Situazione sul fronte opposto:
l'ammucchiata rossa rimane al palo
al debutto assoluto con tutti i partiti di opposizione
a sostegno di un candidato governatore.
Si auguravano di potere beneficare di un fantomatico "effetto Sardegna"
e di ripetere la vittoria (a dir la verità sporadica) ottenuta a Foggia
con un'accozzaglia che andasse da Fratoianni a Renzi, passando per Conte.
Invece niente.
Diventano così sette su otto le regioni dove Partito Democratico e Movimento 5 Stelle
hanno perso pur con un candidato governatore in comune:
Umbria, Liguria, Calabria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise e Abruzzo.
E, se la Schlein può tirare un piccolo sospiro di sollievo in ottica leadership,
sono soprattutto i grillini a tirare verso il basso la coalizione:
nel voto in Centro Italia sono passati
dal 19,7% delle Regionali di cinque anni fa (118.287 voti)
al 18,5% delle Politiche del 2022 (115.456)
fino al 7% di ieri (circa 40mila).
E pensare che lo stesso Conte tre anni fa,
appena diventato capo politico dei 5 Stelle,
aveva promesso un nuovo corso che sarebbe partito
"dai gruppi territoriali e dai forum tematici aperti alla società civile e ai non iscritti"
proprio per invertire il trend negativo dei grillini alle elezioni locali.
Ma, dal giugno 2021, è sempre stato un tracollo dietro l'altro tra Comunali e Regionali.
E la compagnia di Carlo Calenda,
che ha praticamente sempre perso
tutte le elezioni regionali in cui Azione compariva sulla scheda,
non gli ha giovato proprio per niente.