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ulteriori notizie.

Un gruppo di adolescenti di origini maghrebine.

Tutto è successo attorno alle due di notte,
quando una decina di persone in età compresa tra i 16 e i 21 anni ha raggiunto, a bordo di un van,
la sala municipale delle feste del piccolo paesino nel sud-est del Paese, circa 500 abitanti in totale.

Qui improvvisamente si è scatenata un’aggressione ferocissima, che ha scosso la nazione intera.

Il gruppo di ragazzi ha atteso la fine della festa,
ha aggredito i quattro uomini della sicurezza all’esterno
e, non appena la gente ha iniziato a uscire dalla sala, anche i passanti.

“milizie armate pronte a fare razzia”,
sottolineando come ormai dilaghi nel Paese un “razzismo al contrario”,
del quale sarebbero vittima i bianchi.

I media parlano di figli dell’immigrazione, non integrati e violenti, che non conoscevano le loro vittime.

Dita mozzate, un morto e decine di feriti.​

 
CI VUOLE PIÙ EUROPA… :-D


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Interessante l’ accusa mossa nei confronti di David Nalbandian. (ex-tennista)

Una telecamera nascosta diventa autrice di stupro e molestie sessuali!


Qui il reato è semplice violazione di privacy!

Ma oramai siamo in un’epoca nella quale il “maschio” è sempre più nell’occhio del ciclone!

Basta pensare al delitto Cecchetin dove la sorella della vittima (e non solo lei)
colpevolizza l’intero genere maschile e addirittura molti uomini lo trovano legittimo!

Il bello è che si insiste ancora a ritenere la nostra società come “maschilista”!

Temo che finché gli uomini non cominciano a svegliarsi, andrà sempre peggio!
 
Certezza è, che sono ridotti proprio male male

Nessun abuso di potere, nessuna arroganza, nessun atto di presunzione.

Solo un servizio messo a disposizione dei viaggiatori e il rispetto di un impegno di Stato.

Si difende così Francesco Lollobrigida, finito al centro della bufera
dopo la notizia diffusa da Il Fatto Quotidiano
secondo cui il ministro dell'Agricoltura si sarebbe fatto riservare
una fermata ad personam per scendere dal Frecciarossa Torino-Salerno.

L'esponente del governo ha però ricostruito la dinamica del caso,
facendo chiarezza su quanto accaduto e respingendo l'assalto della solita sinistra che in tempo zero aveva chiesto le dimissioni.

Il ministro dell'Agricoltura ha smentito di aver imposto al treno di fermarsi
(che tra l'altro era già in ritardo) per poter godere di una fermata personalizzata.

A tal proposito ha affermato di aver chiesto, "al pari di altri viaggiatori", di esercitare quanto consentito dal contratto di viaggio.


Le porte del treno si sono aperte a Ciampino.

Dal suo canto Lollobrigida ha chiesto di poter scendere alla prima fermata utile
spiegando le sue ragioni al capotreno.

"La fermata straordinaria è consentita dal regolamento delle Ferrovie", ha fatto notare.

Per il titolare del dicastero della Sovranità alimentare non vi è stata alcuna violazione di legge
e ha aggiunto che non si è registrato alcun ritardo, disagio o costo aggiuntivo "per nessuno".

Quanto all'opportunità del suo gesto, al di là della questione di metodo,
Lollobrigida ha voluto puntare l'attenzione sulla questione di merito.

Martedì era chiamato a Caivano per piantare l'albero di Falcone in una piazza riqualificata,
luogo in cui fino a poco tempo fa si svolgevano attività di spaccio.

Ad aspettarlo vi erano bambini, la banda, i carabinieri,
cittadini che finalmente auspicano un cambio di passo a favore della legalità.

"Che figura ci avrebbero fatto le istituzioni se non mi fossi presentato?", si è interrogato.

Per il ministro dell'Agricoltura era fondamentale rappresentare lo Stato
in un posto in cui lo Stato "è rimasto assente troppo a lungo".

Sul treno si era registrato un ritardo di ben 100 minuti,
motivo per cui a quel punto ha chiesto di poter scendere.

Un punto su cui si è voluto soffermare, visto che ha citato un numero ben preciso:

"Ci sono stati 207 casi di treni che hanno effettuato fermate straordinarie per agevolare i passeggeri".

Così è sceso a Ciampino ("come altri passeggeri") per poi proseguire in automobile in direzione Caivano.
 
Lollobrigida ha bollato le accuse giunte dall'opposizione come elementi che compongono "un film grottesco".

Attacchi giudicati pretestuosi.

Da qui il "no" secco all'ipotesi dimissioni tanto auspicato dal fronte rosso:

"E perché dovrei? Mi risulta che il mio lavoro sia molto apprezzato da tutte le categorie appartenenti al settore agro-alimentare".

L'esponente del governo Meloni ha puntato il dito contro i partiti al di fuori della maggioranza che,
non riuscendo "a segnare un punto", puntualmente provano a chiedere le teste di qualche ministro o dei loro collaboratori.

In mattinata il ministro non ha escluso la possibilità di riferire in Aula: "Non sono mai fuggito al confronto".


Si chiuderà così l'ennesima uscita a vuoto della sinistra italiana?
 

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