“Non è il clamore mediatico che ci riunisce qui,
ma l’amicizia con Giovanna e la vicinanza ai familiari. Siamo qui per lei”.
“C’è il giudizio sommario, senza appello, senza misericordia, di chi parla senza sapere, senza conoscere.
Il rincorrersi senza filtro dei sospetti, pesanti come macigni.
Costruiti per soddisfare i pruriti di gente ormai frustrata, al punto di bramare la narrazione delle disgrazie altrui.
Dove il teorema da dimostrare, il dubbio da alimentare è che anche dove c’è del bene si nasconde, alla fine, un interesse.
Un tornaconto. Facendo così diventare le ombre tenebra”.
“Da una parte c’è una comunità provata come la nostra.
Desiderosa solo di stare accanto alla famiglia e di regalare l’ultimo saluto a Giovanna.
Dall’altra il chiedersi come fare per evitare tragedie simili”.
“Come impedire ai leoni da tastiera di riversare impunemente il loro odio.
Dimenticando il potere distruttivo che possono avete anche le semplici parole.
Che è il significato della massima Ne Uccide più la Lingua che la Spada”.
“Il suo è il dolore di chi si è visto messo, radicalmente, in discussione nella propria sincerità e autenticità”.
Parole molto belle e vere, destinate a far discutere. Perché ci riguardano tutti.