengono truffati, per il mantenimento dei debiti del loro paese imposto dalle banche: se li avessero lasciati sistemare la situazione con una bancarotta, una ri-programmazione del debito e una moneta svalutata, sarebbero stati di nuovo competitivi per il turismo in Europa e avere un futuro. Mantenendo i loro debiti, non hanno più nessuna possibilità di ricostruire una salute finanziaria, di evitare l'impoverimento e il crollo della loro economia.

La nuova forma di dominazione finanziaria globale non consiste più nel sottomettere i popoli con la forza delle armi ma accordando loro un eccesso di credito con il fine di dominarli economicamente con gli interessi (asservimento per gli interessi dei prestiti).

Ecco quello che è successo con la Grecia. Ma per evitare di subire perdite, le banche internazionali hanno fatto sì che i paesi indebitati non potessero presentare istanza di fallimento e che i paesi con le finanze sane fossero portati a farsi carico dei loro debiti, vale a dire che anche loro sono caduti sotto la schiavitù della finanza americana. Quando la mutualizzazione dei debiti prevista dal Patto di stabilità europeo (MES) decisa nel luglio 2011 sarà adottata dal parlamento, il debito non sarà più un problema delle banche creditrici, ma solo degli stati debitori della UE, e soprattutto della Germania.
Ci si rende conto che la nuova forma di imperialismo e di supremazia mondiale dell’alta finanza americana non si basa più sulle baionette, ma sui prestiti accordati senza ritegno con soldi drogati, quindi sui debiti e i loro interessi. L'interesse è il tributo pagato dai paesi ridotti in schiavitù.
Il sistema è così abilmente costruito che le persone e paesi credono che le misure siano prese in uno spirito di "solidarietà europea" quando in realtà servono solo a vantaggio dell'imperialismo finanziario. È per questo che la Grecia e altri paesi indebitati non hanno potuto presentare istanza di fallimento infatti l'unione di garanzia non era ancora stata ratificata. Poi ci potrà anche essere il fallimento, perché allora, grazie alla garanzia dei paesi con le finanze sane – non potrà più danneggiare i crediti della finanza internazionale.

Perché abbiamo permesso questo?
Nella grande orgia dell’indebitamento della partita a poker che si sta giocando con l'euro, si è preparata la strada per la futura rovina economica dei partecipanti. Le principali vittime di questo gioco economico saranno i cittadini tedeschi perché il denaro guadagnato con un lavoro serio non servirà più per finanziare progetti nazionali, ma per pagare i debiti di paesi stranieri.
Se la gente avesse percepito questo scandaloso gioco, ci sarebbero state da tanto tempo manifestazioni di piazza e forse una rivoluzione. Il fatto che non sia stato detto "fino a che punto si sarebbe messo in gioco il loro futuro"è dovuto a una intelligente manipolazione della stampa fatta dall’ alta finanza americana. In effetti, la stampa ha sistematicamente disinformato il pubblico:
La politica ha sempre detto solo una parte di verità, a cominciare da tutto ciò che avrebbero dovuto accettare in seguito, ha sempre dissimulato i fatti spiacevoli dietro una pretesa necessità di "solidarietà europea" e ( ha nascosto n.d.t.) la stupidità che consisteva nel lasciarsi sfruttare dalle banche nazionali e dagli Stati membri dell'UE. Tutto ciò è stato presentato come una "difesa dello spirito europeo"(Wolfgang Schäuble).
La gente è stata disinformata dalle menzogne, ingannata, indotta in errore, la sua attenzione è stata distolta dai problemi con discussioni complicate. A titolo d’esempio : Al primo piano di salvataggio, di 120 miliardi di euro, e al secondo, di 750 miliardi, la stampa non ha dedicato che qualche colonna, mentre per settimane intere si è consacrata al disastro locale di Fukushima. Bisognava distogliere l'attenzione dal grande disastro finanziario interno con una catastrofe estera molto meno grave, e che , purtroppo, ha funzionato.

