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inquietante, mi aspetto provvedimenti
GIZtRDYXsAAZ4l3
 
Nel mentre i coglioni della nato e gli anglo-americani pensano alle bombe atomiche
questi vanno avanti con le cagate mega-galactiche.
Aspetta che lancino una bombetta e poi - forse - vedrai che fine fa il green

Oggi il Parlamento europeo ha confermato l'intesa politica raggiunta con il Consiglio a dicembre,
dando così il via libera al passaggio successivo previsto:

la conferma del testo da parte dei governi nazionali e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale,
con entrata in vigore venti giorni dopo.

La direttiva è stata approvata dal Parlamento in via definitiva con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.

Gli eurodeputati dei partiti italiani di governo hanno votato contro;
i gruppi politici del 'nò sono stati Identità e democrazia ed Ecr.

Il Ppe si è spaccato.

Ora gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguarsi alla direttiva
e presentare all'Ue un piano nazionale di ristrutturazione,
in cui dovranno spiegare come intendono raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa Ue e attraverso quali tappe.
 
Il 2020 è considerato l'anno zero
ed il 2050 l'ideale traguardo entro il quale
bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni.

Nel periodo intermedio,
gli Stati dovranno assicurare un miglioramento progressivo della situazione.

Gli obiettivi intermedi di riduzione dei consumi per il parco edilizio degli Stati Membri

saranno del 16 per cento al 2030

e del 20-22 per cento al 2035.

Saranno i paesi membri a stabilire le specifiche modalità per raggiungere questi obiettivi,
con un solo vincolo valido per tutti:

la maggior parte delle ristrutturazioni dovranno riguardare il 43 per cento meno performante del patrimonio edilizio.

Se pur mitigata e resa più ragionevole nella sua applicazione,
la direttiva avrà comunque dei costi che ricadranno direttamente sui cittadini.

In Italia, nello specifico,
gli interventi in salsa green voluti da Bruxelles
riguarderanno oltre 5 milioni di edifici,
ognuno dei quali costituito da una o più unità.

Secondo alcune stime del Sole24Ore,
l'eco-diktat costerà da 20 a 55 mila euro per famiglia.

Una cifra che spaventa
e che continua a imporre riflessioni sulla sostenibilità economica
della transizione targata Ue.
 
L'altro grande capitolo della direttiva
riguarda lo stop ai combustibili fossili.

Gli Stati avranno tempo fino al 2040
per dire addio alle caldaie a combustibili fossili,

mentre dal 2025 dovranno porre fine
a tutti i sussidi per le caldaie autonome.

Già dal 2025, però

non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali,
ma solo per gli ibridi,
ovvero quelli che associano alla caldaia a condensazione a gas
una pompa di calore.

L'obbligo di installare i pannelli solari, invece,
riguarderà solo i nuovi edifici pubblici
e sarà progressivo, dal 2026 al 2030.

Novità importanti riguardano inoltre la costruzione degli edifici:

dal primo gennaio 2028 gli immobili di proprietà pubblica
dovranno avere zero emissioni "in loco" di combustibili fossili.

Per tutti gli altri, il vincolo scatta dal primo gennaio 2030.
 
E chi pagherà tutte queste demenzialità ?

N O I - I cittadini


L'articolo 15 del testo europeo dà invece indicazioni sui finanziamenti stanziati per il piano green.

Saranno i Paesi membri a dover fornire finanziamenti
e strumenti necessari a sostenere i piani di rinnovamento degli edifici,
secondo obblighi previsti dalla stessa direttiva.

Gli Stati dovranno dunque attingere ai fondi nazionali e a quelli europei già stanziati,

a partire dal Pnrr,

dal Fondo sociale per il clima,

dai Fondi di coesione.

Tutte queste linee di finanziamento dovranno essere distribuite in modo costante,
così da raggiungere l'obiettivo delle zero emissioni entro il 2050.
 

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