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Pubblicato su 1 Ottobre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in EUROPA, ECONOMIA
Controllo della Banca centrale e nazionalizzazione delle utilities: un modello che si dimostra vincente


di Cesare Sacchetti

Quando lo Stato fa la sua parte, e bene, una nazione non potrà che trarre beneficio dal suo intervento. L’Ungheria guidata da Viktor Orban, è l’esempio più chiaro di come lo Stato possa risanare una situazione di instabilità economica, utilizzando gli strumenti economici che la macchina statale ha a disposizione.

La rinascita dell’Ungheria passa in primo luogo dal controllo della Banca centrale da parte del Governo, con la nomina di un direttore imposto dall’esecutivo per riguadagnare il controllo della politica monetaria della nazione e infrangere definitivamente il tabù liberista della sua indipendenza, sempre in omaggio alle teoria quantitativa della moneta che associa la stampa della moneta all’inflazione. Una teoria rigettata dallo stesso Milton Friedman, il suo esponente più noto che negli ultimi anni della sua vita riconobbe la fallacia di questa equazione sulla quale sono impostati i trattati europei che hanno come obiettivo principale non il raggiungimento della piena occupazione, ma quello della stabilità dei prezzi. In questo contesto l’eurozona è trascinata in una spirale deflattiva che si abbatte sulle economie dei paesi europei, con consumi ridotti ai minimi termini e una disoccupazione crescente.

Orban ha voltato le spalle ai dogmi del liberismo che avevano portato l’Ungheria a lasciare per strada più di 10 punti di PIL, ed è ripartito dalla centralità dell’intervento pubblico con la nazionalizzazione del sistema pensionistico, opponendo un netto rifiuto all’ipotesi dell’ingresso del suo paese nell’Eurozona. E per questo si è guadagnato la fama di malvagio antieuropeista nei corridoi di Bruxelles, che ha ridotto i finanziamenti europei all’Ungheria per punire chi non si è voluto allineare ai suoi diktat. Sanzioni che a quanto pare non hanno influito minimamente sull’andamento dell’economia ungherese, che sta conoscendo un vero e proprio boom con il PIL che dall’inizio del 2014 è volato ben oltre il 7% e l’anno ancora non si è concluso.

Un personaggio decisamente scomodo, Orban, che ha abbandonato la politica filo atlantista per girare lo sguardo a est verso Mosca, con la quale ha costruito un solido asse di collaborazione e procede speditamente insieme al Premier Serbo Vucic alla realizzazione del gasdotto Southstream, osteggiato dalla Commissione Europea perché bypasserebbe l’Ucraina nella fornitura di gas ai paesi europei. La partita fondamentale per restituire all’Ungheria il controllo delle proprie risorse energetiche, passa dal controllo dei servizi pubblici per i quali Orban sta proseguendo su una strategia di nazionalizzazioni già iniziata nel 2010 , riprendendo il possesso della controllata ungherese del settore energetico posseduta dal gruppo tedesco E.ON., della società petrolifera MOL e di una società idrica che era stata acquisita dalla francese Suez.

L’obiettivo è ottenere il controllo dei servizi pubblici e delle utilities: “Una volta per tutte dobbiamo fermare l’era in cui i fornitori di servizi energetici potevano fare utili alle spalle della gente”, ha dichiarato il primo ministro magiaro. Un vero e proprio strappo alle politiche liberiste imposte dalla Commissione Europea, fondate sulla privatizzazione dei servizi pubblici e sul controllo delle authority che come dimostra il caso italiano non fanno altro che sanzionare una situazione di monopolio privatistico sui settori pubblici che posseggono le caratteristiche di monopoli naturali, perciò il privato si trova in condizioni ideali per trarre profitto dal controllo dell’energia elettrica o dei trasporti non potendo avere concorrenti, e il risultato è stato il lievitare dei costi delle utility e lo scadimento dei servizi.

Un principio che Orban conosce bene e non intende fermarsi su questo cammino, mandando un avvertimento alla tedesca E.ON. per una prossima acquisizione totale della compagnia. La strada per sfidare i poteri forti passa proprio da qui, sul controllo degli strumenti fondamentali economici attraverso i quali lo Stato può intervenire per sanare quelle situazioni di squilibrio e di controllo monopolistico da parte di mastodontici gruppi privati stranieri, assumendone egli stesso il controllo per ottenere un calo delle tariffe e rendere così il servizio fruibile anche ai meno abbienti.

