Certezza è, che sono ridotti proprio male male
Nessun abuso di potere, nessuna arroganza, nessun atto di presunzione.
Solo un servizio messo a disposizione dei viaggiatori e il rispetto di un impegno di Stato.
Si difende così
Francesco Lollobrigida, finito al centro della bufera
dopo la notizia diffusa da
Il Fatto Quotidiano
secondo cui il ministro dell'Agricoltura si sarebbe fatto riservare
una
fermata ad personam per scendere dal Frecciarossa Torino-Salerno.
L'esponente del governo ha però ricostruito la dinamica del caso,
facendo chiarezza su quanto accaduto e respingendo l'assalto della solita
sinistra che in tempo zero aveva chiesto le dimissioni.
Il ministro dell'Agricoltura ha smentito di aver imposto al treno di fermarsi
(che tra l'altro era già in ritardo) per poter godere di una fermata personalizzata.
A tal proposito ha affermato di aver chiesto, "al pari di altri viaggiatori", di esercitare quanto consentito dal contratto di viaggio.
Le porte del treno si sono aperte a
Ciampino.
Dal suo canto Lollobrigida ha chiesto di poter scendere alla prima fermata utile
spiegando le sue ragioni al capotreno.
"La fermata straordinaria è consentita dal regolamento delle Ferrovie", ha fatto notare.
Per il titolare del dicastero della Sovranità alimentare non vi è stata alcuna violazione di legge
e ha aggiunto che non si è registrato alcun ritardo, disagio o costo aggiuntivo "per nessuno".
Quanto all'opportunità del suo gesto, al di là della questione di metodo,
Lollobrigida ha voluto puntare l'attenzione sulla questione di merito.
Martedì era chiamato a
Caivano per piantare l'albero di Falcone in una piazza riqualificata,
luogo in cui fino a poco tempo fa si svolgevano attività di spaccio.
Ad aspettarlo vi erano bambini, la banda, i carabinieri,
cittadini che finalmente auspicano un cambio di passo a favore della legalità.
"Che figura ci avrebbero fatto le istituzioni se non mi fossi presentato?", si è interrogato.
Per il ministro dell'Agricoltura era fondamentale rappresentare lo Stato
in un posto in cui lo Stato "è rimasto assente troppo a lungo".
Sul treno si era registrato un ritardo di ben 100 minuti,
motivo per cui a quel punto ha chiesto di poter scendere.
Un punto su cui si è voluto soffermare, visto che ha citato un numero ben preciso:
"Ci sono stati 207 casi di treni che hanno effettuato fermate straordinarie per agevolare i passeggeri".
Così è sceso a Ciampino ("come altri passeggeri") per poi proseguire in automobile in direzione Caivano.