Che cosa possiamo concludere?
Durante la partita a poker, il nostro popolo è stato ingannato dalla UE come mai avvenuto prima, senza poter fare nulla:
- In violazione di tutte le costituzioni nazionali e dei trattati europei, si è fatto dell’unione di Stati sovrani una unione per la garanzia dei debiti, governata da un potere centrale che regna sulle province.
- Alcuni paesi, tra cui la Germania, hanno perso a vantaggio di Bruxelles i loro più importanti diritti di sovrani, democratici e i paesi membri si sono essi stessi de-democratizzati, avendo permesso algoverno centrale di Bruxelles di diventare onnipotente.
- L’impotenza o la corruzione dei politici europei durante la partita a poker hanno dimostrato di non poter esercitare da tempo il loro potere decisionale per favorire interessi finanziari, obbedendo a istruzioni invece di prendere decisioni. Soprattutto, il mondo occidentale non è più (il regno di)una democrazia, ma di un imperialismo finanziario globale. Altrimenti, come avrebbero potuto banche, politici e governi fare in modo che i loro cittadini si facessero carico dei debiti dell'alta finanza? Horst Seehofer ha scritto: "Coloro che decidono non sono stati eletti e gli eletti non hanno più voce in capitolo."
- In futuro, i problemi di bilancio nazionale e di debito pubblico saranno definitivamente travolti dall'ondata di debiti internazionali europei (area euro: 6.000 miliardi di euro). Dovremo pagare per decenni un tributo alle banche speculatrici internazionali per qualcosa che non abbiamo nemmeno ricevuto e che i nostri politici hanno dovuto sobbarcarsi per altri paesi su richiesta dell’alta finanza.
- I debiti esteri già rilevati dal "piano di salvataggio" e che saranno in futuro del MES, a sostegno dell'euro, la delega della sovranità fiscale all’Ufficio Politico di Bruxelles, cioè al Consiglio dei governatori del MES, nei prossimi anni dovrà ricorrere all'utilizzo delle imposte tedesche e peserà sulla prosperità e sui servizi sociali, perché bisognerà pagare gli interessi all’alta finanza internazionale. Sia che i paesi indebitati si dichiarino o no in fallimento - i debiti dei paesi in bancarotta diverranno quelli di tutti i paesi della zona euro - i paesi con i conti in regola dovranno in più pagare anche per i paesi malati.
Gli interessi che l'Europa pagherà alla finanza internazionale rappresenteranno un onere simile a quello che pendeva sulla Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, peso che portò al collasso delle finanze pubbliche, dell’economia, della prosperità e della società. Già da adesso non è difficile prevedere che per la Germania il recupero di tutti i debiti dei paesi europei dalle finanze fragili, come attualmente la Grecia, comporterà:
Aumento dei contributi da versare a Bruxelles per il pagamento degli interessi nell'area dell'euro,
• un aumento delle imposte dei lavoratori e dell'economia, diminuzione delle entrate dello stato e delle prestazioni sociali,
• una diminuzione dei profitti aziendali, licenziamenti e salari più bassi, declino dell’economia, del prodotto sociale e del surplus delle esportazioni, e quindipiù lotte per la distribuzione delle minori ricchezze, tumulti popolari e rivoluzione.
L’inganno dei politici sull'euro - o piuttosto la sottomissione all’alta finanza internazionale in materia di mutializzazione dei debiti – avrà modificato non solo la situazione economica ma anche la situazione sociale in un modo irreversibile.
Anche se i politici parlano sempre di "salvataggio" della Grecia, Irlanda, Portogallo o Spagna, la mutualizzazione dei debiti, in realtà, non risolve nessun problema, perché il debito di questi paesi non sono in alcun modo diminuiti. Tutte queste nuove normative europee non eliminano l'unica soluzione valida che consiste nel fallimento dello stato, possono solo ritardare e impedire che gli stati riducano il debito e migliorino la loro situazione. Anche se in seguito si sbarazzassero dei loro debiti dichiarando fallimento, questi debiti rimarrebbero e peserebbero sui paesi che hanno aderito all'Unione di garanzia prima del fallimento lasciandoli nella stessa situazione di forte indebitamento.
Migliaia di tedeschi, per la maggior parte nemmeno coinvolti personalmente, hanno protestato contro il progetto per la stazione "Stoccarda 21", contro il trasporto di scorie nucleari, contro il giuramento delle reclute della Bundeswehr e di altri faccende trascurabili. Ora si dovranno usare le strade per protestare contro il primo "salvataggio" delle banche internazionali. Mai prima d'ora le banche avevano registrato dei profitti tanto scandalosi e ottenuto l'autorizzazione a di far ricadere sui cittadini le perdite delle loro speculazioni. Dobbiamo riconoscere che il grande capitale internazionale pratica senza ritegno il saccheggio di tutti i cittadini (in realtà con l'aiuto dei politici gestiti con il telecomando).
Quando l’uomo qualunque comprenderà che si sta mettendo in gioco il suo futuro tenore di vita, il suo impoverimento, lo si potrà mobilitare, i politici potranno esercitare una pressione nazionale e internazionale ancora maggiore e risparmiarci il peggio con il rifiuto di un aumento del nostro debito dovuto a dei cosiddetti piani di salvataggio.
Se non riusciremo a mobilitare la popolazione, saremo presto costretti a prendere delle misure radicali, una riforma monetaria, e assisteremo al crollo non solo delle banche speculatrici, ma dei paesi e dei cittadini che si sono fatti carico dei debiti di queste banche.


Horizons & Débats

Note: L'Articolo Originale è consultabile nel sito: http://www.internationalnews.fr/article-des-reseaux-financiers-criminels-pilotent-la-crise-de-l-euro-84472885.html.
La traduzione riporta integralmente e senza commenti il testo, sul quale in alcuni punti ci troviamo in disaccordo, ma esprime una visione politica di una parte dell'opinione pubblica tedesca, ed una analisi profonda delle cause

 
Ciao ciccio sempre in gamba:up:

un favore solo , scrivi piu' grande che non vedo una minchia e ho lasciato gli occhiali in office :up::clap:
 
Derivati: nuova bolla pronta a esplodere
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Cinque Banche statunitensi. Quarantamila miliardi di dollari ciascuna. Di carta straccia.
È l’esposizione, in derivati, di quattro realtà Usa. Una cifra enorme, da sola in grado di destabilizzare nuovamente le fondamenta di un sistema bancario e finanziario, quello statunitense, che non solo non ha imparato nulla dalla crisi del 2007, ma che anzi ha continuato imperterrito a operare nel medesimo modo che aveva portato a quel dramma economico di cui ancora stiamo pagando, e pagheremo, i risvolti. Del resto, a questo atteggiamento le Banche sono state spinte proprio dalle politica Usa che, all’epoca, vennero salvate dai loro stessi errori caricando le spalle dei contribuenti, e l’economia mondiale, dei debiti da pagare. Come dire: una volta accortesi di aver creato il danno, al di là di due fallimenti inevitabili come quelli di Lehman Brothers e della nazionalizzazione - termine ridicolo - di Fannie Mae e Freddie Mac, per tutte le altre sono piovuti gli aiuti, dunque perché cambiare registro?
Il punto è che al momento, secondo il New York Times, malgrado la crisi del 2008 abbia dimostrato chiaramente i rischi connessi a quel tipo di attività, a oggi le Banche statunitensi hanno, nel complesso, non meno di 280 mila miliardi di dollari di derivati iscritti a bilancio. Di questi, come detto, soli cinque istituti ne possiedono circa 200 mila.
La pratica dei derivati non si è dunque affatto fermata né invertita, anzi ha continuato ad andare avanti. Se a questo aggiungiamo il debito pubblico complessivo, che per gli Usa si attesta al momento a quasi 18 mila miliardi di dollari, il quadro generale della grande nuova bolla dovrebbe essere chiaro da leggere.
Wall Street è stata e continua a essere, malgrado tutto, il più grande casinò finanziario dei nostri tempi. Di fronte a una situazione tanto disastrosa non solo dal punto dei vista dei numeri - che parlano da soli - quanto proprio per l’evidenza di pratiche criminali che non smettono di essere messe in atto, e che nessun governo al mondo, in primis quello Usa, scoraggia sul serio o impedisce di fatto, è chiaro che qualsiasi discorso, qualsiasi manovra suggerita o imposta, qualsiasi necessità che viene fatta digerire anche con la forza ai cittadini (anche europei) ha il sapore di una beffa, se non di un crimine ancora più grande.
Da una parte si chiedono sacrifici mentre dall’altra si permette di continuare a banchettare rischiando di far saltare nuovamente, e in modo ancora più dirompente che nel 2007, il mondo.
 