Un modello questo che apparteneva all'Italia, fondato sulla gestione dei servizi pubblici, demonizzato e vilipeso nel corso degli anni da una campagna mediatica sostenuta anche e sopratutto da economisti di fede liberista, che hanno dipinto lo Stato come il nemico da abbattere dipingendolo come un intruso che non può e non deve secondo la loro visione mercantilista intervenire nella regolazione dei processi economici. Il risultato, lo abbiamo constatato sulla nostra pelle, è stato la creazione di un’anarchia liberista che accentra su di sé tutti i poteri più importanti di cui l’economia ha bisogno e comprime ogni spazio di manovra che lo Stato può utilizzare per invertire la tendenza. In questo modo si continuano a seguire politiche procicliche che non fanno altro che aggravare la recessione.

Il primo ministro ungherese ha deciso di non vendere il suo paese alle élite transnazionali che stanno, al contrario, saccheggiando il nostro, ha sfidato coraggiosamente i poteri forti ed è stato premiato con la rielezione e una ripresa formidabile. Un politico che fa gli interessi del suo popolo deve prendere esattamente queste decisioni a livello economico e ribellarsi ai diktat di Bruxelles. Quanto ne avremmo bisogno anche in Italia….
Tratto da:http://www.lantidiplomatico
 
Pubblicato su 1 Ottobre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in POLITICA, ECONOMIA
Nelle depressa Germania l’utilizzo del contante è ai livelli massimi assoluti fra i paesi occidentali, nella terribile e terzo-mondo Svizzera il contante è un presidio di libertà personale e largamente utilizzato tanto che molti esercizi commerciali non ritengono interessante avere un POS (es. il mio gommista, se li presenti una carta te la tira dietro, troppi costi per lui)
E’ risaputo che tali paesi sono “indietro” sia dal punto di vista civile che da quello economico e hanno tanto da imparare da noi ItaGlioti.
E noi ItaGlioti a quanto pare abbiamo deciso di continuare a prenderci a mazzate nelle palle. Dopo i danni fatti dal limite al contante prima a 3000 (Tremonti-Berlusconi) poi a 1000 (Monti-Brersani-Berlusconi)… (si noti Berlusconi?) ora vogliamo proprio eliminarlo. Ed infatti in Parlamento si è svolta questa simpatica audizione:
Tornano alla carica sulla moneta elettronica. Perché la panacea dei mali d’Italia pare essere solo questa. Come se abolire il contante sopra i mille euro abbia sortito un qualche effetto, a parte quello di deprimere ulteriormente un’economia reale che era già sotto i tacchi e far inferocire, con quell’obbligo di inserire i pos, anche le piccole imprese. Qualche lustro fa dicevano le stesse cose del registratore di cassa, che fu imposto ai negozi. Ma nonostante quella innovazione, un’arma di polizia (la Guardia di Finanza) dedicata, la creazione di enti per il recupero crediti da far invidia ai film sui mafiosi americani anni Trenta, il problema resta l’evasione e continua ad esserci gente (peraltro pagata con stipendi mica male da noi contribuenti) che fa del soldo virtuale la bacchetta magica. Al secolo si chiama Rossella Orlandi. È il direttore dell’Agenzia delle Entrate. E ieri, nel corso di un’audizione alla Commissione bicamerale sull’Anagrafe tributaria, è andata all’attacco del vil denaro. Quello reale, s’intende. “La moneta elettronica – ha spiegato – può avere un impatto positivo sulla riduzione del sommerso e sul costo della gestione del contante che costa 4 miliardi l’anno al settore bancario e 8 miliardi l’anno al sistema Paese. Ed è in fondo la soluzione finale per mettere al tappeto chi evade le tasse.Del resto in Italia il valore dell’economia sommersa è compreso, secondo stime Istat, fra i 255 e i 275 miliardi di euro, pari al 16,3% – 17,5% del Pil”. Un insieme di dichiarazioni da far girare la testa: sicuramente il cittadino sarà dispiaciutissimo per quei quattro miliardi di “costi” per le banche, ad esempio, e non vedrà l’ora di metterli di tasca sua. E poi si berrà tranquillamente le cifre sul “Pil sommerso”, come se la prima preoccupazione di mafiosi, topi d’appartamento, prostitute, spacciatori, rapinatori e compagnia evadente fosse quella di telefonare all’Istat ed informarli delle proprie entrate, così da poter dare all’Europa (che ce lo chiede) un Pil comprendente anche le attività illegali… Ma si sa, in Italia siamo creativi. Forse fin dentro gli uffici di statistica.Tornando alla Rossella, costei è convinta che “un incremento nell’uso delle carte di pagamento avrebbe un impatto positivo sia sulla riduzione del sommerso e, di conseguenza, sulle entrate fiscali, e ancora di più sui costi di gestione. Oggi i consumatori – ha però anche sottolineato la direttrice Orlandi – non hanno significativi benefici dalla tracciatura delle proprie spese (con poche eccezioni) e, di conseguenza, non sono stimolati all’adozione di comportamenti sistematici che aumentino la tracciatura delle spese stesse”, parlando anche di incentivi all’utilizzo delle carte di pagamento. Che invece la moneta elettronica abbia rappresentato uno dei motivi della nascita della crisi finanziaria Usa ad inizio anni Duemila e che comunque il tetto massimo introdotto negli anni passati abbia depresso i consumi, questo all’Agenzia delle Entrate non interessa. La flebile speranza è che invece il Parlamento ne tenga conto, facendo orecchie da mercante ad un’audizione da dimenticare in fretta.
Il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate chiede l’abolizione del contante.
Siate Consapevoli, siate preparati e fate le valige.
p.s. non cito neppure più Contante Libero, tanto non vi frega un *****. E in fondo la moneta elettronica obbligatoria, e la tracciabilità su qualunque cosa facciate e dovunque voi siate, ve la meritate. 14.474 firme in quasi un anno sono un risultato MISERABILE. Da paese di miserabili che hanno esattamente ciò che meritano.
Tratto da:http://www.rischiocalcolato
 
