SOGNO UN MONDO SENZA ODIO E PREGIUDIZI, UN POSTO DOVE TUTTI SI AMANO E SI RISPETTANO. E TU? -

Può un sito cinese aver pubblicato i veri, e drammatici, dati sul contagio e sul numero delle vittime per 2019nCoV in Cina?

Molte parti ritengono che i dati attualmente pubblicati dalle autorità non siano realistici e sottovalutino il contagio.

Oggi il giornale di Taiwan, Taiwan News , ha pubblicato una notizia molto preoccupante.

Il portale cinese Tencent presenta in tempo reale le informazioni degli infetti, dei guaiti e dei morti per il Corona Virus.

In almeno tre occasione sarebbero comparsi dei dati molto superiori sia nel numero dei contagiati sia in quello dei morti, per poi venir subito corretti.

I redattori del quotidiano sono riusciti a scattare alcuni screenshot per provare questo cambiamento.

Questo screenshot del contatore del sito nella serata di sabato primo febbraio:



Il primo numero, i CONTAGIATI, è 154023, il secondo numero i CASI SOSPETTI, è 79808, il terzo numero, i GUARITI è 269, il quarto numero i MORTI è 24589.

Qui invece vediamo lo stesso contatore il giorno dopo.



I numeri sono quelli delle rilevazioni ufficiali.

Certo, si può pensare ad un “Fat Finger”, un “Dito a Banana” che abbia sbagliato nel ricopiare i numeri, ma questo fatto è successo più volte.

Inoltre quando i dati vengono pubblicati appare una comparazione con i numeri del giorno precedente
(la vedete scritta in piccolo sul numero principale) che è coerente con il numero stesso.

Se è stato un “Dito a banana” lo è con metodo.

Ora le possibilità sono diverse.

Alcuni ritengono che Tencent sia in possesso di due set di dati e che, per un errore un set sia stato pubblicato.

Sarebbe anche possibile che questa sia una mossa ad hoc per creare confusione in Cina, e seminare un po’ di panico ulteriore.

Sicuramente è una cosa strana, ma coerente con le previsioni epidemiche che alcuni avevano proposto all’inizio della crisi di 2019nCoV

Essendo la Cina non sapremo mai la verità.
 
Ecco, noi siamo come San Nicola. Resistiamo anche noi........

vento_lago_san_nicolo_20200205-1.jpg


vento_lago_san_nicolo_20200205-2.jpg


vento_lago_san_nicolo_20200205-3.jpg
 
Ormai ci "pisciano" in capo tutti, tanto noi siamo buoni e umani.
Nel caso stiamo zitti perché ci mandano il gas e nel contempo dei buontemponi al governo bloccano ogni ricerca e prelievo di gas nelle nostre aree di pertinenza perché "si inquina".
Dall' Algeria arrivano barchini con i delinquenti rilasciati dale loro carcerie noi li facciamo arrivare tranquillamente perché i " naufraghi " vanno soccorsi.
Poco da fare: non siamo più una nazione indipendente e sovrana, non siamo più "popolo italiano", nemmeno tentiamo più di esserlo, ormai siamo un' accozzaglia indistinta di somari.

Il sottoscritto Mauro Pili, nato a Carbonia il 16 ottobre 1966, residente in via Pietri n.10 – Iglesias, in qualità di cittadino Sardo – Presidente del Movimento Unidos espone quanto segue

Il presente atto ha quale scopo di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica
accadimenti che si inseriscono nell’ambito di una vicenda che riguarda affari di Stato con gravissime ripercussioni nelle attività economiche e sociali
delle aree di competenza giurisdizionale e territoriale della S.V., affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti,
nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale di specifici fatti dedotti con particolare riferimento al reato di cui all’art.264 del codice penale
e al documentato nocumento arrecato allo Stato Italiano e conseguentemente alla Sardegna.

