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Mentre a Lampedusa l’invasione continua, Erik Tegner, famoso reporter francese, è andato a Lampedusa,
e le in modo questo video ammette che un funzionario della UE, gli ha detto di non filmare assolutamente,
né intervistare i migranti, perché ammettono davanti alla telecamera, di trovarsi lì, solo per motivi economici...

Quindi come abbiamo sempre saputo, la UE sovvenziona viaggio e cash, così trasforma i migranti economici in rifugiati di guerra, per renderne impossibile l’espulsione.


In altre parole sono li per lavoro.
Successivamente nei rispettivi paesi vengono inquadrati dalle varie Onlus come la Caritas, che a loro volta pagano un "piccolo pizzo" alle stesse associazioni umanitarie, facendo girare il cash (il nostro denaro)

Migranti e poveri, portano un fiume di denaro a queste associazioni.
È tutto davanti ai nostri occhi.
 
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Sciacalli fino all’inverosimile.

Una fatalità che lascia attoniti e sgomenti, quella accaduta sabato pomeriggio all’aeroporto di Caselle,
allorquando un aereo delle Frecce Tricolori è precipitato colpendo l’auto con a bordo i quattro malcapitati
che transitava proprio nel punto di caduta del velivolo in quel preciso istante.
Tutto veramente assurdo.


Una famiglia distrutta da un evento fortuito e imprevedibile,
probabilmente causato da uno stormo di uccelli che avrebbe urtato contro la Freccia provocandone il crollo.

Il cosiddetto fenomeno del “bird strike“, come viene definito in gergo, causa sempre frequente di incidenti aerei.

Si sarebbe trattato di una disgrazia.

Eppure, c’è chi non perde occasione per strumentalizzare l’episodio
e, incurante del dolore del vittime, riesce ad usarlo
per attaccare lo Stato e i suoi apparati.
E quindi, via con gli attacchi dei soliti sinistri
provenienti tanto dal mondo della politica, quanto da quello della cultura.


C’è chi associa le Frecce alla guerra, come Tomaso Montanari che afferma:
“Troviamo modi più intelligenti per celebrare una Repubblica che ripudia la guerra”,

o ancora Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista, secondo cui i velivoli sarebbero
“uno spreco di soldi e uno strumento di propaganda guerrafondaia dannoso, diseducativo e pericoloso”.

Non è chiaro quale sia il nesso tra Frecce Tricolori e guerra,
ma, come spesso accade, dinanzi alle questioni su cui poter lucrare politicamente
la logica si fa da parte e lascia spazio all’ideologia.


C’è poi chi si spinge persino oltre e arriva a teorizzare finanche l’abolizione della Frecce.

Si tratta del deputato e co-portavoce della Federazione dei Verdi Luana Zanella,
secondo cui le frecce acrobatiche sarebbero “costose”, soprattutto a livello ambientale,
oltre che “pericolose”, e pertanto da abolire.

In sintesi, un pericoloso strumento di propaganda guerrafondaia da abolire subito, questo sarebbero le Frecce Tricolori.

A dimostrazione di come per la sinistra lo sciacallaggio mediatico non conosca limiti, nè confini.
 
Nessuno a sinistra però che si sia indignato per la morte di quei due autisti che trasportavano i migranti.

Cosa dovremmo chiedere? L’abolizione dell’immigrazione? L’abolizione dei centri di accoglienza?

La notizia è passata in sordina e non c’è stato nessuno a sinistra che si sia indignato. È stato un incidente.

Nessuno che abbia berciato per la chiusura del centro di Lampedusa
che ormai trabocca di migranti e li trasborda da una parte all’altra dell’Italia.

E strumentalizzare la morte come hanno fatto gli sciacalli con le Frecce Tricolori
è cosa alquanto riprovevole e forse è il caso di iniziare a vergognarsi.

MA LORO NON HANNO MAI VERGOGNA. DIMENTICANO QUELLO CHE HANNO FATTO.


Ma l’acume l’ha raggiunto lui.
Il musicista Frankie Hi-nrg.
“Ma di preciso, nella pratica, a che cazzo servono le #FrecceTricolori?”, ha twittato.
 
Idee nuove, progressiste...i soliti comunisti...


F6QLjt1XEAAquQ5
 

INVASIONE: COME FUNZIONA

Un mio amico senegalese, che ha modo di parlare con parecchi immigrati africani approdati in queste ultime settimane in Italia, riferisce:

- nessuno di loro scappa da guerre o condizioni di pericolo

- acquistano un biglietto aereo che dal loro paese di origine (in maggioranza Gambia, Ghana, Costa D'Avorio, i tre stati della Guinea) li porta a Tunisi.

- giustificano il viaggio dicendo che vanno in Tunisia per lavoro o affari.

- dalle coste tunisine pagano un posto (qualche centinaio di euro ) per salire su uno dei numerosi barconi veloci che quotidianamente salpano da quelle coste verso quelle italiane

- una volta giunti in acque territoriali italiane, guardia costiera e di finanza scortano i barconi fino alle coste italiane

-da lì poi, vengono dirottati nei centri di accoglienza dislocati nelle varie aree d'Italia

- moltissimi di loro sono convinti dalla propaganda che qui ci sia l'Eden

È evidente che tra il governo italiano e quello tunisino ci siano degli accordi.
 

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