L'ANALISI DI LUCA CAMPOLONGO: AUSTERITA' PER I PROSSIMI 50 ANNI, SE LA GERMANIA CONTINUERA' A DOMINARE L'UNIONE EUROPEA.

martedì 30 settembre 2014

Cari cittadini europei, dimenticatevi il benessere che avete conosciuto negli ultimi 50 anni: l’austerità regnerà sovrana per i decenni a venire, sotto la guida assolutistica della Germania. Parole e musica di Damien Gros, uno degli economisti più quotati in Germania, il quale, senza giri di parole afferma chiaramente che il tentativo di veder allentati i vincoli di bilancio compiuti dai paesi maggiormente sofferenti come Italia e Francia sono miseramente falliti.
Non ci credete? Bene, allora vediamo un po’ di fatti.
A presiedere la commissione europea, l’unica struttura politica che attualmente in Europa abbia un reale potere è stato chiamato un certo Jean Claude Junker, noto per le posizioni rigoriste; suo braccio destro per il coordinamento economico è giunto un certo Katainen, che come vanto della sua carriera politica può annoverare quello di aver fatto sprofondare la Finlandia in una durissima recessione grazie alle sue politiche di austerità.
Due indizi non vi bastano? Bene, vi diamo il terzo: il parlamento tedesco ha approvato una manovra di bilancio fatta di tagli a tutti gli investimenti pubblici per evitare qualsiasi indebitamento. Una finanziaria votata da tutti tranne che dall’estrema sinistra della Linke.
Dunque, essendo le redini del governo politico ed economico saldamente in mano a uomini di stretta osservanza teutonica pur non essendolo di sangue ed avendo la Germania varato una finanziaria di austerità, chi potrebbe essere così folle da pensare che ci possano essere allentamenti nelle politiche di bilancio comunitarie, a partire dal famigerato fiscal compact, ovvero l’abbattimento di un ventesimo del debito pubblico eccedente il 60% del PIL l’anno? Ovviamente nessuno e questo è quello che afferma Gros.
Il quale, nella sua analisi, si spinge oltre, affermando che le politiche di austerità servono per portare avanti il progetto di scuola neoliberista tedesco, di basare la crescita economica esclusivamente sulle esportazioni. E per far questo è necessario che le popolazioni siano mantenute in uno stato di costante prostrazione e crisi, in modo da far loro accettare salari da fame al fine di rendere i prodotti realizzati in Europa competitivi con quelli realizzati dai paesi in via di sviluppo.
Il job act di Renzi vi dice nulla? Si tratta semplicemente dell’applicazione delle riforme Hartz in salsa di pomodoro, ovvero la contrazione di salari e stipendi verso quota 5-600 euro, esattamente come in Germania, dove la disoccupazione è sì più bassa di quella italiana, ma semplicemente perché si prendono due lavoratori al prezzo di uno.
Questo è l’obiettivo del cancellierato tedesco e della commissione europea a trazione teutonica: lavoratori sottopagati, privi di tutele sindacali e soprattutto spogliati di tutte quelle garanzie sociali che hanno garantito la pace nel continente.
Perché, è opportuno ricordarlo a certi economisti che operano nel chiuso dei loro studi universitari davanti a computer che generano equazioni matematiche, che l’uomo non è riconducibile ad una formula scientifica e soprattutto, che oltre una certa soglia del dolore, la ribellione scatta in automatico. E quando la miccia ha preso fuoco, non si può prevedere quali conseguenze ci saranno.
Si è ancora in tempo per fermare il rischio di tumulti sociali in Europa: basterebbe rimettere i tedeschi al posto che loro compete, ovvero in un angolo, incapaci di nuocere a sé stessi ed agli altri.
I cittadini tedeschi sono già dieci anni che vivono in un’economia stagnante, ma i sacrifici sono stati fatti loro digerire con la scusa che era tutta colpa dei paesi spreconi del mediterraneo, ma ora che la “medicina” tedesca è stata presa da questi ultimi e le condizioni interne non sono migliorate, sarà difficile tenere a bada l’opinione pubblica.
Quanto all’Italia, difficilmente il premier non eletto Renzi riuscirà a blandire a lungo l’opinione pubblica e la popolazione: gli annunci roboanti, dopo un po’, diventano monotoni e la gente chiede soluzioni reali, pena l’annientamento in cabina elettorale. Ed il 40% preso alle europee potrebbe scendere molto, molto rapidamente.
Ci pensi, signor Renzi, visto che l’unico mestiere che conosce è quello di fare il politico. Certo, ha l’età dalla sua, per cui una gelateria potrà sempre aprirla, a patto che le sue scelte economiche consentano ancora agli italiani di permettersi un pinguino cioccolato vaniglia.
Luca Campolongo
[email protected]
S.O.S. Imprese