FATTO

Il 20 marzo del 2018 il Presidente della Repubblica popolare democratica dell’Algeria ha emanato un decreto che istituisce la zona economica esclusiva dell’Algeria;

Nel decreto si estendono i confini della zona economica esclusiva dell’Algeria sino a 200 miglia marine;

Con tale decreto si definiscono nuovi confini marittimi con una modifica rilevante e sostanziale della sovranità negli specchi acquei definiti con coordinate marittime riportate nel testo allegato al decreto;

Da tale nuova conformazione dei confini marittimi si rileva una cessione rilevante di sovranità sulle acque internazionali da parte dell’Italia verso l’Algeria;

Emerge dalla nuova configurazione che sul versante ovest della Sardegna, dall’isola di Carloforte sino ad Alghero,
il confine marittimo territoriale dell’Algeria passa dalle normate 12 miglia di acque territoriali algerine alle 200 miglia,
occupando gran parte delle acque internazionali da sempre oggetto di attività di pesca da parte delle marinerie sarde,
residenti nei comuni rivieraschi direttamente connessi con quegli spazi acquei;

Il decreto a firma del Presidente della repubblica d’Algeria prevede l’acquisizione di sovranità per vastissime superfici di mare senza alcuna condizione all’Algeria;

Tale decreto del governo algerino sarebbe stato notificato a tutti gli organismi interessati a partire dal segretario generale delle Nazioni Unite e la stessa ambasciata italiana ad Algeri;

L’Italia non ha attivato nessuna azioni di disconoscimento, contrasto ed opposizione a tale zona economica esclusiva;

L’Italia si oppone formalmente a tale decisione algerina il 28 novembre del 2018, ben 8 mesi dopo;

Un tempo decisamente eccessivo rispetto alla gravità della minaccia che incombe proprio davanti alle coste italiane,
così come verrà rappresentato nella nota richiamata a firma della Rappresentanza italiana all’Onu;

260px-Italy_Algeria_Locator.png


IN DIRITTO

il limite territoriale delle 12 miglia marine è adottato dalla maggior parte degli Stati mondiali e coincide nella stessa misura anche per lo spazio aereo sovrastante,
per il fondo e il sottofondo marino – a meno di un limite inferiore imposto per problemi geografici di delimitazione riferito alle brevi distanze tra Stati, come nel caso delle Bocche di Bonifacio;

il diritto internazionale di Geopolitica degli Spazi Marittimi, sancito nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare (Montego Bay – 10 dic. 1982),
definisce i limiti territoriali degli Stati nella misura delle 12 miglia marine, a partire dalla linea batimetrica di 1,50 mt dalla costa;

l’Italia ha esteso a 12 miglia il proprio mare territoriale con la Legge 14 agosto 1974 n ° 359, ampliando il precedente limite di 6 miglia previsto dall’art. 2 del Codice della Navigazione del 1942.

Il nostro Paese ha stipulato accordi di delimitazione con la Francia, per la fissazione delle frontiere marittime nell’area delle Bocche di Bonifacio,
e con la Jugoslavia (cui sono succedute Croazia e Slovenia), per la delimitazione del golfo di Trieste;

il D.P.R. 26 Aprile 1977, n° 816, ha stabilito un «sistema di linee di base» articolato in 38 segmenti complessivi,
che ha portato ad una notevole semplificazione del margine esterno del mare territoriale, passato ad uno sviluppo lineare inferiore a 5000 km, rispetto ad uno sviluppo costiero effettivo di 7418 km;

la zona economica esclusiva è un’area esterna al mare territoriale, immediatamente dopo la zona contigua,
che non può invadere i limiti territoriali di un altro Stato e che si estende fino a 200 miglia marine –
(e cioè: a partire sempre dalla linea di base dalla quale è misurata l’ampiezza delle acque territoriali di 12 mgl, con una estensione massima di 188 miglia marine);

all’interno delle zone economiche esclusive lo Stato costiero esercita giurisdizione funzionale in specifiche materie.
Secondo l’articolo 58 para 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare, tutti gli altri Stati, sia costieri che privi di litorale,
godono della libertà di navigazione (marittima), di sorvolo, di posa in opera di condotte e cavi sottomarini e di altri usi del mare leciti in ambito internazionale;