A quanto pare anche due soggettidi un certo calibro hanno gettato la maschera. Nei giorni addietro, in rapida sequenza tanto da far sembrare il tutto quasi una messa in scena (a favore di cosa lo vedremo), Deutsche Bank e Mediobanca, rispettivamente, hanno pubblicato i risultati di ampi studi fatti dai loro sedicenti macro-esperti e offerto delle dichiarazioni per sentenziare una cosa di non poco conto: solo una bolla ci può salvare. E non solo.
Per la precisione, la prima Banca ha condotto uno studio sui rendimenti di alcune diverse classi di attivi sui mercati finanziari, e ha concluso che solo negli ultimi venti anni i mercati hanno soprattutto, o meglio innanzi tutto, creato e mantenuto in vita bolle economiche con un solo e unico scopo: ne avevano bisogno.
Letteralmente, Deutsche Bank rileva che “negli ultimi due decenni, l’economia mondiale ha navigato di bolla in bolla con eccessi che non hanno mai avuto la possibilità di attenuarsi. Risposte politiche aggressive hanno incoraggiato a produrre nuove bolle. E questo ha contribuito a fare del moderno sistema finanziario un tema di preoccupazione permanente.”
Come dire: le bolle sono le condizioni necessarie - sottolineiamo il termine “necessarie” - per mantenere il sistema attuale di gestione della crisi. Come scrive giustamente Stefano Bassi sul suo sito e al quale fa eco un articolo pubblicato su Zero Hedge: “il problema è che questa bolla non può andare da nessuna parte, perché è nelle mani di governi e banche centrali, con regolatori che si assicurano che altri grandi acquirenti rimangano recettivi.
Secondo lo studio, malgrado la bolla perduri per assicurare la solvibilità dell’attuale sistema finanziario, lo scenario più ottimista sarebbe lo scoppio lento, attraverso rendimenti reali negativi per i portatori di obbligazioni. Lo scenario più pessimista sarebbe una futura ristrutturazione.
Siccome i tassi di interesse tendono ad abbassarsi in gran parte del mondo, in parte per una debole crescita, e che l’indebitamento pubblico tende a svilupparsi, è poco probabile che i portatori di obbligazioni sovrane realizzino un profitto sul medio o lungo termine, a causa della possibilità dell’inflazione o di una ristrutturazione”.
Ma “quello che nessuno dice, è che solo l’1% beneficia della bolla” – a scriverlo è il portale d’informazione Zero Hedge. “La ricchezza e i redditi di tutti gli altri otterranno progressivamente minori benefici”.
Per quanto riguarda invece Mediobanca, bastino le parole di Antonio Guglielmi su, questa volta, la situazione italiana: «È una catastrofe per le finanze del paese. Stiamo per arrivare a una ratio del debito del 145%». E ancora, in modo ancora più chiaro: «Chi conosce il numero massimo che il mercato tollererà? Il numero è già preoccupante, e il tempo ci dirà se questo gioco di poker di Draghi si rileverà un successo. Ci vorrebbe una bomba nucleare monetaria per cambiare la situazione. Se Draghi alla fine non farà nessun intervento di rilievo – e c’è molto scetticismo sui piani della Bce – l’Italia è morta».
Beninteso, il fatto che oggi siano Deutsche Bank e Mediobanca, seppure con toni differenti, a sostenere una cosa del genere, è solo uno dei tanti casi dove alla fine, da qualche maglia aperta o non controllata a dovere di una “istituzione” di questo tipo arrivano conferme su ciò che in altri luoghi si teorizzava e cercava di spiegare da anni.
Quello che invece può non essere immediato a prima vista, e che rappresenta il dato più importante da cogliere, è il ragionamento che ne discende, e ne consegue, se si porta il discorso fino in fondo. Del resto, non si può che portare fino in fondo un ragionamento anche solo partendo dai termini stessi usati da questi due colossi: il primo parla di “bolle necessarie”, il secondo della necessità di una “bomba nucelare economica”. Termini non proprio sobri e cauti, a quanto pare.
E dunque, tanto per iniziare, avevano (e hanno) ragione quei pochi che sostengono una cosa del genere da anni, se non decenni. E avevano (e hanno) torto tutti gli altri. Ma proprio tutti. Che a questo punto dovrebbero essere ridotti almeno al silenzio.
In secondo luogo, cosa ancora più importante, se è vero - come è vero - quello che oggi anche Deutsche Bank e Mediobanca affermano, ciò significa che tutto quanto fatto da allora a oggi dai vari governi, tutte le procedure, le sedicenti “riforme”, i sacrifici imposti e la macelleria sociale in ogni ordine e grado in ogni Paese, è servita unicamente a sostenere una truffa finanziaria. Il punto è che non siamo “noi” a dirlo, ma “loro”.
Dal che, una volta scoperto l’inganno e confessato dai soggetti stessi che a vario titolo hanno partecipato al crimine, dovrebbero scaturire alcune riflessioni. E soprattutto azioniper, nell’ordine: fermare immediatamente quanto si sta facendo; processare i colpevoli e condannarli; sequestrare i beni che hanno rastrellato e ridistribuirli a tutti quanti a vario titolo siano stati depredati. Cioè il restante 99%.
Una sacrosanta e giusta conclusione. E una utopia politica, naturalmente, se pensiamo che a tali atti dovrebbe portarci una classe dirigente, quella attuale almeno, che è al servizio delle Banche stesse e di altri attori della speculazione (lobby & finanza, per intenderci). Ma sopra ogni altra cosa si dovrebbe dichiarare, in modo unilaterale e irrevocabile, l’immediata sospensione di qualsiasi pagamento a qualsivoglia organizzazione o istituzione che a vario titolo può far destare anche solo il sospetto di appartenere a quella “banda degli onesti”.
Ad esempio: il nostro debito pubblico è inesigibile, perché a esigerlo sono dei truffatori. E dunque non lo si paga più. Punto. E così via dicendo.
Sono solo in apparenza “parole forti”, le nostre, e vani tentativi di sollecitare rivolte che ovviamente non si vedono all’orizzonte. Ma soprattutto, malgrado l’apparenza di una forma e di una sostanza, quelle che abbiamo usato, da tribuno della plebe (oggi si direbbe da populista) si tratta invece della cosa più evidente e logica - e minima - che si dovrebbe fare.
La prova del nove di quanto sosteniamo è semplicissima, un gioco da ragazzi. Se appare tanto strano (o stralunato) il principio di rifiutarsi di partecipare e anzi dichiarare guerra a questi truffatori mondiali, è certo che dovrebbe apparire molto più strano e “al di fuori della realtà” continuare a fare la parte dei derubati per tutta la vita. O no?
Come dire: il re è nudo, ha per giunta confessato i suoi crimini, ma noi ci ostiniamo a non volerlo tirare giù dal trono. La bolla e la truffa sono qui davanti a noi, ci rastrellano l’anima ogni secondo che passa, ma noi rimaniamo a guardarle, e a subirle, senza muovere un solo dito.
Di: Valerio Lo Monaco
Tratto da:h24 - Il ribelle.com