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GERMANIA RECESSIONE AUSTERITA' BILANCIO ITALIA MERKEL TEDESCHI EURO UE VIA DALLA UE BERLINO PIL
 
Qualche giorno fa la Bank of England ha pubblicato un saggio in cui ammette quello che dicevamo da tempo e cioè che la moneta viene creata al momento dell'erogazione del credito, e non viceversa, come faceva credere precedentemente, che la moneta prestata fosse tratta dai depositi. Il credito erogato crea i depositi.

In questo video della BoE, si ammette che la moneta è una cambiale e o promessa di pagamento [IOU] derivante dall'epoca in cui, prima del 1971, la moneta era convertibile in oro e quindi le banconote rappresentavano una promessa di pagamento delle banche al portatore del corrispettivo valore in oro, donde la scritta "pagabile a vista al portatore" sulle banconote (inglesi). Un po' come un assegno o una cambiale.

A dire il vero, nel video non cita né l'oro né il 1971, ma definisce l'origine della moneta come una promessa di pagamento IN BENI REALI, nel commercio.

La BoE spiega quindi che la moneta nasce proprio come una forma speciale di pagherò per facilitare gli scambi, e in quanto tale ha bisogno di essere regolata da un sistema bancario che monopolizzi la "fiducia" - donde l'abuso di fiducia, dico io - perché come spiega bene il funzionario senza accorgersi dell'enormità che sta dicendo, altrimenti "dovremmo fidarci tutti gli uni degli altri". Cioè, dice, se tutti creassimo le nostre promesse di pagamento, agli scambi, dovremmo fidarci gli uni degli altri, ma la capacità di rispettare una promessa di pagamento del mio vicino dipenderà da quanti pagherò a sua volta potrà ottenere. No, ma perché, non è forse così adesso? La capacità di pagare del vicino non dipende forse da quanta moneta/pagherò riceve a sua volta?

Meno male, sembra dire, che a questo punto interviene la BC che ha "monopolizzato" la fiducia e l'offerta di cartamoneta (rubandoci la fiducia dell'uno nei confronti dell'altro?). Questa cartamoneta non è più convertibile in oro, siamo in regime di fiat money dove le banconote valgono il loro valore nominale.