SIH8GoY02jFMApT9vNL2LycmZ81HR4PJwNJ8fMYWIAR9CU2ZxLHlDKZmvNAcc6YAL7kZVoYge9CaZd8O8hbftElOvtObf76Ruo9haW2HDEA


i maggiori poteri, spettano in questo caso allo Stato costiero titolare della zona economica esclusiva che ha la titolarità dei diritti sovrani sulla massa d’acqua sovrastante,
il fondo marino ai fini dell’esplorazione e dello sfruttamento, la conservazione e la gestione delle risorse naturali, viventi e non viventi – (e dunque soprattutto la pesca),
compresa la produzione di energia delle acque e delle correnti;

la giurisdizione in materia di installazione e uso di isole artificiali o strutture fisse, ricerca scientifica in mare e protezione come è la conservazione dell’ambiente marino;

1) IL DECRETO DELLA REPUBBLICA DI ALGERIA DEL 20 MARZO 2018

il testo del decreto della Repubblica di Algeria riporta i presupposti e l’articolato della nuova istituzione:
Sulla relazione del Ministro degli Affari Esteri;
Vista la Costituzione, e segnatamente gli articoli 13, 18, 91-6 °e 143 (paragrafo 1);
Vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e segnatamente la parte V, ratificata con il decreto presidenziale n. 96-53 del 2 Ramadhan 1416 corrispondente al 22 gennaio 1996;
Vista la Convenzione relativa alla delimitazione delle frontiere tra la Repubblica Algerina
Democratica e Popolare e la Repubblica di Tunisia, firmata ad Algeri l’11 Luglio 2011 e ratificata con il decreto presidenziale n. 13-316 del 10 Dhou El Kaâda 1434 corrispondente al 16 settembre 2013;
Vista l’ordinanza n. 76-80 del 23 ottobre 1976, modificata e integrata, recante il Codice Marittimo;
Vista la legge n. 79-07 del 21 luglio 1979, modificata e integrata, recante il Codice Doganale;
Vista la legge n. 90-30 del 1 dicembre 1990, modificata e integrata, recante legge demaniale;
Vista la legge n. 01-11 dell’11 Rabie Ethani 1422 corrispondente al 3 luglio 2001, modificata e integrata, relativa alla Pesca e all’acquacoltura;
Vista la legge n. 02-02 del 22 Dhou El Kaâda 1422 corrispondente al 5 febbraio 2002, sulla protezione e la valorizzazione del litorale;
DECRETO
Vista la legge n. 03-10 del 19 Joumada El Oula 1424 corrispondente al 19 luglio 2003 sulla protezione dell’ambiente nel quadro dello sviluppo sostenibile;
Vista la legge n. 05-07 del 19 Rabie El Aouel 1426 corrispondente al 28 aprile 2005, modificata e integrata, relativa agli idrocarburi;
Vista la legge n. 14-05 di 24 Rabie Ethani 1435 corrispondente al 24 febbraio 2014 in materia di diritto minerario;
Vista la legge n. 15-21 del 18 Rabie El Aouel 1437 corrispondente al 30 dicembre 2015 recante la legge di orientamento sulla ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico;
Visto il decreto n. 63-403 del 12 ottobre 1963 che stabilisce l’entità delle acque territoriali;
Visto il decreto n ° 84-181 di 7 Dhou El Kaâda 1404 corrispondente al 4 agosto 1984 che definisce le linee di base da cui viene misurata la larghezza delle aree marine sotto la giurisdizione nazionale;
Visto il decreto presidenziale n. 04-344 del 23 Ramadhan 1425 corrispondente al 6 novembre 2004 che istituisce un’area contigua al mare territoriale;
Visto il decreto presidenziale n. 17-01 del 3 Rabie Ethani 1438 corrispondente al 2 gennaio 2017 recante le missioni e l’organizzazione del servizio nazionale di guardia costiera;
Decreta:
Art 1. L’istituzione di una zona economica esclusiva al largo delle coste algerine.
I limiti esterni della zona economica esclusiva, calcolati dalle linee di base definite dal decreto 84- 181 del 4 agosto 1984, di cui sopra, sono specificati dalle coordinate espresse nel Sistema Geodetico Mondiale (WGS 84), indicati nella tabella allegata al presente decreto.
Art. 2. I limiti esterni della zona economica esclusiva possono, se necessario, essere modificati conformemente nel quadro degli accordi bilaterali con gli Stati di cui le coste sono adiacenti o di fronte alle coste algerine, conformemente alle disposizioni dell’articolo 74 del Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare 1982.
Art. 3. Nella sua zona economica esclusiva, la Repubblica Algerina Democratica e Popolare esercita i suoi diritti sovrani e la sua giurisdizione in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sulla legge del mare del 1982, e segnatamente la parte V.
Art. 4. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Algerina Democratica e Popolare.
Fatto ad Algeri, il 2 Rajab 1439 corrisponde al 20 marzo 2018.
Firmato: Abdelaziz BOUTEFLIKA
 