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CLAUDIO MOFFA: " ROMPERE LA GABBIA "

Pubblicato su 27 Settembre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in IPHARRA
Recensione di Enrico Galoppini

La “gabbia” che Claudio Moffa col suo saggio pubblicato da Arianna Editrice invita a “rompere” non è quella dell’euro, se con ciò s’intende una ‘romantica’ operazione di “ritorno alla lira”.

Come recita il sottotitolo nella copertina di "Rompere la gabbia", la questione cruciale è quella della sovranità monetaria, che il docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici all’Università di Teramo auspica venga ristabilita al più presto, in Italia e negli altri Paesi occidentali, per uscire dall’attuale “crisi”.

Esiste tuttavia un ostacolo insormontabile: la mancanza di volontà da parte di un ceto politico ed una classe dirigente che nel migliore dei casi, quando non si tratta di personaggi collusi e a libro paga, s’illudono che l’attuale abnorme finanziarizzazione dell’economia e della vita degli Stati nel suo complesso possa durare ancora a lungo senza ridurre la stragrande maggioranza nelle persone in una schiavitù che la ‘gabbia’ del titolo di quest’opera evoca al meglio.

Per procrastinare quest’inevitabile esito, già in parte realizzatosi, questi cosiddetti politici delle moderne “democrazie”, su imbeccata dei loro padroni e dei media di loro proprietà, si sono inventati l’ondata di “antipolitica” e la “crisi”.

Ma la “crisi” non è il risultato di “sprechi” e “ruberie” (che pure ci sono), come vorrebbe farci intendere anche tutta una saggistica interessata che ha preso a bersaglio l’ormai celebre “casta” e non il mondo della grande finanza speculativa.

Perché se di “casta” si deve parlare, essa va cercata tra quell’élite, invero ristretta e potentissima, dei “signori del denaro”. [...]


Di coloro che detengono – dopo averlo servizievolmente ricevuto “a termini di legge” – il potere di emissione, vera chiave di volta dell’intera economia moderna (ma a ben considerare dell’economia d’ogni tempo e luogo, tant’è che l’Autore passa in rassegna – cap. 4 – alcuni esempi storici che ben mostrano l’attenzione che i governanti hanno sempre dedicato a tale problematica).

La domanda che nessun grande “esperto” dei media e dell’università (peraltro sempre più sotto il controllo del capitale finanziario stesso) osa mai porre è infatti la seguente: “Di chi è la moneta?”. E, nello specifico di noi italiani ed “europei” dopo oltre dieci anni di “moneta unica”: “Di chi è l’Euro”?

A questa fondamentale domanda, dopo l’eccezione in ambito accademico del defunto prof. Giacinto Auriti, il saggio di Claudio Moffa, che riunisce anche alcuni suoi interventi preparati per le varie edizioni del “Master Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente”, offre una chiara ed esaustiva risposta. L’Euro, tanto per cominciare, non è degli Stati che vi aderiscono, ovvero dei cittadini che da quelli dovrebbero essere rappresentati e difesi, bensì di una ristretta cricca di banchieri privati che controllano il cartello di banche “nazionali” denominato BCE.

Attraverso spiegazioni lineari che hanno anche il pregio di una provvidenziale ripetitività (importante per chi è a digiuno di tali argomenti), l’Autore giunge ad una sconcertante verità: l’Euro è di fatto una moneta straniera!

Che conseguentemente gli Stati (o quel che ne resta una volta spogliati della sovranità monetaria) dell’Unione Europea che l’hanno sottoscritto devono letteralmente acquistare a fronte dell’emissione di titoli del “debito pubblico” gravati da interesse. Come non può aumentare il “debito” in simili condizioni (p. 110)? E come non possono aumentare, in simili condizioni, le famigerate tasse?

Ma la BCE – che è il coronamento di una manovra che parte da lontano e che per quanto riguarda l’Italia consiste in una successione di eventi che questo libro ripercorre nella loro perfidia – crea denaro dal nulla (M. Allais), nel senso che per essa il denaro, offerto come una vera e propria “merce”, ha praticamente un costo irrisorio, sebbene la differenza tra quello ed il valore facciale impresso (da 5 a 500 euro) garantisca il famoso reddito da signoraggio.