Le banconote e gli spiccioli costituiscono unicamente il 3% della moneta totale. Sono delle finte passività perché in cambio di banconote e spiccioli, le banche ci daranno unicamente banconote e o spiccioli, non dice la Bank of England, e non ci danno beni reali.

Insistendo sulla definizione di moneta come pagherò e non come passività, in realtà, la BoE sta salvando la categoria, poiché se dicesse che la moneta è una passività, il passo nostro successivo potrebbe essere quello di chiederne il rimborso. Al momento si limita quindi ad ammettere tra le righe che la cartamoneta è un finto pagherò, e che il suo valore si basa sulla convenzione e la certezza giuridica che tutti l'accetteranno (Auriti, NdT) in quanto lo Stato in tale moneta accetta il pagamento delle tasse (teorie economiste ufficiali).

Invece la moneta scritturale, o moneta deposito, continua il funzionario, sono (veri) pagherò, promesse di pagamento delle banche ai clienti, in contanti. E l'ascoltatore pensa, si, è vero, la banca promette di pagarmi in contanti quando chiedo di ritirare i miei soldi. Solo che il trucco bancario che qua la BoE continua magistralmente è che la moneta scritturale o deposito è una promessa di pagamento in cartamoneta, a sua volta contabilizzata e nata come una promessa di pagamento in oro, e non già in beni reali, promessa sempre meno rispettata per via delle limitazioni al ritiro e utilizzo di contanti, causato dalla stampa moneta scritturale imballata a vantaggio degli stessi....

Cioè, l'inganno perpetrato con la cartamoneta, che consisteva nello stampare molta più cartamoneta dell'oro contabilizzandola come passività, ma finta e o insolvente, viene continuata con la moneta scritturale, che diventa pagherò di moneta in contanti. Come se i contanti fossero i beni reali. Contanti che rappresenterebbero unicamente, per l'ufficiale della BoE in GB, il 3% della moneta totale, ma che noi sappiamo essere di molto molto meno.

Ci si può chiedere come mai la BoE faccia una tale dichiarazione adesso.

Ci possono essere varie ragioni. Da una parte, alla lettura del rapporto della BoE, viene da pensare che si potrebbe trattare di un regolamento di conti della BoE nei confronti delle banche private, o banche dealer, che hanno talmente tanto esagerato con la creazione di credito da offuscare la BoE/Regina d'Inghilterra e rischiare, come stiamo rischiando, la terza guerra mondiale con Russia e Cina che non vogliono più stare al gioco imballato delle banche dealer - fondamentalmente le regine del petrodollaro e della Federal Reserve - comprando loro bond americani e dollari. Anzi con la conseguenza che già da prima della crisi con la Crimea, si stavano organizzando per commerciare energia in remnimbi.

Le banche dealer starebbero quindi minacciando e prevaricando il potere di una banca centrale che come quella d'Inghilterra ha ancora un qualche "senso" della sua sovranità. E che con queste rivelazioni lancia un monito del tipo: attenzione, la BC non c'entra niente con il possibile crollo del castello di carte, poiché essa regola unicamente il tasso d'interesse e non la quantità di moneta la cui responsabilità incombe alle banche private - banche dealer - soprattutto in caso di promesse di pagamento non rispettate, nell'ipotesi ad esempio neanche tanto remota di corsa allo sportello, e o di crollo del castello di carte...

D'altro canto, la definizione della moneta come pagherò e non come passività, è ingannevole e molto astuta poiché la maggior parte penserà, si, è giusto, la moneta depositata costituisce promessa di pagamento in contanti della banca nei miei confronti, senza assolutamente contare il fatto che se effettivamente fossimo in regime di moneta/pagherò, saremmo assolutamente nella situazione pre-1971 in cui Nixon confessò l'inganno dell'inflazione di moneta rispetto alle riserve d'oro che lo portò a cambiare regime di moneta, non esistendo la liquidità necessaria per coprire tutta la moneta scritturale.

Definendo la moneta un pagherò e non una passività - in inglese liability - la BoE sembra che stia tentando di evitare l'accusa che logicamente seguirebbe alla definizione della moneta come una passività o debito, accusa che suonerebbe come la seguente minaccia: quindi se la moneta è un vostro debito, di due cose l'una, o è un falso contabile perché ci ritroviamo stranamente a rimborsarvelo noi a voi, oppure ce lo rimborsate (in beni reali).

L'astuzia di definire la moneta legale come pagherò e non come finta passività, e di confonderne il pagherò in moneta con il pagherò in beni reali come origine della moneta spiegato dal video della BoE, è un tentativo di esonerare tutto il sistema bancario dal dovere ammettere il falso contabile: non essendo più ufficialmente in regime di moneta merce, la moneta non dovrebbe essere una promessa di pagamento, bensì uno strumento di pagamento di per sé, che è falso contabilizzare al passivo dal momento che la si dichiara moneta legale e non moneta merce (ie promessa di pagamento coperta da riserve).

E qua arrivo al punto. Una moneta legale o moneta fiat è una moneta non coperta da riserve contrariamente alla moneta merce che è coperta da riserve in oro, o quant'altro si voglia designare come copertura. Checché se ne dica però noi non siamo neanche in un regime di moneta fiat, la moneta che utilizziamo infatti non solo è contabilizzata come se fosse moneta oro, senza esserlo, ma è coperta dai nostri titoli del debito i quali quelli sono dei veri debiti o pagherò, realmente convertibili in merce: i nostri beni, tutti.

Quindi per riassumere siamo in un finto regime di moneta fiat, o ibrido, che contabilizza ancora la moneta come se fosse moneta merce coperta dall'oro, senza esserlo, un finto debito in realtà coperto dai nostri veri pagherò (titoli del debito o buoni del tesoro) veramente convertibili in "oro": beni, demanio, mare, cielo, terra, paese.

E nel dire che la moneta, sia scritturale che cartamoneta, ha la natura di un pagherò speciale, la BoE sta tentando di negare il falso contabile delle banche sia all'emissione di credito sia all'emissione di cartamoneta. Un falso contabile che segna la creazione monetaria al passivo mentre la addebita alla collettività. Falso contabile e appropriazione indebita.

E visto che il segreto di pulcinella è oramai sussurrato in vari circoli, e che i banchieri si tengono per la manina come i bravi fratellini della mafia, aggiungiamo: omertà, complicità, corruzione, omicidi, per non parlare di aggiotaggio e insider trading all'ordine del giorno.

Il tutto per mantenere una convention ad excludendum nei confronti della comunità riguardo al reddito monetario e relativa sovranità monetaria e quindi abuso di posizione dominante che affonda le sue radici nel segreto, nel crimine, nella fratellanza a costo di portare il mondo alla distruzione totale.

N. Forcheri 21 Marzo 2014
 
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LE PEN: NUOVA MOSSA ANTI EUROPA- ALLEANZA STRATEGICA CON LA RUSSIA DI PUTIN. TUTTI I RETROSCENA

Pubblicato su 2 Ottobre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in EUROPA, POLITICA
Il complotto bufala degli uomini neri
Altro che cospirazione segreta dell’Internazionale Nera a Vienna. I giornali di sinistra se la sono inventata
Sui giornali di sinistra di mezza Europa, tra cui la Repubblica, si è data notizia con grande allarme di una cospirazione segreta dell’Internazionale Nera a Vienna che si sarebbe riunita a porte chiuse e avrebbe stretto un patto diabolico coi russi.Dicono gli stessi spioni che si sarebbe mossa l’intelligence europea quasi per scongiurare una nuova guerra mondiale. A leggerla così sembra che ci sia nell’aria un patto nazicomunista tipo Molotov-Ribbentrop in funzione anti-democrazie occidentali.
Che paura. Poi vieni a sapere che in realtà l’incontro promosso dalla Fondazione russa San Basilio ha riguardato i partiti più votati nelle libere e democratiche elezioni europee di pochi giorni fa, che l’Uomo Nero in questione è la bionda Marine Le Pen col suo partito più votato dai francesi, e la biondissima nipote Marion, parlamentare. E poi la torva adunata non si è conclusa con un’esercitazione militare o un assalto a moschee, sinagoghe e banche ma addirittura con un gran galà con valzer viennese.
Il loro programma è alla luce del sole: sovranità popolare, nazionale ed economica, alleanza con la Russia, difesa della civiltà europea e della famiglia dalla decadenza. Non contro l’Europa e la democrazia, semmai un argine al loro declino. Mi auguro che l’Europa delle patrie riunisca quei movimenti, coinvolga anche il britannico Farage e magari apra uno sportello pure a Roma (a Milano ci sarebbe già la Lega). Quanto al colore dell’Internazionale è blu. Di nero c’era solo l’abito per il galà.
Tratto da:Il Grande Cocomero