Il capitalismo non è più borghese, col quale ciascuno poteva trattare.
Fino agli Anni Novanta lo guardavi in faccia, sapevi con chi avevi a che fare.
Era un capitalismo umano e tutti potevano ambire, attraverso il lavoro, a detenere le leve del capitale urbano (il cosiddetto ceto-medio).

Oggi il capitale è cosmopolita, senza volto.

Non è più possibile trattare con chi lo detiene soprattutto per due motivi:

1)
viaggia troppo velocemente ed è sovranazionale, quindi dei tuoi diritti non gliene frega nulla
perché sono di ostacolo al contenimento dei prezzi, quindi alla competitività del servizio o del prodotto all’interno di un sistema globalizzato;

2) la deindustrializzazione (avvenuta per fare gli interessi stranieri) ha reso l’Italia un Paese di servizi,
cioè con preminenza del settore terziario su quello industriale e agricolo.
La maggior parte dei servizi sono ormai nelle mani di grosse multinazionali (capitalismo apolide e transnazionale)
con le quali il capitalismo borghese – ammesso che esista ancora – non può più competere,
quindi è evidente che i tuoi diritti fondamentali cedano il passo alle ambizioni di profitto senza freni.

A coadiuvare questo sistema le folli regole di bilancio della Ue
(che costringono gli Stati a consegnare al capitale apolide i servizi che loro non possono più garantire a causa dei vincoli di bilancio)
e il regime dei cambi fissi (l’euro), che scarica il peso della competitività su lavoro, salari e diritti.

In tutto questo, la politica avrebbe dovuto fare da diga contro il dilagare degli indicibili scopi del capitale sovranazionale,
soprattutto per tutelare i diritti fondamentali come lavoro, salari e salute.

E invece ha abdicato, rendendosi la migliore alleata del capitale e il peggior nemico del popolo.

Ovviamente di tutto ciò non avete capito nulla, o peggio ancora vi rifiutate di capire,
e continuate a strillare contro l’inesistente e aleatorio pericolo fascista
oppure contro gli inconsistenti fantasmi del razzismo,
puntando il dito – e la rabbia – verso questioni superflue o problemi del tutto secondari.


Mentre perdete il vostro tempo ad abbaiare contro il sovranismo
(che del resto è una dottrina politica di pace per il ripristino della preminenza degli Stati nazionali sulle antidemocratiche strutture sovranazionali),
il capitale transnazionale vi divorerà la dignità.
 
Indipendentemente dal fatto che i dati trasmessi siano reali, questa la situazione aggiornata secondo il sito :

Infetti : da 20679 a 28344 persone, in 2 giorni

Morti : da 427 a 565 persone , sempre in 2 giorni
 
Ma non vi pare strano che ci siano 50/60 milioni di persone in isolamento completo,
con la polizia pronta a sparare e che tutto questo sia stato messo in piedi per - all'inizio - 200 morti ?

Mi sa che i dati reali siano quelli segnati sopra. Solo così si spiegherebbe il perchè di tutto questo dispiegamento di forze.
 
E adesso veniamo a noi. Abbiamo al governo degli incompetenti ?
Al Ministero ci sono delle persone "deviate" ?
L'avvocato stra-parla quando dice che tutto è sotto controllo ?

Sentite un po' la notizia del TG.

A Milano Malpensa sono in funzione 3 scanner per il rilevamento della temperatura. TRE di numero.

A Milano Linate i controlli NON SONO ANCORA INIZIATI. Sono in attesa del personale medico...?????????
Sapete come faranno i controlli ?