Ora, su quest’ultimo termine (come su tutto ciò che si discosta dalla versione ufficiale ammessa dal sistema vigente politico-mediatico-culturale) è stata fatta scendere una coltre di discredito e di dileggio, ma se solo si presta attenzione alle dichiarazioni di alcuni protagonisti delle manovre che hanno prodotto l’attuale indecente ed immorale stato di cose (per esempio Andreatta o Soros), ci si rende conto che sono gli stessi “signori del denaro” ed i loro incaricati a riconoscere l’esistenza – e la redditività! – del signoraggio.

Il libro del prof. Claudio Moffa (che non a caso ha sempre invitato a collaborare “al di fuori degli schemi”) è anche un appello appassionato (e sicuramente inascoltato) alla cosiddetta “sinistra” affinché prenda atto che la battaglia per la sovranità monetaria non ha “colore”. Essa, anzi, è oggi “la” battaglia per antonomasia, in una situazione nella quale ogni “manovra” ed ogni provvedimento economico di qualsiasi governo che abbia aderito all’euro è destinato all’inevitabile fallimento poiché lo strumento monetario è completamente fuori dal suo controllo.

Né ha alcun senso vedere ancora, come se ci trovassimo cinquant’anni fa, sedersi al “tavolo delle trattative” sindacati e “datori di lavoro”, quando la proporzione tra capitale finanziario-speculativo e capitale produttivo è passata, dal 3% che era nel 1973, ad un inaccettabile 2000% nel 2010 (cioè, un rapporto di 20 a 1!).

Eppure, non è sempre andata così. Ci si è arrivati un po’ per volta. Ma se dobbiamo individuale una sorta di “big bang” lo si può fissare al 1694, con la creazione della Banca d’Inghilterra, che già Marx (al quale Moffa dedica un capitolo per mostrare come i suoi scritti giovanili tenessero nel debito conto il peso del capitale finanziario nella spirale di alienazione e sfruttamento delle classi lavoratrici) aveva indicato come una truffa ai danni dello Stato, di lì in poi “mantenuto artificiosamente sull’orlo della bancarotta”, il “debito” contratto coi banchieri privati crescendo indefinitamente (cap. 5).

L’eterno conflitto tra “produttori” (insomma, chi lavora e perciò produce ricchezza) e “speculatori” non era dunque ignoto ad un pensatore ed agitatore che ha condizionato generazioni di politici e studiosi, i quali però – complice anche una successiva svalutazione del fenomeno usurario dello stesso Marx, denunciata da Moffa – si sono incartocciati nelle varie “scuole” del Marxismo, che hanno focalizzato l’attenzione su un conflitto – quello tra “padroni” e “proletari” – che obiettivamente non spiega se non solo alcuni aspetti marginali delle moderne dinamiche economiche (e politiche).

Il libro, tra le altre cose, invita a riflettere sul fatto che esiste una notevole differenza, anche etica, tra capitale produttivo, destinato agli investimenti (ed ai rischi ad essi connessi), e capitale finanziario-speculativo.

Così si spiega la fondamentale convergenza di Cristianesimo ed Islam, uniti nella condanna del prestito ad interesse, mentre proprio l’usurocrazia apolide punta a fomentare lo scontro tra queste due tradizioni religiose.

E così trova un suo perché “un’imprenditoria etica, animata dall’obiettivo di costruire il benessere del popolo italiano”, in opposizione ai “capifila del non ancora maturo e ‘libero’ (meglio sarebbe dire ‘eversivo’) mondo bancario” (p. 127), che vide protagonista Enrico Mattei. Il quale poté svolgere la sua azione nazionale ed internazionale, ispirata ai suoi ideali cattolici (e, perché no, alla sua giovanile formazione fascista), grazie a alla presenza di un capitale produttivo ancora nettamente preponderante rispetto a quello finanziario-speculativo e, soprattutto, nelle salde mani dello Stato italiano.

Oggi, invece, dopo il suo assassinio (e quello, altrettanto significativo dal punto di vista che stiamo trattando, di Aldo Moro), lo Stato è stato assaltato, conquistato e svuotato da una banda di “camerieri dei banchieri” (per dirla con Ezra Pound) che in Italia, giusto per riassumere le date salienti, hanno agito nel modo che andiamo ad esporre.

Premesso che l’Italia, seppur sconfitta militarmente e perciò occupata, aveva mantenuto una sua sovranità monetaria (legge fascista del 1936 che definiva la Banca d’Italia, monopolista dell’emissione, un “istituto di diritto pubblico”; 1945-1948: sostanziale “continuità” rispetto al Ventennio; fino a tutti gli anni Settanta: emissione di biglietti di Stato a corso legale, quindi reddito da signoraggio nelle casse dello Stato), questi sono i momenti cruciali di quello che solo un osservatore prevenuto non può riconoscere come un complotto ordito ai danni della Nazione:

- 1981: “divorzio” del Tesoro dalla Banca d’Italia (sulla base di un mero scambio di lettere!), preceduto da un tam tam mediatico sulla necessità della “autonomia della Bd’I”. Si noti per inciso che più è aumentata la “autonomia” della Bd’I, più il cosiddetto “debito pubblico” è cresciuto…

- Il 1992 – che è quello di “Mani Pulite” – è l’anno del golpe: in rapida successione avvengono la privatizzazione della Bd’I (che sancisce la fine della nostra sovranità monetaria); il perfezionamento del suddetto “divorzio” da parte del ministro Guido Carli; le privatizzazioni del governo Amato previa trasformazione degli Enti pubblici in S.p.A.; senza contare la svalutazione della lira (governatore Carlo Azeglio Ciampi) ed il famoso ‘seminario’ sul panfilo della regina d’Inghilterra “Britannia”.

- 1993: abolizione del Ministero delle Partecipazioni Statali (i famosi “carrozzoni”…), mentre lo ‘spettacolo’ degli avvisi di garanzia veniva proiettato nelle case degli italiani.

È facile (ed irritante) osservare la rapida successione temporale di questi eventi rispetto all’accelerazione del processo di “integrazione europea” (trattati di Maastricht e Lisbona, opportunamente citati in appendice per sottolinearne l’assoluta obbedienza ai diktat della finanza speculativa a tutto danno del “lavoro”, che evidentemente non interessa affatto ai fautori della UE).