 


02/10/14

DIETRO L'UNDERSTATEMENT DI OBAMA-KERRY, L'ATTACCO ALLA SIRIA E ALL'EUROPA



La vera notizia di questi giorni non riguarda i video-omicidi dell'ISIS, ma il fatto che, con il pretesto dell'ISIS, gli USA stiano bombardando la Siria. Da molti giorni gli aerei USA stanno colpendo le installazioni petrolifere siriane, con la giustificazione che sarebbero sotto il controllo dell'ISIS, ma nessuna prova è stata mai fornita a riguardo. La campagna mediatica sull'ISIS denota le tipiche tecniche dell'infantilizzazione dell'opinione pubblica, costretta ad inseguire i fantasmi di fiabe/horror, mentre le notizie autentiche rimangono sullo sfondo. Ad esempio, il nuovo emiro del Qatar fa sapere al mondo che non vi è speranza di sconfiggere l'ISIS se non si liquida prima Assad.
Quale potrebbe essere il nesso tra le due cose, la sconfitta dell'ISIS e l'eliminazione di Assad? Il nesso è lo stesso Qatar. Infatti, in base alle notizie non di Russia-Today, ma della stessa stampa "occidentale", è tuttora proprio il Qatar il maggiore finanziatore dell'ISIS; e siamo sull'ordine dei miliardi di dollari. Il Qatar è, dopo Israele, il più importante alleato/complice degli USA nella regione del Vicino-Medio Oriente, e ciò deve pur indicare qualcosa riguardo la vera natura dell'ISIS.

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Pubblicato da Alba Kan Invia tramite emailhttp://www.blogger.com/share-post.g...073086&postID=4875656024848750746&target=blog
 
DUE BUGIE E UNA VERITÀ

1) "NON C'È LAVORO; questo enunciato è una bugia. Il lavoro è disponibile per definizione, fintantoché esistano esseri umani e natura: il lavoro è attività umana di trasformazione dei materiali naturali, quali che s...iano.

2) "NON CI SONO SOLDI" [per pagare il lavoro] è superficialmente vero, ma ad una analisi più approfondita risulta essere anche questa una BUGIA. Infatti i soldi non sono un bene naturale a disponibilità limitata, bensì bene artificiale convenzionale a costo zero: il che significa che ci sono se si vogliono emettere, usandoli per pagare il lavoro, non ci sono se non si vuole emetterli, oppure ci sono, ma non per chi lavora, bensì per i ceti parassitari.

3) SERVE UNA RIVOLUZIONE CON EMISSIONE DI DENARO DI PROPRIETÀ DEL POPOLO PER PAGARE IL LAVORO"
Ecco, questo è un enunciato vero.

ps dire che non ci sono soldi.. e come dire che un ingegnere non può costruire un autostrada per mancanza di chilometri.. (Auriti)..."

Vincenzo Zamboni

Link al libro di Salvatore Tamburro che spiega come la crisi sia stata progettata per depredare i cittadini dei loro averi e della loro libertà. Non è crisi, è truffa!

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-e-crisi-e-truffa.php Altro...






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LA DEUTSHE BANK STA SEDUTA SU UNA BOMBA NUCLEARE INNESCATA: 75.000 MILIARDI DI EURO DI DERIVATI (100 VOLTE I DEPOSITI)

