Solo politica (2 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Sto per dare di sicuro una buona notizia. Eccola.

Siamo nel mondo tra i Paesi con il tasso minore di femminicidi.


In Europa, che è il continente dove si versa meno sangue di donna,
l'Italia è al terzo posto nella classifica delle nazioni
dove è minore il rischio per ragazze e signore
di essere uccise a causa del loro sesso.


Ho uno strano presentimento però.

Questa buona notizia non sarà gradita.

Sarò gentilmente redarguito dai critici più moderati per essere stato inopportuno e insensibile.

Dalle femministe, ma anche dai femministi della sinistra morale,
prevedo di essere accusato di connivenza ideologica con assassini e stupratori.
 

Smuruni

DICK WAGNER THE MAESTRO
I Nuovi Mostri !!!



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Val

Torniamo alla LIRA
Il 12 luglio 2022 tocca a Andrea Delmastro.
Il 22 agosto è il turno di Chiara Colosimo.
Il 25 agosto vengono succhiati i dati di Marta Fascina.
Il 20 ottobre di Tommaso Foti.

Cos'hanno in comune i quattro spiati?

Sono tutti in quei giorni indicati come possibili candidati del centrodestra alle elezioni politiche:
siamo a cavallo della crisi del governo Draghi, che si dimette il 21 luglio.

I documenti riservati che riguardano i quattro futuri candidati
vengono prelevati dalle banche dati della Procura nazionale antimafia da Pasquale Striano,
il finanziere-criminale oggi al centro dell'inchiesta,
e passati in diretta a Giovanni Tizian, giornalista del Domani.

Basterebbe questa coincidenza temporale a rendere palese quanto lo scandalo
esploso all'interno della Dna non sia una banale storia di «fuggitori di notizie»,
come li chiamava Antonio Di Pietro, ma racconti di una centrale di dossieraggio a fini politici,
indirizzata contro il centrodestra.

La stessa impennata di visure si registra tre mesi dopo,
quando dopo la vittoria elettorale si inizia a fare la lista dei possibili ministri.

È a questi boom che fa riferimento una delle vittime, Tommaso Foti,
quando parla di «mandanti, che ad oggi restano ancora occulti,
di una cupola che deve essere portata alla luce al più presto,
in quanto ha agito con l'obiettivo di dare corso ad un'attività ricattatoria
e comunque con l'intento di condizionare vari settori della società italiana, a partire dalla politica».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Chega ha fatto breccia nel cuore di molti portoghesi
per il suo programma a tinte fortemente sociali.

Anche se viene dipinto come un partito di estrema destra.

Le proposte di André Ventura e dei suoi tendono a contrastare la fuga di giovani portoghesi,
costretti a emigrare all’estero per riuscire a lavorare e a vivere.

Per cui il Partito sovranista ha proposto aiuti economici per acquistare la prima casa
e per finanziare gli studi alle nuove generazioni.

Un programma che ha portato il Partito di Ventura
ad avere la maggioranza dei consensi nella generazione dei 18-34enni lusitani.

In quella fascia di età, Chega è il primo partito con il 26% delle preferenze.

Vedremo ora cosa deciderà di fare Montenegro.


Quel che è certo, è che il vento sta cambiando anche in Portogallo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Satura tota nostra est, scrisse Quintiliano.
Noi siamo umili e militanti eredi del grande oratore, avvocato e pedagogo iberico Marco Fabio,
che teneva molto all’eleganza e alla correttezza linguistiche.

Mo’ me moccicano porché me faccio rilegge e scurregge l’articulo da mii capoccia.

Mannaggia, porca sanda miseriaccia, hai stata tru, squola bonista, bucciatura mai, che miai accurturato de brutto su panchetti a rutelle.

Non songo, pierò, abbituado a biastimà li sandi, essendo cartocostumista avanzio de sangrestia como lu famuso spirritista.

Mi sparlano indietro che so anarfabeto, che no saccio scrive no piezzo dinquiesta avversu quii brutti figli de bignotta,
i seghisti du bolo nord, li nemichi de mi patrone, broglione lu migliardario.

Mapperò, io meco tenco lo curriculo puntuto.

Nevvero che aggio soldando grando bucio, no de culo, benzì morfologgico.

Avento stato vieterano delle freste dell’Unità, in dove aggio cosciuto no sfracellio de salamele,
ho stato presto drento in dell’Arbo de giurnalisti...
e conno ripieno merido ricoppio le veline addomiciliate per lo giurnale l’Addimani,
che “doppotutto avrà stato nantro giurno”, come dicette chella Vivien der firm “Via cor vendo”.

Li mii corruttori de bozza me coregono e me diccono esse più eleganto: after all, tomorrow is another day. Che vordì no saccio.

Infatto, essento perfezionisto, doppo la distesura dogne piezzo, chi nu è ciammai piezzo de merda,
porchette lo facette perfettato, sottopogno meo scritto a magistrutto antimaffia oppuro a ufficialo guardiafinanciaro,
i mii comparioni paraduli, scribacchioni talenduosi de botta e de sottoguverno. Melo migliorrano.

Accussì, assiemo a Pascale e Andonio, noio, a corpi de dossieri,
preservativiamo il dritto a la libertà de zampa e manganellu cuntra la sega de Sarvini e la famigghia dei melloni.

La sòla femmona che ci allepra de core cià tande eccitande gonsonanti – s, c, h, nl – e du sola vocala – e, i –
e ce casca indosso da assaio luntano, no poco da monte, nantro da balle.

Noio simmo partiggiani cuntra i nemichi, puro la mormaglia liberaltremogratica,
du nostru patrone cumpagno e cum non pocu cumpanatico.

Per linquieste di noio abbiamo stati puro bremiati dallo piedemerito Disordino de giurnalisti,
che ha stato ditto: l’omo che pubbrica notizia nu po comette riato.
 

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