Una volta infilatisi nei gangli dello Stato, i suddetti “camerieri” traditori hanno svenduto, in nome del “libero mercato” (ma ai loro amici), l’industria pubblica strategica italiana, come ha scritto ed argomentato magistralmente Antonio Venier in un altro libro che tutti – specialmente chi ha ancora un residuo amor di Patria – dovrebbero leggere e meditare: Il disastro di una nazione. Saccheggio dell’Italia e globalizzazione (Edizioni di Ar, 1999, con presentazione di Bettino Craxi).

Ma a proposito di “libero mercato” c’è da ricordare ai suoi indefettibili ammiratori che l’esperienza di questi ultimi vent’anni ha evidenziato come la “libera impresa”, che è senz’altro un valore da tutelare ed incoraggiare, non ha alcuna speranza di sopravvivere in un regime di “libera speculazione”.

Per questo, il saggio di Claudio Moffa, che dovrebbe finire sul tavolo di tutti i politici assieme a quello di Venier se questi non fossero intenti da mane a sera a venderci ai loro padroni, si conclude idealmente con una dichiarazione che è una sorta di parola d’ordine: “Libera impresa in libero Stato padrone dell’emissione monetaria” (p. 159).

La “autonomia” dell’istituto di emissione (prima la Bd’I ed ora la BCE) ha solo posto le premesse della “crisi”, di una crisi finanziaria che a sua volta, poiché i ‘rubinetti’ della cosiddetta “liquidità” sono in mani private che li aprono discrezionalmente per ottenere risultati politici, è con ogni evidenza una crisi produttiva, tra le cui concause, stabilito che la prima è l’assenza di sovranità monetaria, possiamo annoverare la “libera circolazione di merci e uomini” e le purtroppo celebri “delocalizzazioni”.

In questo quadro che ha bisogno solo di una salutare scossa, ogni misura presa dai vari governicchi che si succedono, dagli “interventi correttivi” agli “aggiustamenti fiscali”, dalle “detrazioni” agli “incentivi”, è pura fuffa, perché rebus sic stantibus questa situazione – che genera solo povertà ed insicurezza (Moffa parla di “via giudiziaria al pauperismo” opposta ad un ragionevole “progresso” sociale ed economico) non può che riprodursi all’infinito, stringendo sempre più il cappio dell’usura attorno al collo di imprese e famiglie.

Enrico Galoppini

Fonte Eurasia
Tratto da: http
 
fa piacere che chi criticava a spada tratta il 3d , né riprenda degli spezzoni e gli faccia propri, come se fossero sue conoscenza della moneta e di cilci economici. correttezza vorrebbe che fosse citata la fonte quando nn e' farina del proprio sacco;););):):):):clap::clap::no::no::no::lol::lol::lol:
 
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“L’esperienza cinese è utile alla Russia” →
“The Lone Gladio” rivela la strategia di Washington per il Nuovo Grande Gioco

settembre 27, 2014 Lascia un commento

Christoph Germann, 27 settembre 2014Il nuovo testo di Sibel Edmonds The Lone Gladio accompagna il lettore in un viaggio emozionante attraverso il globo, da Cipro Nord e Azerbaigian al sud-est asiatico e nel ventre della bestia degli Stati Uniti. Se i fili della trama sembrano scollegati, vengono brillantemente intrecciati, arrivando a vedere come lavori una delle più importanti operazioni clandestine dei nostri tempi e chi tira le fila da dietro le quinte.
L’operazione Gladio-B è l’arma preferita dalle “compagnie” (Pentagono, NATO, CIA e MI6) nella lotta geopolitica contro Russia e Cina. Tale lotta è in pieno svolgimento in molte parti del mondo, ma da quando i Balcani Eurasiatici sono di primaria importanza per il Nuovo Grande Gioco, la rete ombra paramilitare di Gladio è particolarmente attiva in Asia centrale, Caucaso e Turchia. Il modus operandi della società viene evidenziata nelle prime pagine di The Lone Gladio, quando l’agente di Gladio Greg McPhearson (OG 68) entra in un centro operativo sotterraneo, sotto una moschea nella capitale dell’Azerbaijan Baku, per preparare il prossimo attacco terroristico sul suolo russo. [1] Mentre OG 68 ed i suoi colleghi osservano il “loro” imam trasformare una disperata vedova cecena in un kamikaze, il lettore si domanda se alcune di tali “vedove nere”, che commisero molti dei peggiori attacchi terroristici in Russia, abbiano avuto un trattamento simile [2] Ma una cosa è certa: l’Azerbaigian ha un ruolo centrale nella Gladio-B e altre operazioni d’intelligence di Stati Uniti/NATO nella regione [3]. Pertanto, non sarebbe una sorpresa se Baku difatti ospitasse un centro operativo per coordinare “pianificazione e preparazione di alcuni dei più elaborati attacchi terroristici in Russia, Caucaso e Asia Centrale”. [4] È interessante notare che il centro operativo in The Lone Gladio sia collegato all’edificio dell’addetto militare degli USA, il cui ruolo viene svelato più avanti nel libro. Un altro canale principale delle operazioni di Gladio-B è la Turchia e Sibel Edmonds accenna al ruolo chiave turco nel promuovere l’insurrezione islamista nel Caucaso del Nord della Russia, quando il colonnello Winston Tanner (OG 52) spiega a Greg McPhearson come si prenderà il merito dell’attacco alla Russia: “Il colonnello annuì. “La nostra base cecena attualmente è divisa. Coloro che non ci servono più si prenderanno il merito di questo attacco. Quelli che ci servono gestiranno lo spettacolo successivo dal loro quartier generale ad Ankara”. Greg fece una pausa. “Come possiamo garantirci il silenzio della fazione cecena?” “Non rimarrà nessuno, almeno con informazioni o legami con noi. Ne esfiltriamo cinque, tre dei quali in Turchia, accusati dal FSB. Lasciamo una scia di briciole diretta ai russi. Possono sfogarsi e accusare, ma non andranno lontano. Non hanno le nostre capacità multimediali“. [5] Negli ultimi anni, agenti dei servizi segreti russi hanno eliminato molti ceceni all’estero, la maggior parte dei quali in Turchia. [6] Così nessuno avrebbe creduto ai russi, anche se innocenti.
The Lone Gladio è stimolante fin dalla prima pagina, sfocando il confine tra finzione e realtà incoraggia il lettore ad osservare più da vicino le informazioni disponibili su attori, luoghi e operazioni elencate da Sibel Edmonds nel suo romanzo. Anche piccoli dettagli meritano maggiore attenzione. Ad esempio, quando il porto di Poti in Georgia viene definito punto di transito per l’eroina afgana della rete del nercotraffico della società, [7] e ciò non è certo casuale. [8] Quando l’analista dell’FBI Elsie Simon, esperto nel nesso Turchia-Asia centrale-Caucaso, s’imbatte in alcuni documenti assai esplosivi, scopriamo molto altro sull’Operazione Gladio-B. [9] Tra gli altri, i documenti rivelano il ruolo della Georgia in tutto ciò. Ascaro della NATO nel Caucaso meridionale fu determinante nel sostenere i “ribelli ceceni” e spesso ciò viene indicato. Due anni fa, il cosiddetto incidente di Lopota scosse il Paese. Dopo che 14 persone furono uccise negli scontri tra forze di sicurezza georgiane e combattenti ceceni, i funzionari georgiani affermarono di aver sventato un tentativo degli insorti di entrare in Georgia dal Daghestan. Ma l’indagine di un avvocato dei diritti umani georgiano, in seguito, concluse che i ceceni “furono reclutati in Europa dai funzionari del ministero degli Interni georgiano, portati a Tbilisi ed addestrati per alcuni mesi all’uso di armi con l’intento di infiltrarli dalla Georgia in Cecenia per aderire alla rivolta islamica“.[10] I lettori di The Lone Gladio si renderanno conto che le operazioni di questo tipo non sono condotte solo dal governo fantoccio del posto, come spesso si è portati a credere. Invece, Pentagono, NATO, CIA e MI6 ne tirano le fili da dietro le quinte. Questa regola vale anche per uno degli agenti più importanti della società nell’Operazione Gladio-B: Fethullah Gülen. Il burattino della CIA Gülen e il suo vasto movimento giocano un ruolo decisivo nel promuovere l’islamizzazione dell’Asia centrale e del Caucaso. Quando Greg McPhearson entra nel principale centro di formazione dei mullah della società di Houston, gestito dal movimento di Gülen, ci racconta come opera: “Il vero scopo di tale centro della società è reclutare e addestrare i candidati prescelti come mullah, predicatori musulmani, poi assegnati a specifiche regioni e nazioni come Azerbaigian, Kirghizistan, Tagikistan e Xinjiang, Qui avrebbero reclutato, indottrinano, soggiogato e formato islamisti fanatici da utilizzare nelle varie operazioni terroristiche progettate e realizzate dalla società, in caso di necessità”. [11]
L’informatrice dell’FBI Sibel Edmonds ha ripetutamente evidenziato le attività dubbie del movimento Gülen nei Balcani Eurasiatici, dove le sue scuole ospitano regolarmente agenti della CIA. [12] Dato il gran numero di combattenti provenienti dall’Asia centrale e dal Caucaso tra i “ribelli siriani”, tale modus operandi sembra essere ancora forte. Soprattutto il governo cinese è attualmente preoccupato dal lavaggio del cervello dei giovani musulmani, per cui ha lanciato la repressione nelle madrasse nel Xinjiang. [13] Ma finché l’azienda cerca di attuare il suo piano sul Turkestan orientale, non ci sarà fine alle violenze nello Xinjiang. [14]
The Lone Gladio è una lettura obbligata per chiunque sia interessato al Nuovo Grande Gioco nei Balcani Eurasiatici. Sibel Edmonds ha scritto un libro rivelatore, facendo luce sull’Operazione Gladio-B e fornendo informazioni assai necessarie per comprendere gli attuali sviluppi in Asia centrale, Caucaso e altrove.
Note:
[1] Sibel Edmonds, The Lone Gladio (Bend: Sibel Edmonds, 2014) p. 10.
[2] Jim Heinz, “Le ‘vedove nere’ legate al decennale terrorismo in Russia“, Associated Press, 21 gennaio 2014.
[3] Christoph Germann, “The New Great Game Round-Up #39“, Boiling Frogs Messaggio 9 febbraio 2014.
[4] Ibid., Edmonds p.14.
[5] Ibid., Edmonds pp. 14-15.
[6] Sibel Edmonds, “Esclusiva BFP: Base militare comune per le operazioni di USA-NATO-militanti ceceni“, Boiling Frogs Post, 22 novembre 2011.
[7] Ibid., Edmonds p. 146.
[8] “Circa 100 kg di eroina scoperti nel porto di Poti“, Trend News Agency, 3 giugno 2010.
[9] Ibid., Edmonds p. 185.
[10] “I responsabili dello scontro georgiano-ceceno non ancora identificati“, Radio Free Europe/Radio Liberty, 4 settembre 2013.
[11] Ibid., Edmonds p. 307.
[12] Sibel Edmonds, “Il capo dell’intelligence turca svela le operazioni della CIA in Asia centrale tramite il gruppo islamico“, Boiling Frogs Post, 6 gennaio 201.
[13] “La Cina ‘salva’ altri bambini dalle scuole religiose nello Xinjiang“, Reuters, 14 settembre 2014.
[14] Scott Neuman, “Cina: serie di attentati uccide 50 persone nello Xinjiang“, NPR, 26 settembre 2014.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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28/09/14

CARMEN SEGARRA! LA SUA STORIA ASSICURA CHE DRAGHI E' TELEGUIDATO DA GOLDMAN SACHS...COME MONTI



LA PIOVRA DI WALL STREET - UNA FUNZIONARIA DELLA FED INDAGA SU GOLDMAN SACHS E VIENE SILURATA DAI SUOI CAPI. MA HA REGISTRATO TUTTO E I NASTRI SONO LA PROVA DELLA SUDDITANZA DEI CONTROLLORI VERSO I BANCHIERI

Carmen Segarra viene cacciata dopo sette mesi di lavoro sul dossier Goldman. Ma ha portato con sé 46 ore di riunioni registrate in gran segreto, dove i suoi ex capi lamentano le pratiche dubbie e pericolose di Goldman Sachs. Poi insabbiano tutto - Il potere tentacolare della banca che assume politici e regolatori per tenerseli buoni…




Federico Rampini per “la Repubblica
CARMEN SEGARRA

Per la prima volta nella storia c’è una “gola profonda” che viene dalla Federal Reserve. E lancia alla banca centrale americana un’accusa grave: «Succube di Goldman Sachs ». La storia è clamorosa, protagonista una funzionaria licenziata in tronco, Carmen Segarra. Lavorava alla Federal Reserve di New York, l’ufficio che all’interno della banca centrale ha i compiti di vigilanza sugli istituti di credito.

La Segarra si rese “colpevole” di un’indagine troppo dura su Goldman Sachs. Proprio quella severità le è costata il posto di lavoro. Ma la vendetta della Segarra è implacabile: prima di andarsene ha registrato intere sedute degli ispettori della Federal Reserve. E ieri mattina quelle registrazioni sono andate in onda sulla National Public Radio (Npr). Creando un imbarazzo enorme: è la prima volta che la Fed si trova al centro di un simile scandalo. In particolare nelle riunioni interne, registrate segretamente dalla Segarra, si sentono i dirigenti della Fed che definiscono “shadowy”, cioè torbidi, alcuni comportamenti di Goldman Sachs.
Ma poi non hanno il coraggio di andare fino in fondo. La banca d’affari è troppo potente? Metterla sotto accusa può avere effetti destabilizzanti sull’intero sistema? O si tratta semplicemente di un atteggiamento di sudditanza, quello che gli esperti definiscono “regulatory capture”: il regolatore viene catturato da colui che dovrebbe disciplinare.
La vicenda della Segarra è esemplare di questi conflitti d’interessi che hanno reso tutte le banche centrali cieche o impotenti alla vigilia del grande crac sistemico del 2008. Il fallimento dei controllori fu evidente a New York quando la bancarotta di Lehman portò alla luce frodi su una scala gigantesca. Uno dei colpevoli della mancata vigilanza, Timothy Geithner, sarebbe stato di lì a poco “promosso”: da capo della Fed di New York a ministro del Tesoro della prima Amministrazione Obama...
http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-121822/419324.htm
In un momento di autocritica, incalzato dal Congresso, il successore di Geithner alla testa della Fed di New York, William Dudley, decise di aprire un’indagine su quello che non aveva funzionato. Affidò l’incarico a un esperto esterno, David Beim, docente di finanza alla Columbia University. Dandogli ampio accesso a tutti i funzionari della Fed. La conclusione dell’indagine di Beim fu pesante: una requisitoria contro la «cultura della Fed». Troppo «deferente e rispettosa» verso quelle banche che avrebbe dovuto controllare e punire.
Timorosa di mettersi in rotta di collisione coi padroni di Wall Street. Insomma una vigilanza pavida e imbelle aveva contribuito al disastro del 2008. La conclusione del rapporto di Beim: bisognava iniettare nella Fed forze nuove, elementi venuti dall’esterno, con un atteggiamento più indipendente e senza timori reverenziali verso Wall Street.
http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-121822/402693.htm
Nel 2011, anche in seguito al rafforzamento dei poteri di vigilanza (con la legge Dodd-Frank varata dal Congresso), la Fed di New York fa proprio quello che le era stato raccomandato. Assume nuovi ispettori per la vigilanza. Una è Carmen Segarra. Ha un curriculum prestigioso, ha studiato alla Sorbona di Parigi, alla Columbia e Cornell University, infine Harvard.
Poliglotta, parla inglese francese spagnolo e italiano. Non è una burocrate, ha anche lavorato nel settore privato: 13 anni fra la Citigroup americana e la Société Générale francese. Conosce gli ingranaggi del sistema “da dentro”. E non ha complessi d’inferiorità. Neppure nei confronti dei suoi capi alla Federal Reserve. I quali all’inizio le fanno fiducia, affidandole il dossier Goldman Sachs.
http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-121822/359408.htm
La più potente delle banche d’affari, detta anche La Piovra. Un colosso che oltre alla finanza sa curare i rapporti con i potenti del mondo intero. Nel sistema delle “porte scorrevoli” di Goldman Sachs, dove si alternano incarichi pubblici e privati, la banca ha annoverato tra i suoi capi o alti consulenti un segretario al Tesoro Usa (Robert Rubin) e l’attuale presidente della Bce Mario Draghi.

Dopo soli sette mesi di lavoro sul dossier Goldman Sachs, la Segarra viene cacciata. Ma ha portato con sé 46 ore di riunioni registrate in gran segreto, usando un gadget da film di spionaggio, un micro-registratore comprato da Spy Store. Sono le riunioni andate in onda su National Public Radio. Dove i suoi ex capi lamentano le pratiche dubbie e pericolose di Goldman Sachs. Poi insabbiano tutto.​


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L'ad di Gazprom parla di "interruzioni" nel flusso del prossimo inverno. E l'Ucraina conferma: "Non
ci sono decisioni definitive". Venerdì il commissario Ue all'Energia aveva dato per raggiunta l'intesa​


Altro che accordo fatto e consegne di gas per l’inverno garantite. La "soluzione sostenibile" ipotizzata dal commissario Ue all’Energia Guenther Oettinger sembra, alla luce dei fatti, piuttosto lontana. Almeno a sentire Alexej Miller, amministratore delegato del gigante russo del gas Gazprom, e l’omologo ucraino Andrii Koboliev, ad della società energetica statale Naftogaz: entrambi arrivano a ventilare possibili interruzioni nel flusso di gas russo verso l'Unione europea attraverso l’Ucraina



Pubblicato da ML Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 

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