venerdì 3 ottobre 2014
BERLINO - Con 75’000 miliardi di euro, nel 2014 (erano 55.000 nel 2013) il colosso bancario germanico Deutsche Bank è diventato la banca più esposta ai prodotti derivati nel mondo. La banca non potrebbe far fronte a un forte deprezzamento di questi prodotti, perchè rappresentano 100 volte il totale dei depositi dei suoi clienti, 150 volte quello dei suoi fondi propri, …
Finalmente le autorità finanziarie iniziano a preoccuparsi di questa situazione. Ma a preoccuparsi non sono le autorità europee o germaniche, bensì quelle americane. In una lettera indirizzata alla Deutsche Bank, la Federal Reserve di New York denuncia “un importante rischio operativo. I rapporti finanziari della banca riguardanti i prodotti derivati sono di qualità debole, sono imprecisi e inaffidabili. La dimensione degli errori suggerisce fortemente che l’insieme della struttura di reporting regolamentare dell’azienda necessita una profonda revisione.”
Un portavoce della Deutsche Bank ha replicato che “abbiamo lavorato diligentemente per rinforzare i nostri sistemi di controllo e ci siamo impegnati ad essere i migliori.” Per gestire l’immensa quantità e controllare la conformità, il rischio e la tecnologia dei prodotti derivati, la banca ha infatti assunto 1’300 collaboratori, di cui 500 lavoreranno negli Stati Uniti.
L’abituale risposta delle banche sui prodotti derivati è che le loro diverse posizioni sono compensate e che l’esposizione rappresenta solo qualche miliardo. Ma dove acquistano queste posizioni? Da altre banche. E’ sufficiente che un solo istituto fallisca per causare un devastante effetto domino.
E in tal senso, è determinante sapere qual è nel suo complesso anche l'esposizione delle banche americane, in derivati. Tenetevi forte:
JP Morgan Chase - Attivi: circa 2.500 miliardi di dollari. Esposizione ai prodotti derivati: oltre 67.000 miliardi di dollari
Citibank - Attivi: circa 1.900 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati : circa 60.000 miliardi di dollari
Bank Of America - Attivi: circa 2.100 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati : circa 54.000 miliardi di dollari
Morgan Stanley - Attivi: 830 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati: 44.000 miliardi di dollari
Goldman Sachs - Attivi: 915 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati: 54’500 miliardi di dollari
Secondo il New York Times, le banche americane possiedono quasi 280’000 miliardi di dollari di prodotti derivati, anche se la crisi del 2008 ha mostrato a che punto questi prodotti siano pericolosi. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (la banca centrale delle banche centrali), a livello internazionale le banche possiedono prodotti derivati per circa 710’000 miliardi di dollari.
Fonte notizia: express.be - che ringraziamo.

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(…) Well sometimes a little digging works just fine. After discovering the residency only qualification for a right to vote, the logical assumption would be that the vote counters also had no requirement to be Scottish. Well that hunch proved to be correct. Here is the criteria for counting. It turns our that the supervisor did not have to verify any count as long as she trusted the people she just accepted whatever they had to say – 5.9. There did not have to be anyone doing a second count.

Count_Timing_for_2014_Scottish_Independence_Referendum-3

This is so sloppy it is well suited for a Monty Python skit. There are so many holes in such a scheme, one must ask is this corruption or plain stupidity?

Brian Kelsey has put on his Twitter that he was the only American vote-counter in Scotland. Not that he was involved in any fraud, merely a confirmation that the vote counting did not have a Scottish requirement. No doubt, the people counting the votes were not required to even be Scottish and were English or European. One really has to question the whole ethical performance of this political catastrophe at this stage.

The EU threatened Greece no bailout if they had a referendum. As the Economist wrote November 5th, 2011: “Mr Papandreou was in part the author of his own misfortune. Seeking the backing of the Greek people in a referendum, he was immediately condemned in the capitals of Europe as a fool or a traitor.”

The EU Commission staged a secret coup to overthrow Berlusconi in Italy because he wanted to exit the Euro. Berlusconi saw the writing on the wall. He wanted to save Italy by exiting the Euro. Brussels would not allow that to happen and effectively stole the democratic process from Italy as well.

Spain is claiming Barcelona cannot even have a referendum no doubt at the direction of the EU Commission vowing not to honor any such vote as unconstitutional. Any attempt using the democratic process to allow the people to vote on their future is shut down. Is this why our computer has targeted November given their election date is November 9th?

Even selecting the President of the EU is not up for any democratic process. As Spiegel wrote in June 2014, “The Democratic Deficit: Europeans Vote, Merkel Decides”. There is no democratic process in Europe. We are plagued with fake elections everywhere.

Scotland does not appear to have stood a fighting chance. This just maybe much more about protecting Brussels than anyone thinks. Even the Guardian wrote that the question of the UK leaving the EU was really the decision being made in the Scottish referendum.

The EU is doing everything possible to shut down any freedom and democratic process. They may not see themselves as fascists distinguishing their motive is to create a federalized Europe for its own good that the people are too stupid to comprehend, but you cannot secure democracy by destroying it. The road to heaven is paved with good intentions as they say.

The Cycle of War showing this will be the biggest cycle in 300 years for civil unrest is now fully understandable.

M.A.
 

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