Non è stato montato lo scanner elettronico. Come misureranno le temperature non si sa.

E' stato formato "un percorso obbligato" ed il controllo sarà al termine di questo percorso.
E sapete come è stato formato il percorso ?

DOPO IL RITIRO BAGAGLI. Vuol dire che TUTTI entraranno in contatto con TUTTI.

Ad Orio al Serio ?????? Manco hanno montato il percorso.
I viaggiatori arrivano ed escono dallo scalo.

Sapete perchè ????

SONO IN ATTESA DI ISTRUZIONI.
 
Il capitalismo non è più borghese, col quale ciascuno poteva trattare.
Fino agli Anni Novanta lo guardavi in faccia, sapevi con chi avevi a che fare.
Era un capitalismo umano e tutti potevano ambire, attraverso il lavoro, a detenere le leve del capitale urbano (il cosiddetto ceto-medio).

Oggi il capitale è cosmopolita, senza volto.

...

In tutto questo, la politica avrebbe dovuto fare da diga contro il dilagare degli indicibili scopi del capitale sovranazionale,
soprattutto per tutelare i diritti fondamentali come lavoro, salari e salute.

E invece ha abdicato, rendendosi la migliore alleata del capitale e il peggior nemico del popolo.

...

Il neoliberismo ha mollato ogni legame con quanto c'era di giusto nel liberismo del novecento.

Ora gli eletti appartenenti al club dei nababbi, sedicenti liberisti, sono diventati più statalisti dei bolscevichi.
A loro serve lo Stato, per imporre le loro strategie economiche e finanziarie.

Hanno comprato politici e pennivendoli social-democristiani e li comandano a bacchetta.
Loro sono la nuova nobiltà, che vuole dettare legge al terzo e al quarto stato.

Peccato che gli elettori di quei partiti non si siano ancora resi conto dell'imbroglio.
 
Un esempio pratico per mostrare la fragilità del mondo moderno:

in questo momento ci sono due navi, una con 3000 persone a bordo ed un’altra con 4000 passeggeri, bloccate fuori dai porti, in quarantena per il diffondersi del coronavirus.

La prima, della Carnival Crociere, è ferma al largo del Giappone con almeno 20 casi già verificati (ma ora si parla di 40),
la seconda, della compagnia di Hong Kong Dream Cruise, è bloccata davanti al porto dell’estremo Oriente, con il divieto di sbarcare passeggeri ed equipaggio, in attesa che siano terminati tutti i test.



Ora un altro esempio di quanto l’estremismo globalista ci abbia reso fragili:
l’amministratore del gruppo Fiat Chrysler, Mike Manley, ha affermato che, a seguito della chiusura di 4 impianti di componentistica in Cina,
la produzione di auto in cominci ad andare in crisi, tanto che presto sarà costretto a chiudere un impianto Fiat-Chrysler in Europa.

Per risparmiare qualche centesimo si è spostata la produzione di componenti auto europee a decine di migliaia di chilometri di distanza,
per poi scoprire che questa catena logistica è incredibilmente fragile e basta una semplice influenza per farla saltare.

La società, come altre simili, sta cercando ora di sostituire questi fornitori con altri.
Peccato che questo richieda lunghi tempi per le certificazioni
o che questi produttori non esistano più, cancellati dalla competizione globale.

Se la crisi, mantenuta attentamente nascosta, causata dal coronavirus ci insegna qualcosa
è che aver voluto disperdere e polverizzare a livello mondiale ogni produzione industriale è stato un clamoroso errore,
perché ha creato una folle interdipendenza facilmente cancellabile dal minimo imprevisto.

Allo stesso modo il sogno di svegliarsi a Pechino, pranzare a Roma ed addormentarsi a New York
sembra quasi più un incubo, nel momento in cui i voli aerei intercontinentali vengono cancellati.

Non si tratta di cercare un austerità, ma una prudente visione della vita e dell’economia,
che non si lasci ubriacare dalla ricerca dell’utile per delocalizzazione ad ogni costo,
ma pensi alla sicurezza, in primo luogo delle persone, e quindi valuti che i rischi imprevisti spesso sono maggiori degli infinitesimi risparmi conseguiti.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto